La Perfezione Della VitaLO SCOPO DELLA VITA

La Perfezione Della VitaLO SCOPO DELLA VITA

LO SCOPO DELLA VITA

Ogni essere umano riflessivo si fa la domanda fondamentale: “Qual è 10 scopo della vita?” Sfortunatamente, la nostra difficoltà nel trovare il senso finale è aggravata dal fatto che migliaia di filosofie conflittuali, religioni ed ideologie, insieme ai loro proponenti, sono in competizione per la nostra fiducia. In un discorso tenuto alla Comvay Hall di Londra nel 1969 Srila Prabhupàda fornisce qualche semplice e illuminante consiglio.

Oggi parleremo della nostra relazione con Dio, cioè parleremo della realizzazione spirituale. Il movimento del sankirtana è il sistema più facile per realizzarsi spiritualmente perché purifica il cuore. Equivochiamo sulla nostra identità perché lo specchio della mente è coperto dalla polvere. Non ci si può specchiare in uno specchio coperto di polvere, ma se lo specchio è pulito, ci si può vedere bene. La meditazione, quindi, è un metodo per purificare il cuore. Meditazione significa cercare di comprendere la propria relazione col Supremo.
Esiste una relazione con qualsiasi cosa con cui entriamo in contatto. In questo momento sono seduto su questo cuscino, la relazione quindi è che io mi siedo e il cuscino mi sostiene. Voi avete delle relazioni. Siete inglesi o indiani, avete quindi una relazione con la vostra società, con la vostra famiglia, con i vostri amici.

Qual è allora la nostra relazione con Dio?

Se ponete questo quesito, pochissime persone sapranno spiegare la loro relazione con Dio. Diranno: “Cos’è Dio? Dio è morto. Non credo in Dio ed è inutile parlare di una relazione con Lui.” Poiché i loro cuori sono sporchi, non riescono a vedere. Abbiamo una relazione con qualsiasi cosa, perché allora non cerchiamo di capire la nostra relazione con Dio? È questo un comportamento intelligente? No. Questa è ignoranza.

Tutte le creature di questo mondo sono coperte dalle tre influenze della natura materiale ed è per questo che non possono vedere Dio. Non possono capire Dio né cercano di provarci, ma Dio esiste. Alla mattina in Inghilterra c’è foschia, non si può vedere il sole perché è coperto dalla nebbia. Significa che il sole non esiste? Non potete vederlo perché i vostri occhi sono coperti, ma se spedite un telegramma dall’altra parte del pianeta, vi risponderanno: “Sì, qui c’è il sole. Lo vediamo. È veramente abbagliante, pieno di luce.”

Quando negate l’esistenza di Dio, o non vi rendete conto di quale sia la vostra relazione con Lui, significa che mancate di conoscenza. Non è che Dio non ci sia, siamo noi che non riusciamo a vederLo. Il sole non è coperto. Non può essere coperto. La nebbia, le nuvole o la foschia non hanno la capacità di coprire il sole. È talmente grande! È molte volte più grande della Terra e le nuvole possono coprire al massimo dieci, venti o cento miglia. Come possono quindi coprire il sole? No, non possono. Coprono solo i nostri occhi. Quando arriva un nemico e il coniglio non può difendersi, chiude gli occhi e pensa: “Il mio nemico se n’è andato.” Similmente, noi siamo coperti dall’energia esterna del Signore e pensiamo: “Dio è morto.”

Il Signore possiede tre tipi d’energia. Il Visnu Purana, i Veda e le Upanisad descrivono le energie del Signore Supremo. P a raspa saktir vividhaiva srùyate (Svetdsvatara Upanisad 6.8). Sakti significa “energia”. Il Signore possiede molteplici energie. I Veda dicono: “Dio non ha niente da fare.” Noi dobbiamo lavorare perché non abbiamo altri mezzi per sopravvivere, dobbiamo mangiare e desideriamo divertirci, ma perché Dio dovrebbe lavorare? Dio non ha necessità di lavorare. Come possiamo dire allora che Dio ha creato quest’universo? Non è un lavoro? No. Allora com’è successo? Le Sue molteplici energie sono così potenti da poter agire autonomamente e con piena conoscenza.

Vediamo come un fiore sboccia e cresce e come gradualmente esibisce svariati colori: da un lato una piccola macchia, dal lato opposto un’altra, bianco da un lato, ancora più bianco dall’altro. Anche la farfalla esibisce questa simmetria artistica. È completamente dipinta, ma in modo così perfetto e così rapido che non si riesce a capire come. Non possiamo capire come tutto ciò sia stato compiuto, ma è stato compiuto dall’energia del Signore.

La gente dice che Dio è morto, che non esiste, e che non abbiamo nessuna relazione con Lui perché manca di conoscenza. Questi pensieri sono paragonati ai pensieri di un uomo terrorizzato da un fantasma. Proprio come un uomo in preda al terrore dice sciocchezze, quando siamo coperti dall’energia illusoria del Signore diciamo che Dio è morto. Ma non è la realtà. Abbiamo bisogno di questo semplice metodo del canto del mantra Hare Krsna per purificare il nostro cuore. Cantando Hare Krsna nella vostra vita di famiglia, nel vostro club, nella vostra casa, per strada — dovunque — le tenebre che coprono il vostro cuore saranno rimosse. Comprenderete allora la vostra vera posizione costituzionale.

Sri Caitanya Mahàprabhu raccomandò: ceto-darpana-màrjanam (Srl Siksàstaka, 1). Marjanam significa “pulire” e darpanam significa “specchio”. Il cuore è uno specchio. È come una macchina fotografica. Una macchina fotografica scatta qualsiasi tipo di fotografia di giorno e di notte, e altrettanto fa il nostro cuore, scatta fotografie e le mantiene nell’inconscio. Gli psicologi lo sanno. Il cuore scatta un incredibile numero di fotografie e ne rimane coperto. Noi non sappiamo quando tutto questo è iniziato, ma il fatto è che a causa del contatto materiale, la nostra vera identità ne è rimasta coperta. Perciò ceto-darpana mdrjanam: occorre purificare il cuore.

Esistono diversi metodi per purificare il cuore — il jnana, lo yoga, la meditazione e le attività pie. Anche il karma purifica
il cuore. Se si agisce in modo pio, il cuore si purificherà gradualmente. Purtroppo tutti questi metodi raccomandati per la purificazione del cuore, sono molto difficili da praticare in quest’era. Per seguire il sentiero della conoscenza filosofica occorre diventare molto eruditi, leggere numerosi libri, avvicinare grandi professori e studiosi e filosofare.

Anche la meditazione è un metodo raccomandato. Ci si dovrebbe chiedere: “Chi sono io?” Riflettere un attimo: “Sono questo corpo? No. Sono questo dito? No, questo è il mio dito.” Guardando la vostra gamba, direte: “Questa è la mia gamba.” Troverete così molte cose che sono “mie”, ma che cos’è allora “l’io”? Se tutto è mio, dov’è “l’io”? Quando si comincia a cercare “l’io” allora si medita. Meditazione autentica significa concentrare tutti i sensi in questa ricerca. È un metodo molto difficile, perché occorre controllare i sensi. I sensi trascinano verso l’esterno, invece occorre riportarli verso l’interno per l’introspezione.

Nel sistema yoga si susseguono otto fasi. La prima è controllare i sensi seguendo i princìpi regolatori. Poi ci sono le posture che aiutano a concentrare la mente. Sedersi inclinati non ci sarà di alcun aiuto; occorre sedersi perfettamente diritti. Poi c’è il controllo del respiro, poi la meditazione, poi il samàdhi. Al giorno d’oggi queste pratiche sono veramente difficili. Nessuno è in grado di attuarle immediatamente. Gli pseudo metodi yoga sono frammentari, vengono praticate solo le posizioni sedute e alcuni esercizi respiratori, ma tutto ciò non può portare alla perfezione.

L’autentico metodo yoga, sebbene sia un metodo raccomandato dai Veda, è molto difficile da praticare in quest’epoca. Si può cercare di acquisire la conoscenza anche col metodo filosofico speculativo: “Questo è Brahman, questo non lo è, allora cos’è il Brahman? Cos’è l’anima spirituale?” Anche questa discussione filosofica empirica è raccomandata, ma è inutile in quest’epoca.

Caitanya Mahàprabhu, e non solo Lui, ma anche le Scritture vediche dicono:

harer nama harer nama

harer namaiva kevalam

kalau nasty eva nasty eva

nasty eva gatir anyathd

Kalau significa “in quest’epoca”. Nàsty eva, nàsty eva, nàsty eva — tre volte nàsty eva. Eva significa “certamente” e nàsty significa “no”. “Certamente no, certamente no, certamente no.” Cosa vuol dire “certamente no”? Non ci si può realizzare con il karma. Questo è il primo “certamente no”. Non ci si può realizzare con il jnàna. Questo è il secondo “certamente no”. Non ci si può realizzare con lo yoga. Questo è il terzo “certamente no.” Kalau significa “in quest’epoca”. Kalau nàsty eva nàsty eva nàsty eva gatir anyathà. In quest’epoca non si potrà avere successo avvalendosi di questi tre metodi. Qual è dunque il metodo consigliato? Harer nàma harer nàrna harer nàmaiva kevalam. Semplicemente cantare il mantra Hare Krsna. Kevalam significa “solo”. Cantare solo Hare Krsna. È il metodo più facile e più sublime. È raccomandato, pratico e autorizzato. Quindi cantatelo. Cantatelo in qualsiasi condizione vi troviate. Cantate. Non costa niente, non si perde niente. Non cantiamo qualcosa di segreto. È aperto a tutti. E cantando purificherete il vostro cuore.

In questo mondo materiale nessuno vuole la miseria, ma la miseria arriva. Viene senza preavviso, come un fuoco nella foresta che divampa senza che nessuno abbia acceso un fiammifero. Nessuno vuole la guerra, ma la guerra arriva. Nessuno vuole la carestia, ma la carestia arriva. Nessuno vuole l’epidemia, ma questa arriva. Nessuno vuole uno scontro, ma gli scontri arrivano. Nessuno vuole incomprensioni, ma queste ci sono. Perché? È come un fuoco che divampa nella foresta e non può essere estinto con gli idranti. Questo fuoco portatore di problemi non può essere estinto dal cosiddetto progresso della conoscenza. No. Non è possibile. Non si può estinguere il fuoco nella foresta usando un idrante o portando dell’acqua, così i problemi della nostra vita non possono essere risolti con metodi materiali.

Ci sono molti esempi a questo proposito. Prahlàda Maharaja dice: “Caro Signore, il padre e la madre non possono veramente proteggere i loro bambini.” il padre e la madre si prendono cura dei loro figli; è il loro dovere. Ma non sono i protettori finali. Quando le leggi della natura chiamano il bambino, il padre e la madre non possono proteggerlo. Anche se il padre e la madre sono generalmente considerati i protettori del bambino, in realtà non è così. Se si sta attraversando l’oceano e si pensa di aver ottenuto un buon posto sulla nave, questo ci proteggerà? No. Si può ugualmente affogare. Un bell’aeroplano vola nel cielo, tutti sono tranquilli ma all’improwiso precipita. Niente di materiale potrà proteggerci. Una persona ammalata può rivolgersi a un bravo medico che le prescriverà una buona medicina, ma questo non le garantirà di poter continuare a vivere. Qual è allora la garanzia finale? Prahlàda Maharaja dice: “Caro Signore, se Tu abbandoni una persona, niente potrà proteggerla.”

Questa è la nostra esperienza pratica. Possiamo inventare molti sistemi per risolvere i problemi che le leggi della natura materiale ci presentano, ma non sono sufficienti. Non risolveranno mai tutti i problemi e non ci saranno di alcun conforto. Questa è la realtà. Krsna dice nella Bhagavad-gita: “Màya, l’energia esterna, è molto molto forte. Nessuno può superarla. È quasi impossibile.” Come possiamo liberarci da questa energia materiale? Krsna dice: “Semplicemente arrendendosi a Me si può ottenere sollievo dall’assalto della natura materiale.” Questa è la realtà. Dobbiamo quindi purificare il cuore per conoscere la nostra relazione con Dio.

Nella Katha Upanisad è affermato, nityo nityamrh cetanas cetanànam. Dio, la Persona Suprema, la Verità Assoluta, è eterno. Dio è eterno e anche noi lo siamo. Ma i Veda indicano che Egli è la creatura suprema. Non è morto. Se non fosse vivo, come funzionerebbe questo mondo? Nella Bhagavad-gita Krsna dice: “Le cose funzionano sotto la Mia supervisione.” Anche nella Bibbia è detto: “Dio creò.” Questa è la realtà. Non è vero che in un primo tempo c’era una massa informe e poi si è verificata questa o quella combinazione. No. I Veda ci dicono come sono andate realmente le cose, ma noi dobbiamo aprire gli occhi per vedere, ceto-darpana-màrjanam. Questo è il modo per purificare i nostri cuori. Quando li avremo purificati, saremo in grado di comprendere cosa dicono Krsna e i Veda. Abbiamo bisogno di purificarci. Se un uomo soffre d’itterizia e gli si dà una zolletta di zucchero, dirà che è molto amaro.

Lo zucchero è amaro? No, è molto dolce. E la medicina per l’itterizia è lo zucchero. La scienza moderna lo prescrive e anche la letteratura vedica lo prescrive. Se assume lo zucchero, guarirà dall’itterizia. E quando sarà guarito dirà: “È molto dolce.” Così la moderna itterizia della civiltà atea può essere curata con il canto del mantra Hare Krsna. All’inizio sembrerà amaro, ma progredendo ci renderemo conto di quanto piacevole sia cantarlo.

Non appena comprenderemo qual è la nostra identità, la nostra relazione con Dio, diventeremo immediatamente felici. Siamo pieni di miserie perché ci siamo identificati con questo mondo materiale. E per questo che siamo infelici. Le ansie e le paure sono dovute alla nostra identificazione con il mondo materiale. L’altro giorno stavo spiegando che chi s’identifica con questo sacco di ossa e di pelle è come un animale. Cantando Hare Krsna quest’equivoco sarà chiarito. Purificazione del cuore significa comprendere di non appartenere a questo mondo materiale. Aham brahmàsmi: sono un’anima spirituale. Fintanto che ci identifichiamo con l’Inghilterra, con l’India o con l’America rimarremo ignoranti. Oggi tu sei inglese perché sei nato in Inghilterra, ma nella tua prossima vita potresti nascere in Cina o in Russia o in qualche altro paese. Potresti anche non avere una forma umana. Oggi tu sei un nazionalista, sei un grande seguace del tuo Paese, ma domani nel tuo Paese potresti essere una mucca che viene portata al mattatoio.

Dobbiamo conoscere bene la nostra identità. Caitanya Mahàprabhu dice che la vera identità di ogni creatura è quella di essere l’eterna servitrice di Dio. Se penso: “Non sono il servitore di nessuno; il mio compito è servire Dio”, sono libero. Il cuore è immediatamente purificato e si ottiene la liberazione. Dopo averla ottenuta, tutte le preoccupazioni e le ansie di questo mondo svaniscono perché capisco che: “Sono un servitore di Dio. Dio mi proteggerà. Perché dovrei preoccuparmi?” È come essere bambini. Un bambino sa che i suoi genitori si prenderanno cura di lui. E libero. Se cercasse di toccare il fuoco, sua madre lo avvertirebbe subito dicendogli: “Non toccare il fuoco.” La madre si prende sempre cura del suo figlioletto. Perché quindi non vi affidate a Dio? Sarete così sotto la Sua protezione.

La gente va in chiesa e dice: “Signore, dacci il nostro pane quotidiano.” Se il Signore non ce lo desse, non potremmo vivere. Questa è la realtà. Anche i Veda dicono che Dio, la Persona Suprema, supplisce a tutte le necessità di ogni creatura vivente. Dio fornisce cibo a tutti. Noi esseri umani abbiamo i nostri problemi economici, ma quale altra società ha questi problemi? La società degli uccelli non ha problemi economici. Gli animali non hanno problemi economici. Ci sono milioni di specie viventi e tra tutte quella umana è molto limitata, ma si è creata innumerevoli problemi — cosa mangiare, dove dormire, come riprodursi, come difendersi.

Questi per noi sono problemi, ma la maggior parte delle creature, come gli acquatici, i pesci, le piante, gli insetti, gli uccelli, i mammiferi e i milioni di altre creature non ha questi problemi. Anche loro sono creature viventi. Non pensate che siano diverse da noi. Non è vero che gli esseri umani siano le uniche creature viventi e che le altre siano morte. No. E chi fornisce loro cibo e rifugio? Dio. Le piante e gli animali non vanno in ufficio o all’università per acquisire un’educazione tecnologica e guadagnarsi da vivere. Come fanno a mangiare? Dio fornisce loro il cibo. L’elefante mangia centinaia di chili di cibo al giorno. Chi glielo fornisce? Provvedete voi all’elefante? Ci sono innumerevoli elefanti. Chi
li rifornisce?

Sapere che Dio fornisce il necessario è meglio che pensare. “Dio è morto. Perché dovremmo andare in chiesa e pregare Dio di darci il pane?” La Bhagavad-gita dice: “Quattro tipi di persone avvicinano Krsna: l’infelice, chi ricerca la ricchezza, il curioso e il saggio.” Queste sono le quattro classi di persone che avvicinano Dio. “Mio Signore, ho molta fame. Dammi il pane quotidiano.” Questo va bene. Coloro che avvicinano Dio in questo modo sono considerati sukrtinah. Sukrti significa “pio”. Sono persone pie. Sebbene chiedano denaro e cibo, sono considerate pie perché avvicinano Dio. Gli altri sono proprio all’opposto. Sono duskrtina, empi. Krti significa “meritevole”, mentre la parola duskrti indica che la loro energia è usata impropriamente per creare distruzione.

Proprio come l’inventore degli ordigni atomici. Ha un cervello che ha usato impropriamente. Ha creato qualcosa di terribile. Create qualcosa che permetta all’uomo di non morire più. A che serve creare qualcosa che ucciderà di colpo milioni di persone? Queste persone moriranno comunque, oggi, domani o tra cent’anni, quindi che cosa hanno fatto gli scienziati? Create qualcosa in modo che l’uomo non debba morire immediatamente, in modo che non esistano più le malattie e la vecchiaia. Così farete qualcosa di utile. I duskrtina non vanno mai da Dio. Non tentano mai di comprendere Dio. È per questa ragione che la loro energia è mal impiegata.

I materialisti grossolani che ignorano la loro relazione con Dio vengono descritti nella Bhagavad-gita col termine tnùdha. Mudha significa “mulo”, “somaro”. Coloro che lavorano duramente per guadagnare sono paragonati ai muli. Mangiano ogni giorno gli stessi quattro capati (pane piatto fatto con farina integrale) e lavorano senza necessità per guadagnare ingenti somme di denaro. Altri sono definiti naradhama. Naradhama significa “il più basso tra gli uomini”.

La forma umana è concepita per la realizzazione di Dio. È un diritto dell’uomo cercare di realizzare Dio. Solo colui che conosce il Brahman, Dio, è un brahmano. Questo è il compito della forma umana. In ogni società umana esiste un sistema chiamato “religione” col quale si può cercare di comprendere Dio. Non ha importanza che si tratti della religione cristiana, musulmana o induista. Non ha importanza. Il sistema permette di comprendere Dio e la nostra relazione con Lui. Questo è il compito degli esseri umani, ma se viene ignorato la società umana diventa una società animale. Gli animali non hanno alcuna capacità di comprendere Dio e la loro relazione con Lui. Il loro unico interesse è mangiare, dormire, riprodursi e difendersi. Se noi siamo interessati solo a queste attività, che cosa siamo? Siamo animali. La Bhagavad-gita dice che coloro che ignorano questa opportunità “sono i più bassi tra gli uomini”.

Ottengono la forma umana ma non la utilizzano per realizzare Dio, la usano solo per soddisfare le loro propensioni animalesche, perciò sono narddhama, i più bassi tra gli uomini. Ci sono poi persone molto orgogliose della loro conoscenza. Ma che cosa conoscono? “Dio non esiste. Io sono Dio.” La loro vera conoscenza è stata portata via da maya. Se essi fossero Dio, come mai sono diventati dei cani? Ci sarebbe molto da dire contro di loro, ma queste persone sfidano Dio. Ateismo. Poiché hanno abbracciato la teoria dell’ateismo, la loro vera conoscenza è scomparsa. Vera conoscenza significa sapere chi è Dio e qual è la nostra relazione con Lui. Se non sanno queste due cose, è chiaro che la loro conoscenza è stata portata via da maya.

Se desideriamo veramente comprendere la nostra relazione con Dio, abbiamo i mezzi e i modi per farlo. Ci sono numerosi libri che contengono la conoscenza, perché non avvantaggiarsene? Tutti dovrebbero trarre vantaggio da questa conoscenza e cercare di capire ciò che spiegano la Bhagavad-gìtd e le altre Scritture vediche: Dio è grande e sebbene noi siamo qualitativamente uno con Lui, siamo minuscoli. L’oceano e la minuscola particella d’acqua possiedono le stesse qualità, ma la quantità di sale presente nella goccia d’acqua e quella presente nell’oceano sono differenti. Hanno le stesse qualità, ma sono differenti in quantità. Dio è onnipotente e noi abbiamo un po’ di potere. Dio crea tutto e noi possiamo creare un piccolo meccanismo per volare, proprio come quelli che i bambini piccoli usano per giocare. Dio, invece, può creare milioni di pianeti che fluttuano nell’aria.

Questi sono i requisiti del Signore. Voi non potete creare dei pianeti. Anche se riusciste a crearne uno, a cosa gioverebbe? Ci sono già milioni di pianeti creati da Dio. Anche voi avete una piccola capacità di creare. Dio è potente e voi siete potenti, ma la Sua potenza è così grande che non può essere paragonata alla vostra. Se dico: “Sono Dio”, dico una sciocchezza. Sostengo di essere Dio, ma che cosa ho fatto di così straordinario? Questa è ignoranza. La conoscenza di chi si crede Dio è stata portata via dall’incantesimo di màyà. In relazione a Lui noi siamo minuscoli, mentre Lui è grande. Nella Bhagavad-gTtà Krsna dice chiaramente: “Tutte le entità viventi sono Miei frammenti. Sono uguali a Me dal punto di vista qualitativo ma diversi dal punto di vista quantitativo.” Siamo quindi uguali e differenti da Dio allo stesso tempo. Questa è la nostra relazione. Siamo uguali perché possediamo le Sue stesse qualità, ma se ci analizziamo attentamente, ci accorgeremo che anche se abbiamo alcune grandi qualità, Dio le possiede tutte in quantità ben più elevata.

Non possiamo avere nulla che non sia già in Dio. È impossibile. Nel Veddnta-sutra è spiegato che ogni cosa che possediamo si trova anche in Dio. Emana da Lui. Poiché siamo piccoli, poiché siamo minuscoli, la nostra eterna relazione con Dio è quella di Suoi eterni servitori. Anche in questo mondo è cosa comune vedere un uomo che serve un altro uomo perché questi è più importante di lui e può dargli un buon salario. La conclusione è che se siamo piccoli, il nostro dovere è servire Dio. Non abbiamo altri compiti. Siamo tutti frammenti originali dell’Entità originale.
Una vite collegata a una macchina è preziosa perché lavora con il resto della macchina.

Se viene tolta, o è difettosa, non serve più. Il mio dito vale milioni finché resta attaccato al corpo e lo serve. Se venisse tagliato via, a cosa servirebbe? A nulla. La nostra condizione è quella di essere piccolissime particelle di Dio, perciò il nostro dovere è far coincidere le nostre energie con le Sue e collaborare con Lui. Questa è la nostra posizione. In caso contrario non serviremmo a nulla. Saremmo troncati. Quando il dito diventa inutile il dottore dice: “Amputatelo, altrimenti avvelenerà il corpo.” Quando diventiamo atei, tronchiamo la nostra relazione con Dio e soffriamo nel mondo materiale. Se invece cerchiamo di unirci nuovamente a Lui, la nostra relazione rinascerà.

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