Sri Isopanisad Mantra 11

Lezioni di Srila Prabhupada in italiano sulla Sri Isopanisad

Sri Isopanisad Mantra 11

vidyam cavidyam ca yas
tad vedobhayam saha
avidyaya mrtyum tirtva
vidyayamrtam asnute

Sri Isopanisad Mantra 11 Audio in sanscrito

vidyam: conoscenza reale; ca:e; a vidyam: nescienza; ca: e; yak. una persona che; tad. quello; veda: conosce; ubha- yam: i due; saha: simultaneamente; avidyaya: coltivando la nescienza; mrtyum: morte ripetuta; tirtva: trascendendo; vidyaya: coltivando la conoscenza; amrtam: immortalita’; asnute: gode.

TRADUZIONE

Soltanto chi può apprendere di pari passo il procedimento della nescienza e quello della conoscenza trascendentale, può trascendere l’influenza delle nascite e delle morti ripetute e godere dei pieni benefici dell’immortalità..

Lezione di SDG Srila Prabhupada sul Mantra 11 della Sri Ispoanisad in Italiano

Tradotta da SG Tridandi Das direttamente dal libro in inglese.

N.B. La spiegazione sottostante trascritta è differente dalla lezione Di SDG Srila Prabhupada. Per una migliore comprensione, prima deve essere letta la spiegazione e dopo si ascolta la lezione.

Sri Isopanisad Mantra 11Lezioni di Srila Prabhupada in italiano sulla Sri Isopanisad Tenuta a Los Angeles il 16/05/1970

SPIEGAZIONE

Fin dai tempi della creazione dell’universo materiale tutti si sforzano di diventare immortali, ma le leggi della natura sono così severe che nessuno ha mai evitato la mano della morte. Nessuno vuole morire e neppure invecchiare o ammalarsi, è un fatto, ma le leggi della natura non risparmiano a nessuno la sofferenza, la vecchiaia e la morte, e non sarà il progresso della conoscenza materiale a risolvere questi problemi.

Sebbene la scienza materiale abbia permesso all’uomo di scoprire l’energia nucleare per accelerare il processo della morte, niente può proteggere l’uomo dalle mani crudeli della sofferenza, della vecchiaia e della morte.

Nei Purana leggiamo delle malvagita’ di Hiranyakasipu, re famoso per la sua potenza eccezionale, un re che era molto avanzato nel campo della conoscenza materiale. Volendo vincere la morte crudele con le sue acquisizioni materiali e con la forza della sua nescienza, egli si sottomise a un’ascesi così severa che gli abitanti di tutti i sistemi planetari furono disturbati dai suoi poteri mistici.

Egli obbligò Brahma, il più potente degli esseri celesti, ad andare da lui, e gli chiese la benedizione di diventare un amara, cioè un essere immortale Brahma non poté’ accordargli questa benedizione affermando che lui stesso, pur essendo il creatore che dirige tutti i pianeti, non è immortale. Come conferma la Bhagavad gita (8.17), la vita di Brahma e’ lunghissima ma anch’essa ha una fine. Hiranya significa “oro” e kasipu significa “letto soffice”.

Sri Isopanisad Mantra 11

A questo signore interessavano il denaro e le donne, e voleva goderne il più a lungo possibile diventando immortale.

Poiché Brahma gli rispose che non poteva garantirgli il dono dell’immortalità, Hiranyakasipu richiese di non essere ucciso né da un uomo né da un animale né da un deva né da alcun altro essere appartenente agli 8 milioni e 400 mila specie viventi; di non morire sulla terra, nell’aria o nell’acqua e di non essere colpito mortalmente da nessun’arma. In questo modo scioccamente Hiranyakasipu pensò di essersi messo al sicuro dalla morte.

Tuttavia morì, ucciso da Dio, la Persona Suprema, il quale apparve davanti a lui nella forma di Nrsimha, l’incarnazione mezzo uomo e mezzo leone, e usò i suoi artigli come arma.

Hiranyakasipu non fu ucciso né sulla terra né nell’aria né nell’acqua, ma sulle ginocchia di Nrsimha, quell’essere vivente meraviglioso la cui forma è al di là di ogni concezione. Il punto nodale qui è che neppure Hiranyakasipu, il più potente dei materialisti, riuscì con le sue macchinazioni a sfuggire alla morte. Che dire allora dei piccoli Hiranyakasipu di oggi, i cui piani sono sempre sventati?

La Sri Isopanisad ci insegna a non fare tentativi unilaterali per vincere la lotta dell’esistenza. Tutti lottano duramente per l’esistenza, ma le leggi della natura materiale sono così severe che non permettono a nessuno di superarle. L’unica via per ottenere l’immortalità consiste nel prepararsi a tornare a Dio, nella nostra dimora originale.

Il metodo che ci permette di tornare a Dio, è un ramo differente della conoscenza e deve essere appreso attraverso le Scritture vediche, come le Upanisad, il Vedantasutra, la Bhagavad-gita e lo Srimad-Bhagavatam. Dobbiamo studiare queste Scritture e acquisire la conoscenza spirituale, se vogliamo essere felici in questa vita e ottenere un’esistenza di eterna felicità dopo aver lasciato il corpo.

Sri Isopanisad Mantra 11

L’essere condizionato ha dimenticato la sua relazione eterna con Dio ed ha erroneamente accettato il luogo temporaneo in cui è nato come la cosa più importante. Il Signore similmente ha trasmesso le Scritture sopracitate in India e ha dato anche altre Scritture in altri luoghi, affinché gli uomini dimentichi sappiano che la loro vera dimora non è in questo mondo materiale. L’essere vivente è di natura spirituale perciò trova la soddisfazione solo tornando nella sua dimora spirituale.

Dal Suo regno Dio, la Personalità Suprema, incarica i Suoi puri devoti di trasmettere la conoscenza che permetterà alle anime condizionate di tornare a Lui, e talvolta Egli stesso scende per compiere questa missione. Poiché gli esseri viventi sono i Suoi amati figli, i Suoi frammenti infinitesimali, Dio è ancora più addolorato di noi nel vedere le sofferenze che ci affliggono nel corso dell’esistenza materiale.

Le miserie del mondo materiale servono a farci ricordare la nostra incompatibilità con la materia morta. Le persone intelligenti generalmente prendono nota di queste reminiscenze e coltivano la conoscenza trascendentale, cioè vidya.

La vita umana è il terreno più favorevole per coltivare la conoscenza spirituale, e chi non si avvantaggia di questa opportunità è chiamato naradhama, il più degradato degli uomini. La via dell’avidya, cioè il progresso nella vita materiale finalizzato al piacere dei sensi, è la via che porta al ciclo ripetuto di nascite e morti.

Vivendo spiritualmente, l’essere non è soggetto alla nascita e alla morte. Queste si applicano soltanto al corpo che è il rivestimento dell’anima. Proprio come si gettano dei vestiti usati per indossarne di nuovi, l’anima passa da un corpo a un altro al momento della morte.

Ma coloro che sono grossolanamente assorti nella cultura dell’avidya, la nescienza, non hanno consapevolezza della trasmigrazione dell’anima; attratti dalla bellezza dell’energia illusoria, essi si sottopongono ripetutamente alle stesse miserie senza apprendere le lezioni che le leggi della natura impartiscono loro.

Perciò la cultura di vidya, la conoscenza spirituale è essenziale per l’uomo. Il piacere dei sensi nella condizione materiale di malattia deve essere ridotto al minimo. Il piacere dei sensi illimitato nella condizione corporea conduce all’ignoranza e alla morte.

Sri Isopanisad Mantra 11

In realtà, l’essere non è privo di sensi spirituali; ogni essere nella sua forma originale spirituale è dotato di tutti i sensi che ora sono materialmente manifestati, essendo egli coperto dal corpo e dalla mente materiali. Le attività dei sensi materiali non sono altro che riflessi distorti delle attività dei sensi spirituali.

Nella sua condizione malata l’anima si impegna in attività materiali sotto la copertura della materia. Il vero piacere dei sensi è possibile solo quando la malattia del materialismo è rimossa.

Nella nostra pura forma spirituale, libera dalle contaminazioni materiali il vero godimento dei sensi è possibile. Come un paziente deve recuperare la salute prima di trovare di nuovo il piacere dei sensi, così la meta della vita umana dovrebbe essere quella di curare la malattia materiale, non di godere dei sensi in modo distorto.

Un aggravamento del male non è il sintomo di conoscenza, ma un segno di avidya, di ignoranza. Per star bene una persona non deve far salire la sua temperatura al massimo, ma deve riportarla alla norma.

L’orientamento della cultura materiale tende a far crescere la condizione materiale febbrile, tanto che l’ha portata alla massima temperatura nella forma di energia atomica.

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E intanto i politici stolti si lamentano continuamente per la posizione precaria e infernale in cui il mondo versa. Questo è il risultato del progresso della conoscenza materiale e del fatto di aver trascurato l’aspetto più importante della vita, la cultura della conoscenza spirituale.

La Sri Isopanisad ci consiglia qui di non seguire la pericolosa via che porta alla morte. Dobbiamo coltivare la conoscenza spirituale, in modo da poterci liberare completamente dalle mani della morte. Ciò non significa che dovremmo cessare di prenderci cura del corpo.

Sarebbe tanto irragionevole per l’uomo trascurare i bisogni vitali quanto sarebbe assurdo cercare di far cadere la temperatura a zero per curare una malattia. L’espressione più adatta e chiara è che si deve invece cercare di fare il miglior uso di un cattivo affare.

Per coltivare la conoscenza spirituale è necessario l’aiuto del corpo e della mente. Perciò il mantenimento del corpo e della mente è richiesto, se vogliamo raggiungere la nostra meta. I grandi saggi dell’India desideravano mantenere sana la società con un giusto equilibrio di conoscenza materiale e di conoscenza spirituale; mai essi avrebbero permesso all’uomo di abusare della sua intelligenza ai fini di una malata gratificazione dei sensi.


Sri Isopanisad Mantra 11

Le attività dell’uomo, malate a causa della tendenza verso la gratificazione dei sensi sono state regolate nei Veda mediante i principi della salvezza. Questo metodo si serve della religione, dello sviluppo economico, della gratificazione dei sensi e della liberazione, ma attualmente le persone non sono attratte dalla religione o dalla liberazione.

Essi hanno solo una meta nella vita – la gratificazione dei sensi – e per ottenerla fanno piani di sviluppo economico. Uomini mal guidati pensano che la religione dovrebbe essere mantenuta perché contribuisce allo sviluppo economico, che e’ utile ai fini della gratificazione dei sensi. Così per garantirsi un’ulteriore gratificazione dei sensi dopo la morte, in cielo, vi e’ un metodo religioso da osservare.

Questo però non significa realizzare il fine della religione. Il sentiero della religione è in realtà destinato alla realizzazione del se’, e lo sviluppo economico è richiesto per mantenere il corpo in una condizione sana. L’uomo dovrebbe condurre una vita sana e mantenere sana la mente al fine di realizzare vidya, la vera conoscenza, che è la meta della vita umana.

Questa vita non è destinata a farci lavorare come asini e a coltivare l’avidya ai fini della gratificazione. Il sentiero di vidya e’ perfettamente presentato nello Srimad-Bhagavatam(1.2.14), il quale indirizza gli esseri umani a servirsi della vita per fare domande sulla Verità Assoluta.

La Verità Assoluta è realizzata gradualmente come Brahman, come Paramatma e infine come Bhagavan, Dio, la Persona Suprema. La Verità Assoluta può essere realizzata da un uomo dotato di mente aperta che ha raggiunto la conoscenza e il distacco seguendo i diciotto principi della Bhagavad-gita descritti nel Mantra 10.

Lo scopo centrale di questi diciotto principi consiste nel raggiungimento del servizio devozionale trascendentale offerto alla Suprema Personalità di Dio. Perciò tutte le categorie di uomini sono incoraggiate ad apprendere l’arte del servizio devozionale al Signore.

Il servizio più sicuro per ottenere vidya è descritto da Srila Rupa Gosvami nel suo Bhakti-rasamrta-sindhu, tradotto in Italiano col titolo Il Nettare della Devozione. La cultura di vidya è sintetizzata nello Srimad-Bhagavatam (1.2.14) col verso seguente:

tasmad ekena manasa
bhagavan satvatam patih
srotavyah kirtitavyas ca
dhyeyah pujyas ca nityada

“Perciò con attenzione univoca si dovrebbe costantemente ascoltare, glorificare, ricordare e adorare Dio, la Suprema Personalità, che è il protettore dei Suoi devoti.” Se la religiosità, lo sviluppo economico e la gratificazione dei sensi non sono tesi al raggiungimento del servizio devozionale al Signore, non sono altro che forme differenti di nescienza, come indica la Sri Isopanisad nei Mantra che seguono.

Sri Isopanisad Mantra 11

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