Le qualità di Krishna
Nettare Della Devozione Capitolo 21

Le qualità di Krishna
L’aspetto fisico di una persona puo’ presentarsi in due modi: l’uno e’ detto velato e l’altro manifestato. Per esempio, quando Krishna indossa differenti tipi di abiti, il Suo aspetto fisico e’ velato, come illustrano le pagine dello Srimad-Bhagavatam che riguardano il Suo Dvaraka-lila, cioe’ i Suoi divertimenti mentre regnava sulla citta’ di Dvaraka. La’ Sri Krishna Si divertiva talvolta a travestirSi da donna.
VedendoLo cosi’ vestito, Uddhava disse:
“Non e’ meraviglioso che questa donna susciti in me un sentimento d’amore estatico proprio come fa Krishna ! Credo che si tratti proprio di Krishna, nascosto sotto questi vestiti femminili.” Un altro devoto glorifico’ Sri Krishna con queste parole quando vide il Suo aspetto fisico nella forma manifestata: “Com’e’ meraviglioso l’aspetto di Sri Krishna ! Il Suo collo fa ricordare una conchiglia ! I Suoi occhi sono cosi’ belli che sfidano la bellezza del fiore di loto, e il Suo corpo, molto scuro, e’ come l’albero tamala. I Suoi capelli, come un baldacchino, proteggono la Sua testa, il marchio srivatsa risalta sul Suo petto, e la Sua conchiglia riposa nella Sua mano. Con queste nobili caratteristiche, il nemico del mostro Madhu ha un aspetto cosi’ attraente che mi sommerge di felicita’ permettendomi di contemplare le Sue qualita’ trascendentali.
Le qualità di Krishna
Dopo aver consultato diverse Scritture, Srila Rupa Gosvami da’ il seguente elenco delle qualita’ trascendentali di Sri Krishna:
1) il Suo corpo ha un aspetto estremamente affascinante;
2) porta su di Se’ tutti i segni di buon auspicio;
3) ha un fascino irresistibile;
4) e’ radioso;
5) ha una forza straordinaria;
6) e’ eternamente giovane;
7) e’ maestro di tutte le lingue;
8) e’ veritiero;
9) parla in modo piacevole;
10) e’ dotato di un eloquenza ammirabile;
11) possiede la piu’ alta erudizione;
12) ha un’intelligenza straordinaria;
13) possiede un genio eccezionale;
14) e’ un artista;
15) e’ estremamente ingegnoso;
16) e’ dotato di una grande abilita’;
17) e’ riconoscente;
18) ha una determinazione inflessibile;
19) e’ un perfetto giudice del tempo e delle circostanze;
20) vede e parla secondo l’autorita’ dei Veda, delle Scritture rivelate;
21) e’ perfettamente puro;
22) maestro di Se’;
23) perseverante;
24) tollerante;
25) indulgente;
26) grave;
27) soddisfatto in Se’ stesso;
28) equanime con tutti;
29) magnanimo;
30) religioso;
31) eroico;
32) compassionevole;
33) rispettoso;
34) cortese;
35) liberale;
36) riservato;
37) protegge le anime sottomesse;
38) e’ felice;
39) e’ benevolo con i Suoi devoti;
40) e’ conquistato dall’amore;
41) e’ la fonte di ogni buona fortuna;
42) possiede una potenza eccezionale;
43) gode di una fama illimitata;
44) e’ amato da tutti;
45) favorisce i devoti;
46) affascina tutte le donne;
47) e’ degno dell’adorazione di tutti;
48) possiede tutte le opulenze;
49) e’ infinitamente onorabile;
50) e’ il controllore supremo.
Le qualità di Krishna
Il Signore possiede queste cinquanta qualita’ trascendentali in una pienezza profonda come l’oceano. Cio’ significa che la portata di queste qualita’ e’ inconcepibile.
Poiche’ ogni essere individuale e’ parte integrante del Signore Supremo, se diventa puro devoto del Signore puo’ possedere anche lui tutte queste qualita’, ma in una quantita’ infinitesimale, mentre il Signore le possiede da sempre nella piu’ perfetta pienezza. Nel Padma Purana Siva descrive a Parvati altre qualita’ trascendentali, e nello Srimad-Bhagavatam (1.16.26-29) si trovano le seguenti parole scambiate tra la divinita’ della Terra e Yamaraja, il signore della religione, a proposito delle qualita’ di cui deve ornarsi l’uomo che desidera diventare un grande personaggio:
“In lui devono risiedere la veridicita’, la purezza, la compassione, il controllo della collera, il controllo dei sensi, il senso di responsabilita’, l’eguaglianza d’animo, la tolleranza, l’equanimita’, la lealta’, la conoscenza, il distacco dai piaceri dei sensi, il potere, il coraggio, l’influenza, la capacita’ di rendere ogni cosa possibile, il compimento del giusto dovere, l’indipendenza totale, l’ingegnosita’, la bellezza perfetta, la serenita’, la benevolenza, la franchezza, la gentilezza, la magnanimita’, la determinazione, l’onniscienza, la giustizia, il possesso di tutti gli oggetti di piacere, la gioia, l’immutabilita’, la fedelta’, la fama, l’adorazione universale, l’umilta’, la divinita’, l’eternita’, e numerose altre qualita’ spirituali, come la perseveranza, la pace, l’austerita’, la semplicita’, la memoria, il tatto, la pazienza, la costanza, l’assenza di falso ego, e cosi’ via.”
Chi desidera diventare un’anima nobile deve possedere tutte queste qualita’. A maggior ragione, dunque, queste qualita’ sono presenti in Sri Krishna, l’Anima Suprema. Oltre alle cinquanta menzionate sopra, Sri Krishna ne possiede altre cinque, che talvolta si manifestano parzialmente nella persona di Brahma e Siva:
51) e’ immutabile;
52) e’ onnisciente;
53) gode di una freschezza eterna;
54) possiede un corpo costituito di eternita’, conoscenza e felicita’ (sac-cid-ananda);
55) possiede tutti i poteri soprannaturali.
Le qualità di Krishna
Krishna possiede cinque altre qaulita’, che si trovano anche nel corpo di Narayana:
56) possiede inconcepibili potenze;
57) emana dal Suo corpo innumerevoli universi;
58) e’ la fonte originale di tutti gli avatara;
59) da’ la liberazione ai nemici che uccide;
60) attrae anche le anime liberate.
Tutte queste qualita’ trascendentali appaiono meravigliosamente nell’aspetto personale di Sri
Krishna.
Tuttavia, oltre a queste sessanta qualita’ trascendentali, Krishna ne possiede ancora quattro, che non si trovano neppure in Narayana, tantomeno quindi negli esseri celesti e i quelli comuni:
61) e’ autore di un’infinita’ di divertimenti meravigliosi (in particolare nella Sua infanzia);
62) e’ attorniato da devoti che hanno per Lui un amore sublime;
63) attira a Se’, col suono del Suo flauto, gli esseri di tutti gli universi;
64) la Sua bellezza non ha rivali in tutta la creazione.
Le qualità di Krishna
Aggiungendo queste quattro eccezionali caratteristiche di Sri Krishna a quelle precedenti, le qualita’ del Signore sono sessantaquattro in tutto. Srila Rupa Gosvami cerca qui di presentarle riferendosi a diverse Scritture.
- Il Suo aspetto meraviglioso
Qualsiasi paragone si voglia fare tra le diverse parti del corpo di Krishna e i differenti oggetti materiali sarebbe sempre imperfetto. Se si fanno questi accostamenti e’ solo per poter permettere agli uomini comuni, incapaci di comprendere la natura sublime delle qualita’ del Signore, di avere per esse un certo apprezzamento. Cosi’ si dice che il viso di Krishna risplende come la luna, che le Sue cosce sono forti come proboscidi di elefanti, che le Sue braccia sono simili a due pilastri,. Che le palme delle Sue mani si aprono come i fiori di loto, che il Suo petto e’ simile a un portale, che i Suoi fianchi formano vere e proprie caverne, e che la parte centrale del Suo corpo somiglia a una terrazza. - I segni di buon auspicio che porta su di Se’
Ci sono differenti segni che, quando caratterizzano alcune parti del corpo, sono considerati di buon auspicio. Tutti questi segni sono pienamente presenti nel corpo del Signore. A questo proposito un amico di Nanda Maharaja disse un giorno: “Caro re dei pastori, noto sul corpo di tuo figlio trentadue segni di buon auspicio, e mi domando come un simile bambino sia potuto nascere in una famiglia di pastori.” Sri Krishna appare di solito in famiglie di ksatriya –come fece Ramacandra- e talvolta anche in famiglie di brahmana. Ma Krishna accetto’ il ruolo di figlio di Nanda Maharaja, nonostante quest’ultimo appartenesse alla comunita’ vaisya. I vaisya si occupano di commercio e di scambi, e provvedono alla protezione della mucca. Percio’ l’amico di Nanda, nato probabilmente in una famiglia di brahmana, espresse la sua meraviglia per l’umile origine di un bambino cosi’ prodigioso. Comunque, egli enumero’ in presenza del padre adottivo del piccolo Krishna i segni di buon auspicio che si trovano sul Suo corpo: “Sette parti del corpo di questo bambino brillano di una luminosita’ rosseggiante –gli occhi, le palme delle mani, le piante dei piedi, il palato, le labbra, la lingua e le unghie. Tale colorazione in queste parti del corpo ha un carattere molto propizio. Tre parti del Suo corpo sono larghe –la vita, la fronte e il petto; tre sono corte –il collo, le cosce e gli organi genitali-, e tre molto profonde –la voce, l’intelligenza e l’ombelico. Cinque parti del Suo corpo sono alte o rialzate –il naso, le braccia, gli orecchi, la fronte e le cosce. Cinque altre sono fini –la pelle, i capelli, i peli del Suo corpo, i denti e le estremita’ delle dita. L’insieme di questi segni appare solo sul corpo di un personaggio eccezionale.” Anche le linee della mano possono formare segni propizi. Una gopi anziana disse al re Nanda: “Le linee che solcano le palme di tuo figlio formano diversi segni –fiori di loto, ruote, e cosi’ via- e sulla pianta dei Suoi piedi uno stendardo, una folgore, un pesce, un bastone per guidare gli elefanti e un fiore di loto. Nota il carattere estremamente favorevoli di questi segni.” - Il Suo fascino irresistibile
E’ detto rucira, o piacevole, l’aspetto fisico affascinante che attrae subito gli sguardi. Krishna possiede questo aspetto, come illustra lo Srimad-Bhagavatam (3.2.13): “Vestito in modo piacevole, il Signore Supremo avanzava nell’arena del sacrificio rajasuya organizzato da Maharaja Yudhisthira. Erano stati invitati tutti i personaggi importanti dell’universo,
e alla vista di Krishna il loro parere fu unanime: il Creatore aveva raggiunto il culmine della Sua arte nella realizzazione del meraviglioso corpo di Krishna.” Si afferma inoltre che otto parti del corpo di Krishna sono simili al fiore di loto –il Suo viso, i Suoi occhi, le Sue mani, il suo ombelico e i suoi piedi. Le gopi e gli altri abitanti di Vrindavana vedevano ovunque lo splendore dei fiori di loto, e a malapena riuscivano a distogliere lo sguardo. - La Sua radiosita’
La luce che pervade tutta la creazione e’ la radiosita’ del Signore Supremo. Infatti, la dimora suprema di krishna proietta da sempre la luce del brahmajyoti, e questa luce emana dal corpo di Sri Krishna. Sebbene lo sfolgorio dei mille gioielli che ornano il petto del Signore eclissi anche il fulgore del sole, quando e’ paragonato alla luce che emana dal corpo di Krishna, questo sfolgorio assomiglia al chiarore di una stella nella notte. L’influenza spirituale di Krishna e’ cosi’ grande che supera ogni cosa. Quando Krishna Si trovava nell’arena sacrificale del Suo nemico, il re Kamsa, i lottatori presenti, sebbene apprezzassero la dolcezza del corpo di Sri Krishna, si sentirono spaventati e turbati al pensiero che avrebbero dovuto affrontarLo nel combattimento. - La Sua forza straordinaria
E’ definito balia colui che possiede una forza fisica straordinaria. Quando Aristasura fu ucciso da Krishna, alcune tra le gopi dissero: “Amiche carissime, avete visto come Krishna ha ucciso Aristasura ? Sebbene fosse piu’ potente di una montagna, Krishna lo ha afferrato come se fosse un fiocco di cotone e lo ha gettato lontano senza la minima difficolta’ !”
In un altro passo si legge: “Cari devoti di Krishna, possa la mano sinistra del Signore, che sollevo’ la collina Govardhana, proteggervi da tutti i pericoli.” - La Sua eterna giovinezza
Krishna e’ bello a tutte le eta’, durante l’infanzia, l’adolescenza e la giovinezza. Di queste tre fasi, la giovinezza e’ il ricettacolo di piaceri infiniti ed e’ l’eta’ in cui Egli accetta la piu’ grande varieta’ di servizi devozionali. In questa eta’ Krishna e’ completo di tutte le qualita’
trascendentali e Si dedica ai Suoi divertimenti sublimi. Percio’ i devoti considerano l’inizio della Sua giovinezza come la piu’ affascinante fonte di amore estatico. Cosi’ e’ descritto Krishna in questa eta’: “La potenza della Sua giovinezza si univa al Suo meraviglioso sorriso, che superava in bellezza la luna piena. Sempre piacevolmente vestito. Egli vinceva col Suo fascino Cupido stesso, e continuamente attraeva a Se’ la mente delle gopi, che provavano cosi’ un continuo piacere.” - La Sua conoscenza di tutte le lingue
Rupa Gosvami spiega che una persona e’ padrona di tutte le lingue quando conosce le lingue dei diversi popoli, in particolare il sanscrito, che si parla nelle citta’ degli esseri celesti, ma anche gli altri linguaggi di questo mondo, compreso quello degli animali. Da queste parole risulta che Krishna poteva comprendere e parlare anche il linguaggio degli
animali. Una donna anziana che viveva a Vrindavana al tempo in cui Krishna rivelava i Suoi
divertimenti, disse un giorno con stupore: “Com’e’ meraviglioso vedere Krishna, che ha conquistato il cuore di tutte le giovani ragazze di Vrajabhumi, mentre parla con loro il dialetto di Vraja, poi Si rivolge agli esseri celesti in lingua sanscrita, e quindi alle mucche e ai bufali nel loro linguaggio. Parla perfino il dialetto del Kashmir, discorre con i pappagalli e gli altri uccelli, e sa usare altrettanto bene tutti gli altri linguaggi comuni, sempre con la piu’ grande espressivita’.” Ella domando’ alle gopi come Krishna fosse potuto diventare cosi’ esperto nel parlare tante lingue diverse. - La Sua veridicita’
E’ definito veritiero colui che non manca mai alla sua parola d’onore. Un giorno Krishna promise a Kunti, la madre dei Pandava, che avrebbe riportato i suoi cinque figli sani e salvi dalla battaglia di Kuruksetra. Dopo la battaglia, quando tutti i suoi figli furono
tornati, Kunti lodo’ Krishna per aver mantenuto la Sua promessa: “I raggi del sole potranno un giorno raffreddarsi e quelli della luna riscaldarsi, ma non succedera’ mai che la Tua promessa non venga mantenuta.”
Similmente, quando Krishna, accompagnato da Bhima e Arjuna, ando’ a sfidare Jarasandha, gli confesso’ francamente di essere Krishna, l’Eterno, accompagnato da due dei Pandava.
L’episodio si svolse in questo modo: Krishna e i due Pandava –Bhima e Arjuna- erano tutti e tre re ksatriya. Anche Jarasandha era uno ksatriya ed era molto incline a fare la carita’ ai
brahmana. Avendo deciso di combattere con lui, Krishna Si presento’ davanti a Jarasandha
insieme con Bhisma e Arjuna, tutti e tre vestiti da brahmana. Quando Jarasandha, volendo
soddisfarli, li prego’ di esprimere il loro desiderio, essi gli chiesero di poterlo sfidare in
combattimento. Fu allora che Krishna, nelle vesti di un brahmana, gli dichiaro’ di essere
Krishna, il suo eterno nemico. - Il Suo piacevole modo di parlare
Si dice che una persona sa parlare in modo piacevole quando sa essere dolce anche con i suoi nemici in modo da riappacificarli. Krishna era cosi’ esperto in quest’arte che disse al Suo nemico Kaliya, dopo averlo vinto nelle acque della Yamuna:
“O re dei serpenti, sebbene ti abbia fatto soffrire tanto, per favore, non Me ne volere. E’ Mio dovere proteggere queste mucche, che sono adorate perfino dagli esseri celesti. Soltanto per salvarle dal pericolo che rappresenta per loro la tua presenza in questi luoghi Mi vedi oggi costretto a cacciarti via.”
Infatti, da quando Kaliya abitava nelle acque della Yamuna, quella parte del fiume era
diventata cosi’ contaminata dal veleno che tutte le mucche venute a dissetarsi la’ erano morte. Allora Krishna, sebbene avesse solo quattro o cinque anni, si tuffo’ nel fiume per punire severamente Kaliya e costringerlo ad abbandonare quei luoghi.
Krishna aveva allora spiegato che anche gli esseri celesti veneravano la mucca, e Lui stesso
aveva dato l’esempio di come proteggerla. Percio’ almeno gli uomini coscienti di Krishna
devono seguire le orme del Signore e accordare ogni protezione alle mucche, poiche’ non solo gli esseri celesti, ma Krishna stesso le adoro’ in numerose occasioni, e in particolare nei giorni di gopastami e di Govardhana-puja. - La Sua ammirabile eloquenza
E’ definito vavaduka, o eloquente, colui che si esprime con parole piene di significato,
pronunciate con grande gentilezza e rivelatrici di buone qualita’.
Lo Srimad-Bhagavatam descrive in modo meraviglioso le parole gentili che Krishna rivolse a Suo padre, Nanda Maharaja, allo scopo di fargli abbandonare il compimento del sacrificio rituale a Indra, il dio della pioggia. La moglie di uno dei pastori ne rimase affascinata e racconto’ piu’ tardi alle sue amiche: “Krishna Si rivolgeva a Suo padre con tanta gentilezza e tenerezza che sembrava versare nettare nelle orecchie di tutti i presenti. Dopo aver ascoltato parole cosi’ dolci dalle labbra di Krishna, chi non sarebbe attratto da Lui ?”
Uddhava descrive cosi’ le parole di Krishna, a cui si attribuiscono le qualita’ piu’ sublimi del
mondo: “Le parole di Krishna sono cosi’ attraenti che possono immediatamente trasformare il cuore del Suo nemico. Le Sue parole possono di colpo risolvere tutte le questioni e i problemi dell’universo.
Nonostante i Suoi discorsi siano concisi, ogni parola che esce dalla Sua bocca e’ ricca di significato. Le parole di Krishna sono molto dolci al mio cuore.” - La Sua grande erudizione
Si dice che una persona possiede una grande erudizione quando ha ricevuto una vasta
educazione e agisce rigidamente sulla base dei principi morali. Avere un’educazione significa essere esperti nei vari rami del sapere, e agire secondo i principi morali significa avere una ferma moralita’. Insieme, questi due fattori costituiscono cio’ che si chiama erudizione. Sri Narada Muni descrive con queste parole l’insegnamento che Krishna ricevette da Sandipani Muni:
“Brahma e altri personaggi elevati possono essere paragonati a nuvole formate in origine da un’evaporazione d’acqua proveniente dal grande oceano di Krishna. Infatti, Brahma ricevette la conoscenza vedica da Krishna, come una nuvola attinge l’acqua dall’oceano. Questa conoscenza, che in seguito fu trasmessa al mondo da Brahma, si e’ depositata sulla montagna di Sandipani Muni. L’insegnamento di Sandipani Muni a Krishna e’ paragonato a un lago le cui acque scorrono come un fiume verso la sua sorgente originale, l’oceano di Krishna.”
Per essere piu’ chiari precisiamo che Krishna non puo’ essere istruito da nessuno, cosi’ come l’oceano non puo’ ricevere acqua se non quella che proviene da se’ stesso; infatti solo in apparenza i fiumi versano nuove acque nell’oceano. E’ chiaro dunque che Brahma ricevette da Krishna la conoscenza vedica e che la trasmise in seguito attraverso la successione di maestri spirituali. Sandipani Muni e’ simile al fiume che scorre dalla montagna per raggiungere l’oceano originale di Krishna.
I Siddha, abitanti di Siddhaloka –dove ognuno nasce dotato di poteri soprannaturali perfettamente sviluppati-, e i Carana, abitanti di un pianeta simile, pregano Krishna in questi termini:
“La dea della conoscenza e’ ornata con i quattordici gioielli dell’erudizione, enumerati come segue. La sua intelligenza penetra le quattro divisioni dei Veda e la sua attenzione e’ sempre sui libri di legge compilati dai grandi saggi come Manu. E’ esperta nei sei rami del sapere specializzato –la scienza dell’interpretazione vedica, la grammatica, l’astrologia, la retorica, la conoscenza del vocabolario e la conoscenza dei riti. Ha come compagni costanti i supplementi dei Veda, cioe’ i Purana; e’ scortata dalla logica e porta come ornamento la conclusione finale di tutta la conoscenza. Ma ora ha ottenuto la grazia di sedersi accanto a Te come una compagna di scuola e servirTi, o Govinda.”
Krishna, il Signore Supremo, non ha bisogno di ricevere alcuna educazione, tuttavia da’ alla dea del sapere la possibilita’ di servirLo. Certamente, poiche’ e’ sufficiente in Se’ stesso,
Krishna non ha bisogno del servizio di nessuno, nonostante abbia un gran numero di devoti.
Solo grazie alla Sua bonta’ e alla Sua misericordia Egli da’ a tutti la possibilita’ di servirLo,
come se dipendesse dal servizio che i Suoi devoti Gli offrono.
Per quanto riguarda il Suo senso morale, le Scritture affermano che agli occhi dei briganti
Krishna regna su Vrindavana come la morte in persona; per i giusti Egli e’ la fonte di una dolce felicita’; per le ragazze sembra Cupido in persona, infinitamente affascinante, e per i poveri rappresenta la persona piu’ magnanima. Per i Suoi amici e’ rinfrescante come la luna piena, e per i Suoi nemici e’ bruciante come il fuoco devastatore generato da Siva. Si puo’ dire dunque che Egli dia prova della piu’ perfetta moralita’ nei Suoi rapporti con gli altri. Quando, di fronte ai malfattori, Egli appare come la morte in persona, non e’ per mancanza di moralita’ o per crudelta’: al contrario, uccidendo gli empi, Egli da’ prova della piu’ sublime forma di moralita’.
Krishna insegna del resto nella Bhagavad-gita (4.11) che Egli Si comporta con una persona
secondo l’atteggiamento che questa persona ha con Lui. Ma i rapporti che scambia con i devoti e con i non-devoti, sebbene siano differenti, possiedono lo stesso valore. Poiche’ Krishna e’ infinitamente buono, le Sue azioni sono sempre per il bene di tutti. - La Sua straordinaria intelligenza
Un uomo e’ detto intelligente quando ha una memoria acuta e una fine capacita’ di
discriminare.
La memoria di Krishna era cosi’ acuta che quando studiava alla scuola di Sandipani Muni, ad Avantipura, bastava che ascoltasse una sola volta l’insegnamento del Suo precettore,
qualunque fosse l’argomento, per impararlo perfettamente. In realta’, Krishna frequento’ la
scuola di Sandipani Muni per mostrare al mondo che ogni uomo, per quanto importante o
intelligente sia, deve avvicinare un maestro per ricevere un insegnamento generale. Ogni
persona, per quanto grande sia, deve accettare un maestro spirituale.
Krishna rivelo’ infine la Sua fine discrezione mentre combatteva contro il re intoccabile che
aveva preso d’assalto la citta’ di Mathura. Le leggi vediche vietano ai re ksatriya di avere anche il minimo contatto con un intoccabile, sia pure per ucciderlo. Cosi’, quando Kalayavana –questo era il nome del Suo nemico- volle conquistare la citta’ di Mathura, Krishna non ritenne opportuno ucciderlo con le proprie mani, ma poiche’ doveva essere ucciso, decise molto saggiamente di fuggire dal campo di battaglia in modo che l’intoccabile Lo inseguisse. In questo modo pote’ attirarlo nella grotta dove dormiva Mucukunda, che aveva ricevuto da Karttikeya la benedizione di poter ridurre in cenere la prima persona su cui avrebbe posato lo sguardo, qualora il suo sonno fosse stato interrotto. Cosi’ Krishna penso’ bene di condurre il re intoccabile fino a questa grotta in modo che, svegliato dalla sua presenza, Mucukunda lo riducesse immediatamente in cenere. - Il Suo genio eccezionale
E’ definito genio colui che puo’ sconfiggere ogni avversario con argomenti sempre nuovi.
Il Padyavali riporta a questo proposito una conversazione tra Radha e Krishna. Un mattino che Krishna era andato da Radha, ella Gli domando’: “Mio caro Kesava, dove si trova adesso il tuo vasa ?” La parola sanscrita vasa puo’ indicare sia il luogo di residenza, sia il profumo, sia i vestiti. Radha si riferiva al vestito di Krishna, ma Lui, fingendo di capire: “Dove hai stabilito il Tuo luogo di residenza ?”, rispose a Radharani: “O tu che sei attratta da Me, ho scelto di stabilire la Mia residenza nei tuoi occhi splendenti.” Radharani insistette dicendo: “Piccolo malizioso, non mi riferivo affatto alla Tua dimora, ma al Tuo vestito.” Allora Krishna diede a vasa il significato di profumo e disse: “Cara amica fortunata, se ho adottato questo profumo e’ solo per poter entrare in contatto col tuo corpo.”
Srimati Radharani domando’ allora a Krishna: “Dove hai trascorso la notte ?” Yaminyamusitah e’ l’esatto termine sanscrito che Radharani uso’. Yaminyam significa “la notte”, e usitah “trascorsa”. Ma Krishna divise la parola yaminyamusitah in due termini differenti, cioe’ yaminya e musitah. Cosi’ divisa, la parola yaminyamusitah significa che Egli era stato rapito da Yamini, la notte. Krishna rispose dunque a Radharani: “Cara Radharani, come la notte avrebbe potuto impadronirsi di Me ?” Cosi’ Egli rispose a tutte le domande di Radharani con tanta astuzia che colmo’ di gioia la gopi che fra tutte Gli e’ piu’ cara. - I Suoi talenti d’artista
Colui che sa parlare e vestirsi con arte e’ detto vidagdha, artista.
Questa caratteristica esemplare si trova anche nella personalita’ di Sri Krishna. Radharani ne
parla in questi termini:
“Cara amica, guarda l’arte con cui Krishna compone canti meravigliosi, danza, scherza e suona il
flauto. GuardaLo, ornato di belle ghirlande e vestito in modo cosi’ attraente, come se avesse vinto
mille avversari agli scacchi ! Tutta la Sua esistenza riflette il culmine dell’espressione artistica.” - La Sua estrema ingegnosita’
E’ definito ingegnoso colui che puo’ compiere piu’ cose alla volta. Una gopi disse un giorno:
“Amiche mie guardate l’ingegnosita’ di Krishna ! Compone canti melodiosi alla gloria dei pastori e
soddisfa le mucche. Combatte contro demoni come Aristasura e allo stesso tempo affascina le gopi
con i movimenti dei Suoi occhi. Si comporta in modi diversi in presenza di esseri diversi e ne trae
sempre un piacere assoluto.” - La Sua grande abilita’
E’ definito abile colui che puo’ compiere rapidamente un lavoro difficile.
Nello Srimad-Bhagavatam (10.59.17) Sukadeva Gosvami parla cosi’ a Maharaja Pariksit della
grande abilita’ di Krishna:
“O migliore dei Kuru, Sri Krishna rapidamente ridusse in polvere le molteplici armi che i
combattenti avversari bandivano.”
Un tempo si combatteva lanciando varie frecce, ciascuna dotata di un particolare potere. Per
ostacolare una freccia che aveva il potere di provocare la pioggia, per esempio, bisognava
lanciarne un’altra capace di trasformare subito l’acqua in nuvola. Si puo’ capire dunque dal
verso citato sopra che Krishna era molto abile a neutralizzare le frecce dei Suoi nemici.
Similmente, durante la danza rasa, ogni gopi chiese a Krishna di farle da cavaliere, e Lui, per
soddisfarle tutte, Si moltiplico’ in modo da trovarSi accanto a ciascuna gopi. Cosi’ ogni gopi
ebbe Krishna che danzava al suo fianco. - La Sua riconoscenza
Colui che e’ consapevole dei benefici che ha ricevuto da un amico e non li dimentica mai puo’
essere definito riconoscente.
Krishna dice nel Mahabharata:
“Quando Mi allontanai da Draupadi, ella Mi chiamo’: ‘O Govinda !’ Al suo richiamo contassi nei suoi
confronti un debito che gradualmente cresce nel Mio cuore.”
Queste parole di Krishna mostrano fino a che punto si puo’ far piacere al Signore Supremo
semplicemente chiamandoLo “O Krishna ! O Govinda !”
Il maha-mantra
Hare krishna Hare krishna krishna krishna Hare Hare
Hare Rama Hare Rama rama rama Hare Hare
e’ un’invocazione rivolta al Signore a alla Sua energia. Percio’ possiamo immaginare quanto il
Signore Supremo Si sentira’ debitore nei confronti di colui che Lo invoca continuamente
insieme con la Sua energia. In realta’, e’ impossibile che il Signore dimentichi tale devoto.
Questo verso afferma chiaramente che chiunque invochi il Signore attira subito la Sua
attenzione, e il Signore Si sentira’ sempre in debito nei suoi confronti.
Anche l’atteggiamento di Krishna verso Jambavan illustra un simile sentimento di
riconoscenza. Quando il Signore era presente sulla Terra nella forma di Sri Ramacandra,
Jambavan, l’illustre re delle scimmie, Lo servi’ con grande lealta’. In cambio il Signore, quando
apparve nella Sua forma di Sri Krishna, sposo’ sua figlia e gli offri’ tutto il rispetto che si
concede di solito ai superiori. Qualsiasi persona onesta si sentira’ grata verso un amico che gli
ha offerto qualche servizio; e poiche’ Krishna e’ l’essere piu’ onesto che esista, come potrebbe
dimenticare il debito che ha verso il Suo servitore ? - La Sua determinazione inflessibile
E’ definito determinato colui che osserva i principi regolatori e mantiene le sue promesse in
modo concreto.
L’Hari-vamsa da’ un esempio della determinazione del Signore quando riferisce che Krishna
combatte’ contro Indra, il re dei cieli, per sottrargli il fiore parijata –una particolare varieta’ di
fiore di loto che cresce sui pianeti celesti.
Un giorno Satyabhama, una delle regine di Krishna, desidero’ questo fiore, e Krishna le
promise di farglielo avere. Ma Indra rifiuto’ di separarsene; ne segui’ una grande battaglia che
oppose Krishna e i Pandava a tutti gli esseri celesti. Krishna fini’ col vincerli tutti, e
S’impadroni’ del parijata per offrirlo alla Sua regina. Ricordando questo episodio, Krishna
rivolse queste parole a Narada Muni:
“O nobile saggio tra tutti gli esseri celesti, tu puoi proclamare ora a tutti i devoti, ma soprattutto ai
non-devoti, che quando ho colto il fiore parijata, tutti gli esseri celesti –i Gandharva, i Naga, i
demoniaci Raksasa, gli Yaksa e i Pannaga- tentarono di sconfiggerMi nel combattimento, ma
nessuno pote’ farMi mancare alla promessa che avevo fatto alla Mia regina.”
Un’altra promessa di Krishna si trova nella Bhagavad-gita (9.31), dove Egli assicura che mai
nessuno dei Suoi devoti sara’ vinto. Percio’ il devoto sincero che e’ costantemente impegnato
nel servizio d’amore trascendentale al Signore puo’ avere la certezza che Krishna non
manchera’ mai alla Sua promessa e che in qualsiasi circostanza Egli proteggera’ sempre il Suo
devoto.
Krishna dimostro’ piu’ volte di mantenere sempre la Sua promessa, come quando cosegno’ a
Satyabhama il fiore parijata, quando protesse Draupadi dall’insulto dei Kuru e quando salvo’
Arjuna dagli attacchi dei suoi nemici.
La determinazione di Krishna a mantenere la Sua promessa di proteggere sempre i Suoi devoti
era gia’ stata riconosciuta da Indra dopo la sua sconfitta all’epoca del Govardhana-lila. Infatti,
quando Krishna ebbe convinto gli abitanti di Vraja a interrompere il loro culto a Indra, questi,
infuriato, fece abbattere su Vrindavana una pioggia ininterrotta che inondo’ tutte le terre.
Krishna protesse allora tutti gli abitanti e tutti gli animali di Vrindavana sollevando la collina
Govardhana e tenendola sopra le loro teste come un ombrello. Dopo l’incidente Indra si
sottomise a Krishna e Gli offri’ molte preghiere in cui ammetteva:
“Sollevando la collina Govardhana per proteggere gli abitanti di Vrindavana, Ti sei mostrato fedele
alla promessa che i Tuoi devoti non periranno mai.” - Perfetto giudice del tempo e delle circostanze
Nelle Sue relazioni con gli altri, Krishna sa perfettamente tener conto delle circostanze di
tempo e di luogo come delle persone che Gli stanno intorno. Lo lascia capire a Uddhava
quando gli parla della Sua danza rasa:
“La notte della luna piena d’autunno, come questa notte, e’ il momento piu’ opportuno per la danza
rasa. In tutto l’universo il luogo migliore e’ Vrindavana e le compagne piu’ belle sono le gopi.
Percio’, carissimo Uddhava, amico Mio, credo che dovrei approfittare di tutti questi elementi
favorevoli per abbadonarMi a questa danza.” - La Sua opinione autorevole basata sulle Scritture
E’ definito sastra-caksus colui che agisce in perfetto accordo con gli insegnamenti delle
Scritture. Le parole sastra-caksus significano precisamente colui che vede attraverso gli occhi
delle Scritture autentiche. Ogni uomo di conoscenza e di esperienza dovrebbe vedere ogni cosa
attraverso questi Testi. Per esempio, a occhio nudo, il sole sembra una massa luminosa, ma
alla luce dei libri di scienza e di altre opere che sono autorita’ in materia possiamo capire che il
sole e’ ben piu’ grande della Terra ed e’ fonte di un’energia molto potente. Vedere solo
attraverso i nostri occhi non e’ dunque vedere veramente; il modo corretto di vedere si attua
attraverso le opere e i maestri autorevoli. Krishna stesso, che e’ Dio in persona e vede il
passato, il presente e il futuro, Si riferiva sempre alle Scritture allo scopo di istruire gli uomini.
Nella Bhagavad-gita, dove Egli parla come autorita’ suprema, Krishna cita l’autorita’ del
Vedanta-sutra. C’e’ anche un passo dello Srimad-Bhagavatam in cui un personaggio dice
scherzosamente che Krishna, il vincitore di Kamsa, e’ considerato come Colui che vede sempre
attraverso l’autorita’ degli sastra; in quel momento, pero’, per stabilire la Sua autorita’, stava
guardando le gopi, che erano diventate come pazze sotto l’effetto del Suo sguardo. - La Sua purezza perfetta
Ci sono due tipi di purezza perfetta. Una permette a colui che la possiede di liberare dai peccati
un’anima caduta, e l’altra non fa compiere alcuna azione impura. Si dice che ha una purezza
perfetta chiunque possieda una di queste qualita’, e Krishna le possiede entrambe: puo’
liberare tutte le anime condizionate e allo stesso tempo non compie mai nessuna azione
impura.
Un giorno, mentre cercava di troncare gli attaccamenti familiari di suo fratello Dhritarastra,
Vidura gli disse:
“Caro fratello, concentra semplicemente i pensieri sui piedi di loto di krishna, che e’ adorato dai
grandi saggi e dagli uomini santi con versi meravigliosi e pieni di erudizione. Infatti, tra tutti coloro
che hanno il potere di liberare gli esseri dai loro mali, Krishna e’ il piu’ grande. Senza dubbio ci
sono grandi esseri celesti, come Siva e Brahma, che hanno questo potere, ma essi possono
accordare sollievo solo nella misura in cui la grazia di Krishna glielo permette.”
Cosi’ Vidura consiglio’ a Dhritarastra, suo fratello maggiore, di volgere i suoi pensieri a Krishna
e di adorare Lui soltanto. Colui che semplicemente canta il santo nome di Krishna vedra’
questo santo nome sorgere nel suo cuore come un potente sole che dissipera’ subito le tenebre
dell’ignoranza. Percio’ Vidura consiglio’ a Dhritarastra di pensare sempre a Krishna in modo da
eliminare senza indugio tutta la contaminazione che i peccati gli avevano fatto accumulare.
Similmente, nella Bhagavad-gita Arjuna si rivolge a Krishna con le parole param brahma
param dhama pavitram- il purificatore sovrano. Molti sono gli esempi che dimostrano la
purezza perfetta di Krishna. - Il Suo controllo di Se’
Colui che possiede un perfetto controllo dei sensi e’ detto vasi, o maestro di se’.
A questo proposito lo Srimad-Bhagavatam (1.11.36) insegna:
“Le regine [mogli di Krishna], con i loro sorrisi incantevoli e i loro sguardi furtivi, profondi, puri e
conturbanti, avrebbero potuto sedurre perfino i piu’ grandi esseri celesti, come Siva. Ma l’incanto
del loro fascino non aveva alcuna presa sui sensi di Krishna.”
Ciascuna delle sedicimila mogli di Krishna Lo credeva dominato dal suo fascino, ma non era
cosi’. Krishna e’ dunque il supremo maestro dei sensi, da cui il nome di Hrisikesa che Gli
attribuisce giustamente la Bhagavad-gita. - La Sua perseveranza
E’ definito perseverante colui che continua a compiere la sua opera fino a raggiungere lo scopo
che si e’ prefisso.
Krishna ando’ a combattere contro il re Jambavan per riprendergli il prezioso gioiello
syamantaka. Il gioiello era stato nascosto nella foresta, ma Krishna, senza perderSi di
coraggio, Si mise alla sua ricerca con una perseveranza esemplare, fino a quando lo scopri’ e lo
riprese al re. - La Sua tolleranza
E’ tollerante colui che puo’ sopportare tutte le difficolta’, anche quelle che sembrano
insopportabili.
Cosi’ fu per Krishna, che nonostante la Sua costituzione delicata e la morbidezza della Sua
pelle, non ebbe paura di affrontare qualsiasi difficolta’ per servire il Suo maestro spirituale
all’epoca in cui viveva nel suo asrama. Infatti, il discepolo deve servire il maestro spirituale in
ogni circostanza, nonostante gli ostacoli che puo’ incontrare. Vivendo sotto la sua tutela, egli
deve mendicare di porta in porta e consegnargli tutto cio’ che ha raccolto. Poi, quando il
prasada e’ servito, il maestro spirituale deve chiamare ciascuno dei suoi discepoli a prendere il
pasto. Se si dimenticasse di chiamarne uno, questi dovra’ digiunare tutto il giorno, come
ingiungono le Scritture, piuttosto che cercare di procurarsi il cibo di propria iniziativa. Esistono
numerose regole simili. Per esempio, Krishna dovette andare nella foresta a tagliare la legna
per il fuoco. - La Sua indulgenza
Colui che sa tollerare tutte le offese ricevute dal suo nemico da’ prova di indulgenza.
Il Sisupala-vadha descrive l’indulgenza di Krishna quando narra come il Signore impedi’
l’uccisione di Sisupala. Sebbene fosse cugino di Krishna, Sisupala, il re di Cedi, aveva sempre
nutrito invidia verso Krishna. Ogni volta che s’incontravano, Sisupala faceva del suo meglio per
insultare Krishna e ingiuriarLo in vari modi. Cosi’, quando nell’arena del sacrificio rajasuya
organizzato da Maharaja Yudhisthira, Sisupala comincio’ ad insultare Krishna, questi non vi
diede molta importanza e rimase silenzioso. Alcuni testimoni della scena erano sul punto di
uccidere Sisupala, ma Krishna li fermo’. Questa e’ la Sua indulgenza. Si dice che quando il
tuono rimbomba tra le nuvole, il leone, col suo potente ruggito, risponde immediatamente
all’appello del cielo, ma resta indifferente quando gli sciacalli lanciano i loro insignificanti
latrati.
Sri Yamunacarya glorifica con queste parole l’indulgenza di Krishna:
“O Ramacandra, amato Signore, la Tua indulgenza e’ cosi’ grande che semplicemente per essersi
prosternato davanti a Te, il corvo che aveva graffiato il seno di Janaki ottenne il Tuo perdono.”
Un giorno Indra, il re del cielo, prese la forma di un corvo e assali’ Sita (Janaki), la moglie di
Ramacandra, graffiandole il seno. Questa era certamente un’offesa a Sita, la madre universale,
percio’ Ramacandra era pronto a uccidere il corvo. Ma quando il corvo ando’ a prosternarsi ai
Suoi piedi, il Signore gli perdono’ l’offesa. Sri Yamunacarya continua la sua preghiera dicendo
che l’indulgenza di Sri Krishna supera perfino quella di Sri Ramacandra, poiche’ Sisupala aveva
preso l’abitudine di coprire Krishna d’insulti, e non solo nel corso di una vita, ma per ben tre
vite consecutive. Tuttavia, Krishna fu cosi’ indulgente che accordo’ la salvezza a Sisupala,
permettendogli di fondersi nella Sua Persona. Possiamo quindi dedurre che lo scopo dei monisti
–fondersi nella radiosita’ dell’Assoluto- non e’ molto difficile da raggiungere, poiche’ anche
esseri come Sisupala, profondamente ostili a Krishna, possono ottenere la stessa forma di
liberazione. - La Sua gravita’
E’ definito grave colui che non rivela il suo pensiero a chiunque, o la cui attivita’ mentale e
piani d’azione sono molto difficili da capire.
Dopo aver offeso Sri Krishna, Brahma Lo prego’ di perdonargli l’offesa. Ma nonostante l’ardore
delle sue preghiere, egli non pote’ chiaramente capire se Krishna fosse soddisfatto o no. In
altre parole, Krishna fu cosi’ grave da non considerare molto seriamente le preghiere di
Brahma. Altrove e’ descritta la gravita’ con cui Krishna diede prova delle Sue relazioni con
Radharani. Krishna circondava queste relazioni con Radha di un silenzio tale che neppure
Baladeva, Suo fratello maggiore e compagno costante, poteva percepire le trasformazioni che
avvenivano in Lui. - La Sua soddisfazione interiore
E’ definito soddisfatto in se’stesso colui che conosce una perfetta soddisfazione interiore, che e’
liberato da ogni desiderio e non e’ mai turbato, neanche in presenza di serie cause di afflizione.
Krishna diede prova di questa soddisfazione quando, accompagnato da Arjuna e da Bhima,
ando’ a sfidare Jarasandha, il temibile re di Magadha, e attribui’ poi a Bhima tutto il merito
della sua uccisione. Possiamo comprendere da cio’ che Krishna, sebbene sia il piu’ glorioso di
tutti, non ricerca mai la gloria.
Similmente, Egli non fu affatto turbato quando Sisupala comincio’ a insultarLo. I re e i
brahmana riuniti nell’arena del sacrificio organizzato da Maharaja Yudhisthira, indignati, vollero
subito soddisfare Krishna con l’offerta di dolci preghiere, ma non poterono scoprire in Lui la
minima traccia di turbamento. - La Sua equanimita’
E’ definito equanime in ogni circostanza colui che non e’ colpito ne’ dall’attaccamento ne’
dall’invidia.
Lo Srimad-Bhagavatam (10.16.33) ci da’ un esempio dell’equanimita’ di Krishna. Mentre
Krishna castigava duramente Kaliya, il serpente dalle cento teste, le mogli del mostro si
presentarono davanti al Signore e Gli rivolsero questa preghiera:
“Caro Signore, Tu discendi in questo mondo per punire tutti i tipi di esseri demoniaci. Senza dubbio
Kaliya, nostro marito, ha molto peccato, ed e’ giusto che Tu lo punisca in questo modo. Noi
sappiamo i castighi che infliggi ai Tuoi nemici e l’affetto che prodighi ai Tuoi figli hanno lo stesso
valore. E noi comprendiamo che Tu punisci questo essere maledetto pensando al suo bene futuro.”
Un’altra preghiera dice:
“O Krishna, amato Signore, il migliore della dinastia Kuru, Tu sei cosi’ imparziale che sei pronto a
ricompensare anche il Tuo nemico se lo merita, e sei pronto a punire Tuo figlio se e’ colpevole.
Agisci cosi’ peche’ Tu sei l’autore supremo dell’universo. Tu non sei parziale. E certamente sbaglia
colui che crede di trovare in Te la minima traccia di parzialita’.”
29.La Sua magnanimita’
E’ definito magnanimo chiunque sia portato a fare grandi atti di carita’.
Quando Krishna regnava su Dvaraka non c’era limite alla Sua magnanimita’, alla Sua tendenza
a compiere atti caritatevoli. In realta’ Dvaraka superava in opulenza perfino il regno spirituale
con le sue pietre cintamani, gli alberi dei desideri e le mucche surabhi. Nel regno spirituale di
Sri Krishna, Goloka Vrindavana, si trovano le mucche dette surabhi, capaci di dare latte in
quantita’ illimitata. Ci sono anche gli alberi dei desideri, i cui rami offrono a tutti, nella
quantita’ desiderata, ogni varieta’ di frutta, e la terra e’ fatta di pietre filosofali, che
trasformano il ferro in oro. Ma benche’ il regno spirituale, la dimora di Krishna goda di
un’opulenza senza pari, Krishna, con i Suoi doni caritatevoli, rese Dvaraka ancora piu’ opulenta
di Goloka Vrindavana. Ovunque Si trovi Krishna c’e’ anche l’opulenza illimitata di Goloka
Vrindavana.
E’ detto inoltre che quando Sri Krishna abitava a Dvaraka Si era moltiplicato in 16 108 forme e
ognuna di esse abitava in un palazzo in compagnia di una regina. Cosi’, non solo Egli viveva
una vita felice con le Sue regine, ma offriva anche in carita’, da ciascuno dei Suoi 16 108
palazzi, 13 054 mucche ornate di stoffe preziose e ornamenti vari. Cosi’, ogni giorno Krishna
regalava 13 054 x 16 108 mucche. Chi potrebbe anche solo immaginare il valore di doni cosi’
preziosi ? Queste erano le abitudini quotidiane di Krishna durante il suo regno a Dvaraka. - La Sua religiosita’
E’ definito religioso colui che osserva personalmente i principi della religione cosi’ come li
prescrivono gli sastra e insegna agli altri questi stessi principi. Una semplice professione di
fede non e’ il segno di una persona religiosa. Si deve agire secondo i principi della religione e
mostrarne la via con l’esempio. Questa e’ la vera pratica religiosa.
Quando Krishna era presente sulla Terra, non c’era traccia di empieta’. A questo proposito
Narada Muni disse a Krishna in tono scherzoso:
“O amato Signore dei pastori, i Tuoi buoi –simboli della religione- camminando sulle loro quattro
zampe hanno certamente brucato tutta l’erba dell’irreligione.”
In altre parole, i quattro principi fondamentali della religione erano cosi’ ben custoditi per la
grazia di Krishna che non si poteva trovare la minima traccia d’irreligione.
Le Scritture affermano che poiche’ Krishna compiva costantemente vari sacrifici a cui invitava
gli abitanti dei pianeti superiori, , le mogli di quest’ultimi erano quasi sempre lontane dai loro
mariti. Mentre si trovavano sole, in assenza dei loro compagni, esse si misero a pregare per
l’apparizione di Buddha, il nono avatara, che doveva manifestarsi nell’eta’ di Kali. Invece di
rallegrarsi per la presenza di Krishna sulla Terra, esse pregavano affinche’ venisse Buddha, la
nona manifestazione di Krishna in questo mondo, poiche’ egli doveva porre fine a tutte le
cerimonie rituali e a tutti i sacrifici raccomandati dai Veda allo scopo di scoraggiare
l’abbattimento degli animali. Le mogli degli esseri celesti pensavano che, poiche’ l’avvento di
Buddha doveva far cessare ogni sacrificio, i loro mariti non sarebbero piu’ stati invitati a queste
cerimonie e sarebbero naturalmente rimasti accanto a loro.
Ci si domanda a volte come mai gli abitanti dei pianeti superiori non vengano piu’ sulla Terra ai
giorni nostri. La risposta e’ semplice. Dopo che Buddha apparve e fece cessare l’offerta di
sacrifici allo scopo di mettere fine all’abbattimento degli animali su questo pianeta, gli abitanti
dei pianeti celesti non desiderarono piu’ visitare la Terra.