Bhagavad Gita Capitolo 2 Verso 3

Sintesi del contenuto della Bhagavad Gita così com’è

Bhagavad Gita Capitolo 2 Verso 3 in sanscrito

klaibyam ma sma gamah partha
naitat tvayy upapadyate
ksudram hridaya-daurbalyam
tyaktvottisha parantapa

Bhagavad Gita Capitolo 2 Verso 3 Mantra audio in sanscrito

klaibyam: impotenza; ma sma: non; gamah: accetta; partha: o figlio di Pritha; na: mai; etat:
questa; tvayi: di te; upapadyate: è degna; ksudram: molto poco; hridaya: del cuore; daurbalyam:
debolezza; tyatva: abbandonando; uttistha: alzati; param-tapa: o vincitore del nemico.

TRADUZIONE

O figlio di Pritha, non cedere a una debolezza così umiliante. Non ti si addice. Lasciaquesta meschina debolezza di cuore e alzati, o vincitore dei nemici.

Lezioni di Srila Prabhupada in italiano sulla Bhagavad Gita Capitolo 2

Lezione di SDG Srila Prabhupada sulla Bhagavad Gita così com’è

Tradotta da SG Tridandi Das. direttamente dal libro in inglese.

N.B. La spiegazione sottostante trascritta è differente dalla lezione di Srila Prabhupada. Per una migliore comprensione, prima deve essere letta la spiegazione e dopo si ascolta la lezione.

Lezione di Srila Prabhupada sulla Bhagavad Gita Capitolo 2 Verso 3 in italiano

Tenuta a Londra il 04/08/1973

Lezione di Srila Prabhupada sulla Bhagavad Gita Capitolo 2 in italiano

Tenuta a Londra il 04/08/1973 – Parte 2

SPIEGAZIONE

Chiamandolo “figlio di Pritha”, Krishna vuole sottolineare il legame di parentela che Lo unisce ad Arjuna, perché Pritha è la sorella di Suo padre Vasudeva. Il figlio di un brahmana non è un brahmana se non è virtuoso, così il figlio di uno ksatriya non deve mai rifiutarsi di combattere se vuole essere riconosciuto come ksatriya; se il primo è un empio e il secondo un codardo, entrambi saranno indegni del loro padre. Krishna non vuole che il Suo caro amico Arjuna sia considerato indegno del padre ksatriya, perciò, salito sul suo carro, è pronto a dargli i Suoi consigli.

Ma se Arjuna non saprà trarre vantaggio dai consigli del Signore e abbandonerà la lotta, si macchierà di un atto infame. Krishna aggiunge quindi che questo comportamento di Arjuna non è affatto degno di lui. Per sottrarsi al combattimento può scusarsi adducendo la sua venerazione per il rispettabile Bhisma e per i suoi parenti, ma Krishna considera questa magnanimità una mera forma di debolezza. Questa falsa magnanimità non è affatto conforme alle Scritture. La presunta non violenza di Arjuna è quindi del tutto fuori posto, e seguendo le direttive di Krishna egli dovrebbe rinunciarvi.

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