Incontro Con Il Maestro Spirituale

Le Tre Influenze Della Natura

Le Tre Influenze Della Natura

28 FEBBRAIO 1972 (continuazione)

Bob: Ho appreso dai vostri libri che ci sono tre guna — virtù, passione e ignoranza — che regolano la nostra vita coi loro influssi. Vorrei avere alcuni chiarimenti su questo argomento, specialmente sul modo in cui l’ignoranza e la virtù influiscono sulla nostra esistenza.

Srila Prabhupàda: Nella virtù puoi capire la realtà delle cose, cioè hai conoscenza. Puoi capire che Dio esiste, che questo mondo è stato creato da Lui, e puoi vedere ogni cosa nella giusta dimensione: questa è conoscenza perfetta. Virtù significa anche avere un po’ di conoscenza, anche se non perfetta.

Nella passione, invece, ci s’identifica col corpo materiale e si cerca di godere dei sensi.

Ignoranza, infine, significa vita animale; non si sa chi è Dio, come diventare felici, non si conosce il perché della nostra esistenza. Voglio farti un esempio. Se porti un animale al mattatoio ti seguirà senza protestare: questa è ignoranza.

Un uomo, invece, rifiuterebbe di seguirti. Hai mai visto come si comportano gli animali condotti al mattatoio? La loro vita sta per finire, ma basta che tu dia loro qualcosa da mangiare e sono felici. Come i bambini: anche se stai per ucciderli, loro ridono e giocano perché sono innocenti. In realtà questa è ignoranza.

Bob: Il karma che dobbiamo subire dipende dal guna che ci influenza?

Srila Prabhupada: Sì. Le nostre attività sono tutte contaminate dal contatto con queste tre influenze della natura materiale.

kàranam guna-sango ‘sya sad-asad-yoni-janmasu

Un uomo ottiene una nascita elevata o degradata secondo gli influssi che i guna esercitano su di lui.

Bob: Sotto quale guna sono l’inganno e le altre attività immorali?

Srila Prabhupada: L’inganno è un misto di passione e ignoranza. Supponiamo che un uomo inganni un altro: significa che vuole ottenere qualcosa e questo è sintomo di passione. Ma commette un omicidio vuol dire che non sa che dovrà subirne le conseguenze, e questa è ignoranza. Quest’uomo, dunque, è dominato da passione mista a ignoranza.

Bob: E quando una persona ne aiuta un’altra?

Srila Prabhupada: Questa è virtù.

Bob: Perché virtù? Che tipo di conoscenza è questa? Tu hai detto che si agisce in virtù quando si ha conoscenza.

Srila Prabhupada: Aiutare un’altra persona significa darle conoscenza. Questa è virtù.

Bob: E dare assistenza?

Srila Prabhupada: Anche questa è virtù.

Bob: Se per esempio incontro un mendicante e gli faccio l’elemosina…

Srila Prabhupada: Anche questa può essere virtù, ma non sempre. Nella Bowery Street, a New York, se fai l’elemosina a un mendicante questi corre subito a comprarsi una bottiglia di vino per ubriacarsi e poi lo vedi sdraiato per terra. [Tutti ridono] Questo tipo di elemosina non è virtù, bensì ignoranza.

Bob: La carità può essere ignoranza?

Srila Prabhupada: Ci sono tre tipi di carità — in virtù, in passione e in ignoranza. Virtù è dare la carità a chi ne è degno. Per esempio, chi fa la carità al Movimento per la Coscienza di Krishna agisce in virtù perché aiuta a diffondere la coscienza di Dio. Chi invece fa la carità per ottenere qualcosa in cambio agisce in passione. Ma fare la carità in un luogo e in un momento inadatto, senza rispetto e a una persona indegna, come al mendicante della Bowery per esempio, è ignoranza. Krishna dice:

yat karosi asnasi yaj juhosi dadàsi yat

“Tutto ciò che fai, tutto ciò che mangi, tutto ciò che offri in carità, come tutte le austerità che compi, devi offrirle a Me.” Se Krishna accetta l’offerta, è la perfezione della carità. Questo principio vale anche per il rappresentante di Krishna: se il maestro spirituale accetta le tue offerte, questa è la perfezione.

Bob: Che tipo di carità è dar da mangiare a chi ha fame?

Srila Prabhupada: Dipende dalle circostanze. Per esempio, se un dottore proibisce al suo paziente di prendere cibo solido e il paziente viene da te e ti chiede: “Mi daresti del cibo solido?”, se tu glielo dai è ignoranza da parte tua.

Le Tre Influenze Della Natura

Bob: I devoti di Krishna generano karma, cioè le loro azioni producono karma? Agiscono sotto gli influssi della natura materiale? Sono sotto l’influsso della virtù?

Srila Prabhupada: I devoti trascendono la virtù. Sono sul piano del suddha-sattva, cioè non sono situati su un piano materiale, bensì sono completamente assorti in una coscienza spirituale. Questo è spiegato nella Bhagavad-gita:

mam ca yo ‘vyabbicarena bhakti yogena sevate sa gunàn samatìtyaitàn brahma-bhuyàya kalpate

“Colui che s’impegna pienamente nel servizio di devozione, senza mai deviare, trascende subito gli influssi della natura materiale e raggiunge il livello del brahman.” I devoti non sono né sotto l’influsso della virtù né sotto quello della passione o dell’ignoranza, ma li trascendono tutti e tre.

Bob: Il devoto che s’impegna con fede e determinazione arriva a questo livello?

Srila Prabhupada: Sì, il devoto… anche tu puoi diventare un devoto come lo sono diventati loro; non è difficile. Devi solo servire il Signore con amore e devozione.

Bob: Vorrei avere una maggiore conoscenza di Dio e poter sentire di più la Sua presenza. La ragione di questo desiderio è che io sento che la vita ha ben poco significato senza Dio.

Srila Prabhupada: E una grande perdita sprecare la vita umana. Questa vita è una preziosa opportunità di liberarsi dalle catene dell’esistenza materiale.

Bob: Ti sono molto grato della possibilità che mi hai offerto di rivolgerti queste domande…

Srila Prabhupada: Puoi imparare molto di più, se vuoi.

Bob: Sì, ma ho ancora… le mie relazioni a casa. Il matrimonio… ho molti impegni…

Srila Prabhupada: Non c’è problema. Nel nostro movimento ci sono molte persone sposate. [Indica Sydmasundara] Lui è sposato. Il matrimonio non è un ostacolo. Ti ho spiegato che ci sono quattro ordini di vita spirituale — brahmacarya, grhastha, vanaprastha e sannydsa. Dopo la vita di brahmacdrl, sposarsi è possibile. Non è obbligatorio. Si può rimanere naistika- brahmacan, cioè celibi per tutta la vita. Ma chi lo desidera può sposarsi, e dopo la vita familiare c’è la vita del vanaprastha.

A questo punto viene richiesto il primo atto di rinuncia: l’uomo e la donna vivono separati dal resto della famiglia e non hanno più rapporti sessuali. Poi, quando l’uomo si è completamente distaccato dalla vita familiare, abbraccia l’ordine del sannydsa.

Bob: Allora bisogna completamente dimenticare la moglie e i figli?

Srila Prabhupada: Sì. Dimenticare non è molto difficile, se si vuole dimenticare. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. [Tutti ridono] Anch’io avevo una moglie, dei figli, dei nipoti, ma lontano dagli occhi, lontano dal cuore, non è così? Il sistema vedico consiglia dunque di accettare il vanaprastha e poi il sannyasa per distaccarsi gradualmente dalla vita materiale.

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