Sri Caitanya Caritamrta Adi Lila Capitolo 7 Verso 76 a 81

Sri Caitanya in cinque aspetti

Sri Caitanya Caritamrta Adi Lila Capitolo 7 Verso 76 a 81

Caitanya Caritamrta Capitolo 7 Verso 76

harer nama harer nama
harer namaiva kevalam
kalau nasty eva nasty eva
nasty eva gatir anyatha

TRADUZIONE

“‘Per il progresso spirituale in quest’era di Kali non c’e’ alternativa, non c’e’ alternativa, non c’e’ alternativa al di fuori del santo nome, del santo nome, del santo nome del Signore.’

SPIEGAZIONE

Per progredire nella vita spirituale gli sastra raccomandano la meditazione nel satya-yuga, il sacrificio per la soddisfazione di Sri Visnu nel treta-yuga, una sfarzosa adorazione del Signore nel tempio nello dvapara-yuga, mentre nell’era di Kali si può raggiungere l’elevazione spirituale soltanto cantando il santo nome del Signore. Ciò e’ confermato in numerose Scritture.

Nello Srimad-Bhagavatam sono molti i riferimenti su questo argomento. Nel dodicesimo Canto e’ detto, kirtanad eva krishnasya mukta-sangah param vrajet: nell’era di Kali ci sono tanti difetti perché la gente e’ soggetta a molte condizioni di sofferenza, eppure in quest’era c’e’ una grande benedizione—e’ sufficiente cantare il mantra Hare Krishna per liberarsi da ogni contaminazione materiale ed essere così elevati al mondo spirituale.

Anche il Narada-pancaratra glorifica il maha-mantra Hare Krishna con queste parole:

trayo vedah sad-angani
chandamsi vividhah surah
sarvam astaksarantahstham
yac canyad api van-mayam
sarva-vedanta-sararthah
samsararnava-taranah

“L’essenza di tutta la conoscenza vedica —inclusi i tre tipi di attività vediche (karma-kanda, jnana-kanda e upasana-kanda), i chandah o inni vedici, e i metodi destinati a soddisfare gli esseri celesti— tutto ciò e’ compreso nelle otto sillabe Hare Krishna, Hare Krishna.

Questa e’ la realtà di tutto il Vedanta. Il canto del santo nome e’ l’unico mezzo per traversare l’oceano dell’ignoranza.” Similmente, la Kalisantarana Upanisad afferma:

Hare Krishna Hare Krishna Krishna Krishna Hare Hare
Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare

questi sedici nomi, composti di trentadue sillabe sono l’unico mezzo per combattere gli effetti funesti del kali-yuga. Tutti i Veda confermano che per traversare l’oceano dell’ignoranza non c’e’ alternativa al canto del santo nome.”

Con parole simili, Sri Madhvacarya nel suo commento sulla Mundaka Upanisad afferma:

dvaPariyair janair visnuh
pancaratrais tu kevalaih
kalau tu nama-matrena
pujyate bhagavan harih

“Nello dvapara-yuga era possibile soddisfare Krishna o Visnu soltanto adorandoLo con grande fasto secondo il sistema detto Pancaratriki, ma nell’era di Kali e’ possibile soddisfare e adorare Dio, la Persona Suprema, Hari, semplicemente cantando il santo nome.”

Nel suo Bhakti-sandarbha (verso 284), Srila Jiva Gosvami rileva l’importanza del canto del santo nome del Signore con queste parole:

nanu bhagavan-namatmaka eva mantrah, tatra visesena namah-sabdadyalankrtah
sri-bhagavata srimad-rsibhis cahita-sakti-visesah, sri-bhagavata
samam atma-Sambandha-visesa-pratipadakas ca tatra kevalani sri-bhagavannamany
api nirapeksany eva parama-purusartha-phala-paryanta-danasamarthani
tato mantresu namato ’py adhika-samarthye labdhe katham
diksady-apeksa. ucyate—yady api svarupato nasti, tathapi prayah svabhavato
dehadi-sambandhena kadarya-silanam viksipta-cittanam jananam tatsankocé-
karanaya srimad-rsi-prabhrtibhir atrarcana-marge kvacit kvacit kacit
kacin maryada sthapitasti.

Srila Jiva Gosvami afferma che la sostanza di tutti i mantra vedici e’ il canto del santo nome del Signore. Ogni mantra inizia col prefisso nama om e alla fine si rivolge a Dio, la Persona Suprema, col Suo nome.

Per la suprema volontà del Signore c’e’ una particolare potenza in ogni mantra cantato da grandi saggi come Narada Muni e altri rsi. Il canto del santo nome del Signore risveglia immediatamente la relazione trascendentale dell’essere individuale con il Signore Supremo.

Per cantare il santo nome del Signore non c’e’ bisogno di particolari oggetti, perché si possono ricevere immediatamente tutti gli effetti desiderati collegandosi o unendosi con Dio, la Persona Suprema. Ci si può quindi chiedere perché si presenti la necessità dell’iniziazione o di ulteriori attività spirituali nel servizio di devozione per una persona che si e’ impegnata nel canto del santo nome del Signore.

Caitanya Caritamrta Adi Lila Capitolo 7 Verso 76 a 81

La risposta e’ che sebbene sia vero che una persona pienamente impegnata nel canto del santo nome non debba necessariamente dipendere dal metodo dell’iniziazione, generalmente il devoto e’ attaccato a molte abitudini materiali detestabili dovute alla sua vita passata.

Per trovare presto sollievo da tutte queste contaminazioni, e’ necessario che ognuno s’impegni nell’adorazione del Signore nel tempio. L’adorazione della Divinità nel tempio e’ essenziale per ridurre l’inquietudine causata dalle contaminazioni della vita condizionata.

Così Narada, nel suo Pancaratriki-vidhi, e altri grandi saggi hanno talvolta fatto notare che avendo ogni anima condizionata un concetto corporeo dell’esistenza orientato verso il godimento dei sensi, al fine di limitare questa tendenza verso il godimento dei sensi le regole prescritte per l’adorazione della Divinità nel tempio sono essenziali.

Caitanya Caritamrta Adi Lila Capitolo 7 Verso 76 a 81

Srila Rupa Gosvami ha spiegato che il santo nome del Signore può essere cantato dalle anime liberate, ma quasi tutte le anime che dobbiamo iniziare sono condizionate. E’ consigliato che si canti il nome del Signore senza commettere offese e secondo i princìpi regolatori, eppure a causa delle cattive abitudini passate i princìpi e le regole vengono violate. Perciò, si rivelano essenziali simultaneamente anche i princìpi che regolano l’adorazione della Divinità.

Lezione di Srila Prabhupada in italiano sulla Caitanya Caritamrta Capitolo 7 Verso 76 a 81

Tenuta a San Francisco il 2/2/1967 

AUDIO LINK GOOGLE DRIVE


Lascia un commento