Bhagavad Gita Capitolo 8.2
Raggiungere il Supremo

Bhagavad Gita 8.2 in sanscrito
adhiyajnah katham ko ‘tra
dehe ‘smin madhusudana
prayana-kale ca katham
jneyo ‘si niyatatmabhih
Bhagavad Gita 8.2 Audio Mantra in sanscrito
adhiyajnah: il Signore del sacrificio; katham: come; kah: chi; atra: qui; dehe: nel corpo; asmin: questo; madhusudana: o Madhusudana; prayana-kale: al momento della morte; ca: e; katham: come; jneyah asi: puoi essere conosciuto: niyata-atmabhih: dal sé controllato.
TRADUZIONE
Chi è il Signore del sacrificio, o Madhusudana? Come vive nel corpo? E come Ti conosceranno, al momento della morte, coloro che Ti servono con amore?
SPIEGAZIONE
Il “Signore del sacrificio” di cui parla il verso può riferirsi a Indra, capo degli esseri celesti che amministrano il mondo, ma anche a Visnu, capo dei principali esseri celesti, come Brahma e Siva. Visnu e Indra sono entrambi onorati con degli yajna (sacrifici). Quale dei due si deve dunque considerare “il” Signore del sacrificio? E come questo Signore vive nel corpo di ogni essere?
Questo è ciò che desidera sapere Arjuna. Le domande di Arjuna fanno trapelare certi dubbi che non sarebbero dovuti germogliare nella mente di un devoto, una persona cosciente di Krishna come lui. Tali dubbi sono come demoni. Poiché Krishna è molto esperto a uccidere i demoni, Arjuna si rivolge a Lui chiamandolo Madhusudana uccisore del demone Madhu, affinché Egli uccida tutti i dubbi demoniaci sorti nella sua mente.
Il termine prayana-kale in questo verso è molto significativo, perché tutto ciò che facciamo nel corso della vita sarà messo alla prova al momento della morte. Arjuna è molto ansioso di conoscere il comportamento di coloro che sono costantemente impegnati nella coscienza di Krishna. Quale sarà la loro posizione al momento conclusivo? All’istante della morte tutte le funzioni corporee sono sconvolte e la mente non si trova nella condizione appropriata. Così disturbati per le condizioni del corpo non è facile ricordare il Signore Supremo.
Bhagavad Gita 8.2
Maharaja Kulasekhara, grande devoto prega: “Mio Signore, ora che la mia salute è buona è meglio che io muoia immediatamente, in modo che il cigno della mia mente possa trovare spazio tra gli steli dei Tuoi piedi di loto.” Questa analogia è usata qui perché il cigno, uccello d’acqua, prova piacere nel penetrare lo stelo dei fiori di loto.
Maharaja Kulasekhara dice al Signore: “Ora la mia mente è indisturbata e sono in buona salute. Se muoio immediatamente pensando ai Tuoi piedi di loto sono sicuro che il compimento del mio servizio devozionale giungerà alla perfezione.
Ma se devo aspettare la mia morte naturale, allora non so che cosa accadrà perché in quel momento le funzioni del corpo saranno sconvolte, mi sentirò soffocare e non so se potrò cantare il Tuo nome. Meglio per me morire immediatamente.” Arjuna s’informa in che modo una persona può fissare la mente su Krishna in quel momento conclusivo.
Lezione Sulla Bhagavad Gita 8.2
Tenuta da SG Tridandi DAS a Terni