Bhagavad Gita 6.9 e 10
Il Dhyana Yoga

Bhagavad Gita 6.9 e 10
Bhagavad Gita 6.9 in sanscrito
suhrin-mitrary-udasinamadhyastha-
dvesya-bandhusu
sadhusv api ca papesu
sama-buddhir visisyate
Bhagavad Gita 6.9 Audio Mantra in sanscrito
su-hrit: ai benevoli per natura; mitra: benefattori affettuosi; ari: nemici; udasina: neutrali tra belligeranti; madhyastha: mediatori tra belligeranti; dvesya: gli invidiosi; bandhusu: e i parenti o gli amici; sadhusu: verso le persone pie; api: come anche; ca: e; papesu: verso i colpevoli; samabuddhih: avendo intelligenza uguale; visisyate: è molto elevato.
TRADUZIONE
Si dice che una persona è più elevata ancora quando vede tutti l’onesto benefattore, l’amico e il nemico, l’invidioso, il virtuoso, il peccatore, l’indifferente e l’imparziale con mente equanime.
Bhagavad Gita 6.10 in sanscrito
yogi yunjita satatam
atmanam rahasi sthitah
ekaki yata-cittatma
nirasir aparigrahah
Bhagavad Gita 6.10 Audio Mantra in sanscrito
yogi: un trascendentalista; yunjita: deve concentrarsi nella coscienza di Krishna; satatam: costantemente; atmanam: se stesso (col corpo, la mente e il sé); rahasi: in un luogo isolato; sthitah: essendo situato; ekaki: solo; yata-citta-atma: sempre molto attento alla mente; nirasih: senza essere attratto da niente altro; aparigrahah: libero dal sentimento di possesso.
TRADUZIONE
Lo spiritualista deve sempre cercare di concentrare la mente sull’Anima Suprema. Deve vivere da solo in un luogo appartato e controllare sempre la mente con attenzione. Dev’essere libero da ogni desiderio e da ogni senso di possesso.
SPIEGAZIONE
Esistono tre livelli nella realizzazione di Krishna: Brahman, Paramatma e Bhagavan (Dio, la Persona Suprema). La coscienza di Krishna può essere definita in poche parole come l’impegno costante nel trascendentale servizio d’amore al Signore. Coloro che sono attratti dal Brahman impersonale o dall’Anima Suprema localizzata sono anch’essi coscienti di Krishna, ma solo in parte, perché il Brahman impersonale è lo sfolgorio spirituale che emana da Krishna, e l’Anima Suprema è la rappresentazione parziale onnipresente di Krishna.
L’impersonalista e lo yogi sono dunque anch’essi coscienti di Krishna ma indirettamente. La persona direttamente cosciente di Krishna è il più perfetto di tutti gli spiritualisti, perché la sua realizzazione comprende anche la realizzazione del Brahman e del Paramatma. La sua conoscenza della Verità Assoluta è perfetta, mentre la realizzazione dell’impersonalista e dello yogi rimangono imperfette.
Ciò nonostante, si consiglia a ogni spiritualista di seguire con costanza la via che ha scelto, perché prima o poi tutti raggiungeranno la perfezione più alta. Il primo dovere dello spiritualista è infatti quello di concentrare sempre la mente su Krishna. Si dovrebbe pensare sempre a Krishna, e non dimenticarLo neanche per un istante. La concentrazione della mente sul Supremo si chiama samadhi, o estasi. Per raggiungere questa concentrazione occorre vivere in solitudine ed evitare anche la minima distrazione.
Si devono cercare le situazioni favorevoli e rifiutare tutto ciò che può ostacolare la realizzazione spirituale. E con perfetta determinazione lo spiritualista non deve aspirare ad avere cose materiali non necessarie che lo renderebbero prigioniero di un falso senso di possesso.
Quando si pratica direttamente la coscienza di Krishna tutte queste precauzioni sono già prese e tutti questi princìpi già seguiti, perché la coscienza di Krishna implica un’abnegazione totale, dove i sentimenti di possesso hanno ben poche possibilità di manifestarsi. Srila Rupa Gosvami dice a questo proposito:
anasaktasya visayan
yatharham upayunjatah
nirbandhah Krishna-sambandhe
yuktam vairagyam ucyate
prapancikataya buddhya
hariii-sambandhi-vastunah
mumuksubhih parityago
vairagyam phalgu kathyate
“Colui che non ha attaccamenti materiali, ma allo stesso tempo accetta ogni cosa per il servizio di devozione a Krishna, trascende realmente ogni idea di possesso. Invece colui che rifiuta tutto, ignorando il legame che unisce tutte le cose a Krishna, non è completo nella rinuncia.” (Bhaktirasamrita- sindhu 2.255-256)
Una persona cosciente di Krishna sa bene che ogni cosa appartiene a Krishna perciò è sempre libera da ogni idea di possesso. Non cerca mai il proprio profitto, ma sa accettare solo ciò che è favorevole alla coscienza di Krishna e sa rifiutare tutto ciò che potrebbe ostacolarla. È sempre situata su un piano spirituale, trascende la materia e vive in solitudine senza interesse per la compagnia di persone che non sono in coscienza di Krishna. L’uomo cosciente di Krishna è lo yogi perfetto.