Compassione per le sofferenze altrui

Compassione per le sofferenze altrui

Ogni religione ha i suoi santi, ma tutti i santi condividono una qualità spirituale trascendentale: la compassione, Srìla Prabhupàda spiega… (da una conferenza tenuta il 21 luglio 1971 a New York)

COMPASSIONE PER LE SOFFERENZE ALTRUI

Oggi vi parlerò della glorificazione del santo nome di Dio. Questo argomento fu trattato da Sukadeva GosvàmI mentre raccontava a Maharaja Parlksit di un bràhmana degradato e dedito a varie attività peccaminose che si salvò semplicemente cantando il santo nome. La storia di questo bràhmana è descritta nel sesto Canto dello Srimad Bhagavatam.
I sistemi planetari dell’universo sono chiaramente spiegati nel quinto Canto dello Srimad-Bhàgavatam. All’interno dell’universo ci sono anche i pianeti infernali. In tutte le Scritture religiose, non solo nel Bhàgavatam, sono contenute descrizioni del paradiso e dell’inferno. Lo Srnnad-Bhàgavatam fornisce informazioni sulla natura dei pianeti infernali e sulla loro distanza da questo pianeta, presentandoli proprio come nei moderni trattati di astronomia. Gli astronomi hanno calcolato la distanza della luna e del sole dalla Terra e altrettanto fa il Bhàgavatam fornendo informazioni sui pianeti infernali.


Noi sperimentiamo già condizioni atmosferiche differenti su questo stesso pianeta. Nei paesi occidentali vicino al polo nord il clima è diverso da quello dell’India che si trova vicino all’equatore. Come ci sono differenze nell’atmosfera e nelle condizioni di vita su questo pianeta, così esistono pianeti con atmosfere e condizioni di vita differenti dalla nostra.
Dopo aver ascoltato una descrizione dei pianeti infernali da Sukadeva GosvàmI, Maharaja Parfksit disse:

dhuneha mahà-bhàga

yathaiva narakàn narah

nànogra-yàtanàm neyàt

tan me vyàkyàtum arhasi

“lì prego, signore, spiegami come gli esseri umani possono salvarsi dal cadere in condizioni infernali, che sono causa di terribili sofferenze.” (Srìmad-Bhagavatam 6.1.6) Maharaja Pariksit è un vaisnava (un devoto), e un vaisnava prova sempre compassione per le sofferenze altrui. E molto addolorato nel vedere le miserie degli altri esseri. Quando Gesù Cristo si presentò agli uomini, ad esempio, fu enormemente addolorato nel vedere le miserabili condizioni in cui versava l’umanità. A prescindere da quale paese o a quale credo appartengano, tutti i vaisnava, i devoti, e chiunque sia cosciente di Dio, cosciente di Krsna, prova compassione per gli altri. Insultare un vaisnava, un predicatore delle glorie del Signore, è dunque una grave offesa.

Krsna, Dio, non tollera mai le offese commesse ai piedi di loto di un vaisnava. Krpàmbudhi: il vaisnava è un oceano di misericordia. Vanchà-kalpa-taru: tutti hanno dei desideri e un vaisnava li può esaudire tutti. Kalpa-taru significa “albero dei desideri”. Nel mondo spirituale c’è un albero che viene chiamato “albero dei desideri”. Nel mondo materiale ogni albero dà un particolare tipo di frutto, ma a Krsnaloka, così come in tutti i pianeti Vaikuntha, gli alberi sono spirituali ed esaudiscono ogni desiderio. Lo descrive la Brahma-samhità: cintàmani-prakara- sadmasu kalpa-vrksa. (5.29)
Ci si rivolge a un vaisnava col nome di mahà-bhàga, che significa “molto fortunato”. Chi diventa vaisnava, ed è cosciente dì Krsna, è da considerarsi una persona estremamente fortunata.

Caitanya Mahàprabhu ha spiegato che le entità viventi ruotano in diverse specie di vita, su differenti sistemi planetari attraverso tutto l’universo. Un’entità vivente può recarsi dovunque — all’inferno o in paradiso — secondo la sua preferenza e anche secondo la sua preparazione. Ci sono molti pianeti celesti, molti pianeti infernali e molte specie di vita. Esistono 8.400.000 specie di vita. L’essere vivente ruota su e giù attraverso queste specie e crea corpi sulla base della mentalità presente. Come si semina così si raccoglie.

Caitanya Mahàprabhu dice che tra le innumerevoli entità viventi che viaggiano nel mondo materiale, poche sono particolarmente fortunate, non tutte. Se tutte fossero fortunate, si sarebbero rifugiate nella coscienza di Krsna che viene distribuita liberamente dappertutto. Perché la gente non l’accetta? Perché è sfortunata. Perciò Caitanya Mahàprabhu dice che solo le persone fortunate abbracciano la coscienza di Krsna e ottengono una vita di speranza, di gioia e di conoscenza.

È dovere di un vaisnava andare di porta in porta per rendere fortunati coloro che non lo sono. Un vaisnava pensa: “Come può questa gente essere liberata dalla sua condizione infernale?” Questa era la domanda di Mahàràja Pariksit. “Signore, Tu hai spiegato che gli esseri umani, a causa delle loro attività peccaminose, devono sottostare a condizioni di vita infernali sui sistemi planetari infernali. Spiegami ora, come possono essere salvati.” Questa è la domanda. Quando viene un vaisnava, quando vengono Dio stesso o Suo figlio, o i Suoi devoti confidenziali, hanno una missione, quella di salvare i peccatori dalle loro pesanti sofferenze. Loro sanno come salvarli.

Quando Prahlàda Mahàràja incontrò Nrsimhadeva, disse:

naivodvije para dumtyaya-vaitaranyàs

tvad-virya-gàyana-mahàmrta-magna-cittah

soce tato vimukha-cetasa indriyartha-

mayà-sukhàya bharam udvahato vimudhàn

“Caro Signore, non sono affatto ansioso di ottenere la liberazione.” (Srlmad-Bhagavatam 7.9.43) I filosofi màyavàdl fanno molta attenzione che la loro salvezza personale non venga intralciata, infatti pensano: “Se vado a predicare ad altri, posso cadere e porre fine alla mia realizzazione.” Perciò non vanno. Solo i vaisnava vanno col rischio di cadere, ma non cadono. Sono anche disposti ad andare all’inferno per liberare le anime condizionate. Questa è la missione di Maharaja Prahlàda che dice, naivodvije: “Non ho paura dell’esistenza materiale.”

Prahlàda Maharaja dice ancora: “Non ho paura dell’esistenza materiale perché dovunque mi trovi sono sempre immerso nel pensiero delle Tue glorie e delle Tue attività.” Essendo cosciente di Krsna, confida di ritornare a Lui nella vita successiva. La Bhagavad-gita afferma infatti che se si seguono attentamente i princìpi regolatori, si è sicuri di raggiungere nella prossima vita la destinazione suprema.

Prahlàda continua: “Sono preoccupato solo di una cosa.” Non è preoccupato per sé, ma ha ancora una preoccupazione. Dice infatti, soce tato vimukha-cetasah: “Mi preoccupo di coloro che non sono coscienti di Krsna. Ecco la mia preoccupazione. Non mi preoccupo di me stesso, ma di coloro che non sono coscienti di Krsna.” Perché non sono coscienti di Krsna? Màyà- sukhàya bharam udvahato vimtìdhàn. Questi mascalzoni fanno piani complessi per ottenere la felicità materiale.

Mayà-sukhàya. In effetti è vero. Abbiamo una civiltà ipocrita. Ogni anno si fabbricano così tante automobili che è necessario scavare e approntare nuove strade. Questo crea un problema dopo l’altro. Per questo si dice maya-sukhdya, felicità illusoria, e cerchiamo di diventare felici in questo modo. Stiamo cercando di fabbricare la felicità e questo non fa che crearci nuovi problemi.

Il vostro paese ha il più elevato numero di autovetture ma questo non risolve i problemi. Le avete fabbricate per risolvere dei problemi, ma per esperienza so che questo non farà altro che crearne di nuovi. Quando il mio discepolo Dayànanda volle farmi visitare da un dottore di Los Angeles, fui costretto a sottopormi a un viaggio di trenta miglia per consultarlo. Una volta fabbricate le auto, dovete viaggiare per trenta o quaranta miglia per incontrare gli amici. Da New York si può arrivare a Boston in un’ora con l’aereo, ma occorre molto più tempo per raggiungere l’aeroporto.

Questa situazione è chiamata mayà-sukhdya. Maya significa “falso” “illusorio”. Cerchiamo di creare situazioni di maggior comodità e otteniamo invece più disagi. Questo è il mondo materiale. Se non siamo soddisfatti di ciò che ci hanno offerto Dio e la natura, e desideriamo creare comodità artificiali, dobbiamo accettare anche i disagi che ne derivano. La maggior parte della gente non lo sa. Pensa di creare condizioni di maggiore comodità mentre, in effetti, fa cinquanta miglia per recarsi in ufficio a guadagnarsi da vivere e ne fa altrettante per tornare a casa.

Prahlàda Maharaja dice dunque che questi vimudah — questi materialisti e mascalzoni — fanno piani complicati allo scopo di ottenere la felicità materiale. Vimudhàn, màya-sukhaya bharam udvahato. Nella civiltà vedica viene raccomandato invece di liberarsi della vita materiale, abbracciare l’ordine di rinuncia e proseguire nella vita spirituale senza alcuna preoccupazione.

Va bene anche seguire la coscienza di Krsna in famiglia. Bhaktivinoda Thàkura era un uomo di famiglia e un magistrato, ciò nonostante si dedicava intensamente al servizio devozionale. Dhruva Maharaja e Prahlàda Maharaja erano grhastha, uomini di famiglia, ma si erano organizzati in modo da potersi impegnare senza interruzione nel loro servizio devozionale. Prahlàda Mahàràja dice: “Ho imparato l’arte di rimanere sempre in coscienza di Krsna.” Qual è quest’arte? Tvad-virya-gayana-mahdmrta-magna-cittah. Glorificare le vittorie e i passatempi del Signore. Virya significa “molto eroico”.

Le attività di Krsna sono eroiche. Potete conoscerle leggendo “Il Libro di Krsna”. Il nome di Krsna, la Sua fama, le Sue attività, i Suoi compagni e tutto ciò che è connesso con Lui è eroico. Prahlàda Mahàràja dice a questo proposito: “Sono certo che dovunque mi trovi, sarò sempre immerso nella glorificazione delle Tue eroiche attività e così sarò salvo. Non c’è possibilità che io mi degradi. Mi preoccupo solo degli sciocchi e dei mascalzoni che fanno piani complicati allo scopo di ottenere la felicità materiale. Solo questo mi preoccupa.”
Prahlàda dice anche:

pràyena deva munayah sva-vimukti-kàmà

maunam curanti vijane ne paràrtha-nisthàh

nànyath vihàya krpanàn vimumuksa eko

nànyath tvad asya saranam bhramato ’nupasye

“Mio Signore, vedo che molte persone sante sono interessate soltanto alla propria liberazione.” (Srimad-Bhàgavatam 7.9.44). Munayah significa “persone sante” o “filosofi”. Prayena deva munayah sva-vimuktikàmàh: sono interessate soltanto alla propria liberazione. Vanno a vivere in luoghi solitari come l’Himalaya e non parlano con nessuno; evitano anche di mescolarsi alle persone ordinarie che vivono in città temendo di venirne turbati e quindi di cadere. Pensano sempre: è meglio che salvi me stesso.

Prahàlada Maharaja si rammarica che queste persone sante non si rechino in città, dove la gente ha creato una civiltà di duro lavoro, giorno e notte, e non si mostrino compassionevoli Dice: “Mi preoccupo per coloro che fanno piani complicati allo scopo di ottenere la felicità materiale.” Se anche ci fosse una ragione per affannarsi tanto, la gente non la conosce. Conosce solo il sesso: partecipa a balli sensuali o si reca in club di spogliarelli, o cose del genere. Prahlàda Maharaja dice, naitan vihàya krpanàn vimamuksa eko: “Non voglio essere liberato da solo, abbandonando tutti questi sciocchi e mascalzoni.” Si rifiuta di tornare nel regno di Dio senza portare con sé queste anime cadute. Questo è un vaisnava. Nànyath tvad asya saranam bhramato ’nupasye: “Desidero insegnare loro come arrendersi a Te. Questo è il mio unico scopo.”

Il vaisnava sa che non appena una persona si arrende, la sua strada diventa chiara. Naivodvije para duratyaya-vaitaranyàs tvad- virya-gàyana-mahàmrta-magna-cittah: “In un modo o nell’altro devono inchinarsi davanti a Krsna.” È un metodo semplice.

Ci si deve solo abbandonare a Krsna con fede e dire: “Mio Signore, Ti ho dimenticato per tanto tempo, per tante vite. Ora sono cosciente, accettami, Ti prego.” Tutto qui. Se s’impara questa tecnica e ci si arrende con sincerità al Signore, la strada immediatamente si apre. Questi sono i pensieri di un vaisnava. Un vaisnava pensa sempre a come liberare le anime cadute. E sempre impegnato a fare progetti in questo senso, proprio come i GosvàmI. Di cosa si occupavano i sei GosvàmI, discepoli diretti di Sri Caitanya? Srinivàsa Àcàrya afferma:

nana-sastra-vicaranaika-nipunau sad-dharma samsthapakau
lokanam hita-karinau tri-bhuvane manyau saranyakarau
radha-krishna-padaravinda-bhajananandena mattalikau
vande-rupa-sanatanau raghu-yugau sri-jiva-gopalakau

Offro il mio rispettoso omaggio ai sei Gosvami di Vrindavana – Sri Rupa Gosvami, Sri Sanatana Gosvami, Sri Raghunatha dasa Gosvami, Sri Raghunatha Bhatta Gosvami, Sri Jiva Gosvami e Sri Gopala Bhatta Gosvamji – che sono molti esperti a studiare attentamente tutte le scritture rivelate, allo scopo di stabilire gli eterni principi della religione a beneficio dell’umanità intera. Essi sono dunque onorati in tutti e trei mondi, e tutti possono prendere rifugio in loro perché essi servono Sri Sri Radha e Krishna assorti nel sentimento d’amore delle gopi.” (Sad- gosvàmy-astaka 2)

Mostrando altrettanta compassione, Mahàràja Pariksit dice a Sukadeva GosvàmI: “Ti prego, signore, spiegami come gli esseri umani possono salvarsi dal cadere in condizioni infernali, che sono causa di terribili sofferenze.”

adhuneha mahà-bhàga

yathaiva narakàn narah

nànegra-yàtanàn neyat

tan me vyàkhyatum arhasi

Nara significa esseri umani, coloro che sono caduti. Narakàn nara/nànogra-yàtanan neyàt tan me: “Come possono salvarsi dal cadere in condizioni infernali che sono causa di terribili sofferenze?” Questo è il cuore di un vaisnava. Maharaja Pariksit dice: “In qualche modo sono caduti in una condizione infernale, ma ciò non vuol dire che debbano rimanervi per sempre. Ci dev’essere un modo per liberarli, spiegamelo, ti prego.”
Sukadeva GosvàmI rispose:

na ced ihaivàpacitim yathàmhasah

krtasya kuryàn mana-ukta-pànibhih

dhruvam sa vai pretya narakàn upaiti

yak kirtità me bhavatas tigma-yàtanàh

Sì, ti ho descritto i diversi tipi di condizioni infernali e le atroci sofferenze dell’esistenza materiale, che bisogna però neutralizzare.” (Srimad-Bhàgavatam 6.1.7) Come neutralizzarle? Si commettono attività peccaminose in molti modi. Si commette un peccato anche pianificando il modo di uccidere un uomo, per esempio. Quando la mente pensa, sente e vuole, subito dopo c’è l’azione.

L’altro giorno ho letto in un libro che se un cane abbaia contro qualcuno che sta passando per strada, il suo padrone, secondo la legge, offende il passante. Nessuno dev’essere spaventato dall’abbaiare di un cane, per cui il proprietario deve preoccuparsi che ciò non avvenga. C’è proprio una legge in proposito. Il cane abbaia, ma questo è considerato offensivo. Il cane non è responsabile perché è un animale, ma poiché il suo proprietario lo considera il suo migliore amico, è responsabile di fronte alla legge. Se un cane entrasse in casa vostra, non potrebbe essere ucciso, ma i suoi proprietari sarebbero perseguibili per legge.

Se l’abbaiare di un cane è illegale, anche quando si offende qualcuno si commette un peccato. È proprio come se si abbaiasse. Le attività peccaminose vengono commesse in modi diversi. Si può pensare in modo empio, parlare in modo empio o commettere attività empie: anche se i modi sono diversi sono considerati tutti peccati. Dhruvam sa vai pretya narakàn upaiti. È necessaria un’espiazione per queste attività colpevoli.

La gente non crede in una vita successiva perché vuole evitare questa seccatura, ma non è possibile evitarla. Occorre agire secondo la legge o si verrà puniti. Non si può sfuggire alla legge di Dio. E impossibile. Posso anche ingannare, rubare e nascondermi per sfuggire alla legge, ma non potrò sfuggire alla legge superiore, alla legge della natura. Ci sono molti testimoni. La luce del giorno è testimone, il chiaro di luna è testimone e Krsna è il testimone supremo. Non potete dire: “Commetto questo peccato tanto nessuno mi vede.”

Krsna è il testimone supremo presente nel vostro cuore. Prende nota di tutto quello che pensate e fate. Fornisce anche ogni facilitazione per compiere l’azione che desiderate fare. Lo conferma la Bhagavad-gità. Sarvasya caham hrdi sannivisto: “Sono situato nel cuore di ognuno.” Mattah smrtir jnànam apohanam ca: “Da Me viene il ricordo, la conoscenza e l’oblio.”

In questo modo Krsna ci dà un’opportunità. Se volete Krsna, Egli vi darà la possibilità di averLo, e se non Lo volete vi darà la possibilità di dimenticarLo. Se volete godervi la vita dimenticando Krsna, Lui vi darà le facilitazioni perché possiate dimenticarLo, e se volete godervi la vita in coscienza di Krsna, vi darà le opportunità per progredire nella coscienza di Krsna. Dipende da voi.

Se pensate di poter essere felici senza la coscienza di Krsna, Krsna non farà alcuna obiezione. Yathecchasi tathà kuru. Dopo aver consigliato Arjuna, Krsna disse semplicemente: “Ora ti ho spiegato ogni cosa. Fai quello che desideri.” Arjuna rispose subito, karisye vacanam tava: “Seguirò i Tuoi ordini.” Questa è la coscienza di Krsna.

Dio non interferisce nella nostra minuscola indipendenza. Se volete agire secondo i Suoi ordini, Dio vi aiuterà. Anche se qualche volta sbagliate, ma siete sinceri e vi proponete— “d’ora in poi cercherò di essere cosciente di Krsna e seguirò i Suoi ordini” — Krsna vi aiuterà. In tutti i sensi, anche se inciampate, Krsna vi scuserà e vi darà un’intelligenza maggiore. L’intelligenza vi dirà: “Non fare questo. Compi il tuo dovere.” Ma se volete dimenticarLo, se volete essere felici senza di Lui, Krsna vi darà tutte le facilitazioni per poterLo dimenticare vita dopo vita.

Maharaja Parlksit dice qui: “Non è per il fatto che io dico che Dio non esiste, Dio in effetti non esiste e io non sono responsabile di ciò che faccio.” Questa è la teoria atea. Gli atei non vogliono Dio perché peccano in continuazione. Se pensassero che Dio esiste rabbrividirebbero al pensiero della punizione cui vanno incontro. Perciò negano 1’esistenza di Dio. Questo è il loro sistema. Pensano che se non accettano Dio non andranno incontro ad alcuna punizione e possono fare ciò che vogliono.

Quando i conigli vengono attaccati da animali più grossi di loro, chiudono gli occhi e pensano: “Non mi uccideranno.” Ma vengono uccisi comunque. Similmente, possiamo anche negare 1’esistenza di Dio e delle Sue leggi, ma ciò non toglie che Dio e le Sue leggi esistano comunque. In tribunale potete dire: “Non m’importa niente delle leggi dello Stato”, ma sareste comunque costretti ad accettarle. Se non le accettaste, sareste messi in prigione e costretti a soffrire.

Similmente, potrete stupidamente denigrare 1’esistenza di Dio dicendo: “Non esiste nessun Dio” o “Io sono Dio”, ma sareste comunque responsabili di tutte le vostre azioni, buone o cattive che siano.

Ci sono due tipi di attività — quelle buone e quelle cattive. Se agite correttamente e le vostre attività sono virtuose, godrete di buona fortuna, se agite in modo peccaminoso, dovrete soffrire. Per questo motivo Sukadeva GosvàmI dice nello Srìmad- Bhàgavatam (6.1.8):

tasmàt puraivàsv iha pàpa-niskrtau

yateta mrtyor avipadyatàtmanà

dosasya drstva guru-ldghavam yathà

bhisak cikitseta rujtìrh nidànavit

Ci sono diversi tipi di espiazione. Se si commette un atto empio e questo viene neutralizzato da un atto pio, si ha l’espiazione. Ci sono numerosi esempi nella Bibbia. Sukadeva GosvàmI dice:

“Devi sapere che tu sei responsabile, e secondo la gravità dei tuoi peccati devi seguire il metodo di espiazione previsto dagli Sàstra. Quando si è malati si deve andare da un dottore e pagare il suo onorario, come una specie di espiazione. Anche secondo il sistema vedico occorre andare da una classe di brahmana preposti per farsi prescrivere l’espiazione proporzionata alla gravità dei peccati commessi.” Sukadeva GosvàmI dice che bisogna sottoporsi all’espiazione prescritta in base alla gravità dei peccati commessi.

Continua con un esempio: dosasya drstva guru-làghavam yathà bhisak cikitseta rujàm nidànavit. Quando si consulta un medico, questi prescrive una medicina più o meno costosa a seconda della gravità della malattia. Se avete solo mal di testa, vi prescriverà un’aspirina, ma se avete una malattia seria, vi prescriverà un intervento chirurgico che vi costerà molto. La vita peccaminosa è una condizione malata dell’anima, perciò è necessario seguire la cura prescritta per poter guarire.

Il fatto di accettare il ciclo di ripetute nascite e morti è una malattia per l’anima. L’anima non nasce, non muore e non è soggetta alla malattia perché è spirito. Krsna dice nella Bhagavad-gita (2.20): na jayate, l’anima non nasce e mriyate, non muore. Nityah sasvato ‘yarn parano / na hanyate hanyamane sarire. L’anima è eterna. Non muore quando il corpo muore. Na hanyate significa che non può essere uccisa o distrutta, neanche dopo la distruzione del corpo.

Ciò che manca nella civiltà moderna è un metodo educativo che istruisca la gente su cosa succede dopo la morte. Il tipo di educazione che viene impartito oggi è estremamente carente perché mancando la conoscenza di ciò che succede dopo la morte, si muore come animali. L’animale non sa che avrà un altro corpo, non ha questa conoscenza.

La vita umana non è stata concepita per diventare animali. Non si dovrebbe essere interessati solo a mangiare, dormire, accoppiarsi e difendersi. Potete mangiare cibi squisiti, possedere belle case in cui dormire, accoppiarvi piacevolmente e possedere validi metodi difensivi, ma questo non significa che siete esseri umani. Questa è una società di tipo animale. Anche gli animali sono interessati a mangiare, dormire, accoppiarsi e a modo loro a difendersi. In che cosa si distingue la vita umana da quella animale se v’impegnate solo in queste quattro attività di natura materiale?

Ciò che distingue un essere umano da un animale è il fatto di porsi delle domande: “Perché mi trovo in questa condizione miserabile? Ci sarà un rimedio? Esiste una vita eterna? Non voglio morire. Voglio vivere nella pace e nella felicità. Posso riuscirci? E in che modo? Qual è la scienza che lo insegna?” Quando ci si pone queste domande e si fanno i primi passi per ottenere le risposte, si fa parte della civiltà umana; in caso contrario si fa parte di una civiltà di cani, di una civiltà animale.

Gli animali sono soddisfatti se possono mangiare, dormire, accoppiarsi e difendersi, anche se non ci si può difendere veramente, perché nessuno può proteggersi dagli artigli di una morte crudele. Hiranyakasipu, per esempio, voleva l’immortalità e a questo scopo si sottopose a rigide ascesi. I cosiddetti scienziati dicono di poter bloccare la morte con metodi scientifici, ma questa è un’altra delle loro follie. Non è possibile. Anche con i più avanzati progressi scientifici non si troverà mai la soluzione ai quattro problemi fondamentali: la nascita, la morte, la vecchiaia e la malattia.

Le persone intelligenti sono desiderose di risolvere i quattro problemi principali. Nessuno vuole morire, ma non c’è rimedio. Dobbiamo morire. Tutti si preoccupano di bloccare l’aumento della popolazione usando svariati sistemi contraccettivi, ma si continua ancora a nascere. Non è possibile arrestare le nascite. Gli scienziati possono inventare medicine sempre più sofisticate, ma non possono bloccare la malattia. Non è possibile pensare che una pastiglia possa porre fine alla malattia.

Nella Bhagavad-gltà si afferma, janma-mrtyu-jarà-vyàdhi-duhkha-dasànudarsanam. Possiamo pensare di aver risolto tutti i problemi, ma qual è la soluzione a questi quattro problemi: nascita, morte, vecchiaia e malattia? La coscienza di Krsna è la soluzione.

Sempre nella Bhagavad-gita (4.9) Krsna dice:

janma karma ca me divyam

evam yo vetti tattvatah

tyaktva deham punar

janma naiti mam eti so ‘riuna

Ciascuno di noi può morire in qualsiasi momento. L’ultima fase dell’abbandono del corpo è chiamata morte. Ma Krsna dice: “Colui che conosce la natura trascendentale della Mia apparizione e delle Mie attività non dovrà più rinascere nel mondo materiale quando lascia il corpo, ma raggiunge la Mia dimora eterna.” Cosa succede a questa persona? Mam eti — ritorna a Krsna. Se volete tornare a Krsna, dovete preparare il vostro corpo spirituale. Questa è la coscienza di Krsna. Se vi manterrete fissi nella coscienza di Krsna, preparerete gradualmente il vostro prossimo corpo, un corpo spirituale, che vi riporterà immediatamente a Krsnaloka, la dimora di Krsna, dove sarete felici. Là vivrete eternamente e felicemente.

Compassione per le sofferenze altrui


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