Bhagavad Gita Capitolo 2 Verso 67 a 69
Sintesi del contenuto della Bhagavad Gita così com’è

Bhagavad Gita Capitolo 2 Verso 67 a 69
Bhagavad Gita Capitolo 2 Verso 67 in sanscrito
indriyanam hi caratam
yan mano ‘nuvidhiyate
tad asya harati prajnam
vayur navam ivambhasi
Bhagavad Gita Capitolo 2 Verso 67 Mantra audio in sanscrito
indriyanam: dei sensi; hi: certamente; caratam: mentre vaga; yat: con cui; manah: la mente; anuvidhiyate: costantemente impegnata; tat: quella; asya:sua; harati: porta via; prajnam: intelligenza; vayuh: vento; navam: un vascello; iva: come; ambhasi: sull’acqua.
TRADUZIONE
Come un vento impetuoso spazza una barca sull’acqua, anche uno solo dei sensi su cui la mente si fissa può portare via l’intelligenza dell’uomo.
SPIEGAZIONE
È sufficiente che uno solo dei sensi sia impegnato nella ricerca dei piaceri materiali perché lo spiritualista si scosti dal sentiero della realizzazione spirituale; perciò è molto importante impegnare tutti i sensi al servizio del Signore come fece Maharaja Ambarisa. Questo è l’unico modo per controllare la mente.
Bhagavad Gita Capitolo 2 Verso 68 in sanscrito
tasmad yasya maha-baho
nigrihitani sarvasah
indriyanindriyarthebhyas
tasya prajna pratisthita
Bhagavad Gita Capitolo 2 Verso 68 Mantra audio in sanscrito
tasmat: perciò; yasya: di cui; maha-baho: tu che hai braccia potenti; nigrihitani: così distolti; sarvasah: così sotto controllo; indriyani: i sensi; indriya-arthebhyah: dagli oggetti dei sensi; tasya: sua; prajna: intelligenza; pratisthita: fissa.
TRADUZIONE
Perciò, o Arjuna dalle braccia potenti, chi distoglie i sensi dai loro oggetti possiede un’intelligenza ferma.
SPIEGAZIONE
Soltanto con l’aiuto della coscienza di Krishna, cioè impegnando i sensi nel trascendentale servizio d’amore al Signore, è possibile vincere le forze della gratificazione dei sensi. Lo sforzo umano non è sufficiente a controllare i sensi; per vincere occorre usare una forza superiore a quella del nemico. Perciò possiamo controllare i sensi solo se li impegniamo costantemente al servizio del Signore. Sarà sadhaka, “degno di liberazione”, soltanto chi comprende che la coscienza di Krishna è l’unica a dare la vera intelligenza e che quest’arte dev’essere coltivata sotto la guida di un maestro spirituale autentico.
Bhagavad Gita Capitolo 2 Verso 69 in sanscrito
ya nisa sarva-bhutanam
tasyam jagarti samyami
yasyam jagrati bhutani
sa nisa pasyato muneh
Bhagavad Gita Capitolo 2 Verso 69 Mantra audio in sanscrito
va: ciò che; nisa: è notte; sarva: tutti; bhutanam: gli esseri viventi; tasyam: in quella; jagarti: è sveglio; samyami: chi è padrone di sé; yasyam: in cui; jagrati: vegliano; bhutani: tutti gli esseri; sa: che è; nisa: notte; pasyatah: per l’introspettivo; muneh: saggio.
TRADUZIONE
Quella che per tutti gli esseri è la notte è l’ora della veglia per l’uomo che ha il controllo di sé; quello che per tutti è il tempo della veglia è la notte per il saggio raccolto.
SPIEGAZIONE
Esistono due tipi di uomini intelligenti: quelli che si servono dell’intelligenza sul piano materiale con lo scopo di godere meglio dei sensi, e quelli che sono più riflessivi e usano l’intelligenza per aprirsi alla realizzazione spirituale. Le azioni del saggio, dell’uomo riflessivo, sono tenebre per l’uomo preso dai pensieri materiali. Ignorante della sua identità spirituale, il materialista rimane addormentato in queste tenebre, invece il saggio riflessivo è ben desto nelle tenebre del materialista. Avanzando sul sentiero della realizzazione spirituale il saggio sente una gioia sublime, mentre il materialista, “addormentato”, chiuso alla realizzazione spirituale, sogna il godimento dei sensi provando ora piacere ora dolore. Il saggio è sempre indifferente alle gioie e ai dolori dell’esistenza materiale: continua il suo progresso spirituale senza essere turbato dalle circostanze materiali.
Lezioni di Srila Prabhupada in italiano sulla Bhagavad Gita Capitolo 2 Verso 67 a 69
Lezione di SDG Srila Prabhupada sulla Bhagavad Gita così com’è
Tradotta da SG Tridandi Das. direttamente dal libro in inglese.