Bhagavad Gita 5.3

Karma-yoga, l’azione nella coscienza di Krishna

Bhagavad Gita 5.3 in sanscrito

jneyah sa nitya-sannyasi
yo na dvesti na kanksati
nirdvandvo hi maha-baho
sukham bandhat pramucyate

Bhagavad Gita 5.3 Audio Mantra in sanscrito

jneyah: dovrebbe essere risaputo; sah: egli; nitya: sempre; sannyasi: che rinuncia; yah: chi; na: né; kanksati: desidera; nirdvandvah: libero da ogni dualità; hi: certamente; maha-baho: (Arjuna) dalle braccia potenti; sukham: felicemente; bandhat: dalla prigionia; pramucyate: è completamente liberato.

TRADUZIONE

Colui che non disdegna né desidera i frutti delle sue attività è sempre situato nella rinuncia. Tale persona, libera dalla dualità, scioglie facilmente il legame materiale ed è completamente liberata, o Arjuna dalle braccia potenti.

SPIEGAZIONE

L’uomo che è pienamente impegnato nella coscienza di Krishna è sempre situato nella rinuncia perché né disdegna né desidera i frutti delle sue azioni. Quest’uomo rinunciato, dedicato al trascendentale servizio d’amore al Signore, possiede la conoscenza perfetta perché conosce la relazione eterna che lo unisce a Krishna. Egli sa perfettamente che Krishna è il Tutto e l’essere è parte integrante di Krishna.

Questa conoscenza è perfetta sotto ogni aspetto: qualitativamente sa di essere uguale a Krishna perché la sua natura è spirituale, ma dal punto di vista quantitativo si riconosce subordinato a Lui come parte infinitesimale della Sua Persona. La teoria di unità con Krishna non è esatta perché una parte non può mai uguagliare il tutto.

Raggiunta questa conoscenza della sua identità qualitativa e della sua differenza quantitativa con Dio, l’uomo raggiunge la pienezza, libero da ogni desiderio e da ogni lamento; la sua mente non conosce più dualità perché egli agisce esclusivamente per il piacere di Krishna. E superata la dualità, raggiunge, in questo stesso mondo, la liberazione.

Bhagavad Gita 5.3

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