Brahma Samita Versi 31 a 33 in italiano

Brahma Samita Versi 31 a 33
Brahma Samita Versi 31 a 33 in italiano
Brahma Samita Verso 31
alola-candraka-lasad-vanamalya-vamsiratnangadam
pranaya-keli-kala-vilasam
syamam tri-bhariga-lalitam niyata-prakasam
govindam adi-purusam tam aham bhajami
alola: pendente; candraka: con un medaglione di luna; lasat: abbellita; vana-malya: una ghirlanda di fiori; vamsi: flauto; ratnaangadam: decorate con gioielli ornamentali; pranaya: d’amore; kelikala: in passatempi; vilasam: che sempre si diletta; syamam: Syamasundara; tri-bhanga: piegata in tre punti; lalitam: graziosa; niyata: eternamente; prakasam: manifesta; govindam: Govinda; adipurusam: la persona originale; tam: Lui; aham: io; bhajami: adoro.
TRADUZIONE
Adoro Govinda, il Signore primordiale, che porta al collo una ghirlanda di fiori impreziosita da un medaglione di luna e ha le mani decorate con il flauto e altri gioielli ornamentali. Egli Si delizia sempre in passatempi d’amore e la Sua aggraziata forma di Syamasundara, curva in tre punti, è eternamente manifesta.
SPIEGAZIONE
Nello sloka che comincia con cintamani prakara sono stati descritti la regione trascendentale e i nomi spirituali di Govinda, e nello sloka che inizia con venum kvanantam è descritta la bellissima forma eterna di Govinda. Nel presente sloka sono descritti i passatempi amorosi di Govinda, la personificazione stessa delle Sue sessantaquattro perfezioni. Tutte le vicende spirituali che rientrano nell’ambito descrittivo della narrazione del rasa, la qualità di emozione estatica, sono incluse negli amorosi divertimenti spirituali di Govinda.
Brahma Samita Verso 32
angani yasya sakalendriya-vrtti-manti
pasyanti panti kalayanti ciram jaganti
ananda-cinmaya-sad-ujjvala-vigrahasya
govindam adi-purusam tam aham bhajami
angani: le membra; yasya: del quale; sakala-indriya: di tutti gli organi; vrtti-manti: che possiedono le funzioni; pasyanti: vede; panti: mantiene; kalayanti: manifestano; ciram: eternamente; jaganti: gli universi; ananda: felicita; cit: verità; maya: piena di; sat: esistenza reale; ujjvala: piena di radioso splendore; vigrahasya: la cui forma; govindam: Govinda; adi-purusam: la persona originale; tam: Lui; aham: io; bhajami: adoro.
TRADUZIONE
Adoro Govinda, il Signore primordiale, la cui forma trascendentale è piena di felicita, di verità, di sostanzialita ed è quindi colma dello splendore più radioso. Qualsiasi parte di quella figura trascendentale possiede in sé le funzioni complete di tutti gli organi ed Egli eternamente vede, mantiene e manifesta gli universi infiniti, sia spirituali che materiali.
SPIEGAZIONE
A causa della mancanza di gusto per le cose spirituali, un grave dubbio sorge nella mente di coloro che sono incatenati alla conoscenza materiale. Quando ascoltano un racconto dei passatempi di Krsna essi pensano che la verità (tattva) riguardante Krsna sia la speculazione mentale di alcuni studiosi eruditi, una creazione dei loro cervelli immaginativi, elaborata sulla base di modelli materiali. Allo scopo di rimuovere questo dannoso dubbio, Brahma, in questo sloka e nei tre successivi, dopo aver fatto la distinzione tra lo spirito e la materia in modo razionale, ha cercato di far comprendere il puro lila di Krsna, che ha potuto realizzare nel suo puro rapimento estatico. Brahma vuole dire che la forma di Krsna è la totalità dell’esistenza, della conoscenza e della Krsna mentre tutte le esperienze mondane sono piene di tangibile ignoranza. Nonostante vi sia una specifica differenza tra le due, la verità fondamentale è che le vicende spirituali costituiscono la sorgente assoluta. Specificità e varietà sono sempre presenti in essa e su questi due princìpi si basano la dimora trascendentale, la forma, il nome, le qualità e i divertimenti di Krsna. I passatempi amorosi di Krsna possono essere apprezzati soltanto da una persona che possiede la conoscenza spirituale pura e la liberta da qualsiasi relazione con Maya. La dimora spirituale, sito dei passatempi, emanata dalla potenza cit e formata da cintamani (trascendentali pietre filosofali), e la figura di Krsna sono entrambe spirituali. Proprio come Maya è il riflesso distorto della potenza spirituale, così la varietà creata da Maya (l’ignoranza) è anch’essa un riflesso distorto della varietà spirituale. In questo mondo materiale si può notare dunque solo una mera parvenza della varietà spirituale. Nonostante tale parvenza, le due varietà sono totalmente diverse l’una dall’altra. Il difetto della materia è la sua corruttibilità, ma nello spirito esiste una varietà libera da imperfezione e contaminazione. L’anima e il corpo di Krsna sono identici, mentre l’anima e il corpo delle creature cadute non sono tali. Nella sfera spirituale non esiste, come in questo mondo, differenza tra l’anima e il corpo, tra gli arti e il loro proprietario, tra gli attributi e l’oggetto che li possiede. Nel caso delle anime condizionate, invece, questa differenza sussiste realmente. Sebbene Krsna sia provvisto di arti, ogni Suo arto è l’entità intera. Egli svolge tutte le varietà di funzioni spirituali divine con ciascuno dei Suoi arti. Perciò Egli è un tutto indivisibile e un’entità trascendentale perfetta. Sia la jiva che Krsna sono trascendentali e appartengono alla stessa categoria, ma differiscono per il fatto che gli attributi trascendentali esistono nella jiva, cioè nell’anima, a livelli infinitesimali, mentre in Krsna si trovano nella loro massima perfezione. Quegli attributi si manifestano nella loro giusta infinitesimalita solo quando l’anima ottiene il suo status spirituale non adulterato. L’anima raggiunge la posizione più vicina all’identità assoluta solo quando la forza spirituale dell’energia estatica appare in lei per la grazia di Krsna. Krsna resta comunque l’oggetto della venerazione universale, perché possiede alcuni attributi esclusivi; questi quattro attributi impareggiabili non si manifestano né in Narayana, il Signore di Vaikuntha, né nei purusa avatara primordiali o in divinità elevate come Siva, né tantomeno nelle jiva.
Lezione di SDG Srila Prabhupada sulla Brahma Samita Verso 32 – Tenuta a New York il 26/07/1971
Brahma Samita Verso 33
advaitam acyutam anadim ananta-rúpam
adyam purana-purusam nava-yauvanam ca
vedesu durlabham adurlabham atma-bhaktau
govindam adi-purusam tam aham bhajami
advaitam: senza secondi; acyutam: libero dal decadimento; anadim: senza inizio; ananta-rúpam: la cui forma è infinita, o che possiede infinite forme; adyam: l’inizio; purana-purusam: la persona più antica; navayauvanam: una gioventù in fiore; ca: anche; vedesu: mediante i Veda; durlabham: inaccessibile; adurlabham: non difficile da ottenere; atma-bhaktau: mediante la pura devozione dell’anima; govindam: Govinda; adi purusam: la persona originale; tam: Lui; aham: io; bhajami: adoro.
TRADUZIONE
Adoro Govinda, il Signore primordiale, inaccessibile ai Veda, ma raggiungibile grazie alla pura devozione dell’anima. Egli è l’Uno senza secondi, non è soggetto a decadimento, è senza inizio e la Sua forma è infinita. È il principio e l’eterno purusa, ciononostante è una persona che possiede la bellezza della gioventù in fiore.
SPIEGAZIONE
Advaita significa `verità indivisibile che è conoscenza assoluta’. Il Brahman, l’infinito, emana da Lui come Sua radiosita, e il Dio immanente (il Paramatma) emana da Lui come Sua parte costitutiva, tuttavia Egli rimane Uno e indivisibile. Acyuta significa che sebbene miriadi di avatara emanino da Lui come Sue porzioni soggettive e milioni di jiva come Sue particelle spirituali distinte, Egli resta intatto come il tutto indiviso, colmo di ogni perfezione. Anche se indulge nell’esibire passatempi come quello della nascita, Egli non ha inizio, e sebbene scompaia dopo il passatempo della Sua apparizione, Egli è eterno. Benché senza origine, Egli ha un’origine nel passatempo della Sua apparizione, e sebbene eterno nell’essenza, è una persona nel pieno fiore della giovinezza. Il nocciolo della questione è che sebbene Egli possieda qualità diversificate e apparentemente in mutua contraddizione, le stesse si trovano in armonico e universale accordo grazie alla Sua potenza inconcepibile. Questo è ciò che s’intende per cid-dharma, natura trascendentale, distinta da quella materiale. La Sua leggiadra forma curva in tre punti, con il flauto nelle mani, possiede l’eterno fiore delle gioventù ed è al di sopra della corruttibilità che si trovano nel tempo e nello spazio limitati. Nel regno trascendentale non ci sono né passato né futuro, ma solo il presente inalterato e immutabile. Nella sfera trascendentale non esiste distinzione tra l’oggetto e le sue qualità e neppure un’identità così come la troviamo nella limitata regione mondana. Perciò quelle qualità che sembrano apparentemente contraddittorie alla luce della concezione materiale limitata dal tempo e dallo spazio, esistono nel regno spirituale in gradevole e squisita armonia. Come può la jiva realizzare una simile esistenza senza precedenti? La limitata funzione intellettiva della jiva è sempre contaminata dall’influenza del tempo e dello spazio e non è quindi nella posizione di sbarazzarsi di questo limite. Se la potenza di funzione cognitiva non si estende alla realizzazione della trascendenza, che cos’altro può farlo? In risposta Brahma dice che l’Assoluto trascendentale si trova oltre la portata dei veda. I Veda hanno origine nel suono e il suono ha origine nell’etere materiale, perciò i Veda non ci possono presentare una visione diretta del mondo trascendentale (Goloka). Solo quando i Veda sono imbevuti della potenza cit sono in grado di esporre la trascendenza. Ma Goloka si rivela a ogni singola jiva quando questa è situata sotto l’influsso della potenza cognitiva spirituale unita all’essenza dell’energia estatica. La funzione estatica della devozione è sconfinata e carica di conoscenza trascendentale pura. Questa conoscenza, unitamente alla devozione, rivela golokatattva, il principio della trascendenza più elevata, senza però affermarsi separatamente, ma come sussidiaria alla devozione pura.