LE BASI SCRITTURALI DELLA COSCIENZA DI KRISNHA

Le Basi Scritturali Della Coscienza Di Krishna
L’11 gennaio del 1970 un articolo sul Los Angeles Times riferì che i membri dell’Università di California, a Berkeley, compreso il dottor J.F. Staal, professore di filosofia e di lingue sud-asiatiche, avevano respinto la richiesta di autorizzazione per un corso sperimentale sulla Coscienza di Krsna che sarebbe stato tenuto da Hans Kary, presidente del Movimento Hare Krsna del centro di Berkeley. Nel respingere la richiesta inoltrata, il dottor Staal insinuò che “i devoti impiegano troppo tempo nel canto per poter sviluppare una filosofia…” Quando l’articolo fu sottoposto all’attenzione di SrTla Prabhupàda, il fondatore e maestro spirituale del Movimento Hare Krsna, egli iniziò un’insolita corrispondenza con il famoso professore.
Estratti dell’articolo del Los Angeles Times
“Il dottor Staal, professore di filosofia e lingue sud-asiatiche presso l’università californiana di Berkeley, e insegnante di filosofie indiane, crede che la setta di Krsna sia un’autentica religione indiana e che i suoi seguaci siano sinceri. Egli attribuisce il rapido accrescimento numerico dell’Associazione alla tendenza della generazione più giovane a rifiutare la pratica religiosa cattolica a favore di una ricerca che porti ad avere fede nel misticismo.”
“Egli precisa tuttavia che, allontanandosi dalla cristianità, dalla religione di Maometto e dall’ebraismo, le persone generalmente perdono la fede nel Dio personale di quelle religioni, per cercare una religione mistica priva di assoluti.”
“Le persone che appartengono al Movimento di Krsna si sono rivolte all’induismo ma, fatto strano, in questo caso si tratta di un culto altamente personalizzato”, disse Staal. “Accettano un Dio personale, Krsna, che anche la cristianità ha. Penso che essi abbiano trasferito nella setta indù alcune loro esperienze cristiane.”
“Egli sente inoltre che essi impiegano troppo tempo nel canto per sviluppare una filosofia. Su questa base il prof. Staal e gli altri professori della facoltà hanno respinto la richiesta di autorizzazione per un corso sulla Coscienza di Krsna, che sarebbe stato tenuto da Hans Kary, presidente del tempio di Berkeley, nella sessione invernale.”
Lettera di Srila Prabhupada al Los Angeles Times
14 gennaio 1970
Al Redattore del Los Angeles Times Caro Signore,
inriferimentoalvostroarticolopubblicatosul Los AnyeZesTfmet) in data sabato 11 gennaio 1970, con il titolo “Il canto di Krsna” desidero precisare che la religione indù è completamente basata sulla concezione personale di Dio, ossia Visnu. La concezione impersonale di Dio è un aspetto secondario, costituisce uno dei tre aspetti di Dio.
La Verità Assoluta è fondamentalmente Dio, la Persona Suprema, la concezione del Paramàtmà è l’aspetto localizzato della Sua onnipresenza, e la concezione impersonale è l’aspetto della Sua grandezza ed eternità, ma tutti questi aspetti combinati costituiscono il Tutto Completo.
L’affermazione del dottor Staal che il culto di Krsna è una combinazione di religione cristiana e di religione indù, cioè qualcosa di costruito con la speculazione, non è corretta. Se le religioni cristiane, buddiste e maomettane sono personalistiche, siano le benvenute, ma la religione di Krsna è stata personale da tempo assai lontano, quando le religioni cristiane, maomettane e buddiste non erano ancora venute a esistere.
Secondo la concezione vedica, la religione è fondamentalmente data dal Dio personale nella forma delle Sue leggi. La religione non può essere costruita da un uomo o da qualsiasi altra persona, eccetto che da Dio, il Quale è superiore all’uomo. La religione è soltanto legge di Dio.
LE BASI SCRITTURALI DELLA COSCIENZA DI KRISNHA
Sfortunatamente, tutti gli svàmi che mi hanno preceduto in questo Paese hanno messo in rilievo l’aspetto impersonale di Dio, senza avere una sufficiente conoscenza del Suo aspetto personale. Per questa ragione nella Bhagavad-gìtà è affermato che soltanto le persone meno intelligenti ritengono che Dio sia in origine impersonale e assuma una forma quando S’incarna.
La filosofia di Krsna, invece, che si basa suH’autorità dei Veda, afferma che in origine la Verità Assoluta è Dio, la Persona Suprema. La Sua espansione plenaria è presente nel Suo aspetto localizzato nel cuore di tutti gli esseri, e la radiosità impersonale del Brahman è la Sua luce e il Suo calore trascendentale distribuiti in ogni luogo.
Nella Bhagavad-gita è affermato con chiarezza che il fine del metodo di ricerca vedica della Verità Assoluta consiste nel trovare il Dio personale. Chi è soddisfatto dagli altri due aspetti della Verità Assoluta, cioè l’aspetto Paramàtmà e l’aspetto Brahman, dev’essere considerato provvisto di una scarsa capacità di conoscenza. Recentemente abbiamo pubblicato la nostra SriIsopanisad, un’opera vedica, e in questo piccolo libro è spiegato in modo approfondito questo argomento.
LE BASI SCRITTURALI DELLA COSCIENZA DI KRISNHA
Per quanto riguarda la religione indù, esistono milioni di templi di Krsna in India, e non vi è un solo indù che non adori Krsna. Questo Movimento per la Coscienza di Krsna non è dunque una nostra invenzione. Invitiamo tutti gli studiosi, i filosofi, gli uomini di religione e il pubblico in generale a capire questo movimento con uno studio critico, e se qualcuno si applicherà seriamente a questo studio capirà la posizione sublime che esso occupa.
Anche il metodo del canto è autorizzato. Il senso di disgusto che il prof. Staal prova di fronte al canto costante del Santo Nome di Krsna è la prova evidente della sua mancanza di conoscenza di questo autorevole Movimento per la Coscienza di Krsna.
Invece di negare l’autorizzazione al corso di Kary, Staal e gli altri emeriti professori dell’Università di Berkeley, California, dovrebbero con pazienza ascoltare la verità che riguarda questo movimento autorizzato, di cui attualmente c’è un enorme bisogno nella società atea (l’autorizzazione al corso fu più tardi rilasciata).
Questo è l’unico movimento che può salvare questa generazione di giovani confusi. Invito dunque tutti gli amministratori responsabili di questo Paese a comprendere questo movimento trascendentale. Allora saranno pronti a concederci ogni facilitazione necessaria per diffonderlo a beneficio di tutti.
A.C. Bhaktivedanta Swami Maestro spirituale del Movimento Hare Krsna
Corrispondenza tra Srila Prabhupàda e il dottor Staal
23 gennaio 1970 Swami A.C. Bhaktivedanta
Caro Swamiji,
La ringrazio molto per avermi inviato una copia della sua lettera al Los Angeles Times, ora pubblicata anche sul Daily Californian. Penso che lei sia d’accordo con me che, a parte la pubblicità, si guadagni ben poco con le discussioni religiose e filosofiche diffuse via stampa in forma di interviste e lettere, tuttavia mi conceda di fare due brevi osservazioni.
Prima di tutto, so che la devozione a Krsna è antica (benché in definitiva non tanto quanto i Veda) e non è mai stata influenzata dalla cristianità, dall’islamismo o dal giudaismo (non mi sono mai riferito al buddismo a questo proposito).
Le differenze tra il personale e l’impersonale sono relativamente vaghe, ma adottando questa distinzione per semplicità, ho espresso la mia sorpresa nel vedere persone cresciute in una cultura occidentale, che mette in rilievo il personale, adottare un culto indiano che è sulla medesima linea. Sono meno sorpreso quando persone insoddisfatte del monoteismo occidentale adottano una filosofia indiana che mette in rilievo un assoluto impersonale.
In seconda istanza, non ho mai detto di aver sentito disgusto di fronte al canto del nome di Krsna. Non soltanto non sono irritato (come capita ad alcune persone), al contrario mi piace. Tuttavia è un fatto indiscutibile che la Bhagavad-gTtà (per non parlare dei Veda) non richiede questo canto costante. La Gita tratta argomenti differenti di cui io parlo in qualche misura nei miei corsi sulle filosofie dell’India. Grazie.
Sinceramente suo J.F. Staal
Professore di filosofia e di lingue sud-asiatiche.
30 gennaio 1970 J.F. Staal
Professore di filosofia e di lingue sud-asiatiche Università di California, Berkeley, California
Caro professor Staal,
la ringrazio molto per la sua gentile lettera del 23 gennaio 1970. Nell’ultimo capoverso della sua lettera lei afferma di non sentirsi irritato dal canto del rnantra Hare Krsna (come alcune persone), ma al contrario dice che è di suo gradimento.
Quest’affermazione mi ha fatto molto piacere e accludo qui una copia del nostro giornale Back to Godhead numero 28, in cui troverà che gli studenti (a un programma all’Università dello Stato dell’Ohio) seguivano il canto del mantra Hare Krsna, benché fossero tutti neofiti nel praticarlo. In realtà questo canto dà un grande piacere al cuore ed è il modo migliore per infondere la coscienza spirituale, ossia la coscienza di Krsna, nel cuore delle persone in generale.
Questo è il metodo più facile di realizzazione spirituale, ed è raccomandato nei Veda. Nel Brhan-nàradTya Puràna è chiaramente affermato che solo il canto del Santo Nome di Hari (Krsna) può salvare le persone dai problemi dell’esistenza materiale, e non esiste alternativa, non esiste alternativa, non esiste alternativa per quest’età di Kali.
La cultura occidentale è monoteista, ma gli occidentali sono sviati dalla speculazione impersonale indiana. I giovani dell’Occidente sono frustrati perché non hanno ricevuto un insegnamento corretto circa il monoteismo. Non sono soddisfatti del metodo d’insegnamento e della conoscenza che hanno ricevuto. Il Movimento per la Coscienza di Krsna è un dono per loro perché essi sono veramente educati a capire il monoteismo occidentale, grazie all’autorevole metodo vedico. Noi non ci limitiamo a discutere in modo teorico, ma impariamo grazie al metodo prescritto da norme e regole vediche.
Tuttavia sono rimasto stupito nel leggere nell’ultimo capoverso della sua lettera: “È un fatto indiscutibile che la Bhagavad-gTtd (per non parlare dei Veda) non richiede questo canto costante”. Penso che le sia sfuggito il seguente verso contenuto nella Bhagavad-gTtà (9.14), a prescindere da molti altri versi simili:
satatam kirtayanto mam
yatantas ce drdha-vratah
namasyantas ca matti bhaktyà
nitya-yukd updsate
L’impegno delle grandi anime, libere dall’illusione e perfette nella loro realizzazione di Dio, è descritto qui: satatam kirtayanto màm — sempre (satatam) cantano (kirtayantah) le Mie glorie e — nitya-yuktà u pàsci te — sempre adorano Me (Krsna).
Non capisco quindi come si possa dire “indiscutibile”. E, se vuole, posso citarle molti riferimenti tratti dai Veda. Nei Veda la principale vibrazione trascendentale, l’omkàra, è anch’essa Krsna. Franava omkàra è la divina sostanza dei Veda. Seguire i Veda significa cantare i mantra vedici e nessun man tra vedico è completo senza Yomkàra.
Nella Màndùkya Upanisad è affermato che Yomkàra è la più propizia rappresentazione sonora del Signore Supremo. La stessa affermazione la ritroviamo neìYAtharva Veda. Omkàra è la rappresentazione sonora del Signore Supremo e per questa ragione è la parola più importante nei Veda. A questo proposito il Signore Supremo, Krsna, dice nella Bhagavad-gità (7.8): pranavah sarva-vedesu. “Io sono la sillaba om di tutti i mantra vedici.”
Nel verso 15 della Bhagavad-gità, inoltre, al capitolo quindicesimo, Krsna dice: “Sono situato nel cuore di ogni essere. Il fine di tutti i Veda è quello di conoscerMi; in verità Io sono Colui che ha composto il Vedànta e sono Colui che conosce i Veda”. Il Signore Supremo, situato nel cuore di ogni essere, è descritto nella Mundaka e nella Svetàsvatara Upanisad: dvà suparnà sayujà sakhàyà… Il Signore Supremo e l’anima individuale sono situati nel corpo come due uccelli su un albero. Un uccello si ciba dei frutti dell’albero, ossia riceve le reazioni dovute alle attività materiali, e l’altro uccello, l’Anima Suprema, è il testimone.
LE BASI SCRITTURALI DELLA COSCIENZA DI KRISNHA
Il fine dello studio del Vedànta è dunque quello di conoscere il Signore Supremo, Krsna. Questo punto è messo in rilievo nella Bhagavad-gità, al verso 13 del capitolo ottavo. In questo verso è affermato che il metodo vedico dello yoga, in definitiva la vibrazione della sacra sillaba om, permette di raggiungere il supremo pianeta spirituale del Signore. Nel Vedànta-sUtra, che lei avrà certamente letto, è chiaramente affermato (quarto adhikarana, ventiduesimo sùtra): anàvrttih sabdàt, con la vibrazione sonora si ottiene la liberazione.
Grazie al servizio devozionale e alla corretta comprensione di Dio, la Persona Suprema, si può raggiungere la Sua dimora e non fare più ritorno alla condizione materiale. Com’è possibile? La risposta è: semplicemente cantando con costanza il Suo nome.
Questo canto fu accettato dal Suo discepolo esemplare, Arjuna, il quale aveva perfettamente compreso la conclusione della scienza spirituale dallo yogesvara, il maestro della conoscenza vedica, Krsna. Riconoscendo che Krsna è il Supremo Brahman, Arjuna si rivolse a Lui, stilane hrsTkesa… “Il mondo intero si riempie di gioia al canto del Tuo nome e tutti fanno altrettanto e si sentono attratti da Te”. (Bhagavad-gìtà 11.36)
Il metodo del canto trova qui la sua autorizzazione come diretto mezzo di contatto con la Verità Assoluta, la Persona di Dio. Con il semplice canto del Santo Nome di Krsna, l’anima è attratta dal Signore Supremo a tornare a Lui, nella Sua dimora originale.
Nel Nàrada-pancaràtra si afferma che tutti i rituali vedici, i mantra e la relativa comprensione, sono racchiusi nelle otto parole Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare. Inoltre nella Kali-santarana Upanisad è affermato che le sedici parole Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare sono destinate principalmente a neutralizzare l’influenza degradante e contaminante di quest’età di Kali, caratterizzata dal materialismo.
Tutti questi temi sono presentati in modo elaborato nel mio libro Insegnamenti di Srl Caitanya.
Per questa ragione non solo il canto è il sublime metodo per ottenere la perfezione della vita, ma è anche il principio vedico autorizzato inaugurato dal più grande studioso e devoto, Sri Caitanya (che è considerato una manifestazione di Krsna). Noi stiamo seguendo le Sue autorevoli orme.
LE BASI SCRITTURALI DELLA COSCIENZA DI KRISNHA
La portata del Movimento per la Coscienza di Krsna è universale. Il metodo per riconquistare la condizione originaria di vita eterna, piena di felicità e conoscenza, non è astratta, arida teoria. La vita spirituale non è definita nei Veda come qualcosa di teorico, astratto e impersonale. Il fine dei Veda consiste nell’introdurre soltanto amore per Dio, e questa armoniosa conclusione può essere realizzata in modo pratico mediante il canto del mantra Hare Krsna.
Poiché la meta della realizzazione spirituale è una soltanto, l’amore per Dio, i Veda costituiscono un unico complesso omnicomprensivo in materia di conoscenza spirituale. Soltanto la visione incompleta delle varie parti, separata dalle autentiche linee vediche d’insegnamento, dà un’apparenza di frammentarietà alla Bhagavad-gM. Il fattore riconciliante che sistema tutte le proposizioni apparentemente divergenti, è l’essenza dei Veda, ossia la coscienza di Krsna (l’amore per Dio).
Sinceramente suo Bhaktivedanta Swami
8 febbraio 1970
Swami A.C. Bhaktivedanta
Caro Swamiji,
La ringrazio molto per avermi gentilmente inviato la sua lunga e interessante lettera del 30 gennaio, insieme con l’ultimo numero della rivista Back to Godhead. Finora avevo avuto qualche colloquio con i componenti della sua associazione, colloqui che però non erano stati del tutto soddisfacenti dal mio punto di vista. Ora invece ho la sua lettera che è molto più autorevole, e la discussione può aver luogo su un piano più elevato.
Eppure, temo che lei non mi abbia del tutto convinto che le Scritture da Lei citate prescrivano unicamente il canto del Santo Nome di Krsna. Mi permetta di riferirmi soltanto ad alcune tra le più importanti. Nella Bhagavad-gita (9.14), kirtayantah non necessariamente significa cantare il nome di Krsna.
Può significare glorificare, recitare, parlare e ripetere canzoni, inni, descrivere e conversare. I commentatori danno queste accezioni. Sankara nel suo commento si limita a ripetere la parola, ma Ànandagiri nel suo vyàkhyà classifica kirtanam come vedànta-sravanam pranava- japas ca, “ascoltare il Vedànta e mormorare om (che l’om vedico sia Krsna è detto nella Bhagavad-gita, che è un’opera smrti, e là Krsna è anche identificato con molte altre cose, ma non è detto nei Veda che sono sruti). Un altro commentatore, Hanumàn, nel suo Paisàca-bhàsya dice che kirtayantah significa soltanto bhasmànah,” parlare”.
Ma ciò che è più importante, almeno penso, è che il significato preciso di questa parola e il verso intero non richiedono che tutti s’impegnino sempre nel kìrtana, ma affermano che soltanto alcune grandi anime si comportano così. Ciò è reso ovvio dal verso successivo, il quale afferma che anye, “gli altri”, s’impegnano in jmna-yajnena… yajanto matti, “adorando Me… con l’adorazione in conoscenza”.
La Bhagavad-gìtà è di ampie vedute e tollerante di una varietà di approcci religiosi, benché anch’essa mette l’enfasi su un aspetto in particolare (cioè sarva- phala-tyàga “rinuncia a tutti i frutti dell’azione individuale”).
Infine, l’ultimo sutra del Vedànta-sùtra: anàvrttih sabdàt…, sabda si riferisce alla compilazione o alla rivelazione dei Veda, come risulta chiaro dal contesto e dai commentatori. Sankara cita numerosi testi (che terminano con ity àdi-sabdebhyah “conformemente a questi sabda”) per sostenere l’affermazione che “secondo le Scritture non vi è ritorno”. Egli si riferisce a sabda in questo sUtra dicendo mantràrtha-vàdàdi…, “mantra, descrizioni, ecc.”. Vàcaspati Misra sul Bhàmati sostiene questa tesi e chiarisce ulteriormente aggiungendo che un punto di vista contrario è sruti-smrti-virodhah “in conflitto con smrti e sruti’.
Ringraziando di nuovo per la sua gentile attenzione
Sinceramente suo J.F. Staal
15 febbraio 1970 J.F. Staal
Professore di filosofia e di lingue sud-asiatiche
Carissimo dottor Staal,
sono stato molto contento di ricevere la Sua lettera datata 8 febbraio 1970. Sono anche compiaciuto di notarne il contenuto.
Riguardo al fatto di convincerla che tutte le Scritture prescrivono di cantare il nome di Krsna, posso limitarmi a presentarle l’autorità di Srl Caitanya. èri Caitanya raccomandò klrtamyah sadà harih “Hari, Krsna dev’essere costantemente glorificato” (Siksastaka 3). Similmente Madhvàcàrya cita, vede ràmàyane caiva harih saroatra glyate “Hari è cantato quasi in ogni parte dei Veda e del Ràmàyana”. Similmente, nella Bhagavad- gìtà (15.15) il Signore dice, vedais ca sarvair aham eva vedyaìy. “Lo scopo di tutti i Veda è quello di conoscerMi.”
Troviamo così che tutte le Scritture hanno come fine Dio, la Persona Suprema. Nel Rg Veda (1.22.20) il mantra è, otti tad visnoh paramani padath sadà pasyanti sàrayah: “Gli esseri celesti aspirano sempre alla suprema dimora di Visnu.” L’intero procedimento vedico quindi consiste nel comprendere èri Visnu, e ogni Scrittura, direttamente o indirettamente, canta le glorie del Signore Supremo, Visnu.
Per quanto si riferisce alla Bhagavad-gità (9.14), kirtayantah significa certamente glorificare, cantare e parlare, come Lei ha detto, ma cantare, glorificare e parlare di chi? Si tratta certamente di Krsna. Il termine usato in questo contesto è màm “Me”. Per questa ragione, non siamo in disaccordo quando una persona glorifica Krsna, come fece èukadeva con lo Srimad Bhàgavatam. Anche questo è kirtanam. La più elevata di tutte le opere vediche è il luogo adatto per la glorificazione del Signore Supremo, Krsna, e ciò può essere ben compreso grazie al verso:
nigama-kalpataror galitam phalam
suka-mukhàd amrta-drava-samyutam
pibata bhàgavatam rasam àlayam
muhur aho rasikà bhuvi bhàvukah
“O uomini d’intelligenza, gustate lo Srimad-Bhàgavatam, il frutto maturo dell’albero dei desideri della letteratura vedica. Questo tenero frutto dal sapore di nettare ha toccato le labbra di èri èukadeva GosvàmI, e ha preso così un gusto ancora più soave anche per le anime liberate.” (Srimad-Bhàgavatam 1.1.3)
È detto che Maharaja Pariksit ottenne la salvezza con il semplice ascolto, e Sukadeva Gosvàml ottenne la salvezza con il canto. Nel nostro servizio devozionale sono nove i metodi per raggiungere il medesimo obiettivo, l’amore per Dio, e tra questi il primo è l’ascolto. Il metodo dell’ascolto è definito sruti. Il metodo successivo è il canto e tale metodo è definito smrti.
Noi li accettiamo entrambi, sruti e smrti simultaneamente. Consideriamo sruti la madre e smrti la sorella, perché un bambino ascolta dalla madre e poi apprende di nuovo grazie alla descrizione fatta dalla sorella.
Sruti e smrti sono due linee parallele. Srlla Rupa Gosvàml ’dice nel Bhakti-rasàmrta-sindhu fi.2.101):
sruti-smrti-purànàdi- paùcaràtra-vidhim vinà aikiìntikl harer bhaktir utpàtàyaiva kalpate
Ciò significa che senza riferirsi alle sruti, alle smrti, ai Puràna e ai Pancaràtra, non è possibile raggiungere il puro servizio devozionale. Perciò chiunque manifesti un’estasi devozionale senza riferirsi agli sàstra (Scritture vediche) sarà solo causa di disturbo. D’altro canto, se ci limitiamo ad attaccarci alle sruti, diventeremo veda-vàda-ratah,* i quali non sono molto apprezzati nella Bhagavad-gltà.
Per questa ragione la Bhagavad-gTtà, benché sia smrti, è l’essenza di tutte le Scritture vediche, sarvopanisado gàvah**.
È proprio come una mucca che distribuisce il suo latte, ossia l’essenza di tutti i Veda e delle Upanisad; tutti gli àcàrya, Sankaràcàrya compreso, accettano la Bhagavad-gTtà in quanto tale. Non si può quindi negare l’autorità della Bhagavad-gTtà per il fatto che sia smrti; questo punto di vista è sruti-smrti-virodhah, cioè in conflitto con sruti e smrti, come lei ha correttamente osservato.
- Persone impegnate soltanto nel declamare i Veda, senza comprenderli né praticarli.
** Vedi la quarta meditazione di Sankaràcàrya nel presente volume.
Per quanto si riferisce alla citazione di Ànandagiri dove è affermato che klrtana significa vedànta-sravanam pranava-japas ca (ascolto del Vedànta e vibrazione dell’om), Colui che conosce il Vedànta è Krsna, il Quale è anche il compilatore del Vedànta. Egli è veda-vit e vedànta-krt, perciò qual è l’opportunità più grande di vedànta-sravanam se non quella di ascoltare da Krsna stesso?
Riguardo al verso successivo, in cui è menzionato jnàna- yajnena…yajanto màm, l’oggetto dell’adorazione è Krsna, com’è indicato dal termine màm (Me). Il procedimento è descritto nell’undicesimo mantra della Sri Isopanisad:
vidyam cavidyam ca yas
tad vedobhayam saha
avidyaya mrtyum tirtva
vidyayamrtam asnute
“Soltanto colui che può comprendere simultaneamente il modo in cui agiscono l’ignoranza e la conoscenza trascendentale, può sfuggire al ciclo di nascita e morte. Lui solo può godere dei benefici procurati dall’immortalità.”
La cultura della vidyà, della conoscenza trascendentale, è essenziale per l’essere umano, mentre la cultura dell’avidyà, ossia dell’ignoranza, lega l’essere all’esistenza condizionata sul piano della materia.
L’esistenza del materialista significa protrarre la cultura della gratificazione dei sensi, e questo genere di conoscenza legata alla gratificazione dei sensi (avidyà) significa perpetuazione del ciclo di nascita e morte. Coloro che sono assorti in questo genere di conoscenza non sono in grado di apprendere alcuna lezione dalle leggi della natura, e si limitano a rifare in continuazione le stesse cose, innamorati della bellezza dell’energia illusoria. Vidyà, ossia la vera conoscenza, significa, invece, conoscere a fondo il procedimento delle attività in ignoranza e simultaneamente coltivare la scienza trascendentale e seguire così senza mai deviare, il sentiero della liberazione.
Liberazione è il godimento delle piene benedizioni dell’immortalità. Questa immortalità può essere goduta nel regno eterno di Dio (sambhuty-amrtam asnute) ed è il risultato dell’adorazione offerta al Signore Supremo, la Causa di tutte le cause, sambhavàt. In questo senso vidyà significa adorare Dio, la Persona Suprema, Krsna. Questa è jndm-yajnena, l’adorazione della conoscenza.
Questo jmna-yajnena… yajanto màm è la perfezione della conoscenza, come è affermato nella Bhagavad-gita (7.19):
bahUmm janmanàm ante
jnànavan mani prapadyate
vàsudevah sarvam iti
sa mahatma sudurlabhah
Dopo molte nascite e morti, colui che ha la vera conoscenza si sottomette a Me sapendo che Io sono la Causa di tutte le cause e sono tutto ciò che esiste. Un’anima così grande è molto rara.
Chi non ha ancora raggiunto questa conclusione di conoscenza, e si limita ad indugiare a fatica nell’arida speculazione intellettuale senza considerare Krsna, si comporta come chi batte l’involucro vuoto del chicco di riso. Il riso grezzo e la pula del riso sembrano quasi uguali. Chi sa come ottenere il chicco dal riso grezzo è saggio, ma chi batte la pula vuota, pensando di ottenere qualche risultato, sta sprecando tempo ed energia. Similmente, se si studiano i Veda senza trovare il fine dei Veda, Krsna, si perde tempo prezioso.
Così, il fatto di coltivare la conoscenza per adorare Krsna porta dopo molte nascite e morti a trovare la vera saggezza. Quando si diventa saggi in questo modo, ci si arrende a Krsna riconoscendo alla fine che Egli è la Causa di tutte le cause ed è tutto ciò che esiste. Tale anima è molto rara, perché coloro che hanno consegnato la vita a Krsna sono rari, sudnrlabha mahatma. Non sono mahatma ordinari.
Per la grazia di Srl Caitanya lo status più alto di perfezione viene ora distribuito molto liberamente. Il risultato è molto incoraggiante; altrimenti come sarebbe possibile che ragazzi e ragazze privi di ogni esperienza di cultura vedica abbiano potuto così rapidamente occupare il posto di rari mahatma soltanto vibrando questo suono trascendentale, il mantra Hare Krsna?
Soltanto sulla base di questo canto la maggior parte di loro (quelli che sono davvero sinceri) è stabilmente situata nel servizio devozionale e non rompe i quattro princìpi di una vita materiale colpevole, cioè: 1) il consumo di carne, 2) i rapporti sessuali illeciti, 3) il consumo d’intossicanti, compreso caffè, tè e tabacco, e 4) il gioco d’azzardo. E in effetti così si esprime l’ultimo sidra del Vedànta-sutra, anàvrttih sabdat (con la vibrazione sonora ci si libera).
Bisogna giudicare dal risultato (phalena paricTyate). I nostri studenti hanno l’ordine di agire in questo modo, ed essi non deviano. Il fatto che essi rimangano sul piano della pura vita spirituale senza coltivare i princìpi deìYavidya, della gratificazione dei sensi così come sono stati presentati sopra, è la prova della loro corretta comprensione dei Veda. Non tornano al livello materiale perché stanno gustando il frutto nettareo dell’amore per Dio.
Sarva-phala-tyàga (“rinuncia a tutti i frutti dell’attività”) è spiegato dal Signore stesso nella Bhagavad-glta (18.66) con le parole sarva-dharman parityajya màm ekath saranam vraja: “Lascia ogni forma di religione e semplicemente abbandonati a Me (Krsna)”. Il mantra Hare Krsna significa: “O suprema energia di Krsna, o Krsna, Ti prego impegnami al Tuo servizio”. Per questo motivo noi abbiamo abbandonato ogni cosa e siamo totalmente impegnati nel servizio del Signore. Quello che Krsna ci ordina è soltanto impegnarci al Suo servizio. Noi abbiamo abbandonato ogni risultato proveniente dalle attività del karma, del jiiàna e dello yoga; e questo è il livello del puro servizio devozionale, bhaktir uttamà.
Ringraziandola sentitamente
Sinceramente suo, A.C. Bhaktivedanta Swami
25 febbraio 1970
Swami A.C. Bhaktivedanta
Fondatore-Acart/fl dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna
Caro Swamiji,
Molti ringraziamenti per la sua interessante lettera del 15 febbraio 1970, con allegato.
Temo che ogni volta che lei cita un passo con l’intento di dimostrare che soltanto il canto del nome di Krsna è richiesto, io posso citarne un altro che richiede qualche altra cosa, aggiungendo: yadi sloko ‘pi pramànam’ ayam api slokah pramsnam bhavitum arhati: “Se semplici versi sono autorevoli, anche questo verso dev’essere considerato autorevole”. E forse non ci sarà mai fine a questo scambio in un prevedibile futuro, come anche Patanjali dice: mahàn hi sabdasya prayoga-visayah: “Perché vasto è il dominio nell’uso delle parole”.
Sinceramente suo, J.F. Staal
3764 Watseka Avenue, Los Angeles, California 90034
24 aprile 1970
Caro dottor Staal,
Vorrei ringraziarla molto per la sua lettera del 25 febbraio 1970. Sono dispiaciuto di non averle potuto rispondere prima, ma sono stato occupato ad acquistare una chiesa situata all’indirizzo di cui sopra. Ci siamo assicurati un posto molto bello per un tempio, una sala di lettura, un appartamento per me e una zona residenziale per i devoti, tutto in un bell’ambiente con molte attrattive.
Vorrei chiederle di visitare questo luogo quando le sarà possibile, e se vorrà farmi sapere quando, i miei studenti saranno contenti di riceverla in modo adeguato.
Riguardo alla nostra corrispondenza, in realtà queste citazioni e citazioni di rimando non risolvono il problema. In tribunale, entrambi gli avvocati citano i libri di legge, ma non è questo che determina la soluzione del caso in questione. A determinarla è la sentenza del giudice addetto a presiedere. Perciò tutti questi argomenti non possono condurci a una conclusione.
Le citazioni delle Scritture sono talvolta contraddittorie, e ogni filosofo ha un’opinione differente perché senza avanzare una tesi differente nessuno può diventare un filosofo famoso. Per questa ragione è difficile arrivare alla giusta conclusione. Come ho detto sopra, la conclusione consiste nell’accettare il giudizio dell’autorità. Noi seguiamo l’autorità di Sri Caitanya Mahàprabhu, che non è differente da Krsna, e la Sua versione secondo le Scritture vediche è che in quest’era il canto del Santo Nome è l’unica soluzione per tutti i problemi della vita. E ciò è stato dimostrato dall’esperienza pratica.
Recentemente c’è stato un grande corteo dei nostri studenti a Berkeley, nel giorno dell’avvento di Sri Caitanya, e il pubblico ha fatto questa osservazione: “Questo gruppo di giovani non è come gli altri che si riuniscono per rompere vetri e creare caos.” Anche la polizia ha confermato: “I componenti del Movimento per la Coscienza di Krsna cooperano in pieno con la polizia, e i loro sforzi per mantenere l’ordine durante tutta la sfilata sono stati così efficaci che solo una minima presenza della polizia è stata richiesta.”
A Detroit si è tenuta una grande marcia per la pace e i nostri studenti sono stati considerati “angeli” nella folla. Perciò di questo Movimento per la Coscienza di Krsna c’è veramente bisogno oggi come panacea per ogni genere di problemi della società.
Non occorrono altre argomentazioni al presente. In una farmacia vi sono molte medicine, e tutte sono genuine, ma ciò che si richiede è che un medico esperto prescriva la medicina per un particolare paziente. Non possiamo dire: “Anche questa è una medicina e anche quest’altra”. No. Una medicina efficace per quella particolare persona è la medicina che le serve — phalena pariciyate.
Sinceramente suo, A.C. Bhaktivedanta Swami
Nota conclusiva di Srila Prabhupada
In un tribunale due avvocati avanzano i loro rispettivi argomenti di rilievo dai libri di legge autorizzati per stabilire un punto, ma sta poi al giudice decidere la questione in favore di uno dei contendenti. Quando gli avvocati di parte opposta avanzano le loro tesi, sono entrambi autorevoli, ma il giudizio sarà dato sulla base dell’argomentazione che può essere applicata a quel particolare caso.
Srl Caitanya dà il Suo giudizio, basato sull’autorità degli sàstra, affermando che il canto dei Santi Nomi del Signore è il solo metodo per elevare l’essere al piano trascendentale, e in realtà possiamo constatare la sua efficacia. Tutti i nostri studenti che hanno seguito con serietà questo metodo possono essere esaminati individualmente, e qualsiasi giudice imparziale potrà facilmente verificare che il loro progresso nella realizzazione spirituale è maggiore di qualsiasi altro filosofo o uomo di religione, di qualsiasi yogi o karmi.
Dobbiamo accettare ciò che è favorevole alle circostanze in cui ci troviamo. In una particolare circostanza il rifiuto di altri metodi non significa che i metodi rifiutati non siano autentici. Ma per il momento, prendendo in considerazione le circostanze, il tempo e l’oggetto, alcuni metodi vengono a volte rifiutati anche se sono autentici. Dobbiamo esaminare ogni cosa dal risultato pratico. Da questo esame risulta che nell’epoca in cui ci troviamo il canto costante del mahà-mantra Hare Krsna è indubbiamente molto efficace.
A.C. Bhaktivedanta Swami