Bhagavad Gita 6.27 e 28
Il Dhyana Yoga

Bhagavad Gita 6.27 e 28
Bhagavad Gita 6.27 in sanscrito
prasanta-manasam hy enam
yoginam sukham uttaman
upaiti santa-rajasam
brahma-bhutam akalmasam
Bhagavad Gita 6.27 Audio Mantra in sanscrito
prasanta: serena, fissa sui piedi di loto di Krishna: manasam: la cui mente; hi: certamente; enam: questo; yoginam: yogi; sukham: felicità; uttamam: la più alta; upaiti: raggiunge; santa-rajasam: passione placata; brahma-bhutam: liberazione dall’identificazione con l’Assoluto; akalmasam: libero da tutte le reazioni delle colpe passate.
TRADUZIONE
Lo yogi la cui mente è assorta in Me conosce senza dubbio la felicità suprema. Grazie alla sua identità col Brahman, egli è liberato; la sua mente è serena, le sue passioni placate, ed egli è libero dal peccato.
SPIEGAZIONE
Il brahma-bhuta è lo stadio in cui si è liberi dalla contaminazione materiale e si è impegnati nel trascendentale servizio di devozione al Signore. Mad bhaktim labhate param. (B.g.18.54) Ma non si può restare sul piano spirituale e assoluto, sul piano del Brahman, se non si giunge a fissare la mente sui piedi di loto del Signore. Sa vai manah Krishna-padaravindayoh. Essere sempre impegnati nel trascendentale servizio d’amore al Signore, cioè vivere nella coscienza di Krishna, significa essere già liberati dall’influenza della passione e da ogni contaminazione materiale.
Bhagavad Gita 6.28 in sanscrito
yunjann evam sadatmanam
yogi vigata-kalmasah
sukhena brahma-samsparsam
atyantam sukham asnute
Bhagavad Gita 6.28 Audio Mantra in sanscrito
yunjan: praticando lo yoga; evam: così; sada: sempre; atmanam: il sé; yogi: colui che è in contatto col Supremo Sé; vigata: libero da; kalmasah: ogni contaminazione materiale; sukhena; nella felicità trascendentale; brahma-samsparsam: in contatto costante col Supremo; atyantam: la più alta; sukham: felicità; asnute: raggiunge.
TRADUZIONE
Situato nel sé spirituale, libero da ogni contaminazione materiale, lo yogi gode della felicità più alta in contatto con la Coscienza Suprema.
SPIEGAZIONE
Realizzare il sé spirituale significa conoscere la posizione originale ed eterna che ci lega a Dio. L’anima individuale è parte integrante del Signore e la sua posizione è quella di servirLo con amore e devozione. Questo contatto trascendentale col Supremo si chiama brahmasamsparsa.