Bhagavad Gita Capitolo 8.4 e 5

Raggiungere il Supremo

Bhagavad Gita Capitolo 8.4 e 5

Bhagavad Gita 8.4 in sanscrito

adhibhutam ksaro bhavah
purusas cadhidaivatam
adhiyajno ‘ham evatra
dehe deha-britam vara

Bhagavad Gita 8.4 Audio Mantra in sanscrito

adhibhutam: la manifestazione fisica; ksarah: cambiando costantemente; bhavah: natura; purusah: la forma universale, inclusi tutti gli esseri celesti come il sole e la luna; ca: e; adhidaivatam: detto adhidaiva; adhiyajnah: l’Anima Suprema; aham: Io (Krishna); eva: certamente; atra: in questo; dehe: corpo; deha-bhritam: dell’essere incarnato; vara: o migliore.

TRADUZIONE

La natura materiale, che è in perenne mutamento, e detta adhibhuta. La forma universale del Signore, che include tutti gli esseri celesti, è detta adhidaivata. E Io, il Signore Supremo, che come Anima Suprema abito nel cuore di ogni essere incarnato, sono chiamato adhiyajña [il Signore del sacrificio].

SPIEGAZIONE

La natura materiale, chiamata adhibhuta, è in costante mutamento; infatti i corpi materiali attraversano generalmente sei fasi: nascita, crescita, stabilizzazione, riproduzione, declino e morte. La natura materiale fu creata in un preciso momento e in un preciso momento sarà distrutta. Quanto alla forma concettuale del Signore Supremo, chiamata anche forma universale, che include tutti gli esseri celesti e i loro pianeti, è detta adhidaivata. Presente in ogni corpo, accanto all’anima individuale, Si trova l’Anima Suprema o Paramatma, emanazione plenaria di Sri Krishna.

L’Anima Suprema o Paramatma, è chiamata anche adhiyajna, il “Signore del sacrificio” ed è situata nel cuore. Questo Paramatma non è differente da Krishna stesso, come mette in rilievo questo verso con la parola eva. Il Paramatma è all’origine dei vari tipi di coscienza dell’anima individuale ed è anche testimone di ogni sua attività; dà all’anima individuale la possibilità di agire liberamente, poi diventa il testimone delle sue azioni.

Il puro devoto di Krishna, pienamente impegnato nel servizio d’amore al Signore, comprende subito le funzioni di queste diverse manifestazioni del Signore. Il neofita, invece, che non sa avvicinare il Signore Supremo nella Sua forma del Paramatma, potrà contemplarLo nella forma adhidaivata o virat-purusa, la Sua immensa forma universale, in cui i pianeti inferiori sono paragonati alle Sue gambe, il sole e la luna ai Suoi occhi e il sistema planetario superiore alla Sua testa.

Bhagavad Gita 8.5 in sanscrito

anta-kale ca mam eva
smaram muktva kalevaram
yah prayati sa mad-bhavam
yati nasty atra samsayah

Bhagavad Gita 8.5 Audio Mantra in sanscrito

anta-kale: alla fine della vita: ca; anche; mam: Me; eva: certamente; smaran: ricordando; muktva: lasciando; kalevaram: il corpo; yah: egli; mat-bhavam: la Mia natura; yati: ottiene; na: non; asti: vi è; samsayah: dubbio.

TRADUZIONE

Chiunque, all’istante della morte, lascia il corpo ricordandosi di Me soltanto raggiunge subito la Mia dimora. Non dubitarne.

SPIEGAZIONE

Questo verso insiste sull’importanza della coscienza di Krishna. Infatti, chiunque abbandoni il corpo in piena coscienza di Krishna raggiunge subito la dimora trascendentale del Signore Supremo. Il Signore Supremo è il più puro del più puro perciò l’uomo che è sempre cosciente di Krishna è anche lui il più puro. Di qui l’importanza del termine smaran “ricordarsi”; ma il ricordo di Krishna non potrà sorgere nella mente dell’anima impura che non ha praticato il servizio nella coscienza di Krishna.

Si dovrebbe dunque praticare la coscienza di Krishna fin dall’inizio della vita. Se si vuole ottenere il successo alla fine della vita è essenziale ricordare Krishna cantando incessantemente il maha-mantra Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare. Sri Caitanya ha consigliato di essere tolleranti come un albero (taror iva sahisnuna).

Possono essere molti gli impedimenti per una persona che sta cantando Hare Krishna, ma se tolleriamo questi impedimenti continuando a cantare Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare, alla fine della vita potremo godere del pieno beneficio della coscienza di Krishna.

Lezione Sulla Bhagavad Gita 8.5

Tenuta da SG Tridandi DAS a Terni

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Bhagavad Gita Capitolo 8.4 e 5

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