Solo il servizio di devozione permette di attrarre Krishna
Nettare della devozione Capitolo 1 – Parte 7

Solo il servizio di devozione permette di attrarre Krishna
Srila Rupa Gosvami afferma che il servizio di devozione affascina perfino Krishna. Krishna affascina tutti, ma e’ affascinato dal servizio di devozione. Krishna e’ chiamato Madana-Mohana a indicare che la Sua grazia ineffabile ha piu’ fascino di mille Cupidi riuniti, ma Krishna stesso e’ affascinato dal servizio di devozione. L’immagine della perfezione devozionale si trova nella persona di Srimati Radharani, che e’ ancora piu’ affascinante dell’Infinitamente Affascinante.
Percio’ i devoti La chiamano Madhana-mohana-mohani –colei che affascina Colui che affascina Cupido. Praticare il servizio di devozione significa dunque seguire le orme di Srimati Radharani. Percio’ tutti i devoti di Vrindavana si mettono sotto la Sua protezione per raggiungere la perfezione del loro servizio devozionale. Essendo sotto il diretto controllo di Srimati Radharani, il servizio di devozione non ha nulla in comune con le attivita’ di questo mondo.
La Bhagavad-gita (9.33) spiega che la potenza interna di Krishna, la daivi-prakriti, o Srimati Radharani, assicura protezione alle grandi anime, i mahatma. Posto sotto la protezione diretta della Sua potenza interna, il servizio di devozione ha il potere di attrarre anche Krishna.
Krishna stesso lo conferma nello Srimad-Bhagavatam (11.14.20) con questo insegnamento: “ Mio caro Uddhava, sappi da Me che la pratica dello yoga, la speculazione filosofica, il compimento di riti sacrificali o di rigide austerita’, lo studio del Vedanta o gli atti di carita’ non riescono a suscitare in Me la stessa attrazione che esercita il servizio di devozione offerto dai Miei puri devoti.
Solo il servizio di devozione permette di attrarre Krishna
Tutte queste attivita’ sono certamente propizie, ma non Mi attirano tanto quanto il servizio d’amore che Mi offrono i Miei devoti.” Il fascino che esercita su Krishna il servizio di devozione che Gli offrono i Suoi devoti e’ spiegato da Narada nello Srimad-Bhagavatam (7.10.48-49). Narada si rivolge a Yudhishthira Maharaja che esprimeva la sua ammirazione per le glorie e il nobile carattere di Prahlada Maharaja.
Questa grande ammirazione di Yudhishthira Maharaja per le qualita’ di Prahlada si spiega col fatto che un devoto, e a maggior ragione un puro devoto, apprezza sempre le caratteristiche sublimi manifestate dagli altri devoti del Signore. Un puro devoto non pensa mai di essere elevato, ma pensa sempre che gli altri devoti siano piu’ elevati di lui. Yudhishthira, dunque, pensava: “Prahlada Maharaja e’ veramente un devoto del Signore, io, invece, non sono nulla.”
Mentre era assorto in questi pensieri Narada gli disse: “Caro re Yudhishthira, voi, -i Pandava- siete senza dubbio le persone piu’ fortunate dell’universo, poiche’ il Signore ha scelto di apparire su questo pianeta e di vivere in mezzo a voi come un uomo comune in ogni circostanza. Lui, che come Signore Supremo rimane nascosto agli occhi di tutti, divide con voi la vita di ogni giorno, Si comporta con voi come cugino, come amico, o addirittura come semplice messaggero.
Chi dunque, in questo mondo, e’ piu’ fortunato di voi ?.” Nella Bhagavad-gita (11.41-42) Arjuna si rivolge cosi’ a Krishna nel momento in cui il Signore gli rivela la Sua forma universale: “Ignorando le Tue glorie, in passato Ti ho chiamato ‘Krishna’, ‘Yadava’, ‘amico mio’…quante volte Ti ho mancato di rispetto ! Ma Tu sei cosi’ grande, non potevo capire.” Questa e’ dunque la condizione dei Pandava.
Sebbene Krishna sia Dio, la Persona Suprema, sovrano tra tutti i sovrani, visse insieme con questi fratelli di sangue reale, attirato dallo loro devozione, dalla loro amicizia e dal loro amore per Lui. Cio’ dimostra meglio di qualsiasi altra cosa la potenza del servizio di devozione, che affascina perfino Krishna. Dio e’ certamente grande, ma piu’ grande ancora e’ il servizio di devozione, perche’ ha il potere di conquistare il Signore. Il non-devoto non potra’ mai capire l’importanza del servizio offerto al Signore.