Proteggersi dall’illusione

Proteggersi dall’illusione

Nel 1973 Srila Prabhupàda ricevette un’insolita lettera da una signora della California, che aveva incontrato due suoi giovani discepoli. Si lamentava del fatto che essi avevano “un’opinione negativa delle persone che incontravano.” Commosso dalla sua genuina preoccupazione, Srila Prabhupàda si premurò di scriverle una lettera chiarificatrice.

Sua Grazia,
La prego di accettare questa lettera con amore… K-Mart; San Fernando. Abbiamo parlato con due dei vostri ragazzi in diverse occasioni. Entrambi hanno una visione negativa della gente che incontrano. Non credo che ciò debba accadere per alcun motivo. Questi ragazzi rappresentano Dio. La loro visione dev’essere misericordiosa. Noi questo l’abbiamo realizzato; perciò scegliete con cura questi piccoli pezzi di paradiso da inviare tra la gente, altrimenti la vostra missione non potrà essere portata a termine.
L’amore è. Lasciate che resti com’è; con amore o niente. La ricorderò nelle mie preghiere e spero lei mi ricordi nelle sue.
Sua in Dio, sia Egli benedetto Lynne Ludwig

Cara Lynne Ludwig,

La prego di accettare le mie benedizioni. Ho ricevuto la sua lettera dalla California, e ho preso nota del suo contenuto molto attentamente, sebbene avendo a lungo viaggiato e predicato in India non abbia finora avuto l’opportunità di risponderle in modo esauriente. Vi lamentate del fatto che i miei due discepoli incontrati in California abbiano “una visione negativa delle persone che incontrano”. Naturalmente non sono a conoscenza del caso e di quali siano state le circostanze, ma la prego di scusare i miei amati discepoli per qualsiasi loro scortesia o indelicatezza.

Dopo tutto abbandonare completamente il proprio modo di vita per servire il Signore non è cosa facile, e màyà, l’energia materiale illusoria, fa di tutto per intrappolare nuovamente coloro che hanno smesso di servirla per diventare devoti. Per resistere all’attacco di màyà e per resistere a qualsiasi tipo di tentazione, i giovani devoti inesperti, allo stadio di neofiti nel servizio devozionale, adottano a volte un comportamento negativo nei confronti di quelle cose o di quelle persone che potrebbero eventualmente essere dannose o minacciare la loro tenera piantina devozionale. Si lasciano andare a questi sentimenti solo per proteggersi; di conseguenza appaiono negativi o pessimisti ad alcuni non-devoti, che sono forse loro stessi molto innamorati dell’energia materiale di maya.

La realtà è che questo mondo materiale è un luogo miserabile e negativo, pieno di pericoli ad ogni passo; è duhkhàlayam asàsvatam, la dimora temporanea della morte, della nascita, della malattia e della vecchiaia, una casa piena di sofferenze e di dolore. Arrivare a comprendere queste cose non è comune, perciò le persone che ci riescono sono descritte come “grandi anime”.

màm upetya punar janma

duhkhàlayam asàsvatam

nàpnavanti mahàtmànah

samsiddhim paramàm gatàh

Ciò significa che coloro che hanno compreso che i mondi materiali sono luoghi temporanei e pieni di miseria (duhkhàlayam asàsvatam) non vi fanno più ritorno e poiché sono mahàtmànah, grandi anime, Krsna li tiene con Sé. Queste persone si sono qualificate per sfuggire a questo luogo ostile diventando Suoi puri devoti. Questo verso è enunciato da Krsna, Dio stesso, nella Bagavad-gità (8.15). C’è un’autorità più conclusiva di questa? Il punto è che per avanzare nella vita spirituale occorre avere una visione pessimistica di tutto ciò che è materiale a meno che ogni cosa non venga utilizzata per servire e soddisfare Krsna. Noi non abbiamo molte speranze di vedere soddisfatti in modo duraturo i nostri desideri più profondi in questo regno di materia grossolana.

Lei usa molte volte nella sua lettera la parola “amore”, ma la realtà è che non esiste vero amore in questo mondo materiale. È falsa propaganda. Ciò che viene chiamato amore è solo lussuria, desiderio di gratificazione personale.

kàma esa krodha esa

rajo-guna-samudbhavah

mahà-sano maha-papmà

viddy enam iha vairinam

Krsna dice ad Arjuna, Suo discepolo, che “è la lussuria soltanto… il nemico devastatore del mondo e la sorgente del peccato.” (Bhagavad-gità 3.37) Nel linguaggio vedico non esiste alcun termine per quello che noi intendiamo oggi come “amore”.

Il termine kàma descrive la lussuria o il desiderio materiale, non l’amore, mentre la parola che troviamo nei Veda per amore è prema, amore per Dio. Al di fuori dell’amore per Dio non c’è alcuna possibilità di amare. C’è solo il desiderio di lussuria. All’interno dell’atmosfera materiale l’intera scala delle attività umane, e anche quella di tutte le altre entità viventi è basata, stimolata e di conseguenza contaminata dal desiderio sessuale, l’attrazione fra maschio e femmina.

Per il sesso l’intero universo si muove e soffre. Questa è la cruda verità. Quello che noi chiamiamo impropriamente amore è solo questo: “Tu gratifichi i miei sensi, io gratifico i tuoi” e non appena questa gratificazione cessa c’è il divorzio, la separazione, i litigi e l’odio. Le cose vanno avanti sotto questa falsa concezione di amore. Il vero amore è l’amore per Dio, Krsna.

Ognuno di noi desidera riporre la tendenza ad amare in qualche oggetto che secondo la propria opinione ne sia degno. Ma è solo un problema d’ignoranza perché le persone mancano della conoscenza necessaria per trovare quel supremo e adorabile oggetto che sia veramente degno di accettare e ricambiare il loro amore. La gente semplicemente non lo sa. Non c’è una corretta informazione. Non appena si ha qualche attaccamento materiale, questo vi prenderà a calci in faccia, si deteriorerà e vi deluderà. Vi porterà insoddisfazione e frustrazione. Questa è la verità.

Ma questi ragazzi, nel vostro Paese e in tutto il mondo, accettano questa verità e raccolgono le giuste informazioni da Krsna:

bahUnàm janmanàm ante

jnanavàn mani prapadyate

vàsudevah sarvam iti

sa mahatma sudurlabhah

Dopo numerose nascite e morti, colui che ha la vera conoscenza si sottomette a Me sapendo che Io sono la causa di tutte le cause e sono tutto ciò che esiste. Un’anima così grande è molto rara.” (Bhagavad-gltà 7.19). Krsna usa ancora la parola mahatma, grande anima. I devoti che avete incontrato non sono ragazzi e ragazze ordinari. No. Devono essere considerati saggi, grandi anime, perché hanno sperimentato nel corso di molte esistenze la malattia miserabile della vita materiale e ne hanno provato disgusto. Ora cercano la conoscenza più elevata, cercano qualcosa di meglio, e quando trovano Krsna e si arrendono a Lui, diventano mahatma, situati nella conoscenza.

Il mondo materiale è come una prigione; è un luogo di punizione concepito pei portarci a un punto in cui proviamo disgusto, ci arrendiamo a Krsna e torniamo alla nostra natura originale di vita eterna e di completa conoscenza e felicità. Occorre dunque fare onore a questi devoti per ciò che stanno facendo, sudurlabhah, cosa molto rara nella società umana.

Arrendendosi a Krsna si trova l’oggetto finale in cui riporre il proprio amore: Dio. L’amore per Dio è presente in ciascuno di noi, come il fuoco in un fiammifero non ancora acceso, ma è nascosto. Se in qualche modo questo latente amore per Dio si sviluppa e Krsna diventa il supremo adorato, il supremo amico, il supremo maestro, o il supremo amante, non ci sentiremo più insoddisfatti o infelici. Al contrario, la nostra tendenza ad amare è giustamente riposta, come conferma la Bhagavad-gità (10.9):

mac-città mad-gata-prànd

bodhayantah parasparam

kathayantas ca màm nityam

tusyanti ca ramanti ca

I pensieri dei Miei puri devoti dimorano in Me, la loro vita è completamente votata al Mio servizio ed essi derivano grande soddisfazione e felicità illuminandosi l’un l’altro e parlando di Me.

Il devoto la cui vita è dedicata a Krsna gode sempre di “grande soddisfazione e gioia” ed è costantemente illuminato, sempre positivo, non negativo come lei dice. Il devoto avanzato è amico di tutti. La yoga-yukto visuddhàtmà, l’anima purificata e impegnata nel servizio devozionale a Krsna, è sarva-bhutàtma- bhutàtmà, cara a tutti e tutti sono cari a lei. In un altro verso Krsna sostiene che yo mad-bhaktah sa me priyah, il Suo devoto, che Gli è molto caro, advestà sarva-bhutànàrh maitrah karuna eva ca, non è invidioso ma è amico di tutte le entità viventi. Inoltre il devoto dovrebbe essere equanime nei confronti di tutti (panditah sama- darsinah) (Bhagavad-gità 5.18). Non farà mai discriminazioni dicendo: “Questo è buono, quello è cattivo.” No.

Queste descrizioni si riferiscono ai livelli più alti della coscienza di Krsna che i devoti raggiungono quando hanno sviluppato una matura conoscenza. In questo momento i nostri studenti sono per lo più ragazzi. Stanno imparando gradualmente, e il metodo è così efficace, sicuro e autorizzato che se lo adottano seriamente arriveranno al punto, come lei dice, di amare. Quell’amore, però, non è materiale, non dovrebbe perciò essere giudicato dal punto di vista errato, materiale e ordinario delle relazioni mondane. Questo è il nostro punto di vista.

Dire quindi che questi ragazzi non amano può essere esatto dal punto di vista materiale. Essi hanno abbandonato l’affetto della famiglia, gli amici, la moglie, il paese, la razza e così via, sentimenti che sono basati sulla concezione materialistica della vita, sull’effimera gratificazione dei sensi. Si sono un po’ distaccati dall’amore per maya, dalla lussuria, e vogliono l’amore di Krsna, l’amore sconfinato, l’amore che ricompensa pienamente, ma non sono ancora arrivati a quel livello.

Non possiamo aspettarci che all’improvviso tutti i suoi connazionali, che sono dediti a tante cattive abitudini, smettano di mangiare carne, di prendere intossicanti, di avere rapporti sessuali illeciti e di fare altre sporche attività, e che da un giorno all’altro diventino grandi anime realizzate. Non è possibile. È un’utopia. Ma la persona che prende l’iniziazione come devota di Krsna si pone nella categoria più elevata della società umana. Sa buddhimàn manusyesu sa yuktah krtsna-karma-krt (Bhagavad-gìtà 5.18): “È intelligente. È nella posizione trascendentale sebbene sia impegnata ancora in altre attività.” Sebbene tale devoto non abbia ancora raggiunto il più alto livello di comprensione spirituale, dev’essere comunque considerato elevato, a prescindere da qualsiasi debolezza temporanea.

api cet suduracàro

bhajate mani ananya-bhak

sadhur eva sa mantavyah

samyag vyavasito hi sah

Anche se commettesse accidentalmente l’azione più detestabile, colui che è impegnato nel servizio di devozione dev’essere considerato santo perché è situato con determinazione sul giusto sentiero.” (Bhagavad-gìtà 9.30) Come lei dice, “errare è umano”, perciò sul piano del neofita possiamo aspettarci qualche discrepanza. La prego di vedere le cose in questa luce e perdonare i loro piccoli errori. La cosa importante è che essi hanno dato tutto, anche la loro vita, a Krsna, e questo non è mai un errore.

Il suo eterno benefattore, A.C. Bhaktivedanta Swami

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