Sri Isopanisad Mantra 12

Sri Isopanisad Mantra 12 in Sanscrito

andham tamahpravisanti
ye ‘sambhutim upa’sate
tato bhuya iva te tamo
ya u sambhutyam ratah

Sri Isopanisad Mantra 12 Audio in sanscrito

andham: ignoranza grossolana; tamah: tenebre; pravisanti: entrano; ye: coloro che; andham: ignoranza; tamah: tenebre; pravisanti: entrano; ye: coloro che;asambhutim: esseri celesti; upasate: rendono culto; tatah: di quello; bhuyah:ancora di piu’; iva: come; te: quelli; tamah: tenebre; ye: coloro che; u: anche; sambhutyam: nell’Assoluto; ratah: impegnati.

TRADUZIONE

Coloro che rendono culto agli esseri celesti precipitano nelle più tenebrose regioni dell’ignoranza; ma più terribile ancora è il destino di chi adora l’Assoluto impersonale.

Lezioni di SDG Srila Prabhupada sul Mantra 12 della Sri Ispoanisad in Italiano

Tradotta da SG Tridandi Das direttamente dal libro in inglese.

N.B. La spiegazione sottostante trascritta è differente dalla lezione Di Srila Prabhupada. Per una migliore comprensione, prima deve essere letta la spiegazione e dopo si ascolta la lezione.

Sri Isopanisad Mantra 12Lezione di Srila Prabhupada in italiano sulla Sri Isopanisad Mantra 12 Tenuta a Los Angeles il 08/07/1971

SPIEGAZIONE

La parola sanscrita asambhuti indica coloro che non hanno esistenza indipendente. Krishna, Dio, la Persona Suprema, è sambhuti, perfettamente indipendente. Nella Bhagavad gita (10.2) Sri Krishna afferma:

na me viduhsura-gana
prabhavam na maharsayah
aham adir he deva’nam
maharsinam ca sarvasah

Né la moltitudine di esseri celesti né i grandi saggi cono­scono la Mia origine o le Mie opulenze perché lo sono la fonte, sotto ogni aspetto, sia degli uni sia degli altri”. Krishna quindi è l’origine dei poteri affidati agli esseri celesti, ai grandi saggi e ai mistici. Tuttavia, sebbene essi siano dotati di tali grandi poteri restano limitati, e non è facile quindi per loro comprendere in che modo Dio, in virtù della Sua potenza interna, appare e agisce in questo mondo nella forma di un uomo comune.

Molti filosofi e grandi rsi, ossia i mistici, cercano di distin­guere il relativo dall’Assoluto con l’aiuto delle loro piccole facoltà mentali; ciò può soltanto aiutarli a raggiungere una concezione negativa dell’assoluto, inefficace per il rag­giungimento di qualsiasi traccia positiva dell’Assoluto stesso.

La definizione dell’Assoluto che si basa sulla negazione non è completa. Tali definizioni negative riconducono a un concetto di se stessi. Così si immagina che l’Assoluto debba essere senza forma e senza qualità. Tali qualità negative sono soltanto l’inversione di qualità materiali e sono quindi an­ch’esse relative.

Questa concezione dell’Assoluto permet­te tutt’al più di raggiungere la radiosità impersonale di Dio, conosciuto come Brahman, la luce che emana dalla Perso­na Suprema, ma non dà accesso alla realizzazione di Bha­gavan, la Persona Suprema. Questi speculatori mentali i­gnorano che Krishna è Dio, che il Brahman impersonale è la luminosità irradiante del Suo corpo trascendentale, e che il Paramatma o Anima Suprema, la Sua rappresentazione plenaria onnipresente.

Sri Isopanisad Mantra 12

Essi non sanno che Krishna è dotato di una forma spirituale eterna, piena di qualità trascendentali di eterna felicità e conoscenza. Gli esseri celesti dipendenti o i grandi saggi Lo considerano un potente essere celeste e credono che la radiosità del Brahman sia la Verità Assoluta. I bhakta, invece, per il fatto di essersi arresi a Lui e grazie alla loro pura devozione al Signore, sanno che Egli è la Persona Assoluta e che tutto emana da Lui. Tali devoti of­frono un servizio d’amore ininterrotto a Krishna, che è la fonte di tutto ciò che esiste.

Nella Bhagavad gita (7.20, 23)è spiegato che solo le per­sone meno intelligenti e confuse, schiave della gratificazione dei sensi, rendono culto agli esseri celesti per vedere ri­solti i loro problemi temporanei. Gli esseri celesti però of­frono solo soluzioni provvisorie. Poiché l’essere vivente è impegnato nella materia, deve trovare sollievo alla prigionia materiale raggiungendo il livello dello spirito, dove si rag­giungono eternità, felicità e conoscenza.

La Sri Isopanisad perciò ci consiglia di non cercare un sollievo temporaneo alle nostre difficoltà adorando gli esseri celesti dipendenti, i quali possono elargire solo benefici temporanei. Conviene invece adorare la Personalità Assoluta di Dio, Krishna, che è infinitamente affascinante e può concederci la completa li­bertà dalla prigionia materiale riportandoci a Lui, nella nostra dimora originale.

Sri Isopanisad Mantra 12

Nella Bhagavad-gita (7.20, 23) è affermato inoltre che gli adoratori degli esseri celesti raggiungono i pianeti degli esseri celesti. Coloro che adorano la Luna per esempio, an­dranno sulla Luna e coloro che adorano il Sole andranno sul Sole. Il tentativo degli scienziati moderni di andare sul­la Luna con mezzi spaziali non è una novità.

E’ naturale che l’uomo, che è dotato di una coscienza superiore, cerchi di viaggiare nello spazio per raggiungere altri pianeti sia con l’aiuto di missili sia coi poteri sovrannaturali sia mediante l’adorazione degli esseri celesti. Le Scritture vediche affer­mano che questi tre metodi permettono di andare su altri pianeti, ma raccomandano in particolare l’adorazione degli esseri celesti.

Tuttavia, i pianeti dell’universo materiale sono residenze temporanee; gli unici pianeti permanenti sono i Vaikunthaloka, che sono situati nel mondo spirituale e sono la dimora del Signore Supremo. Nella Bhagavad-gita è af­fermato:

abrahma-bhuvanal lokah
punar avartino ‘rjuna
mam upetya tu kaunteya
punar janma na vidyate

Tutti i pianeti dell’universo, dal più evoluto al più basso, sono luoghi di sofferenza, dove nascita e morte si susseguo­no. Ma per colui che raggiunge il Mio regno, o figlio di Kunti, non esiste più nascita” (Bhagavad gita 8.16).

La Sri Isopanisad precisa che adorando gli esseri celesti e raggiungendo i loro pianeti si rimarrà nella regione più tenebrosa dell’universo. L’intero universo è avvolto da gi­ganteschi strati di elementi materiali come una noce di coc­co è avvolta da un guscio, ed è per metà piena d’acqua. Poiché questa copertura è ermetica, vi regnerebbe una oscurità totale se non vi fossero il Sole e la Luna ad illumi­narla.

Al di là dell’universo vi è l’illimitata espansione del brahmajyotiche contiene un numero incalcolabile di pia­neti Vaikuntha. Tra questi pianeti, il più alto e il più grande è Krsnaloka, o Goloka Vrndàvana, dove risiede Sri Krishna, Dio, la Persona Suprema.

Sri Krishna non Si allontana mai da Krsnaloka, dove dimora in compagnia dei Suoi compagni eterni; eppure Egli è onnipresente sia nella manifestazione materiale sia nella manifestazione cosmica spirituale. Questa verità è già stata spiegata nel Mantra 4. Il Signore è pre­sente in ogni luogo proprio come il Sole, tuttavia è situato in un luogo ben preciso proprio come il Sole, che è situato nella sua orbita costante.

Sri Isopanisad Mantra 12

Perciò la Sri Isopanisad consiglia di non disturbarsi a cercare qualche altra destinazione in questo oscuro mondo materiale, ma di uscirne e di raggiungere il radioso mondo di Dio. Vi sono molti pseudo-adoratori che si danno alla religione solo per ottenere fama e reputazione. Essi non desiderano uscire dai limiti di quest’universo né di raggiun­gere il cielo spirituale.

Essi desiderano mantenere il loro status nel mondo materiale nelle vesti di adoratori del Signo­re. Gli atei e gli impersonalisti guidano questi stolti pseudo­religiosi nelle regioni più oscure predicando il culto dell’ate­ismo. Gli atei negano in modo categorico l’esistenza di Dio, e gli impersonalisti sostengono gli atei mettendo in rilievo l’aspetto impersonale del Signore Supremo. Noi non abbiamo rinvenuto nella Sri Isopanisad alcun mantra che neghi Dio in quanto Suprema Personalità.

E’ detto che Egli può correre più veloce di qualsiasi altra persona. Coloro che sono in cerca di altri pianeti sono certamente persone, e se il Si­gnore può correre più velocemente di altri, come potrebbe essere impersonale. La concezione impersonale del Signo­re Supremo è un’altra forma di ignoranza determinata da una concezione imperfetta della Verità Assoluta.

Questi ignoranti pseudo-spiritualisti e coloro che manifatturano presunte incarnazioni, violando in modo diretto le ingiun­zioni dei Veda, sono esposti al pericolo di entrare nelle re­gioni più tenebrose dell’universo perché sviano coloro che li seguono. Questi impersonalisti generalmente si atteggia­no ad incarnazioni di Dio per sviare le persone che non co­noscono la saggezza dei Veda

Sri Isopanisad Mantra 12

Appena essi acquisiscono un po’ di conoscenza questa diventa più pericolosa nelle loro mani della stessa ignoranza. Sulla base delle raccomandazioni contenute nelle Scritture, tali impersonalisti non adorano nemmeno gli esseri celesti. Nelle Scritture si trova­no raccomandazioni per adorare gli esseri celesti in certe circostanze ma, simultaneamente le Scritture affermano che normalmente questa adorazione non è necessaria.

Nella Bhagavad-gita (7.23) è chiaramente affermato che il risul­tato dell’adorazione agli esseri celesti non è permanente. Poiché l’intero universo materiale non è permanente, tutto ciò che è raggiunto nell’oscurità dell’esistenza materiale è ugualmente transitorio. La domanda è quindi: “Come otte­nere una vita che sia reale e permanente?”

Il Signore afferma che appena Egli è raggiunto con la pratica del servizio devozionale – che è l’unica via per av­vicinare Dio, la Persona Suprema- chi Lo raggiunge ottiene la completa libertà dal legame di nascita e morte. In altre parole, la via per liberarsi dalle grinfie della materia dipende completamente dal principio di conoscenza e di distacco che si ottengono servendo il Signore.

Gli pseudo-spiritualisti non hanno né conoscenza né distacco dalle cose, materiali perché la maggioranza di loro aspira a vivere nei ceppi dorati della prigionia materiale, all’ombra di attività filantropiche ma­scherate da princìpi religiosi. Con la loro falsa esibizione di sentimenti religiosi essi ostentano il servizio devozionale indulgendo in attività immorali di ogni sorta. Così si fanno passare per maestri spirituali e devoti di Dio.

Tali violatori di princìpi religiosi non hanno rispetto per gli acarya autorevoli, i maestri santi nella rigida successione da maestro a discepolo. Essi ignorano l’ingiunzione vedica àcàryopàsana, “si deve adorare l’acarya”, e l’affermazione di Krishna nella Bhagavad-gita (4.2) evam parampara pràptam: “Questa su­prema scienza di Dio dev’essere ricevuta attraverso la suc­cessione di maestri”. Essi, per sviare le persone comuni, si autoproclamano acaryama non seguono i princìpi degli acarya

Sri Isopanisad Mantra 12

Questi farabutti sono gli elementi più pericolosi nella società umana. Poiché non è previsto un dipartimento go­vernativo apposito a questo scopo, essi sfuggono alle puni­zioni delle leggi dello Stato. Essi però non possono sfuggire alle leggi del Supremo che ha chiaramente dichiarato nella Bhagavad-gita: “I demoni invidiosi, pretesi messaggeri della religione, saranno gettati nelle regioni infernali più oscure”. (Bhagavad gita. 16.19-20

La Sri Isopanisad conferma che questi pseudo-spiritualisti saranno relegati nei luoghi più ignobili dell’universo dopo che avranno completato la loro pretesa missione di maestri spirituali destinata solo alla gratificazione dei loro sensi.

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