Bhagavad Gita 6.33

Il Dhyana Yoga

Bhagavad Gita 6.33 in sanscrito

arjuna uvaca
yo ‘yam yogas tvayaproktah
samyena madhusudana
etasyaham na pasyami
cancalatvat sthitim sthiram

Bhagavad Gita 6.33 Audio Mantra in sanscrito

arjunah uvaca: Arjuna disse; yah ayam: questo metodo; yogah: misticismo; tvaya: da Te; proktah: descritto; samyena: generalmente; madhusudana: uccisore del demone Madhu; etasya: di ciò; aham: io; na: non; pasyami: vedo; cancalatvat: a causa dell’irrequietezza; stitim: situazione: sthiram: stabile.

TRADUZIONE

Arjuna disse:
O Madhusudana, non vedo come io possa mettere in pratica questo yoga che Tu hai brevemente descritto, poiché la mente è agitata e instabile.

SPIEGAZIONE

In questo verso Arjuna si dichiara incapace di praticare lo yoga che Krishna ha descritto cominciando con le parole sucau dese fino a yogi paramah, perciò lo rifiuta. Nell’età di Kali è impossibile per una persona comune lasciare la casa e andare a praticare lo yoga nella solitudine delle montagne o della giungla.

Oggi l’uomo lotta con accanimento per conservare una vita del resto molto breve, e quando viene messo di fronte a una via di realizzazione spirituale, anche se semplice e facilmente praticabile, il più delle volte è incapace di seguire con serietà. Che dire d’intraprendere un sentiero difficile come quello dello yoga che abbiamo descritto, che regola la vita fin nei minimi particolari — le occupazioni, il modo di sedersi, la scelta dell’abitazione e così via — e costringe la mente a staccarsi dai pensieri materiali.

Bhagavad Gita 6.33

Da uomo pratico, Arjuna giudica impossibile seguire tale yoga, sebbene le qualità non gli manchino: appartiene a una famiglia reale, è un grande guerriero, ha una longevità ben superiore alla nostra, e soprattutto è amico intimo di Krishna, la Persona Suprema. Le condizioni in cui si viveva 5.000 anni fa erano molto più favorevoli di quelle attuali, tuttavia Arjuna rifiutò questo yoga, perché troppo difficile. Infatti non troviamo scritto da nessuna parte che egli abbia tentato di praticarlo, anche solo per qualche tempo.

E se questo yoga era impossibile da attuare 5.000 anni fa, che dire ai giorni nostri, nel cuore dell’età di Kali? Questo non esclude, naturalmente, qualche eccezione, anche se molto rara. Ma coloro che vogliono imitare questo yoga in un “club” perdono il loro tempo e ignoreranno sempre il vero scopo di questa disciplina.

Lascia un commento