Scambi fraterni
Nettare Della Devozione Capitolo 42

Scambi fraterni
L’eta’ di Krishna, la Sua bellezza, il Suo corno, il Suo flauto, la Sua conchiglia e i Suoi modi
piacevoli risvegliano sentimenti di amicizia per Krishna. La Sua eccezionale abilita’ a scherzare
–che Egli esprime a volte giocando il ruolo di giovane principe, o anche quello di Dio, la
Persona Suprema- risveglia nel Suo devoto sentimenti di amicizia per Lui.
Saggi eruditi hanno diviso la vita di Krishna in tre periodi: il periodo detto kaumara, che va
dalla nascita al Suo quinto anno, quello detto pauganda, che va dal sesto al decimo anno, e
quello detto kaisora che va dall’undicesimo al quindicesimo anno. L’epoca in cui Krishna agisce
come un piccolo pastore si svolge nei periodi kaumara e pauganda. Nell’eta’ kaisora Krishna e’
pastore a Gokula, poi a sedici anni va a Mathura per uccidere Kamsa.
Il periodo kaumara e’ perfettamente adatto agli scambi d’amore di Krishna bambino con Sua
madre, Yasoda.
Nello Srimad-Bhagavatam (10.13.11) Sukadeva Gosvami si rivolge cosi’ al re
Pariksit:
“O re benche’ sia il beneficiario supremo di ogni felicita’ e di ogni cerimonia sacrificale, Krishna divideva il
Suo pasto con i Suoi amici pastori. La ragione sta nel fatto che a quell’epoca Egli giocava a essere un
bambino simile agli altri, con un flauto sotto il braccio, un corno infilato nella cintura, a destra, vicino al
Suo bastone di pastore; nella mano sinistra aveva una pallina di pasta di riso allo yogurt, e tra le dita un
pilu, il re tra i frutti. Quando Si sedeva cosi’, in mezzo ai Suoi amici, sembrava il cuore di un fiore di loto
chiuso tra i numerosi petali. Mentre essi si abbandonavano a gustosi scambi di parole scherzose, gli
abitanti dei pianeti celesti, colpiti dallo stupore, contemplavano la scena con aria attonita.”
Il periodo pauganda della vita di Krishna si suddivide a sua volta in tre parti, che corrispondono
rispettivamente all’inizio, alla meta’ e alla fine. All’inizio del periodo pauganda le labbra di
Krishna brillano di uno splendore rosso, la Sua vita e’ sottile e sul Suo collo si delineano pieghe
simili a quelle di una conchiglia.
Quando la gente di altri luoghi, passando per Vrdnavana rivedeva Krishna, esclamava:
“Caro Mukunda, la Tua bellezza cresce come si vede crescere una foglia di baniano. Caro Krishna dagli
occhi di loto, alcune linee si disegnano sul Tuo collo come su una conchiglia, e sotto il riflesso dei chiari
raggi di luna, i Tuoi denti e le Tue guance sfidano in bellezza un meraviglioso accostamento di pietre
padmaraga. Certamente lo sbocciare del Tuo aspetto fisico da’ grande piacere a tutti i Tuoi amici.”
In questa eta’ Krishna porta ghirlande di fiori diversi e Si veste di sete variopinte. Per Krishna
questi meravigliosi ornamenti sono solo semplici accessori, ed e’ cosi’ che Egli va nella foresta
per custodire le mucche. A volte Krishna S’impegna in finte battaglie con i Suoi amici e altre
volte danzano tutti insieme nella foresta. Queste sono alcune attivita’ del periodo pauganda.
I pastori, amici di Krishna, sono molto felici di stare in Sua compagnia e ognuno esprime tra se’ e se’ questi sentimenti sublimi:
“O amato Krishna, Tu custodisci sempre le mucche, che sono numerose a Vrindavana, paese
meraviglioso. La Tua bella ghirlanda, la Tua piccola conchiglia, la piuma di pavone sul Tuo turbante, i
Tuoi vestiti di seta gialla, le decorazioni di fiori karnika che ornano le Tue orecchie e la ghirlanda di
mallika che scende sul Tuo petto: ornato di cosi’ grande bellezza Tu fingi, come un attore, di combattere
con noi e ci riempi di una illimitata felicita’ trascendentale.”
Quando Krishna fu un po’ piu’ grande e raggiunse la meta’ del periodo pauganda, le Sue
unghie si fecero piu’ fini e le Sue guance si arrotondarono e diventarono radiose. Tre leggere
pieghe di carne, dette trivali, Gli cingevano la vita, sopra la cintura.
Gli amici di Krishna erano molto orgogliosi di godere della Sua compagnia. A quest’epoca la
punta del Suo naso vince la bellezza del fiore di sesamo, le Sue guance radiose sono piu’ lisce
delle perle, e i Suoi fianchi di una bellezza squisita. Krishna Si veste di una seta brillante come
il lampo, Si orna il capo con un turbante di seta con guarnizioni d’oro e porta un bastone. (1) I
divertimenti propri di questo periodo si svolgono nella foresta Bhandiravana. Questa foresta e
altre undici foreste, o vana, si trovano nei luoghi adiacenti Vrindavana e la loro bellezza si offre
ancora oggi ai devoti che fanno il giro intorno a Vrindavana.
Vedendo Krishna vestito in modo cosi’ affascinante, un devoto dice al suo compagno:
“Amico mio, guarda Krishna! Guarda come la Sua mano tiene un bastone decorato con un cerchio d’oro
alle estremita’. Guarda come il Suo turbante, ornato di un nastro d’oro, brilla di uno splendore
meraviglioso, e come il Suo vestito riempie i Suoi compagni della piu’ alta felicita’ trascendentale!”
Alla fine del periodo pauganda i capelli di Krishna Gli scendono a volte fino ai fianchi o volano
sparsi. Le Sue spalle si fanno piu’ larghe, e il Suo viso e’ sempre segnato col tilaka. Quando i
Suoi capelli sono sciolti sulle spalle sembra che la dea della fortuna Lo abbracci, e questo
abbraccio e’ profondamente gustato dai Suoi amici. Subala Gli rivolge queste parole:
“Caro Kesava, il Tuo turbante rotondo, il fiore di loto che tieni tra le dita, le linee verticali del tilaka che
ornano la Tua fronte, il Tuo muschio profumato di kunkuma e tutte le graziose linee del Tuo corpo oggi
mi hanno sconfitto, benche’ io sia di solito piu’ forte di Te e di qualsiasi altro Tuo compagno. Non so come
l’orgoglio delle ragazze di Vrindavana potra’ resistere. Se la Tua bellezza ha potuto trionfare su di me,
quanto piu’ potra’ prevalere su chi, per natura, e’ semplice e docile.”
Questa e’ anche l’eta’ in cui Krishna prova piacere nel bisbigliare all’orecchio dei Suoi amici
commenti sulla bellezza delle gopi che indugiavano davanti a loro. Un giorno Subala Gli disse:
“Caro Krishna, Tu sei molto furbo e puoi capire il pensiero degli altri. Ecco perche’ mormoro al Tuo
orecchio che ognuna di queste cinque incantevoli gopi e’ stata affascinata dal Tuo aspetto, ma credo che
Cupido abbia dato loro il compito di conquistarTi.”
In altre parole, la bellezza delle gopi e’ capace di conquistare Krishna, Lui che conquista tutti
gli universi.
I segni che caratterizzano il periodo kaisora sono gia’ stati descritti, ed e’ in questo periodo che
Krishna e’ generalmente piu’ apprezzato dai devoti. Esso Lo adorano in compagnia di
Radharani e designano questa Coppia divina con nome di Kisora-kisori. In realta’, Krishna non
invecchia mai oltre la Sua forma detta Kaisora; la Brahma-samhita lo conferma: benche’ Egli
sia l’essere piu’ antico e possieda innumerevoli forme, la Sua forma originale e’ di una
giovinezza eterna. I dipinti che mostrano Krishna sul campo di battaglia di Kuruksetra lasciano
vedere questa giovinezza. Eppure a quel tempo Egli era vissuto sufficientemente a lungo per
avere figli, nipoti e pronipoti. I pastori, compagni di Krishna, Gli fecero un giorno questo
discorso:
“Krishna, non e’ necessario che orni il Tuo corpo con tanti gioielli, perche’ il Tuo aspetto trascendentale e’
cosi’ bello che Tu non hai bisogno di alcun ornamento.”
Durante questo periodo, quando all’alba Krishna fa vibrare il Suo flauto, tutti i Suoi amici si
alzano subito per raggiungerLo sul sentiero che conduce ai pascoli. Uno dei Suoi compagni
disse un giorno queste parole:
“Miei cari amici pastori, il suono del flauto di Krishna che ci giunge alla cima della collina Govardhana ci
informa che e’ inutile cercarLo sulle rive della Yamuna.”
(1) Il bastone di Krishna e’ lungo un po’ meno di un metro e mezzo.
Parvati disse a Siva, suo marito:
“Caro Pancamukha (colui che possiede cinque volti), guarda i Pandava. Udendo la vibrazione della
conchiglia di Krishna, chiamata Pancajanya, ritrovano la loro potenza e diventano come leoni.”
Un giorno Krishna volle portare l’allegria tra i Suoi compagni, e Si vesti’ esattamente come
Radharani. Si mise anelli d’oro alle orecchie, e poiche’ la Sua carnagione e’ scura, la copri’ con
polpa di kumkuma per renderla chiara come quella di Radha. VedendoLo vestito cosi’, il Suo
amico Subala rimase stupefatto.
Krishna Si divertiva a volte con i Suoi amici nella lotta o in finte battaglie. A volte essi
giocavano col pallone o portarsi l’uno l’altro sulle spalle, oppure s’impegnano in tornei di
scacchi, o mostrano la loro abilita’ nel far roteare i loro bastoni. A loro volta, i pastori amano
divertire Krishna salendo con Lui sul carro o sull’altalena: dividono anche lo stesso giaciglio e
nuotano insieme. Tutte queste attivita’ sono dette anubhava. E’ sufficiente che tutti i compagni
di Krishna si radunino intorno a Lui perche’ nascano subito il gioco e soprattutto la danza.
Riferendosi alla lotta, un compagno di Krishna Gli disse un giorno:
“O vincitore del mostro Agha, Tu passeggi orgoglioso davanti ai Tuoi amici cercando di mostre loro la
forza delle Tue braccia. Sei forse invidioso di me? So che sei incapace di vincermi alla lotta e so anche
che trascorri molto tempo seduto, inattivo, senza la speranza di potermi vincere.”
Tutti i compagni di Krishna sono molto audaci e non esitano davanti a nessun ostacolo, perche’
hanno fede che Krishna li aiutera’ sempre a uscire vittoriosi da qualsiasi avventura. A volte si
consigliano tra loro e si esortano a vicenda a compiere azioni destinate alla felicita’ altrui. Altre
volte si offrono noci di betel, si ornano il viso di tilaka o si spalmano l’un l’altro con pasta di
candana. Altre volte, ancora, per divertirsi, si truccano il viso in strane maniere. Un’altra
attivita’ comune a tutti consiste nel voler sempre vincere Krishna. A volte Gli portano via il
vestito o si appropriano furtivamente i fiori che Krishna tiene in mano. Se uno di loro chiede a
un altro di ornare il suo corpo e la risposta e’ negativa, la battaglia puo’ scoppiare
all’improvviso perche’ essi si tengono sempre pronti a “combattere”. Queste sono, in breve, le
attivita’ di Krishna e dei Suoi amici.
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Un altro dei divertimenti preferiti dagli amici di Krishna consiste nel fare da messaggero tra
Krishna e le gopi. Infatti, essi introducono le gopi a Krishna e fanno proposte in Suo favore. E
quando sorge una controversia tre le gopi e Krishna, i compagni prenderanno la parte di
Krishna in Sua presenza e passeranno poi dalla parte delle gopi in Sua assenza. Il fatto di
sostenere a volte l’uno a volte l’altro da’ luogo a numerosi gruppetti di amici in cui si fa molto
bisbigliare, benche’ nessuno degli argomenti trattati abbia grande importanza.
I servitori di Krishna vanno talvolta a cogliere dei fiori per Lui, abbelliscono il Suo corpo con
preziosi ornamenti e gioielli, danzano, cantano per Lui. Lo aiutano a pascolare le mucche,
massaggiano il Suo corpo, fanno per Lui ghirlande di fiori e rinfrescano le Sue membra con un
ventaglio. Questi sono i loro primi doveri. Amici e servitori, uniti, servono Krishna col
medesimo slancio, e l’insieme delle loro attivita’ si chiama anubhava.
Quando Krishna usci’ dalla Yamuna dopo aver punito il Kaliyanaga, Sridama voleva essere il
primo ad abbracciarLo, ma il profondo sentimento di rispetto che provava per Krishna lo rese
incapace di tendere le braccia verso di Lui.
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Quando Krishna suona il flauto, la vibrazione emessa e’ simile al rombo delle nuvole che
riempie il cielo sotto la costellazione di Svati. Secondo l’astronomia vedica, se piove mentre
predomina la costellazione della stella Svati, ogni goccia di pioggia caduta nell’oceano formera’
delle perle, e le gocce che scivolano sulla pelle dei serpenti produrranno pietre preziose.
Similmente, quando il flauto di Krishna risuona come il rombo di una nuvola di pioggia sotto la
costellazione di Svati, il corpo di Sridama si copre di goccioline di sudore simili a perle.
Mentre Krishna e Subala si abbracciavano, Srimati Radharani, che provava un leggero
sentimento d’invidia, dissimulo’ la sua collera e disse:
“Mio caro Subala, tu sei molto fortunato perche’ anche in presenza degli anziani tu e Krishna non esitate
in alcun modo a posare ciascuno le braccia sulle spalle dell’altro. Posso concludere dunque che nelle vite
precedenti hai portato a termine con successo numerose austerita’.”
Infatti, benche’ anche Radharani avesse l’abitudine di porre le braccia sulle spalle di Krishna,
non poteva permettersi questo gesto in presenza degli anziani, mentre Subala non era
ostacolato da alcun impedimento; Radharani glorifica dunque la sua fortuna.
Quando Krishna entro’ nel lago di Kaliya, i Suoi intimi amici ne furono cosi’ sconvolti che
impallidirono, emisero orribili gorgoglii e si accasciarono al suolo come se avessero perso
conoscenza. Similmente quando scoppio’ un incendio nella foresta, tutti i compagni di Krishna
non pensarono alla propria sicurezza, ma si riunirono intorno a Lui per proteggerLo dalle
fiamme. Questo comportamento degli amici di Krishna e’ stato chiamato da saggi poeti
vyabhicari. Questa forma particolare di amore estatico per Krishna suscita a volte follia,
abilita’, paura, pigrizia, allegria, orgoglio, vertigine, meditazione, malattia, oblio e umilta’.
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Questi sono alcuni segni frequenti in colui che e’ al livello dell’amore estatico detto vyabhicari.
Quando gli scambi tra Krishna e i Suoi compagni sono perfettamente liberi da ogni sentimento
di rispetto poiche’ ognuno considera l’altro come suo eguale, questo sentimento di amicizia
estatica prende il nome di sthayi. Chi si stabilisce in questa relazione di amicizia confidenziale
con Krishna lascia apparire segni d’amore come l’attrazione, l’affetto, la rassomiglianza e
l’attaccamento. Si trova un esempio del livello di sthayi quando Arjuna(1) dice ad Akrura:
“O amato figlio di Gandini, ti prego, domanda a Krishna quando potro’ stringerLo tra le mie braccia.”
Si designa col termine affetto il sentimento di chi, pur essendo pienamente cosciente della
sovranita’ di Krishna, non e’ in alcun modo limitato dal sentimento di rispetto negli scambi di
amicizia col Signore. Questo affetto e’ illustrato qui in modo brillante: quando tutti gli esseri
celesti, con Siva a capo, andarono, pieni di rispetto, a offrire a Krishna le loro preghiere che
celebravano le gloriose perfezioni del Signore, Arjuna –lo stesso menzionato sopra- si mise
davanti a Krishna, poso’ la mano sulla Sua spalla e tolse la polvere caduta sulla Sua piuma di
pavone.
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Quando i Pandava, cacciati da Duryodhana, dovettero vivere nascosti nella foresta, nessuno
pote’ scoprire il luogo dove risiedevano. Il grande saggio Narada incontro’ allora Sri Krishna e
Gli disse:
“O Mukunda, benche’ Tu sia Dio, l’onnipotente Persona Suprema, i Pandava, legandosi a Te con un
sentimento di amicizia, sono stati privati del diritto legittimo di governare il loro regno che si estendeva
su tutta la Terra, e per di piu’ devono vivere nascosti nella foresta. A volte sono costretti a lavorare nella
casa altrui come volgari domestici. Benche’ sul piano materiale questi segni siano di cattivo augurio, e’
certamente meraviglioso vedere che nonostante tutti questi ostacoli i Pandava non hanno perso niente
della loro fede e del loro amore per Te. In realta’ essi Ti pensano sempre e cantano continuamente il Tuo
nome, pieni per Te di un’amicizia estatica.”
(1) Abitante di Vrindavana; non e’ lo stesso Arjuna a cui fu rivelata la Bhagavad-gita.
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Lo Srimad-Bhagavatam (10.15.18) da’ un altro esempio di affetto profondo per Krishna.
Krishna, sui pascoli, Si senti’ un po’ stanco e volendo riposare Si sdraio’ per terra. Allora i
pastori si riunirono numerosi attorno a Lui e, mossi da un affetto profondo, si misero a cantare
per conciliarGli il sonno.
Il campo di battaglia di Kuruksetra offre un altro esempio significativo di amicizia tra Krishna e
Arjuna. Mentre si svolgeva la battaglia, Asvatthama, il figlio di Dronacarya, piombo’ su Krishna
senza alcun riguardo, benche’ le regole piu’ elementari della cavalleria proibiscano che si
attacchi un conduttore di carro. Ma le azioni di Asvatthama erano cosi’ piene di odio che egli
non esito’ a dirigere la sua offensiva verso Krishna, che in quel momento agiva come
conduttore del carro di Arjuna. Quando Arjuna vide che Asvatthama voleva ferire Krishna
lanciando contro di Lui ogni sorta di frecce, si protese subito in avanti nel tentativo di
intercettarle. Ma mentre le frecce lo colpivano egli sentiva un tale amore estatico per Krishna
che il morso ripetuto delle frecce gli sembro’ simile a una pioggia di fiori.
Ecco un altro esempio di amore estatico per Krishna in un sentimento di amicizia: un giorno
che un pastore di nome Vrsabha coglieva dei fiori nella foresta per fare una ghirlanda a
Krishna, il sole raggiunse lo zenith. Ma per Vrsabha gli ardenti raggi del sole erano dolci come
il chiaro di luna. Questa e’ l’arte di compiere il servizio d’amore assoluto al Signore. Quando il
devoto vede ergersi davanti a se’ grandi ostacoli –come successe ai Pandava-, egli considera
queste condizioni difficili come altrettante condizioni favorevoli che lo aiuteranno a servire
meglio il Signore.
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Un altro esempio dell’amicizia di Arjuna per Krishna e’ descritto da Narada al Signore in questi
termini:
“Quando Arjuna imparava l’arte del tiro all’arco non pote’ vederTi per numerosi giorni. Ma non appena Ti
vide arrivare fermo’ all’istante ogni sua attivita’ e immediatamente Ti abbraccio’.”
Arjuna si era dedicato ad imparare l’arte marziale, ma non aveva mai cessato, neppure per un
istante, di pensare a Krishna; cosi’, appena si presento’ l’occasione di vederLo, subito Lo
abbraccio’.
Patri’, uno dei servitori di Krishna, Gli rivolse un giorno le seguenti parole:
”O amato Signore, Tu salvasti i pastori dalla voracita’ del mostro Aghasura, dagli effetti nocivi del
serpente Kaliya e da una foresta in fiamme. Ma in Tua assenza il mio dolore e’ piu’ grande dell’appetito di
Aghasura, piu’ terribile del veleno che riempiva il lago di Kaliya e piu’ bruciante di una foresta in fiamme.
Perche’ non mi salvi dunque dal dolore di essere separato da Te?”
Un altro compagno parlo’ cosi’ a Krishna:
“O nemico di Kamsa, da quando ci hai lasciato, il fuoco della Tua assenza e’ aumentato terribilmente. E si
allarga ancora di piu’ quando noi realizziamo che nella foresta Bhandiravana sei rinfrescato dalle onde
del riposante fiume Bhanu-tanaya (Radharani).”
Quando Krishna era in compagnia di Radharani, i pastori, con Subala a capo, sentivano in Sua
assenza un dolore tale che per loro era impossibile sopportarlo.
Un altro amico di Krishna Gli rivolse le seguenti parole:
“O Krishna, vincitore di Aghasura, quando lasciasti Vrindavana per andare a uccidere il re Kamsa a
Mathura, tutti i pastori furono privati dei loro quattro bhuta (la terra, l’acqua, il fuoco e l’etere). Il quinto
bhuta, l’aria, passava rapidamente attraverso le loro narici.”
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Quando Krishna ando’ a Mathura per uccidere il re Kamsa, la Sua assenza addoloro’ tanto i
pastori che essi quasi persero la vita. Si dice di chi e’ morto che ha lasciato i cinque elementi
(bhuta poiche’ questi elementi, che formano il suo corpo, tornarono a fondersi nei cinque
elementi primordiali. Qui, la situazione e’ tale che nonostante la scomparsa dei primi quattro
elementi –la terra, l’acqua, il fuoco e l’etere- il quinto, l’aria, sempre manifesta, entrava e
usciva con forza dalle loro narici. In altre parole, dopo che Krishna ebbe lasciato Vrindavana, i
pastori erano sempre in preda all’angoscia per l’esito del Suo combattimento col re Kamsa.
Un altro degli amici di Krishna Lo informo’ in questi termini:
“Una volta uno dei Tuoi compagni sentiva cosi’ intensamente la separazione da Te che i suoi occhi di loto
si riempirono di lacrime a tal punto che le nere api del sonno persero ogni speranza di penetrarvi e
volarono lontano.”
Alle api nere piace raccogliere il nettare dei fiori di loto. Si paragonano gli occhi del compagno
di Krishna ai fiori di loto sbocciati, cosi’ pieni di lacrime che le nere api del sonno non poterono
raccogliervi il nettare e dovettero volare altrove. Cio’ significa che il suo dolore era tanto
grande che riempiva i suoi occhi di lacrime impedendogli di dormire. Questo e’ un esempio
d’insonnia notturna per la separazione da Krishna.
Il passo seguente offre un esempio di disperazione:
“Quando Krishna lascio’ Vrindavana per Mathura, i pastori, che Gli sono cosi’ cari, sentirono i loro pensieri
farsi sempre piu’ leggeri. Ciascuno si sentiva come un batuffolo di cotone piu’ leggero dell’aria che fluttua
sospinto dal vento, senza alcun rifugio.”
In altre parole, la solitudine dei pastori in assenza di Krishna era tale che la loro mente si
svuoto’ di ogni pensiero. Quando Krishna parti’ per Mathura, i pastori mostrarono un
sentimento d’impazienza. Presi dal dolore per la Sua assenza, si disinteressarono di custodire
le loro mandrie e tentarono di cancellare dalla loro memoria i canti melodiosi che avevano
cantato un tempo sui pascoli. Infine, non desiderarono nemmeno piu’ vivere se dovevano
restare separati da Krishna.
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Troviamo un esempio di immobilita’ nel racconto di un amico di Krishna quando Gli riferisce, a
Mathura, che tutti i pastori stavano immobili come alberi senza vita sulla cima di una collina.
Cosi’ magri e cosi’ fragili, sembravano quasi nudi, e non avevano ne’ frutti ne’ fiori. I pastorelli
di Vrindavana se ne stavano immobili come alberi morti sulla cima di una collina. A volte, la
solitudine che provavano nell’essere separati da Krishna assumeva l’ampiezza di una malattia
e, oppressi dalla tristezza, essi erravano qua e la’ sulle rive della Yamuna.
Si trova anche un esempio di follia causata dall’assenza di Krishna. Quando Krishna lascio’
Vrindavana tutti i pastorelli piombarono nella confusione. Sospesa ogni attivita’, essi davano
l’impressione di essere diventati pazzi e di aver dimenticato completamente i loro lavori
abituali. A volte si stendevano per terra, si rotolavano nella polvere, ridevano o correvano
molto velocemente, dando l’impressione di essere presi da pazzia. Un amico di Krishna Lo
rimprovero’ con queste parole:
“O Signore, dopo aver ucciso Kamsa, Tu sei diventato il re di Mathura per la nostra grande felicita’, ma a
Vrindavana tutti gli abitanti hanno pianto la Tua assenza al punto che sono diventati ciechi. In preda
all’angoscia, essi non provano certamente alcuna felicita’ nel sapere che ora sei il re di Mathura.”
A volte i sentimenti provati in assenza di Krishna lasciano anche apparire segni di morte. Un
giorno qualcuno si rivolse a Krishna cosi’:
“O nemico di Kamsa, soli in Tua assenza, i giovani pastori sono oppressi da un dolore troppo intenso.
Sono distesi nelle vallate e respirano molto debolmente. Sensibile al loro dolore, anche il cervo,
compagno delle foreste, piange.”
Il capitolo Mathura-khand dello Skanda Purana offre una descrizione di Krishna e Balarama
attorniati da tutti i giovani pastori e continuamente impegnati a pascolare le mucche e i vitelli.
Quando Arjuna e Krishna si videro per la prima volta nel negozio di un vasaio nella citta’ di
Drupadanagara, si assomigliavano tanto che si legarono subito in una profonda amicizia.
Questo e’ un esempio di amicizia nata dall’attrazione esercitata da un aspetto fisico simile.
Lo Sriman-Bhagavatam (10.71.27) informa che quando Krishna fece il Suo ingresso nella
citta’ di Indraprastha, Bhima fu preso da tanta gioia che con gli occhi pieni di lacrime e il volto
sorridente abbraccio’ senza indugio il cugino materno. Dietro a lui, i suoi giovani fratelli –
Arjuna, Nakula e Sahadeva- dividevano la sua esultanza nel vedere Krishna e, pieni di felicita’,
abbracciarono il Signore, chiamato anche Acyuta, l’infallibile. Un passo simile si riferisce ai
giovani pastori di Vrindavana. Infatti, quando Krishna era sul campo di battaglia di Kuruksetra,
tutti i pastori, ornati di orecchini incastonati di pietre preziose, andarono a vederLo. Trasportati
dalla gioia, tendevano le braccia e abbracciavano Krishna, il loro amico d’un tempo. Questi
sono esempi di una felicita’ perfetta provocata dal sentimento di amicizia per Krishna.
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Lo Srimad-Bhagavatam (10.12.12) afferma che anche dopo essersi dedicati a severe austerita’
e rigide ascesi, e aver applicato i principi dello yoga, i grandi yogi sono appena degni di
ottenere la polvere dei piedi di loto di Krishna, ma questa stessa Persona Suprema e Divina Si
rivela facilmente agli occhi degli abitanti di Vrindavana. Cio’ indica che niente e’ paragonabile
alla fortuna di questi devoti del Signore. Il legame di amicizia estatica che unisce i pastorelli e
Krishna e’ un’estasi spirituale particolare, quasi identica a quella della relazione amorosa, ed e’
certamente difficile spiegarne la natura. Grandi devoti ricchi di conoscenza, come Rupa
Gosvami, esprimono il loro stupore di fronte alla natura inconcepibile dei sentimenti che
Krishna e i Suoi compagni provano.
Questa particolare forma di amore estatico divisa da Krishna e dai Suoi compagni intimi
continua la sua evoluzione fino all’affetto parentale, e di qui puo’ crescere ulteriormente fino
alla relazione amorosa, il piu’ sublime sentimento, il piu’ dolce rasa d’amore estatico che
possono scambiarsi Krishna e i Suoi devoti.