Bhagavad Gita 7.28-29

La conoscenza dell’Assoluto

Bhagavad Gita 7.28-29 in sanscrito

Bhagavad Gita 7.28 in sanscrito

yesam tv anta-gatam papam
jananam punya-karmanam
te dvandva-moha-nirmukta
bhajante mam dridha-vratah

Bhagavad Gita 7.28 Audio Mantra in sanscrito

yesam: di cui; tu: ma; anta-gatam: completamente sradicati; papam: colpa; jananam: delle persone; punya: pie; karmanam: le cui precedenti attività; te: esse; dvandva: di dualità; moha: illusione; nirmuktah: libere da; bhajante: si impegnano in servizio devozionale; mam: a Me; dridhavratah: con determinazione.

TRADUZIONE

Le persone che furono virtuose nelle loro vite passate e in questa vita, le cui attività peccaminose sono state completamente estirpate, sono libere dalla dualità nata dall’illusione e Mi servono con determinazione.

SPIEGAZIONE

Questo verso si riferisce a quelle persone che si sono qualificate per raggiungere il livello trascendentale. I peccatori, gli atei, gli sciocchi e i furbi hanno molte difficoltà a superare la dualità del desiderio e dell’avversione. Soltanto gli uomini che hanno modellato la propria vita sui princìpi regolatori della religione, che hanno agito virtuosamente e hanno distrutto le conseguenze di tutte le loro azioni colpevoli possono abbracciare il servizio di devozione ed elevarsi fino alla pura conoscenza di Dio, la Persona Suprema.

Soltanto allora potranno rimanere in meditazione perfetta sul Signore Supremo. Questo è il modo per elevarsi al piano spirituale. E questa elevazione è possibile per chi vive nella coscienza di Krishna , in compagnia di puri devoti, capaci di liberare l’uomo dall’illusione. Lo Srimad Bhagavatam (5.5.2) afferma inoltre che per raggiungere la liberazione è necessario servire i devoti, che percorrono il mondo al solo scopo di risvegliare le anime assopite nel loro condizionamento (mahat-sevam dvaram ahur vimukteh). Ma coloro che vivono in mezzo ai materialisti si aprono la strada verso l’esistenza più tenebrosa (tamo-dvaram yositam sangisangam).

Quanto agli impersonalisti, essi non sanno che dimenticando la loro natura eterna, quella di servire il Signore Supremo, diventano i peggiori trasgressori delle Sue leggi. Perciò, se non si riscopre la propria posizione naturale è impossibile comprendere Dio, la Persona Suprema, ed essere pienamente assorti nel Suo trascendentale servizio d’amore con determinazione.

Bhagavad Gita 7.29 in sanscrito

jara-marana-moksaya
mam asritya yatanti ye
te brahma tad viduh kritsnam
adhyatmam karma cakhilam

Bhagavad Gita 7.29 Audio Mantra in sanscrito

jara: dalla vecchiaia; marana: e morte; moksaya: alla fine della liberazione; mam: a Me; asritya: prendendo rifugio in; yatanti: si sforzano di; ye: tutti coloro che; te: tali persone; brahma: Brahman; tat: in realtà che; viduh: essi conoscono; kritsnam: ogni cosa; adhyatmam: trascendentale; karma: attività; ca: anche; akhilam: interamente.

TRADUZIONE

Le persone intelligenti che si sforzano di liberarsi dalla vecchiaia e dalla morte si rifugiano in Me col servizio di devozionale. In realtà, esse sono situate al livello del Brahman perché hanno la completa conoscenza delle attività trascendentali.

SPIEGAZIONE

La nascita, la malattia, la vecchiaia e la morte colpiscono il corpo materiale, non l’anima spirituale, perciò colui che ottiene un corpo spirituale e diventa un compagno del Signore per servirLo eternamente con amore e devozione, raggiunge la liberazione perfetta. Le Scritture c’insegnano a capire che siamo Brahman, anime spirituali (aham brahmasmi), comprensione che si ottiene praticando il servizio di devozione, come indica questo verso. Il puro devoto ha raggiunto il livello trascendentale del Brahman perché conosce il valore reale delle attività materiali e spirituali.

Quattro tipi di persone impure, come abbiamo visto, accettano di servire il Signore Supremo perseguendo e raggiungendo vari scopi. Quando poi si elevano, per la grazia del Signore, al di là di questi interessi e diventano perfettamente coscienti di Krishna , possono godere della Sua compagnia spirituale. Ma gli adoratori degli esseri celesti non raggiungeranno mai il Signore nel Suo pianeta supremo. Anche coloro che realizzano solo il Brahman impersonale sono considerati uomini d’intelligenza inferiore e neppure loro possono raggiungere Goloka Vrindavana, il pianeta di Krishna.

In realtà, solo le persone che agiscono nella coscienza di Krishna (mam asritya) sono degne di essere chiamate Brahman, perché non hanno alcun dubbio sulla supremazia di Krishna e fanno gli sforzi necessari per raggiungere il Suo pianeta. Coloro che adorano Krishna nella forma arca o che meditano su di Lui per liberarsi dalla materia, conoscono anch’essi per la grazia del Signore, il significato profondo delle parole Brahman, adhibhuta e altre, che Krishna spiega nel capitolo seguente.

Bhagavad Gita 7.28-29

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