Incontro Con Il Maestro Spirituale
Il Devoto Perfetto

Il Devoto Perfetto
Syàmasundara: Srila Prabhupada, questo pomeriggio stavamo parlando delTausterità. Dicevamo che le austerità sono inevitabili in questo mondo materiale, e se anche qualcuno volesse evitarle non ci riuscirebbe perché l’esistenza materiale stessa gliele impone.
Srila Prabhupada: Generalmente a nessuno piace fare delle austerità, ma quando si accetta un maestro spirituale si deve obbedire ai suoi ordini. Questo si chiama austerità.
Syàmasundara: Anche se non si vogliono fare austerità, è necessario farle.
Srila Prabhupada: Se accetti un maestro spirituale devi eseguire i suoi ordini. Anche se non vuoi, devi farlo lo stesso per fargli piacere.
Syàmasundara: Ah.
Srila Prabhupada: Ma non ti piace… [Ride] Per esempio a nessuno piace digiunare, ma se il maestro spirituale dice: “Oggi si digiuna”, che fare? Devi digiunare. [Syamasundara ride] Il discepolo è colui che volontariamente accetta di farsi disciplinare dal maestro spirituale. Questa è austerità.
Syàmasundara: I nostri genitori, ad esempio, come molte altre persone, sono così attaccati alla vita materiale che non sono disposti a fare nessun tipo di austerità, ma la natura materiale li costringe ugualmente a subire molti disagi.
Srila Prabhupada: Questa è austerità forzata, non porta alcun vantaggio. Solo l’austerità volontaria può portare beneficio.
Syamasundara: Le leggi della natura materiale sono così severe che impongono disagi a chiunque, anche se nessuno li desidera. Chi non è disposto a sottostare a un’austerità volontaria sarà costretto a un’austerità forzata.
Srila Prabhupada: Questa è la differenza tra l’uomo e l’animale. L’animale non può sottoporsi ad austerità, ma l’uomo può. Per esempio, se un uomo è attratto dai dolci esposti in una pasticceria, sapendo di non avere abbastanza denaro per acquistarli, si controlla e si allontana. Ma se viene una mucca e vede quei dolci, metterà il muso nel negozio per mangiarseli, e anche se la picchi con un bastone è capace di tollerare pur di mangiarsi i dolci. L’animale, dunque, non sa controllare i sensi. La nostra austerità è molto piacevole: cantiamo Hare Krishna, danziamo e mangiamo il buon cibo che Krishna ci manda. Tutto qui. Perché la gente non dovrebbe accettare questa austerità? Cantare, danzare e mangiare bene?
Bob: Come?
Srila Prabhupada: Poiché facciamo alcune austerità Krishna ci manda molte facilitazioni. Non ci perdiamo niente. Quando diventi cosciente di Krishna ottieni più facilitazioni degli altri. È vero. Per esempio, io ho vissuto da solo negli ultimi venti anni, ma non ho mai avuto difficoltà. Prima di prendere il sannyasa vivevo a Delhi e, sebbene vivessi solo, non ebbi mai alcuna difficoltà.
Syàmasundara: La natura materiale infligge molti disagi a coloro che non accettano una disciplina spirituale.
Srila Prabhupada: Oh sì. Krishna afferma nella Bhagavad- gità:
daivi hy esa gunamayi marna maya duratyaya màm eva ye prapadyante mayam etdm taranti te
“L’energia costituita dalle tre influenze della natura materiale, questa Mia energia divina, è difficile da superare, ma chi si abbandona a Me ne varca facilmente i limiti.” Maya impone sempre molte difficoltà, ma non appena ci si sottomette a Krishna ogni imposizione di maya finisce.
Syamasundara: Siamo stati così sciocchi da credere che nel futuro avremmo potuto essere felici.
Srila Prabhupada: Questa è maya, illusione. E la stessa mentalità dell’asino: tu gli monti in groppa e gli fai sporgere davanti al muso una manciata di fieno. L’asino penserà: “Un altro passo ancora e avrò il fieno.” [Bob ride] Invece non lo raggiungerà mai. Questa è asineria. [Tutti ridono] Tutti pensano: “Fammi andare un po’ più avanti e avrò quello che voglio. Sarò felice.”
Bob: Io… ti ringrazio molto… ma domani devo partire, dovrò lasciarti.
Srlla Prabhupada: Non parlare di partire, parla di rimanere.
Bob: Non posso. Pensavo di tornare domani nella mia città…
Srila Prabhupada: Non tornare.
Il Devoto Perfetto
Bob: Vuoi che rimanga qui domani?
Srila Prabhupada: Sì, rimani qui.
Bob: Se me lo chiedi resto.
Srila Prabhupada: Sei un bravo ragazzo. [C’è una lunga pausa. Non si sente quasi più alcun rumore] Non è difficile capire che quando gli esseri dimenticano Krishna cadono nel mondo materiale. Quando parliamo di Krishna s’intende il Suo nome, la Sua forma, la Sua dimora, i Suoi divertimenti… tutto.
Bob: Qual era l’ultima cosa?
Srila Prabhupada: I divertimenti. Quando si parla di un re s’intende anche il suo regno, il suo palazzo, la sua regina, i suoi figli, i suoi segretari, il suo esercito… tutto. Non è così?
Bob: Sì.
Srila Prabhupada: Quando pensiamo a Krishna, che è Dio, la Persona Suprema, dobbiamo pensare a tutte le Sue energie. Pensando a “Ràdhà-Krishna” la meditazione è completa. Ràdhà rappresenta tutte le energie di Krishna, e Krishna è il Signore Supremo. Quando parliamo di Krishna, anche gli esseri viventi sono inclusi perché fanno parte di una delle Sue energie, l’energia superiore.
Quando questa energia rifiuta di servire la sua fonte, cade nell’esistenza materiale. Nella società attuale nessuno serve Krishna, sebbene tutti Lo stiano servendo in modo indiretto, come quei cittadini che disobbediscono alle leggi servono indirettamente lo Stato. Chi disobbedisce alle leggi dello Stato viene chiuso in prigione, dove è costretto a obbedire alle leggi, se pure in modo indiretto.
Similmente, in questo mondo, o per ignoranza o per libera scelta, tutti gli uomini sono atei e non vogliono accettare la supremazia di Dio. Mentalità demoniaca. Noi stiamo cercando, dunque, di ricondurre la società umana alla sua condizione originale: questo è lo scopo del Movimento per la Coscienza di Krishna.
Bob: Parlavo con alcuni devoti di un argomento che m’interessa, la medicina, e vorrei che tu mi chiarissi alcuni punti. Oggi sono andato al fiume. Ero raffreddato, perciò ho detto che non avrei fatto il bagno. Alcuni devoti mi hanno fatto notare che il Gange è un fiume sacro, perciò avrei dovuto ugualmente fare il bagno, mentre altri dicevano che era meglio che non lo facessi a causa del raffreddore. Abbiamo parlato un po’, ma non ho capito se le malattie colpiscono a causa delle attività negative che abbiamo compiuto nel passato…
Srila Prabhupada: Sì. Ogni sofferenza è causata dalle attività empie che abbiamo compiuto nel passato.
Bob: Ma quando siamo liberi dalle reazioni del karma ci ammaliamo ancora?
Srila Prabhupada: No, e anche se ti ammali, è una situazione temporanea. Per esempio, questo ventilatore gira, se tu stacchi la spina dalla presa di corrente girerà ancora per un po’, ma quel movimento non è dovuto all’elettricità. Questa forza… com’è chiamata in fisica?
Syamasundara: Forza d’inerzia.
Srila Prabhupada: Forza d’inerzia. Appena questa forza si esaurisce non ci sarà più movimento. Anche se un devoto che si è sottomesso a Krishna soffre ancora per qualche conseguenza materiale, è cosa temporanea. Il devoto non è turbato dalla sofferenza perché la considera una misericordia di Dio, di Krishna.
Bob: Ma l’essere perfetto…
Srila Prabhupada: L’essere perfetto è colui che s’impegna ventiquattro ore al giorno nella coscienza di Krishna. Questa è la perfezione. Perfezione significa situarsi nella propria coscienza originale. La Bhagavad- gltà dichiara:
sve sve karmany abhiratah samsiddhim labhate narah
“Ogni uomo può diventare perfetto se agisce secondo le sue tendenze naturali.” Samsiddhi è la perfezione completa. Siddhi significa perfezione, cioè la realizzazione del brahman, la realizzazione spirituale. E samsiddhi significa devozione, che viene dopo la realizzazione del brahman.
Bob: Potresti ripetere l’ultimo concetto, per favore?
Srila Prabhupada: Samsiddhi.
Bob: Sì.
Srila Prabhupada: Sam significa completa, e siddhi significa perfezione. Nella Bhagavad-gita è detto che colui che torna a Dio ha raggiunto la più alta perfezione. La perfezione si raggiunge quando si realizza che non siamo un corpo, bensì anime spirituali. Questo stadio di perfezione si chiama brahma-bhuta, cioè realizzazione del brahman.
Samsiddhi viene dopo la realizzazione del brahman, quando ci s’impegna nel servizio di devozione a Dio. Chi è impegnato in questo servizio ha già realizzato il brahman. Questo stadio di perfezione è chiamato samsiddhi.
Bob: Vorrei farti un’altra domanda, ma non vorrei essere indiscreto: a volte soffri anche tu per qualche malattia?
Srila Prabhupada: Sì.
Il Devoto Perfetto
Bob: E il risultato del tuo karma passato?
Srlla Prabhupada: Sì.
Bob: Allora finché siamo nel mondo materiale non potremo mai sfuggire completamente alle leggi del karma.
Srila Prabhupada: Sì, possiamo. Il devoto non è più soggetto alle leggi del karma, non ha più reazioni da scontare.
Bob: Ma tu sei il migliore di tutti i devoti.
Srlla Prabhupada: No, non mi considero il devoto migliore. Sono il peggiore.
Bob: No!
Srila Prabhupada: Sei tu il devoto migliore.
Bob: [Ride] Oh, no, no! Eppure, qualunque cosa tu dica … sembra sempre giusta.
Srila Prabhupada: Sì.
Bob: Perciò senz’altro devi essere il devoto migliore.
Srila Prabhupada: Anche il migliore dei devoti, quando predica, scende al livello di un devoto di seconda classe.
Bob: Qual è l’attività di un devoto di prima classe?
Srila Prabhupada: Non predica. Non vede la necessità di predicare perché vede tutti come devoti di Krishna. [Bob ride di cuore] Sì, non vede più persone che non sono devote, vede tutti devoti. È chiamato uttama-adhikan. Io sto predicando, perciò come posso dire di essere il devoto migliore? RàdhàrànI, per esempio, vede tutti come devoti, e noi cerchiamo di avvicinare RàdhàrànI.
Il Devoto Perfetto
Bob: Chi è RadharanI?
Srila Prabhupada: È la consorte di Krishna. Quando ti avvicini a RàdhàrànI, Lei ti raccomanda a Krishna: “Questo devoto è il migliore, è migliore di Me.” E Krishna non può rifiutarlo. Così pensa un uttama-adhikan, ma non dev’essere imitato. Lo Srimad-Bhagavatam (11.2. 46) afferma:
Jsvare tad-adhinesu balisesu dvisatsu ca prema-maitn-krpopeksà yah karoti sa madhyamah
Il devoto di seconda classe vede che c’è gente invidiosa di Dio, ma il devoto di prima classe non vede nessuno invidioso di Dio, anzi, vede tutti migliori di se stesso. Per esempio, Krishnadàs Kaviràja GosvàmI, disse: “Io sono più insignificante di un verme negli escrementi.”
Bob: Chi ha detto questo?
Srila Prabhupada: Krishnadàs Kaviràja GosvàmI, l’autore del Caitanya-caritamrta, disse: punsera kTta baite muni se laghista. Non finge, ma si sente veramente il più basso di tutti gli esseri. Pensa che tutti siano migliori di lui perché vede tutti impegnati al servizio di Krishna eccetto se stesso.
Caitanya Mahàprabhu disse: “Non ho neppure un pizzico di devozione per Krishna, la mia estasi è solo finzione. Se fossi un devoto di Krishna sarei morto molto tempo fa, se vivo ancora in questo mondo vuol dire che non ho amore per Krishna.” Questa è la visione del devoto perfetto; è così assorto nell’amore per Krishna che pensa: “Tutti sono migliori di me, io sono il più caduto, perciò non posso vedere Dio.”
Bob: Il devoto non deve agire per la liberazione altrui?
Srila Prabhupada: Sì. Un devoto deve agire sotto la guida di un maestro spirituale autentico, non deve cercare d’imitare il devoto perfetto.
Syamasundara: Una volta dicesti che le tue malattie erano causate dalle attività peccaminose dei tuoi discepoli. Non è così?
Srila Prabhupada: Krishna dice:
aharh tvmh sarva-pàpebhyo moksayisyàmi ma sucah
“Io ti libererò da tutte le reazioni del peccato; non temere.” Krishna è così potente che può liberarci subito da tutti i peccati e cambiare la nostra coscienza; ma quando un essere vivente si prende la responsabilità di rappresentare Krishna, si prende anche le attività peccaminose dei suoi discepoli. Essere guru, dunque, non è un’impresa facile, capisci? Il guru deve prendere tutto il veleno e assorbirlo. E poiché il maestro spirituale non è Krishna, talvolta può trovarsi in difficoltà.
Caitanya Mahàprabhu ha proibito di accettare molti discepoli, ma per espandere il Movimento per la Coscienza di Krishna è necessario, anche se poi dobbiamo subirne le conseguenze. Il maestro spirituale deve prendersi la responsabilità di tutte le attività peccaminose dei suoi discepoli, perciò accettare molti discepoli è rischioso se il maestro non è capace di assorbire tutti i loro peccati.
vànchà-kalpa-tarubhyas ca krpà-sindhubhya eva ca patitànàm pàvanebhyo vaisnavebhyo namo namah
“Offro i miei rispettosi omaggi a tutti i vaisnava (i devoti del Signore), che sono come gli alberi dei desideri perché possono soddisfare i desideri di tutti e sono pieni di compassione per le anime cadute.“
Il maestro spirituale prende su di sé la responsabilità di tutte le anime cadute. Questo concetto è espresso anche nella Bibbia. Gesù Cristo accettò le reazioni peccaminose della gente e sacrificò la propria vita. Questa è la responsabilità del maestro spirituale. Poiché Krishna è Dio, Egli è apàpa- viddham, non può essere contaminato dalle reazioni peccaminose, ma un essere individuale può a volte essere soggetto all’influenza di queste reazioni perché la sua natura rimane sempre infinitesimale.
Prendiamo per esempio due fuochi, uno grande e uno piccolo. Se metti un grosso oggetto nel fuoco piccolo può succedere che il fuoco si spenga, ma nel fuoco grande puoi mettere qualsiasi cosa, e il fuoco la consumerà.
Bob: La sofferenza di Cristo era di questa natura?
Srila Prabhupada: Come ti ho già spiegato, egli ha preso su di sé i peccati della gente e ha sofferto per questo motivo.
Bob: Ho capito.
Srila Prabhupada: Nella Bibbia è detto che Cristo prese su di sé i peccati della gente e sacrificò la sua vita. Ma i cristiani hanno stabilito che Cristo deve continuare a soffrire mentre loro fanno ogni genere di sciocchezze. [Bob ride brevemente] Che ignoranti! Hanno fatto firmare a Gesù Cristo un contratto dove egli s’impegna ad assumersi la responsabilità dei loro peccati in modo che essi possano continuare a fare tutto ciò che vogliono.
Questa è la loro religione. Cristo fu così misericordioso che si fece carico di tutti i loro peccati e soffrì per loro, ma questo non li induce a non peccare più. Non sono ancora arrivati a capire, e se la prendono comoda, pensando: “Possiamo fare ciò che vogliamo, tanto c’è Cristo che soffre per noi!” Non è così?
Bob: Sì, è così.
Srila Prabhupada: Questa gente dovrebbe vergognarsi. Gesù Cristo ha sofferto per noi, e noi continuiamo a peccare. Gesù ha detto: “Non uccidere”, ma i cristiani continuano ad uccidere, pensando: “Gesù ci perdonerà e prenderà su di sé tutti i nostri peccati.” Dobbiamo stare attenti a ciò che facciamo, non dobbiamo più compiere attività peccaminose, altrimenti il nostro maestro spirituale dovrà soffrirne. Così pensa il discepolo sincero. Dopo l’iniziazione tutte le reazioni peccaminose cessano, da quel momento è il maestro spirituale che soffrirà per i nostri peccati.
Quindi il discepolo dev’essere sensibile e riflettere: “Il mio maestro spirituale non deve soffrire per colpa mia!” Se il guru si ammala, ciò non è dovuto alle sue attività peccaminose, ma a quelle degli altri. Caitanya Mahàprabhu disse dunque: “Non accettate molti discepoli.” Ma per favorire l’opera di predicazione li accettiamo lo stesso; e anche se dobbiamo soffrire, non importa. Tu mi chiedevi se le mie malattie fossero dovute ad errori compiuti nel passato. Sì, il mio errore è stato quello di avere accettato discepoli che non erano degni di essere iniziati. Questo è stato il mio errore.
Bob: Accade spesso di accettare qualcuno che non è pronto per essere iniziato?
Srila Prabhupada: Prima o poi accade, perché noi accettiamo molti discepoli. Ma è dovere del discepolo stare attento a ciò che fa. Deve sempre pensare: “Il mio maestro spirituale mi ha salvato, non devo farlo soffrire.” Quando il maestro spirituale soffre, Krishna lo aiuta. Krishna pensa: “Ha preso tanta responsabilità per cercare di liberare le anime cadute!” Krishna gli è vicino.
kaunteya pratijamhi
na me bhaktah pranasyati
“Dichiaralo apertamente, figlio di Kunti: il Mio devoto non perirà mai.” Poiché il maestro spirituale si assume dei rischi per Krishna, Krishna lo protegge.
Bob: Allora la tua sofferenza non è come quella di una persona qualsiasi.
Srila Prabhupada: No, non è dovuta al karma. A volte può manifestarsi qualche malattia affinché i discepoli possano accorgersi che il loro maestro spirituale sta soffrendo a causa delle loro attività peccaminose.
Bob: Sembra comunque che ora tu sia in buona salute.
Srila Prabhupada: Sto sempre bene… nel senso che anche se soffro so di essere protetto da Krishna. Ma questa sofferenza non è dovuta alle mie attività peccaminose.
Bob: Nel paese dove vivo bevo acqua bollita perché c’è il rischio che sia infetta Perché dovrei prendere queste precauzioni se per il mio buon karma non sono destinato ad ammalarmi? Potrei bere qualsiasi tipo di acqua. Se invece ho un cattivo karma mi ammalerò comunque, non importa quali precauzioni prenda.
Srila Prabhupada: Finché sei nel mondo materiale non puoi trascurarne le leggi. Supponiamo che tu voglia andare nella giungla, dove vivono le tigri. Sai che andando là le tigri ti attaccheranno, perché dovresti andarci ed essere ucciso? Il devoto non vuole correre questi rischi finché è in un corpo materiale. Non è interessato a sfidare le leggi fisiche, non pensa: “Ora che sono un devoto posso fare tutto quello che voglio.” Sarebbe assurdo.
anàsaktasya visaydn
yathàrham upayunjatah
nirbandhah krsna-sambandhe
yuktam vairdgyam ucyate
Il devoto deve provvedere alle proprie necessità senza attaccamento. Se è necessario berrà acqua bollita, ma se non è possibile averne, berrà acqua corrente. Noi mangiamo solo Krishna prasada, ma se siamo in viaggio qualche volta dobbiamo mangiare nei ristoranti; un devoto non preferisce soffrire la fame piuttosto che mangiare in un ristorante. Se non mangia abbastanza diventa debole e non può più predicare.
Il Devoto Perfetto
Bob: Abbandonandosi a Krishna, il devoto perde la sua individualità, oppure…
Srila Prabhupada: No, mantiene la sua completa individualità per soddisfare Krishna. Krishna dice: “Abbandonati a Me”, e il devoto liberamente sceglie di farlo, ma non perde la sua individualità. Consideriamo, per esempio, il comportamento di Arjuna: all’inizio rifiutava di combattere perché aveva la sua individualità, ma una volta accettato Krishna come maestro spirituale, divenne un sisya (un discepolo) e obbedì aqualsiasi cosa Krishna gli ordinasse.
Ciò non significa che aveva perso la sua individualità, ma che volontariamente accettava di fare ciò che il Signore Supremo gli chiedeva. I miei discepoli, ad esempio, non hanno perso la loro individualità ma l’hanno offerta a Krishna: questo è un passo necessario nella vita spirituale. Prendiamo un altro esempio: un uomo che non ha rapporti sessuali non significa che è diventato impotente; se vuole può avere migliaia di rapporti sessuali, ma volontariamente ci rinuncia perché ha conosciuto un gusto superiore, pararti drstva nivartate.
Talvolta noi digiuniamo, ma ciò non significa che siamo malati, non significa neanche che non abbiamo fame o che non abbiamo nulla da mangiare. E un digiuno volontario.
Bob: Il devoto che si abbandona a Krishna mantiene i suoi gusti individuali?
Srila Prabhupada: Sì, completamente.
Bob: Continuano a esserci cose che gli piacciono e cose che non gli piacciono?
Srila Prabhupada: Sì, mantiene i suoi gusti ma dà la preferenza ai gusti di Krishna. Supponiamo che a me piaccia una certa cosa, ma che Krishna dica: “No, non devi prenderla.” In quel caso, per far piacere a Krishna, non la prendo.
nirbandhah krsna-sambandhe yuktam vairdgyam ucyate
Krishna dice chiaramente ciò che vuole e ciò che non vuole, perciò quando offriamo del cibo a Krishna dobbiamo offrirGli quello che piace a Lui e poi potremo prenderne i resti, cioè il prasada (misericordia di Krishna). A Krishna piace RàdhàrànI, quindi tutte le gopl cercano di farLa incontrare con Krishna. Esse pensano: “
A Krishna piace questa gopl. Cerchiamo di farLa incontrare con Krishna.” Questa è la coscienza di Krishna: soddisfare i sensi di Krishna, non i nostri. Questa è bhakti, questo è prema, amore per Krishna. “A Krishna piace questo, devo assolutamente darGlielo.”
Bob: Dopo che il cibo è stato offerto, viene servito il prasàda (cibo offerto a Krishna), però alcuni tipi di prasàda mi piacciono e altri no.
Srila Prabhupada: Non dovresti fare queste distinzioni. La perfezione è accettare qualsiasi cosa sia stata offerta a Krishna. Non puoi dire: “A me piace questo e quest’altro no.” Finché fai queste discriminazioni vuol dire che non hai capito che cos’è il prasàda.
Un devoto: Succede che a qualcuno possano piacere alcune cose e altre no.
Srila Prabhupada: Non ci sono cose che piacciono o non piacciono. Tutto ciò che piace a Krishna noi Faccettiamo.
Un devoto: Sì, ma supponiamo che qualcuno prepari del prasàda per Krishna e che il risultato sia scadente…
Srila Prabhupada: Se è cucinato con sincerità e devozione, Krishna lo gradirà. Vidu, per esempio, un giorno stava offrendo a Krishna alcune banane, ma era così assorto in meditazione che gettava via le banane e Gli offriva le bucce, e Krishna mangiava le bucce. [Tutti ridono] Krishna sapeva che il Suo devoto Gliele offriva con devozione, e quando c’è devozione Krishna accetta qualsiasi cosa. Non importa se dal punto di vista materiale è buono o no. Anche il devoto mangia qualsiasi tipo di prasàda, che sia materialmente buono o no, senza discriminare.
Un devoto: Ma se non c’è devozione, come in India…
Srila Prabhupada: Se non c’è devozione Krishna non accetta niente. Che sia buono o no, non l’accetta.
Un devoto: In India… qualcuno…
Srila Prabhupada: Oh, India, India. Non parlare dell’India! Parla di filosofia. Se non c’è devozione, Krishna non accetta niente, né in India né in Occidente. Krishna non è obbligato ad accettare il cibo che Gli offriamo solo perché è gustoso. A Vaikuntha i Suoi devoti Gli offrono un’infinita varietà di piatti squisiti; che bisogno ha del tuo cibo? Egli accetta la tua devozione, la bhakti. La cosa più importante è la devozione, non il cibo. Krishna non accetta nessun cibo di questo mondo materiale, accetta solo la devozione.
putrenti puspam phalam toyam yo me bhaktyà prayacchati tad ahaih bhakty-upahrtam asnàmi prayatàtmanah
“Chiunque Mi offra con amore e devozione una foglia, un fiore, un frutto e dell’acqua, accetterò la sua offerta.” Gli ingredienti necessari sono l’amore e la devozione. Per questo motivo, se una persona non è devota noi non le permettiamo di cucinare per Krishna. Krishna non accetta niente dalle mani di coloro che non sono Suoi devoti. Perché dovrebbe accettare? Krishna non è affamato, non ha bisogno di cibo, accetta solo la devozione, l’unica cosa che abbia importanza. Dobbiamo diventare bravi devoti, non bravi cuochi; e dopo essere diventati bravi devoti diventeremo anche bravi cuochi. La cosa principale è la devozione, tutte le altre qualità seguiranno. Ma se una persona non è devota, qualsiasi qualità abbia non ha valore perché agisce solo sul piano mentale.
[C’è una lunga pausa nella conversazione]
Srila Prabhupada: Che ore sono?
Syàmasundara: Le sei.
Srila Prabhupada: E molto importante fare domande e ascoltare le risposte. E di beneficio per tutti.
Bob: Avrei un’altra domanda sul prasada.
Srila Prabhupada: Suta GosvàmI dice:
munayah sadhu prsto ‘ham bhavadbhir loka-margalam yat krtah krsna-samprasno yenatmà suprasTdati
“O saggi, mi avete rivolto domande pertinenti, e queste domande hanno valore perché si riferiscono a Krishna e vanno così a beneficio di tutti. Solo queste domande potranno soddisfare completamente l’anima.” Krishna- samprasnah significa molto interessante. Quando fai domande e ascolti le risposte, quest’attività è loka-mangalam, cioè di buon auspicio per tutti.
Bob: Ancora non sono riuscito a capire bene cos’è il prasada, ma ci penserò su e, se vuoi, torniamo sull’argomento.
Srila Prabhupada: Prasada è sempre prasada, ma poiché non siamo abbastanza elevati, facciamo distinzione tra il prasada che ci piace e quello che non ci piace.
Bob: Ho trovato che qualche volta il prasada contiene troppe spezie e il mio stomaco ne risente.
Srila Prabhupada: Anche questo è causato alla nostra mancanza di comprensione, tuttavia il cuoco dovrebbe stare attento. A Krishna si deve offrire solo cibo di prima classe, e se il cuoco offre qualcosa di qualità scadente, non sta facendo bene il suo dovere…
Krishna può accettare qualsiasi cosa se è offerta dal Suo devoto, e il devoto può mangiare qualsiasi prasada, anche se contiene troppe spezie. Hiranyakasipu diede da bere a suo figlio del veleno, il figlio l’offrì a Krishna e poi lo bevve come se fosse nettare. Non si trattava di spezie, ma di veleno, vero e proprio veleno. E Pùtanà RàksasI offrì anche lei del veleno a Krishna, ma Krishna è così gentile che pensò: “Mi ha preso sulle ginocchia come se fosse Mia madre.”
Così bevve il veleno e le dette la liberazione. Krishna non vede la parte cattiva, vede solo quella buona. Per esempio, uno dei miei confratelli voleva fare un affare col mio maestro spirituale; il mio maestro, però, non considerò l’intenzione cattiva, ma solo quella buona, e pensò: “Il mio discepolo vuole rendermi un servizio.”
Bob: Vorrei farti un’altra domanda sul prasàda, se posso. Supponiamo che un devoto sia malato e non possa mangiare certi cibi; per esempio, qualcuno non può mangiare il ghl a causa di una malattia del fegato. Questo devoto deve mangiare ugualmente ogni tipo di prasàda?
Srila Prabhupada: No, no. Coloro che non sono perfetti nella devozione possono discriminare, solo un devoto perfetto non fa discriminazioni. Finché discrimini significa che non sei perfetto, quindi perché dovresti imitare un devoto perfetto e mangiare ogni cosa?
Bob: Oh.
Srila Prabhupada: Il punto è che il devoto perfetto non fa nessuna distinzione, per lui qualsiasi cosa offerta a Krishna è nettare. Krishna accetta tutto dal Suo devoto, e il devoto accetta tutto da Krishna. Capisci? Un devoto perfetto non discrimina, ma se non si è ancora perfetti, perché imitare chi lo è? Può darsi che io non digerisca certi cibi perché non sono ancora perfetto; non bisogna superare i limiti del buon senso. Nelle Scritture è detto:
krsna ye bhaje se bada catura
Il devoto sa qual è la propria posizione perciò sa sempre come comportarsi.