Altre manifestazione del servizio trascendentale

Nettare della devozione Capitolo 12

Altre manifestazione del servizio trascendentale

L’ascolto delle Scritture rivelate

Per Scrittura rivelata, Srila Rupa Gosvami intende ogni opera che illumini la via del progresso
devozionale. Srila Madhvacarya designava precisamente, come Scritture rivelate, il Ramayana,
il Mahabharata, i Purana, le Upanisad, il Vedanta e ogni altro testo che fosse in accordo con
queste opere.
Lo Skanda Purana afferma:
“Colui che e’ sempre assorto nella lettura delle Scritture che indicano la via in cui si sviluppa il
servizio di devozione vaisnava e’ per sempre glorioso tra gli uomini ed e’ certamente molto caro a
Sri Krishna. Colui che tiene gelosamente queste Scritture nella sua dimora, e offre loro il suo
rispettoso omaggio, si libera dalle conseguenze di tutti i suoi peccati e alla fine diventa degno
dell’adorazione degli esseri celesti.”
Similmente, un giorno fu detto a Narada Muni:
“O Narada, il Signore, Narayana, vive sempre con chi scrive o tiene nella sua casa le opere
vaisnava.”
Lo Srimad-Bhagavatam (12.13.15) insegna inoltre:
“Questo Srimad-Bhagavatam contiene l’essenza di tutta la filosofia del Vedanta. Chiunque, in un
modo o nell’altro, prenda gusto alla lettura di questo Scritto non puo’ piu’ avere attrazione per
leggere altre opere. Cio’ significa che colui che ha gustato il nettare dello Srimad-Bhagavatam non
puo’ piu’ trovare soddisfazione nel leggere la letteratura profana.”
Risiedere in un luogo santo
Nel Varaha Purana Sri Varaha si rivolge agli uomini della Terra glorificando con queste parole
la citta’ di Mathura:
“Chiunque si lasci affascinare da un luogo che non sia Mathura diventera’ certamente preda
dell’energia illusoria.”
E il Brahmanda Purana afferma che semplicemente toccando la terra sacra di Mathura si
ottengono i benefici della visita a tutti i luoghi di pellegrinaggio dei tre mondi. Numerosi altri
sastra ribadiscono che il semplice fatto di ascoltare o ricordare le glorie di Mathura, vederla,
toccarla o anche solo desiderare di vivere in questo luogo, ha il potere di soddisfare tutti i
desideri.”

Servire i vaisnava

Nel Padma Purana Siva loda il servizio offerto ai vaisnava:
“Cara Parvati, esistono numerose forme di adorazione, e fra tutte, quella che si rivolge alla Persona
Suprema e’ considerata la piu’ alta. Ma piu’ elevata ancora dell’adorazione del Signore e’ quella
rivolta ai Suoi devoti.”
Similmente, lo Srimad-Bhagavatam (3.7.19) riporta questa preghiera:
“Che io possa diventare un servitore sincero dei devoti, perche’ servendoli si raggiunge il servizio di
devozione puro ai piedi di loto del Signore. Servire i devoti riduce il peso degli obblighi materiali e
fa nascere in noi un profondo sentimento d’amore e di devozione per il Signore Supremo.”
Anche lo Skanda Purana afferma:
“Vedendo anche una sola volta coloro il cui corpo e’ segnato di tilaka, ornato con i simboli della
conchiglia, del disco, della mazza e del fiore di loto, e sempre decorato di gopi-candana, e che
portano sulla testa foglie di tulasi, ci si libera da tutte le colpe.”
E lo Srimad-Bhagavatam (1.19.33) aggiunge:
“Il solo ricordo della tua persona [di un vaisnava] santifica le nostre case e ci libera dalle
conseguenze di tutte le nostre colpe. Che dire allora di vederti, toccarti, lavare i tuoi piedi di loto e
offrirti un seggio nella nostra casa, o qualche altro servizio personale ?”
Infine, nell’Adi Purana si trovano queste parole di Krishna ad Arjuna:
“Sappi, o Partha, che chi dice di essere Mio devoto non lo e’ affatto. Solo che dice di essere il
devoto del Mio devoto e’ veramente Mio devoto.”
Nessuno, infatti, puo’ avvicinare direttamente Dio, la Persona Suprema, senza la mediazione
dei Suoi devoti. Percio’, il primo dovere da compiere nella scala delle attivita’ vaisnava e’ quello
di accettare tra i devoti un maestro spirituale e servirlo.
Srila Rupa Gosvami apre qui una parentesi per dire che tutte le citazioni contenute nel Bhaktirasamrita-
sindhu e tratte dalle diverse Scritture sono accettate dai grandi acarya e devoti del
Signore.

Servire il Signore secondo i propri mezzi

Il Padma Purana spiega che ognuno deve, secondo le proprie risorse personali, glorificare il
Signore con diverse cerimonie impiegando tutti i mezzi possibili.

Il servizio di devozione durante il mese di karttika

Una delle piu’ importanti manifestazioni dell’anno porta il nome di urja-vrata e si svolge
durante il mese di karttika (ottobre-novembre), in particolare nei templi di Vrindavana, in cui il
Signore e’ adorato nella Sua forma di Damodara. Damodara designa Krishna come figlio di
Yasoda, che Lo lego’ un giorno con una corda. Le Scritture affermano che come il Signore, Sri
Damodara, e’ molto caro ai Suoi devoti, cosi’ lo e’ anche il mese di karttika, conosciuto
anch’esso col nome di Damodara.
Durante questo mese si raccomanda in particolare di osservare l’urja-vrata, praticando il
servizio di devozione nella regione di Mathura. Numerosi sono i devoti che ancora oggi
rimangono fedeli a questa usanza; si recano a Mathura o a Vrindavana e vi risiedono durante
tutto il mese di karttika con lo scopo di dedicarsi a varie attivita’ devozionali.
Il Padma Purana insegna a questo proposito:
“Il devoto puo’ certamente ottenere dal Signore i piaceri di questo mondo o anche la liberazione, ma se
compie qualche servizio di devozione durante il mese di karttika, e piu’ precisamente a Mathura, non
desiderera’ altro che il servizio di devozione puro.”
Da questo verso si puo’ capire che il Signore non concede il Suo servizio di devozione agli
uomini comuni, che non mostrano alcun interesse per Lui. Ma se queste stesse persone, per
quanto poco sincere siano, si dedicano alle attivita’ devozionali nel mese di karttika seguendo i
principi regolatori, e lo fanno nella regione di Mathura, in India, si meriteranno senza difficolta’
il servizio personale al Signore.

Celebrare le feste che commemorano i divertimenti del Signore

Il Bhavysya Purana parla cosi’ delle diverse feste da celebrare in onore del Signore, feste che
commemorano il Suo avvento o i Suoi divertimenti sublimi:
“O Janardana [Krishna], Ti preghiamo di dirci il giorno in cui sei nato dal grembo di Devaki-devi. Se
Tu vorrai informarci su questa data, noi la celebreremo con grande fasto. O vincitore di Kesi, noi ci
siamo completamente abbandonati ai Tuoi piedi di loto e desideriamo soltanto soddisfarTi con le
nostre cerimonie.”
Questa citazione del Bhavisya Purana dimostra che colui che celebra queste diverse cerimonie
puo’ essere sicuro di rendersi gradito al Signore.
Servire il Signore con profonda devozione
Si puo’ leggere nell’Adi Purana:
“Colui che senza interruzione canta il santo nome e prova una gioia sublime praticando il servizio di
devozione ottiene certamente tutte le facilitazioni richieste per lo sviluppo di questo servizio e non
solamente la liberazione [mukti].”
La mukti e’ la liberazione dal condizionamento materiale; chi la raggiunge non deve piu’
rinascere in questo mondo. L’impersonalista desidera fondersi nell’energia spirituale per
perdervi la sua individualita’, ma lo Srimad-Bhagavatam (2.10.6) afferma che la mukti e’ solo
l’inizio del ritorno alla nostra condizione naturale. E questa condizione naturale e’ la stessa per
tutti: servire il Signore con devozione. Il verso dell’Adi Purana sopra citato dimostra che la
pratica del servizio di devozione e’ sufficiente in se’ stessa a soddisfare il devoto, tanto che egli
non aspira ad alcuna forma di liberazione per sottrarsi all’esistenza condizionata. In altre
parole, chiunque pratichi il servizio di devozione sfugge al condizionamento materiale, anche
se puo’ sembrare che vi sia ancora soggetto.

Leggere lo Srimad-Bhagavatam in compagnia dei devoti

Lo Srimad-Bhagavatam rappresenta l’albero dei desideri della saggezza vedica. Il Veda e’ la
somma di tutto il sapere, e lo Srimad-Bhagavatam presenta in modo perfetto tutta la
conoscenza necessaria all’uomo. Le Scritture vediche trattano i diversi rami del sapere –le
scienze sociali, politiche, mediche, militari e molte altre- e li descrivono in modo perfetto.
Anche la scienza spirituale vi e’ perfettamente spiegata. Lo Srimad-Bhagavatam e’ considerato
il frutto maturo di questo albero dei desideri. Un albero e’ onorato per i frutti che produce, per
esempio, l’albero del mango e’ considerato prezioso per la qualita’ del suo frutto, il mango, il re
dei frutti. Percio’, il dono piu’ prezioso che possa fare l’albero del mango e’ un mango ben
maturo. Similmente, lo Srimad-Bhagavatam rappresenta il frutto maturo dell’albero dei Veda.
E come un frutto maturo diventa ancora piu’ gustoso quando e’ toccato dal becco di un suka,
un pappagallo, cosi’ il messaggio dello Srimad-Bhagavatam diventa ancora piu’ delizioso
quando e’ trasmesso dalle labbra sublimi di Sukadeva Gosvami.
Inoltre, lo Srimad-Bhagavatam dev’essere ricevuto attraverso una successione ininterrotta di
maestri spirituali. Un frutto maturo colto sulla cima di un albero non rischiera’ di ammaccarsi
se e’ passato con cura, da una mano all’altra, fino a terra. Similmente, lo Srimad-Bhagavatam,
quando e’ trasmesso da una successione di maestri qualificati, che costituisce cio’ che si
chiama la parampara, restera’ intatto. Come insegna la Bhagavad-gita (4.2), questo e’ il modo
giusto di ricevere la conoscenza spirituale: attraverso una successione di saggi realizzati che
conoscono la vera portata degli sastra.

Altre manifestazione del servizio trascendentale

Anche Sri Caitanya Mahaprabhu disse che l’insegnamento dello Srimad-Bhagavatam dev’essere
ricevuto da un’anima realizzata, da un bhagavata. Bhagavata significa “in relazione col Signore
Supremo (Bhagavan)”. Si designano dunque col termine bhagavata sia i devoti del Signore sia
il libro che tratta del servizio di devozione al Signore. In breve, Sri Caitanya Mahaprabhu
raccomando’ di gustare il vero sapore dello Srimad-Bhagavatam ricevendone il messaggio da
una persona bhagavata. Lo Srimad-Bhagavatam e’ di una tale dolcezza che affascina anche le
anime liberate. Lo stesso Sukadeva Gosvami ammise di essere diventato un grande devoto
solo dopo avere gustato il nettare dello Srimad-Bhagavatam , sebbene fosse gia’ liberato
mentre era ancora nel grembo di sua madre. In conclusione, chi desidera avanzare nella
coscienza di Krishna deve gustare il messaggio dello Srimad-Bhagavatam in compagnia di
devoti qualificati.
Sukadeva Gosvami spiega nello Srimad-Bhagavatam (2.1.9) che nonostante la sua forte
attrazione per la meditazione impersonale, quando udi’ da suo padre, Vyasadeva, il racconto
dei divertimenti trascendentali di Dio, la Persona Suprema, sviluppo’ all’improvviso
un’attrazione piu’ forte per lo Srimad-Bhagavatam che per il brahman impersonale. Da cio’
comprendiamo che Vyasadeva pote’ direttamente trasmettere a Sukadeva Gosvami la sua
matura realizzazione della scienza spirituale solo perche’ era un’anima realizzata.

Ricercare la compagnia dei devoti avanzati

In occasione della riunione di Naimisaranya e in presenza di Suta Gosvami, Saunaka Muni
spiego’ l’importanza di discorrere sullo Srimad-Bhagavatam in compagnia di puri devoti. Suta
Gosvami ne confermo’ l’importanza precisando che se una persona ha la fortuna di stare anche
un solo istante a contatto con un puro devoto, quell’istante e’ cosi’ prezioso che non puo’
essere neppure paragonato agli atti di virtu’ che permettono di accedere ai pianeti paradisiaci o
di liberarsi dalle sofferenze materiali. In altre parole, colui che sviluppa attaccamento per lo
Srimad-Bhagavatam diventa indifferente a tutti i benefici che si possono ottenere
dall’elevazione ai pianeti superiori o dalla liberazione cosi’ com’e’ concepita dagli
impersonalisti. La compagnia dei puri devoti e’ cosi’ preziosa e sublime che non puo’ essere
paragonata a nessun tipo di felicita’ materiale.
Nell’Hari-bhakti-sudhodaya Hiranyakasipu si rivolge in questi termini a Prahlada Maharaja:
“Sappi, figlio mio, che la compagnia delle persone che frequenti e’ molto importante; agisce come
un pezzo di cristallo che riflette cio’ che lo circonda.”
I devoti sono simili ai fiori, e ammettendo che il nostro cuore abbia la purezza del cristallo, il
loro contatto lascera’ trasparire in noi le loro qualita’. Un altro esempio illustra questo principio.
Se l’uomo e’ virile e la donna e’ feconda, dalla loro unione nascera’ un figlio; similmente, se chi
trasmette la conoscenza spirituale e chi la riceve sono entrambi qualificati e sinceri, il loro
incontro produrra’ buoni frutti.

Cantare i santi nomi del Signore

Sukadeva Gosvami mette fortemente in rilievo l’importanza del maha-mantra

Hare krishna Hare krishna krishna krishna Hare Hare
Hare Rama Hare Rama rama rama Hare Hare

quando nello Srimad-Bhagavatam (2.1.11) dice a Maharaja Pariksit:
“O re, colui che prova un’attrazione spontanea per il canto del maha-mantra Hare Krishna
dev’essere considerato come una persona che ha raggiunto il piu’ alto livello di perfezione.”
Egli insiste in particolare sul fatto che i karmi avidi dei frutti delle loro azioni, gli impersonalisti
che cercano la salvezza e mirano a diventare Uno con la Persona Suprema, e gli yogi che
aspirano ai poteri soprannaturali possono ottenere i risultati di tutte queste perfezioni
semplicemente col canto del maha-mantra. Sukadeva usa a questo proposito il termine
nirnitam, che indica una verita’ irrevocabile. Egli era un’anima liberata e non avrebbe mai
preso in considerazione un fatto che non rivestisse un carattere assoluto; percio’ egli afferma
con insistenza che si tratta di un fatto irrevocabile: colui che giunge a cantare con
determinazione e costanza il mantra Hare Krishna ha definitivamente chiuso con l’azione
interessata, la speculazione intellettuale e la pratica dello yoga. Krishna conferma la stessa
cosa davanti ad Arjuna nell’Adi Purana:
“Colui che canta il Mio nome trascendentale dev’essere visto come sempre unito a Me. E devo
riconoscere che da questo devoto Mi lascio facilmente conquistare.”
Nel Padma Purana si afferma:
“Il canto del mantra Hare Krishna si trova solo sulle labbra di coloro che hanno adorato Vasudeva
durante numerose vite.”

Altre manifestazione del servizio trascendentale

Sempre nel Padma Purana e’ detto:
“Non c’e’ nessuna differenza tra il Signore e il Suo santo nome. Percio’ il santo nome possiede gli
stessi attributi di pienezza, di purezza e di eternita’ del Signore. Il suo suono non e’ una vibrazione
materiale ne’ puo’ essere contaminato dalla materia.”
Colui che non ha purificato i sensi non potra’ cantare il santo nome senza commettere offese;
in altre parole, i sensi contaminati dalla materia non possono far vibrare correttamente i santi
nomi del maha-mantra Hare Krishna. Tuttavia, la pratica stessa di questo canto da’ a tutti la
possibilita’ di purificarsi e di cantare i santi nomi senza commettere offese.
Caitanya Mahaprabhu raccomanda dunque a tutti di cantare il mantra Hare Krishna affinche’ la
polvere che ricopre il cuore sia spazzata via. Infatti, solo quando il cuore e’ purificato e’
possibile cogliere l’importanza del santo nome. Coloro che non hanno il desiderio di purificare il
cuore, ma desiderano che le cose rimangano come sono, non potranno gustare i benefici
sublimi del canto del mantra Hare Krishna. Percio’ ogni persona dev’essere incoraggiata a
sviluppare la propria tendenza a servire il Signore, perche’ cio’ la aiutera’ a liberare il suo canto
da ogni offesa. Cosi’, sotto la guida di un maestro spirituale, il discepolo impara a servire il
Signore e a cantare il mantra Hare Krishna. E appena si sviluppa in lui un sentimento di
servizio spontaneo, egli diventera’ capace di cogliere la natura trascendentale dei santi nomi
del maha-mantra.

Vivere a Mathura

Il Padma Purana descrive in questi termini l’importanza di vivere in un luogo santo, come
Mathura o Dvaraka:
“Recarsi nei vari luoghi di pellegrinaggio significa liberarsi dalla schiavitu’ alla materia. Ma questa
emancipazione non rappresenta la perfezione piu’ alta. Giunti a questo livello del brahma-bhuta,
della liberazione, ci si deve impegnare nel servizio di devozione al Signore, e in cio’ risiede il vero
fine dell’esistenza. Per giungervi senza difficolta’ e’ sufficiente vivere nella regione di Mathura, o
Mathura-mandala, anche solo per qualche istante.”
E’ detto inoltre:
“Chi rifiutera’ di adorare la terra di Mathura, che puo’ soddisfare tutti i desideri di coloro che
aspirano ai frutti delle loro azioni, come di coloro che aspirano alla salvezza e desiderano diventare
Uno col Brahman Supremo ? E’ facile dunque capire che questa terra di Mathura si arrende subito
al desiderio del devoto che cerca solo di servire il Signore con devozione.”
Nelle Scritture vediche si trovano anche le seguenti parole:
“Non e’ meraviglioso che il fatto di vivere a Mathura, anche solo per un giorno, sia sufficiente a far
nascere un sentimento di amore trascendentale per il Signore Supremo ? La terra di Mathura
dev’essere certamente piu’ gloriosa di Vaikuntha-dhama, il regno di Dio !”

Altre manifestazione del servizio trascendentale

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