Lo Yoga Del Saggio Kapila

Avvicinare un guru autentico

Avvicinare un guru autentico

verso 4 suta uvaca

dvaipayana-sakhas tv evam, maitreyo bhagavams tatha

prahedam viduram prita , anvikikyam pracodita

Sri Suta Gosvami disse: Maitreya, potentissimo saggio amico di Vyasadeva, soddisfatto e ispirato dalle domande diVidura, tutte di natura spirituale, gli rivolse le seguenti parole.

Lo scambio didomande e risposte è positivo se chi domanda èsincero e chi risponde è autorevole. Nel definire Maitreya unpotentissimo saggio, il verso lo chiama bhagavan, nome con cui si designa non solo il Supremo, ma chiunque sia potente quasi quanto Lui. Maitreya è chiamato bhagavan perché ricopre un’alta posizione spirituale ed è un caro amico di Dvaipayana Vyasadeva,l’ava tara-scnttore. Maitreya Rishi fu pienamente soddisfatto diVidura, le cui domande testimoniavano la sincerità di una persona di grande spessore spirituale. Si sentì quindi motivato a rispondere.

Quando due devoti dalla mentalità affine parlano di argomenti trascendentali, le domande e le risposte sono sempre utili e incoraggianti. Questo è il metodo vedico di ricezione della conoscenza. Bisogna awicinare la persona giusta,il maestro spirituale autentico, e ascoltarlo umilmente, come Krishna raccomanda nella Bhagavad-gita (4.34): “Cerca di conoscere la verità awicinando un maestro spirituale, poniglidelle domande con sottomissione e servilo. L’anima realizzata può rivelarti la conoscenza perché ha visto la Verità .”

La conoscenza trascendentale non è difficile,ma occorre adottare la prassi giusta. Talvolta una macchina da scrivere o undittafono cessano di funzionare; dobbiamo allora rivolgerci a un tecnico specializzato che li riparerà subito. Non possiamo pretendere che sia uno scavatore ad aggiustarli, perché ilsuo mestiere è scavare fossi, non riparare dispositivi. Le Scritture spiegano quindi che se vogliamo la conoscenza trascendentale dobbiamo awicinare un esperto nel campo.Questa conoscenza è definita nel verso tad-vijnana. Un medico sa com’è fatto il corpo materiale, ma non sa nulla dell’anima spirituale che vive al suo interno.

Si limita ad analizzare imeccanismi fisiologici di una macchina (yantra) prodotta dalla natura. La stessa Bhagavad-gita (18.61) definisce il corpo uno yantra: “Il Signore Supremo è nel cuore di ognuno e guida il peregrinare di tutti gli esseri, situati nel corpo come in una macchina fatta di energia materiale.” Chi s’identifica eccessivamente con la macchina corporea può adottare la pratica dello yoga e imparare il controllo della mente attraverso l’esercizio ginnico. L’hatha­ yoga include varie discipline fisiche, ma il suo vero obiettivo è la comprensione di Vishnu, il Supremo. I diversi metodi yoga sono concepiti per il corpo, mentre ilservizio devozionale, o bhakti-yoga, supera le tecniche meccaniche ed è perciò definito tad­ vìjnana, trascendentale al sapere mondano.

Chi vuole dawero capire la vita e la scienza spirituale deve avvicinare un guru autentico. Il termine guru significa “grave”, ossia carico di conoscenza. Il peso che il guru porta è definito brahma-ntstha, realizzazione del Brahman e del Parabrahman, ed è la sua qualifica. La Mundaka Upanishad (1.2.12) spiega che per comprendere la scienza trascendentale occorre awicinare un vero maestro, e lo Srimad-Bhagavatam (11.3.21) stabilisce il medesimo principio: “Chiunque desideri seriamente trovare la felicità deve cercare un maestro spirituale autentico e prendere rifugio in lui mediante l’iniziazione.

Le Upanishad c’informano che il guru autorizzato non insegna qualche teoria disua invenzione,ma trasmette la conoscenza che ha ricevuto ascoltando i Veda da una successione di maestri (parampara). È inoltre fermamente situato nel servizio a Dio, la Persona Suprema. Queste sono le sue qualifiche principali. Non dev’essere necessariamente un grande erudito, deve solo aver attinto alla fonte giusta.

Il Signore ci hadotato diorecchi per ascoltare,e l’ascolto è sufficiente per diventare grandi predicatori. Non abbiamo bisogno di lauree in filosofia o prove accademiche, possiamo addirittura mantenere il nostro ruolo nella società,senza fare cambiamenti. Ecco perché esiste ilvarnashram-dharma , ilsistema sociale composto da quattro varna e quattro ashram. Se la popolazione non è divisa in queste otto categorie, resta una civiltà animale.

Dev’esserci un’organizzazione sistematica e regolata Come la testa, le braccia, l’addome e le gambe collaborano per il buon funzionamento del corpo, così le otto divisioni del varnashram sono indispensabili al buon funzionamento della società. Altrimenti regna il caos. Tutti sono in grado di capire cos’è il Brahman, anche un sudra, che in tal caso diventa naturalmente un brahmana. Bisogna solo ascoltare con attenzione. Tutto qui.

Vidura ascoltò il suo maestro, Maitreya Rishi,che fu molto contento dilui. Se non si soddisfa il guru,non si può acquisire la giusta conoscenza. Solo se awicinato con umiltà e rispetto, il guru parlerà in modo franco e aperto, e darà così un grande beneficio allo studente. Perde tempo chi va da lui per chiedergliistruzioni che poi non seguirà. Occorre inoltre awicinarlo non con uno spirito di sfida, ma con una sana attitudine di servizio. La parola nipat significa “prosternarsi” e pra “senza riserve”.

La conoscenza trascendentale si basa su pranipat , perciò Krishna dice, sarva-dharman paritya jya mam ekam saranam vraja: “Abbandonati a Me.” Proprio come ci abbandoniamo a Krishna, dobbiamo arrenderci al Suo intermediario, il maestro spirituale. Krishna è il maestro interiore, presente nel cuore di ogni essere, e il guru è ilSuo rappresentante esterno. Krishna non è soltanto a Vaikuntha o a Goloka Vrindavana, ma dappertutto, perfino nell’atomo. lo sono un’anima spirituale, atma, e lo siete anche voi. Siamo localizzati, voi nel vostro corpo e io nel mio, mentre l’Anima Suprema (Paramatma) risiede ovunque.

C’è chi pensa erroneamente che non esista alcuna differenza tra atma e Paramatma, ma una differenza esiste. Sono uguali perché entrambe dotate di vita e coscienza, ma sono diverse dal punto di vista quantitativo. Krishna insegna infatti nella Bhagavad-gita (13.3), kshetra-jnam chapi mam viddhr sarva kshetreshu bharata: “Sappi, o discendente di Bharata, che anch’Io sono cosciente, ma di ogni corpo.” Kshetrajna indica il proprietario dikshetra, il corpo.

L’anima individuale (atma) non è la vera proprietaria del corpo, che appartiene all’Anima Suprema (Paramatma). Se il proprietario di un appartamento dice all’inquilino di lasciarlo, questi se ne deve andare.Se dunque l’Anima Suprema ingiunge all’anima individuale di lasciare ilcorpo, quest’ultima non potrà che obbedire.

Per ricevere la conoscenza vedica dobbiamo avvicinare un maestro le cui caratteristiche sono elencate in tutte le Scritture. Lo Srimad-Bhagavatam (11.3.21) spiega che non dovremmo accettare un guru se non siamo interessati a conoscere il traguardo supremo della vita. Una persona ordinaria, attratta solo dalle comodità materiali, non ne ha bisogno.Purtroppo,oggi la parola guru ha assunto vari significati e la si usa anche per designare chi cura i mali del corpo.

Si va da un Mahatmaji e lo si prega: “Per favore,aiutami a curare questa malattia!” E il Mahatmaji risponde: “Eccoti un mantra che ti guarirà e ti porterà al successo. Lo puoi avere in cambio di pochi soldi.” Per curare una patologia fisica serve il medico, non il guru, che va consultato esclusivamente per conoscere la Verità Assoluta .Qualcuno considera guru persino chi può regalare il successo negli affari, ma le Scritture smentiscono anche questa funzione. Guru è chi conosce i Veda e la conclusione vedica, che Krishna stesso insegna nella Bhagavad-gita (15.15): “ConoscerMi è il fine di tutti i Veda.

Non è necessario conoscere Krishna nella Sua totalità; del resto non sarebbe possibile, perché non si ha la capacità di comprendere l’Illimitato. La nostra infinitesimale facoltà cognitiva non ci permette di capire l’infinito; in verità, nemmeno Krishna conosce appieno Se stesso.IlSuofascino è immenso e per cogliere la ragione di tanto fascino,Egli assume le emozioni estatiche di Srimati Radharani diventando Sri Chaitanya Mahaprabhu.

Se neanche Lui può conoscere l’ampiezza del Suo fascino e della Sua gioia in costante espansione, che dire di noi! La nostra perfezione consiste nel capirlo almeno in parte, ma se Lo scambiamo per un umano come noi, allora siamo degli sciocchi (mudha). Il Suo corpo non è fatto di elementi materialicome il nostro e sbagliamo se pensiamo il contrario. La natura materiale Gli appartiene ed è subordinata al Suo controllo, mentre noi siamo subordinati al controllo della natura materiale. Questo è ildivario tra Lui e noi.

Chi ha vera conoscenza sa che l’energia esterna (prakrit1) opera sotto la direzione di Krishna. Non siamo in grado di capire come ciò awenga, ma possiamo capire il concetto generale che tutto emana dalla Suprema Verità Assoluta (janmady asya yato ‘nvayad 1tarataseia).Sapere questo è già sufficiente.Possiamo in seguito approfondire la nostra conoscenza esaminando il modo in cui la natura agisce sotto il controllo del Signore.

Gli odierni scienziati credono che la natura si muova autonomamente e che tutto si evolva chimicamente, ma la vita non è un mero prodotto della vita o di un’ipotetica evoluzione chimica. Krishna spiega infatti nella Bhagavad-ghita (10.8): “Del mondi spirituali e materiali sono la fonte.Tutto emana da Me.

Troviamo la medesima conclusione anche nel Vedanta-svtra, che afferma: janmady asya yatah, “Il Brahman è Colui dal quale tutto emana.” “Tutto” include gli esseri viventi e la materia inerte, che provengono entrambi da Krishna. Il mondo intero è infatti una combinazione di spirito e materia, ossia di jiva e prakriti .

L’energia materiale è inferiore e l’energia spirituale è superiore. Perché? Perché l’energia spirituale, costituita dagli esseri viventi (jiva-bhuta). domina l’energia materiale. In realtà non la domina, ma tenta di manipolarla. Noi umani,ad esempio, grazie alla nostra coscienza evoluta,abbiamo creato la civiltà moderna manipolando la materia inerte. Questa è la nostra superiorità. Nondimeno, pur essendo energia superiore (para-prakritl), restiamo prakriti, subordinati. t così che dobbiamo comprendere il tattva-jnana.

Il Vedanta-sutra spiega che Dio è la fonte di ogni cosa, e lo Srimad-Bhagavatam, il suo commento naturale, spiega nel primo verso del primo Canto che questa fonte è abhijna, cosciente. La materia è priva di coscienza, perciò la tesi della scienza moderna secondo cui la vita viene dalla materia è sbagliata. Essendo abhijna, cosciente, l’Entità da cui tutto emana è anche in grado di ragionare, come afferma lo stesso verso del Bhagavatam,che prosegue dicendo tenebrahma hrida ya adi-kavaye, Krishna insegnò a Brahma la conoscenza vedica. Se la fonte primordiale non fosse cosciente, come otrebbe insegnare?

Lo Srimad-Bhagavatam fu compilato da Vyasadeva, l’autore del Vedanta-sutra . Anche se i filosofi mayavadi pongono l’enfasi sul commento al Vedanta-sutra redatto da Sankaracharya e intitolato Sariraka-bhasya, ilcommento originale diquest’opera, grazie a cui possiamo coglierne il vero significato, è lo Srimad-Bhagavatam. Krishna afferma nella Bhagavad-ghita (13.5): “La conoscenza del campo d’azione e di chi ne ha coscienza è stata esposta da molti saggi in vari Testi vedici, specialmente nel Vedanta-sutra, che presenta con una logica impeccabile il principio di causa ed effetto.

La conoscenza trascendentale è quindi estremamente logica. Secondo il sistema vedico, l’acharya deve capire il Vedanta-sutra prima di poter essere accettato come tale. Sia la mayavada-sampradaya che la vaishnava-sampradaya hanno spiegato il Vedanta-sutra, perché senza comprenderlo non si può conoscere il Brahman.

Nel verso leggiamo che Vidura apprese la scienza spirituale da Maitreya, e che Maitreya era un amico di Vyasadeva. In altre parole, entrambi condividono il sapere di Vyasa . È imperativo rivolgersi a un maestro spirituale che appartiene alla linea di Vyasadeva .Proclamarsi suoi seguaci è facile,ma per esserlo dawero bisogna seguirne l’insegnamento. Vyasa accettò Krishna come Dio, e sulle sue orme Arjuna accettò Krishna come Parabrahman, il Brahman Supremo: “Tu sei la Dimora finale, il più puro, la Verità Assoluta. Sei la Persona Suprema ,trascendentale ed eterna, il non-nato e il più grande. Saggi elevati come Narada, Asita, Devala e Vyasa lo proclamano e ora Tu stesso me lo riveli.” ( Bhagavad-gita 10. 12-13)

Vyasadeva riconobbe in Krishna il param brahma e iniziò il suo commento al Vedanta-sutra con le parole om namo bhagavate vasudevaya. Se vogliamo dawero capire, dobbiamo avvicinare un rappresentante di Vyasa come Maitreya, che il verso definisce bhagavan. Senza nulla togliere al Bhagavan Supremo, questo titolo si attribuisce a personalità potenti quali Brahma, Shiva, Vyasadeva e Maitreya,che hanno conseguito la piena realizzazione spirituale. È impossibile conoscere Krishna al cento per cento; Narayana stesso non può, ma chi segue fedelmente le istruzioni del Signore è a volte chiamato bhagavan. Esistono molti falsi bhagavan; quelli veri comprendono l’insegnamento di Krishna, il Supremo Bhagavan.

Vidura era impaziente diricevere la conoscenza trascendentale ,ed è per questa ragione che Maitreya fu molto contento di lui.Soddisfare il maestro spirituale è facile, basta arrendersi a lui e offrirgli il proprio servizio dicendo: “Sono il tuo servitore obbediente. Ti prego di accettarmi e d’istruirmi.” Sebbene Arjuna fosse un caro amico di Krishna, prima diricevere la Bhagavad-gita disse, sisyas te ‘ham sadhi mam tvam prapannam: “Ora sono un Tuo discepolo e un’anima arresa a Te. Istruiscimi, Ti prego.” (2.7)

Questa è l’attitudine di chi desidera la conoscenza. Bisogna innanzitutto avvicinare un guru autentico a cui sottomettersi, senza perdere tempo con le persone sbagliate. Lo si deve poi awicinare con lo spirito giusto, ossia con la volontà d’interrogarlo sulla scienza spirituale, e non di sfidarlo credendosi superiori a lui. Con queste premesse la conoscenza trascendentale diventerà presto comprensibile e chiara.

Avvicinare un guru autentico

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