Bhagavad Gita 5.7 a 9

Karma-yoga, l’azione nella coscienza di Krishna

Bhagavad Gita 5.7 a 9

Bhagavad Gita 5.7 in sanscrito

yoga-yukto visuddhatma
vijitatma jitendriyah
sarva-bhutatma-bhutatma
kurvamm api na lipyate

Bhagavad Gita 5.7 Audio Mantra in sanscrito

yoga-yuktah: impegnata nel servizio devozionale; visuddha-atma: un’anima purificata; vijitaatma: padrona di sé; jita-indriyah: avendo vinto i sensi; sarva-bhuta: a tutti gli esseri viventi; atma-bhuta-atma: compassionevole; kurvan api: benché impegnata in attività; na: mai; lipyate: s’imprigiona.

TRADUZIONE

L’uomo che agisce in devozione, l’anima pura, maestro de sensi e della mente, è caro a tutti e tutti sono cari a lui. Sebbene sia sempre attivo, non è mai condizionato.

SPIEGAZIONE

Chi intraprende la via liberatrice della coscienza di Krishna è molto caro a tutti gli esseri, e tutti gli esseri gli sono cari. Ciò è dovuto alla sua coscienza di Krishna. Tale persona non sa vedere nessun essere separato da Krishna, come i rami e le foglie di un albero non sono separati dall’albero. Sa bene che annaffiando le radici dell’albero l’acqua si distribuirà a tutti i rami e alle foglie, e che alimentando lo stomaco l’energia sarà distribuita a tutte le parti del corpo.

Così, chi agisce nella coscienza di Krishna serve tutti gli esseri e diventa caro a loro. Se questa persona riesce a soddisfare tutti gli esseri con le sue opere, ciò è dovuto alla sua coscienza pura. Grazie a questa coscienza pura, la sua mente è perfettamente controllata, e poiché la sua mente è controllata, i suoi sensi sono controllati. Con la mente sempre assorta in Krishna, questa persona non rischia di allontanarsi da Lui. E non c’è neppure il rischio che impegni i suoi sensi in qualcosa che non sia il servizio al Signore.

Non le piace ascoltare ciò che non riguarda Krishna, non le piace mangiare cibo non offerto a Krishna e non desidera recarsi in nessun luogo se non per servire Krishna. Si può dire dunque che i suoi sensi sono controllati, e chiunque abbia i sensi controllati non è più causa di disturbo per nessuno. Ci si può chiedere allora perché Arjuna, che è cosciente di Krishna, usi violenza contro i suoi nemici.

In realtà, come spiega il secondo capitolo, Arjuna li danneggia solo in apparenza perché non si può uccidere l’anima spirituale; tutte le persone riunite per il combattimento continueranno a vivere come individui anche dopo la distruzione del corpo.

Dal punto di vista spirituale, nessuno morirà sul campo di battaglia di Kuruksetra. Secondo il desiderio del Signore presente in persona, cambierà soltanto , l’ “abito”, dei combattenti, cioè il loro corpo materiale. In realtà, Arjuna non combatterà veramente, ma seguirà soltanto le istruzioni, in piena coscienza di Krishna. Tale persona non rimane mai impigliata nelle conseguenze dell’azione.

Bhagavad Gita 5.8 e 9 in sanscrito

naiva kincit karomiti
yukto manyeta tattva-vit
pasyan srinvan sprisan jighrann
asnan gacchan svapan svasan

pralapan visrijan ghnann
unimisan nimisann api
indriyanindriyarthesu
vartanta iti dharayan

Bhagavad Gita 5.8 e 9 Audio Mantra in sanscrito

na: mai; eva: certamente; kincit: qualsiasi cosa; karomi: io faccio; iti: così; yuktah: impegnato nella coscienza divina; manyeta: pensa; tattva-vit: chi conosce la verità; pasyam: vedendo; srinvan: ascoltando; sprisan: toccando; jighran: odorando; asnan: mangiando; gacchan: andando; svapan: sognando; svasan: respirando; pralapan: parlando; visrijan: abbandonando; grihnan: accettando; unmisan: aprendo; nimisan: chiudendo; api: nonostante; indriyani: i sensi; indriya-arthesu: nella gratificazione dei sensi; vartante: li lascia agire; dharayan: così considerando.

TRADUZIONE

L’uomo che è situato in una coscienza divina, sebbene veda, ascolti, tocchi, senta, mangi, si muova, dorma e respiri, sa dentro di sé di non essere in realtà l’autore delle proprie azioni. Quando parla, evacua, accetta, apre o chiude gli occhi è sempre consapevole che soltanto i sensi materiali sono impegnati con i loro oggetti e che lui non ha alcun legame con queste azioni.

SPIEGAZIONE

Una persona in coscienza di Krishna vive un’esistenza pura, e poiché è assorta nel servizio d’amore a Krishna, i suoi atti non dipendono dai cinque fattori, diretti e indiretti dell’azione, cioè l’autore, l’atto in sé, il luogo, lo sforzo impiegato e il destino. Benché sembri agire col corpo e coi sensi, questa persona resta sempre cosciente della sua vera posizione, che è quella d’impegnarsi in attività spirituali.

Chi è in coscienza materiale usa i sensi per il proprio piacere, mentre chi è nella coscienza di Krishna usa i sensi per soddisfare i sensi di Krishna. Perciò la persona cosciente di Krishna è sempre libera, anche se appare che agisca ancora sul piano dei sensi. Guardare, ascoltare, parlare, evacuare e tutti gli altri atti fisici sono azioni dei sensi, ma una persona cosciente di Krishna non è mai condizionata dalle azioni dei sensi. Non compie nessun atto fuori del servizio al Signore perché sa di essere l’eterno servitore del Signore.

Lezioni di Srila Prabhupada in italiano sulla Bhagavad Gita 5.7 a 9

Lezione di SDG Srila Prabhupada sulla Bhagavad Gita così com’è

Tradotta da SG Tridandi Das. direttamente dal libro in inglese.

Lezione di Srila Prabhupada in italiano sulla Bhagavad Gita 5.7 a 14

Tenuta a New York il 27/08/1966 – Parte 1

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Lezione di Srila Prabhupada in italiano sulla Bhagavad Gita 5.7 a 14

Tenuta a New York il 27/08/1966 – Parte 2

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