Krishna e Cristo

Krishna e Cristo
KRSNA, CRISTOS, CRISTO
Durante una passeggiata mattutina vicino al centro dell’Associazione per la Coscienza di Krsna di Francoforte sul Meno, nella Germania Occidentale, Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupàda, con alcuni suoi discepoli, fu raggiunto da Padre Emmanuel Jungclaussen, monaco benedettino del Monastero di Niederalteich. Notando che Snla Prabhupàda teneva tra le dita una corona con cui meditava, simile al rosario dei cattolici, Padre Emmanuel spiegò che anche lui recitava sempre una preghiera: “Gesù Cristo, sii misericordioso con noi.” Ebbe così inizio la seguente conversazione.
Srila Prabhupàda: Qual è il significato della parola Cristo?
Padre Emmanuel: Cristo viene dal greco Cristos, che vuol dire “unto”.
Srila Prabhupàda: Cristos è la versione greca della parola Krsna.
Padre Emmanuel: Molto interessante…
Srila Prabhupàda: In India, quando una persona dice Krsna spesso pronuncia “Krsta”. Krsta, in sanscrito, significa “fascino”. Perciò, quando ci rivolgiamo a Dio chiamandoLo “Cristo”, “Krsta” o “Krsna”, ci riferiamo sempre a Lui: la Persona Suprema, Dio, l’infinitamente affascinante. Quando Gesù disse: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il Tuo nome”, quel nome era Krsta o Krsna. È d’accordo?
Padre Emmanuel: Penso che Gesù, come figlio di Dio, ci abbia rivelato il vero nome di Dio: Cristo. Possiamo anche chiamare Dio “Padre”, ma se vogliamo rivolgerci a Lui con il Suo vero nome diremo “Cristo”.
Srlla Prabhupàda: Sì, “Cristo” è un altro modo di dire Krsta e “Krsta” è un altro modo di pronunciare Krsna, il nome di Dio. Gesù disse di glorificare il nome di Dio, ma ieri ho sentito un teologo affermare che Dio non ha nome, possiamo solo chiamarLo “Padre”. Naturalmente un figlio può rivolgersi a suo padre chiamandolo “padre”, ma questo non vuol dire che egli non abbia un nome proprio. Dio è un nome indeterminato per la Persona Suprema, che Si chiama in realtà Krsna. “Cristo”, Krsta” o Krsna”: con qualsiasi nome Lo chiamate è sempre a Dio, la Persona Suprema, a cui vi rivolgete.
Padre Emmanuel: Sì, se vogliamo parlare del vero nome di Dio, diremo “Cristo”. Nella nostra religione abbiamo la Trinità: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, e crediamo che il nome di Dio può esserci rivelato solo dal figlio di Dio. Gesù Cristo rivelò il nome del Padre, perciò accettiamo Cristo come il nome di Dio.
Srila Prabhupàda: In realtà Krsna o Cristo è lo stesso. La cosa importante è seguire i princìpi vedici, che raccomandano, per la nostra era, il canto del nome di Dio. Il metodo più facile è cantare il mahà-mantra
Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare
Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama Hare Hare
Rama e Krsna sono due nomi di Dio e Hare è la Sua energia. Cantando il mahà-mantra ci rivolgiamo quindi a Dio insieme alla Sua energia. Il Signore ha due energie: una spirituale, l’altra materiale. In questo mondo, stretti nella morsa dell’energia materiale, preghiamo Krsna che ci liberi dalla schiavitù alla materia e ci accolga tra coloro che sono impegnati nel servizio dell’energia spirituale. Questa è l’essenza della nostra filosofia. Hare Krsna significa: “O energia divina, o Dio (Krsna), impegnami al Tuo servizio.”
È nella nostra natura rendere servizio a qualcuno o a qualcosa. Purtroppo, ora ci siamo abbassati a servire la materia, ma se volgiamo il nostro servizio verso l’energia spirituale, la nostra vita diventerà perfetta. Credersi un indù, un musulmano, un cristiano, credersi questo o quello, sono solo etichette che ci siamo incollati. Praticare il bhakti-yoga (servizio d’amore a Dio) significa liberarsi da tutte queste errate designazioni e dedicarsi esclusivamente al servizio di Dio. Abbiamo creato tante religioni, quella cristiana, indù, musulmana…, ma solo quando troveremo quella religione che non ci fa più credere di essere indù, cristiani o musulmani, potremo definirla bhakti, pura religione.
Padre Emmanuel: Muktil
Srila Prabhupàda: No, bhakti. Mukti (liberazione dalle sofferenze materiali) è già inclusa nella bhakti, dipende da essa. Infatti chi agisce al livello della bhakti ha già raggiunto la liberazione, come conferma la Bhagavad-gità (14.26):
màm ca yo vryabhicdrena
bhakti-yogena sevate
sa gunàn samatityaitàn
brahma-bhùyàya kalpate
“Colui che si assorbe completamente nel servizio di devozione, senza mai deviare, trascende subito i tre gunà e raggiunge il livello del Brahman“.
Padre Emmanuel: Krishna è il Brahman?
Srila Prabhupàda: Krsna è il Parabrahman. Nella realizzazione del Brahman ci sono tre aspetti: Brahman impersonale, Paramàtmà localizzato e Brahman personale. Krsna è personale, Egli è il Supremo Brahman, perché Dio è, in ultima analisi, una Persona. Nello Srimad-Bhàgavatam (1.2.11) si afferma:
vadanti tat tattva-vidas
tattvam yaj jnanam advayam
brahmeti paramatmeti
bhagavan iti sabdyate
“Gli spiritualisti eruditi, che conoscono la Verità Assoluta, definiscono questa sostanza non-duale come Brahman, Paramàtmà e Bhagavàn.” L’aspetto personale è la tappa finale nella realizzazione di Dio. Tutte le perfezioni sono presenti in Lui in modo completo: Dio è il più potente, il più ricco, il più bello, il più famoso, il più saggio e il più rinunciato.
Padre Emmanuel: Sì, sono d’accordo.
Srila Prabhupàda: Dio è assoluto, perciò il Suo Nome, la Sua Forma e le Sue Qualità, anch’esse assolute, non sono differenti da Lui. Cantando il Suo Santo Nome si entra in diretto contatto con Lui e si acquisiscono qualità divine. Una volta purificati completamente potremo godere della Sua compagnia.
Padre Emmanuel: Ma la nostra comprensione del nome di Dio è limitata.
Srila Prabhupàda: È vero, noi siamo limitati, ma Dio è illimitato e assoluto; ha un infinito numero di nomi, ognuno dei quali è assoluto, ognuno dei quali è Dio. La nostra comprensione dei Suoi nomi varia in proporzione al nostro avanzamento spirituale.
Padre Emmanuel: Anche noi cristiani predichiamo l’amore per Dio e cerchiamo di svilupparlo rendendo a Dio servizio con tutto il cuore. Che differenza c’è quindi tra il vostro movimento e il nostro? Perché manda i suoi discepoli in Occidente a predicare l’amore per Dio, quando il Vangelo di Gesù Cristo offre lo stesso messaggio?
Srila Prabhupàda: Purtroppo i cristiani non seguono i comandamenti di Dio. Ecco il problema. Non è d’accordo?
Padre Emmanuel: Sì, in ampia misura, lei ha ragione.
Srila Prabhupàda: Che valore ha quindi l’amore che i cristiani hanno per Dio? Se non seguite gli ordini di Dio, dov’è il vostro amore? Se amate Dio non disubbidite ai Suoi ordini; se trascurate le Sue istruzioni significa che il vostro amore non è sincero. Oggi la gente preferisce amare i cani piuttosto che Dio. Il Movimento per la Coscienza di Krsna intende risvegliare nella gente il dimenticato amore per Dio e insegnare a tutti che cosa veramente significhi amare Dio. Non solo i cristiani sono condannabili, ma anche gli indù, i musulmani e tutti gli altri. Si fanno passare per cristiani, indù o musulmani, ma non ubbidiscono a Dio. Questo è il problema.
Visitatore: Lei afferma che i cristiani trasgrediscono le leggi di Dio. In che modo?
Srila Prabhupàda: “Non uccidere” dice un comandamento, ma essi continuano a costruire mattatoi. I cristiani si rifiutano di seguire questo comandamento. Non è d’accordo?
Padre Emmanuel: Personalmente devo ammettere che è vero.
Srila Prabhupàda: Ebbene, se i cristiani vogliono amare Dio devono finirla col massacro di questi animali.
Padre Emmanuel: Ma questa non è la cosa più importante …
Srila Prabhupàda: Se trascurate una cifra, ci sarà un errore nel vostro calcolo. Qualsiasi numero sommerete o sottrarrete in seguito, il vostro calcolo rimarrà sempre sbagliato a causa di quell’errore iniziale. Non possiamo accettare una parte delle Scritture e rifiutarne un’altra, a nostro piacere, e pretendere di ottenere un risultato positivo. Un contadino, per esempio, vedendo che la gallina mangia con il becco e depone le uova con la parte posteriore del corpo, pensa: “È costoso mantenere la parte anteriore della gallina perché devo nutrirla.
Meglio tagliarla via.” Ma una gallina senza testa come può produrre delle uova? Se nelle Scritture trascuriamo le regole difficili da seguire per obbedire solo a quelle facili, che vantaggio trarremo da tale interpretazione? Bisogna seguire tutte le ingiunzioni delle Scritture così come sono, e non soltanto quelle che ci convengono. L’ordine è di “non uccidere”, se lo trascurate, come potete dire di amare Dio?
Visitatore: I cristiani pensano che questo comandamento si applichi solo agli uomini, non agli animali.
Srila Prabhupàda: Vorrebbe dire che Cristo non fu abbastanza intelligente da usare la parola giusta: omicidio? C’è differenza tra uccidere e commettere un omicidio. Quest’ultimo si riferisce agli esseri umani, mentre il primo vale per tutte le uccisioni, soprattutto per quelle animali. Pensa veramente che Cristo non fosse abbastanza intelligente da usare la parola adatta “omicidio” invece di “uccidere”, se voleva indicare solo l’uccisione di uomini?
Padre Emmanuel: Ma nel Vecchio Testamento questo comandamento si riferisce all’omicidio. E quando Gesù disse: “Non uccidere” non solo intendeva istruire l’uomo a non uccidere i suoi simili, ma voleva anche insegnargli a nutrire amore per il prossimo. Oltre a un senso fisico, gli diede anche un significato morale: non insultate, non offendete, non maltrattate gli altri. Parlò quindi sempre di relazione tra uomini, mai tra uomini e animali.
Srila Prabhupàda: Questo testamento o quello non è importante. A noi interessano le parole usate nei comandamenti. Ma se volete interpretare queste parole, allora è un’altra cosa. “Non uccidere”, vuol dire che i cristiani non dovrebbero uccidere: questo è il significato diretto. Potete naturalmente avanzare molte interpretazioni per giustificare il vostro comportamento, ma noi sappiamo bene che qui non c’è alcun bisogno d’interpretare. Solo quando le cose non sono chiare ci possono essere interpretazioni, ma qui il significato è evidente. “Non uccidere” è una chiara istruzione, perché interpretarla?
Padre Emmanuel: Ma anche nutrendosi soltanto di vegetali si deve uccidere.
Srila Prabhupàda: La filosofia vaisnava insegna a non uccidere neppure le piante se non è necessario. Nella Bhagavad-gità (9.26) Krsna dice:
patrath puspam phalam toyam
yo me bhaktyà prayacchati
tad ahath bhakty-upahrtam
usuami prayatàtmanah
“Chiunque Mi offra, con amore e devozione, una foglia, un fiore, un frutto e dell’acqua, accetterò la sua offerta.” Noi offriamo a Krsna solo quei cibi che Lui gradisce, poi mangiamo i resti dell’offerta. Se offrire a Krsna cibo vegetariano fosse peccato, sarebbe Lui a commetterlo, non noi. Ma Dio è apàpa-viddh immune dalle reazioni del peccato. È come il sole che con la sua potenza purifica persino l’urina, o come un re che col suo potere può condannare a morte un assassino, ma non è personalmente soggetto a punizione.
Mangiare cibo offerto a Krsna è un po’ come uccidere un soldato in tempo di guerra. Quando il comandante ordina di attaccare, il soldato ubbidiente che uccide il nemico riceverà una medaglia. Ma quello stesso soldato verrà punito se ammazza qualcuno di propria iniziativa. Così, quando mangiamo solo prasàda (resti del cibo offerto a Krsna), non commettiamo peccati. La Bhagavad-gìta (3.13) lo conferma:
yajm-sistàsinah santo
macyante sarva-kilbisaih
bhunjate te tv agham papa
ye pacanty àtma-karanat
“I devoti del Signore sono liberi da ogni colpa, perché mangiano soltanto alimenti offerti in sacrificio. Coloro, invece, che preparano cibi solo per il proprio piacere non si nutrono che di peccati.“
Padre Emmanuel: Non è possibile che Krsna autorizzi a mangiare carne?
Srila Prabhupàda: Sì, nel regno animale. Ma l’uomo civilizzato, religioso, non è fatto per uccidere gli animali e mangiarseli. Se smettete di uccidere gli animali e cantate il Santo Nome di Cristo, tutto migliorerà. Non sono venuto a insegnarvi qualcosa di nuovo, ma solo a pregarvi di cantare il nome di Dio. Anche la Bibbia vi chiede la stessa cosa. Possiamo unirci nel glorificare il nome di Dio e se avete pregiudizi verso il nome di Krsna, cantate “Cristo” o “Krsta”, non c’è differenza. Srl Caitanya disse: mhanàm akdri bahudhà nija-sarva-saktih. “Dio ha milioni e milioni di nomi e ognuno di essi ha la Sua potenza, perché non c’è differenza tra Dio e il Suo nome.”
Anche se preferite considerarvi indù, cristiani o musulmani, semplicemente cantate il nome di Dio menzionato nelle vostre Scritture e giungerete così al livello spirituale. La vita umana è destinata alla realizzazione spirituale. Questo è il vero privilegio della forma umana. Imparare ad amare Dio è il dovere dell’uomo; non importa se compie il suo dovere da indù, da cristiano o da musulmano, l’importante è che lo compia!
Padre Emmanuel: Sono d’accordo con lei.
Srila Prabhupàda (mostrando una corona di 108 grani usata per la meditazione): Voi avete il rosario e noi abbiamo questa corona con cui recitiamo il nome di Dio, ma perché gli altri cristiani non fanno altrettanto? Perché sprecare questa occasione che la vita umana ci offre? Gli animali non possono pronunciare il nome di Dio, ma noi siamo provvisti di una lingua umana. Che cosa perdiamo a cantare i Santi Nomi di Dio? Nulla, anzi ne trarremo un grande beneficio. I miei discepoli cantano costantemente Hare Krsna.
Potrebbero andare al cinema o fare tante altre cose, se volessero, ma non sono interessati a queste attività. Non mangiano carne, né pesce, né uova, non prendono sostanze intossicanti, non bevono, non fumano, non partecipano a giochi d’azzardo, evitano le speculazioni mentali e le relazioni sessuali illecite, ma tutti cantano il nome di Dio. Se volete collaborare con noi, andate nelle chiese e cantate “Cristo”, “Krsta” o “Krsna”. Qual è la difficoltà?
Padre Emmanuel: Nessuna difficoltà, personalmente sarei felice di unirmi a voi.
Srila Prabhupàda: Noi ci rivolgiamo a lei come rappresentante della Chiesa Cattolica. Invece di chiudere le chiese, perché non le date a noi? Le useremmo per glorificare il nome di Dio ventiquattr’ore al giorno. In molte città abbiamo acquistato delle chiese che avevano dovuto chiudere perché nessuno le frequentava più. A Londra ho visto centinaia di chiese vuote e altre usate a scopi mondani. A Los Angeles ne abbiamo acquistata una che nessuno frequentava, ma se lei visita quella stessa chiesa oggi, vi troverà migliaia di persone. Ogni persona intelligente può comprendere Dio in pochi minuti.
Padre Emmanuel: Capisco.
Srila Prabhupàda: La gente non capisce, perché non vuole capire. Questa è la malattia.
Visitatore: Penso che per capire Dio non ci voglia intelligenza, ma umiltà.
Srila Prabhupàda: Umiltà significa intelligenza. Il regno di Dio è degli “umili e dei miti”, si afferma nella Bibbia. Ma la filosofia dei ciarlatani insegna che tutti sono Dio e quest’idea è diventata di moda. Come si può essere umili e miti se tutti pensano di essere Dio? Io insegno ai miei discepoli ad acquisire quelle qualità che permetteranno loro di fare un rapido avanzamento spirituale.
Essi si prosternano sempre di fronte alle forme di Dio nel tempio e davanti al maestro spirituale. Nei Veda si afferma: “Il senso e la portata del sapere vedico si rivelano immediatamente, in tutta la loro pienezza, solo alle grandi anime dotate di una fede totale in Dio e nel maestro spirituale”.
Padre Emmanuel: Si dovrebbe essere umili con tutti.
Srila Prabhupàda: Sì, ma ci sono due tipi di rispetto: speciale e normale. Sri Krsna Caitanya insegnò a rispettare tutti, anche chi non ci mostra rispetto, senza mai aspettarsi onori in cambio. Ma un particolare rispetto va a Dio e al Suo puro devoto.
Padre Emmanuel: Sì, è giusto.
Srila Prabhupàda: Penso che i preti dovrebbero collaborare con il Movimento per la Coscienza di Krsna. Cantare il nome di Cristo e non indulgere più nel massacro di animali è un programma che va d’accordo con gli insegnamenti della Bibbia, non è una filosofia di mia invenzione. Mettete in pratica questi insegnamenti e vedrete che la situazione mondiale cambierà.
Padre Emmanuel: La ringrazio molto.
Srila Prabhupàda: Hare Krsna.
Ho trovato un insegnamento puro e genuino,chi crede fortemente e fermamente penso che possa salire in cielo e vedere la potenza di dio siamo in questa terra per glorificare Dio perché in terra tutto sarà dimenticato e tutto appartiene a dio alleluia alleluia alleluia sia fatta la volontà di Dio uomo affidati a dio amen così sia
Hare Krishna, tutte le glorie a SDG Srila Prabhupada.
Da quello che scrivi si evince che hai molta confusione……. Dovresti ascoltare molto di più per comprendere, perche la credenza che citi è per chi non ha compreso e diventa facilmente un sentimentalismo, semplice fanatsimo e anche un imbroglio.
Prima di tutto devi comprendere perfettamente bene che non sei il corpo grossolano e nemmeno il corpo sottile fatto di mente, intelligenza e falso ego, altrimenti qualsiasi discorso è inutile e diventa solo una perdita di tempo.
Quindi, approfondisci, con la Sri Isopanisad e poi BHagavad Gita……
Hai testi e lezioni con tutto quello che serve, approfittane.
Volendo avete anche il canale youtube con le lzioni in audio https://www.youtube.com/@vedainitaliano4361/videos
Haribol