Sri Isopanisad Mantra 14

Sri isopanisad Mantra 14 in Sanscrito
sambhutim ca vinasam ca
yas tad vedobhayam saha
vinirsena mrtyum tirtva
sambhutyamrtam asnute
Sri Isopanisad Mantra 14 Audio in sanscrito
sambhutim: l’eterna Personalità di Dio, il Suo nome trascendentale, la Sua forma, le Sue attività, le Sue qualità e i Suoi oggetti personali, la varietà della Sua residenza, ecc.; ca: e; vinasam: la manifestazione materiale temporanea di esseri celesti, uomini, animali e i loro nomi falsi, la loro fama, ecc.; ca: e; yah: colui che; tat: quello; veda: conosce; ubhayam: i due; saha: con; vinasena: con tutte le cose soggette alla distruzione; mrtyum: morte; tirtva: che supera; sambhutya: nel regno eterno di Dio; amrtam: immortalità; asnute: gode di.
TRADUZIONE
Colui che conosce perfettamente la Personalità di Dio, Sri Krishna, il Suo nome trascendentale, la Sua forma, le Sue qualità, i Suoi divertimenti e anche la Sua creazione materiale temporanea – esseri celesti, uomini e animali – trascende la morte e, con essa, la manifestazione cosmica temporanea. Nel regno di Dio egli godrà di una vita eterna, satura di felicità e conoscenza.
Lezioni di SDG Srila Prabhupada sul Mantra 14 della Sri Ispoanisad in Italiano
Tradotta da SG Tridandi Das direttamente dal libro in inglese.
N.B. La spiegazione sottostante trascritta è differente dalla lezione Di Srila Prabhupada. Per una migliore comprensione, prima deve essere letta la spiegazione e dopo si ascolta la lezione.
Sri Isopanisad Mantra 14 – Lezione di Srila Prabhupada in italiano sulla Sri Isopanisad Mantra 13 a 15 Tenuta a Los Angeles il 16/05/1970
SPIEGAZIONE
Col presunto progresso della conoscenza materiale la civilizzazione umana ha inventato una miriade di oggetti materiali, navi spaziali, satelliti ed energia atomica, ma rimane impotente di fronte ai veri problemi dell’esistenza, cioè la nascita, la malattia, la vecchiaia e la morte. Quando un uomo intelligente sollecita gli scienziati a dare una risposta ai mali incurabili dell’esistenza essi rispondono che la scienza è in pieno sviluppo e che in un prossimo futuro si troverà il rimedio. Tali risposte testimoniano la grassa ignoranza degli scienziati riguardo alla natura materiale.
Nella natura ogni cosa è soggetta a leggi severe e tutti gli esseri devono passare attraverso sei fasi: nascita, crescita, stabilizzazione, riproduzione, vecchiaia e morte. Nessuno sfugge a queste leggi e nessuno – essere celeste, uomo, animale o pianta – può prolungare all’infinito la sua esistenza in questo mondo.
La durata della vita varia secondo le specie. Brahma, l’essere vivente più importante, vive milioni di anni, mentre alcuni microbi esistono solo per qualche ora; comunque per tutti la morte è inevitabile. Si nasce in determinate condizioni, si cresce, si procrea, ci si mantiene per un certo tempo, poi si deperisce e infine si muore.
Sulla base di questa legge, compresi i Brahma che sono milioni nei differenti universi, tutti sono destinati a morire oggi o domani. Perciò si designa l’universo materiale col nome di Martyaloka, il luogo dove domina la morte.
Gli scienziati e i politici, tutti materialisti che non hanno alcuna informazione sulla natura spirituale che non conosce la morte, cercano di vincere la morte in questo mondo. Essi ignorano completamente la conoscenza vedica che è confermata da un’esperienza trascendentale matura.
Sfortunatamente essi non vogliono accettare la conoscenza contenuta nei Veda, nei Purana e nelle altre Scritture.
Dal Visnu Purana (6.7.61) riceviamo la seguente informazione:
Vishnu-saktih para prokta
ksetrajnakhya tatha para
avidya-karma-samjnanya
trtiya saktir isyate
Le diverse potenze di Sri Visnu, la Persona Suprema, si dividono in due categorie principali, la potenza superiore (para-sakti) e la potenza inferiore (apara-sakti). Gli esseri viventi appartengono all’energia superiore. L’apara-sakti è l’energia materiale di cui subiamo ora la prigionia. La creazione materiale è resa possibile per opera di questa energia, che copre gli esseri viventi di ignoranza (avidya) e li induce a compiere attività interessate.
Eppure vi è un’altra parte dell’energia superiore del Signore che differisce sia da questa energia materiale inferiore, sia dagli esseri viventi. L’energia superiore costituisce l’eterna dimora del Signore, libera dalla morte. Ciò è confermato dalla Bhagavad gita (8.20):
paras tasmat tu bhavo ‘nyo
‘vyakto ‘vyaktat sanatanah
yah sa sarvesu bhutesu
nasyatsu na vinasyati
Tutti questi pianeti materiali – superiori, mediani e inferiori, compresi il Sole, la Luna e Venere – sono sparsi nell’universo. Questi pianeti esistono solo per il tempo di una vita di Brahma. Alcuni pianeti inferiori, invece, sono distrutti alla fine di un giorno di Brahma e creati nuovamente durante il successivo giorno di Brahma. Sui pianeti superiori il tempo è calcolato in modo differente.
Uno dei nostri anni equivale a sole ventiquattro ore, cioè a un giorno e a una notte su molti pianeti superiori. Tale durata di tempo moltiplicata per mille costituisce un giorno di Brahma, e ciò vale anche per la notte di Brahma. Tali giorni e notti si accumulano per mesi ed anni, e la vita di Brahma dura cento di questi anni. Alla fine della vita di Brahma la manifestazione universale completa è annullata.
Gli esseri viventi che risiedono sui pianeti superiori, come il Sole e la Luna, che risiedono su Martyaloka, sul pianeta Terra, e anche coloro che vivono nei pianeti inferiori – tutti sono sommersi dalle acque della devastazione durante la notte di Brahma. Durante questo tempo nessun essere vivente o specie è manifesta, sebbene spiritualmente essi continuino a esistere.
Questo stato non manifestato è chiamato avyakta. Di nuovo, quando l’intero universo è annientato alla fine della vita di Brahma vi è un altro stato avyakta. Tuttavia, oltre a questi due periodi in cui gli esseri non sono manifestati, vi è ancora un altro stato non manifestato, quello dell’atmosfera spirituale, ossia la natura spirituale. In questa atmosfera vi è un gran numero di pianeti spirituali, e questi pianeti esistono eternamente, anche quando tutti i pianeti dell’universo materiale sono annientati alla fine della vita di Brahma.
Gli universi materiali sono molti, e ognuno è situato sotto la giurisdizione di un Brahma, e questa manifestazione cosmica che ha luogo nella giurisdizione dei vari Brahma è solo l’esibizione di un quarto dell’energia del Signore (ekapàd-vibhúti). Questa è l’energia inferiore. Al di là della giurisdizione di Brahma vi è la natura spirituale che è chiamata tripàd-vibhúti, tre quarti dell’energia del Signore. Questa è l’energia del Signore, la para prakrti.
Sri isopanisad Mantra 14
La Suprema Persona, che predomina e risiede all’interno della natura spirituale, è il Signore, Sri Krishna. Così è confermato nella Bhagavad-gita (8.22), Egli può essere avvicinato soltanto con un servizio devozionale puro e non coi metodi del jnana (filosofia), dello yoga (misticismo) o del karma (attività interessate).
I karmi, ossia coloro che si dedicano all’attività interessata, possono elevarsi ai pianeti Svargaloka che includono il Sole e la Luna. I jnani e gli yogi possono raggiungere pianeti ancora più elevati quali Maharloka, Tapoloka e Brahmaloka, e quando avranno raggiunto un livello superiore di avanzamento, grazie al servizio devozionale, essi entreranno a far parte della natura spirituale ossia dell’atmosfera cosmica del cielo spirituale (Brahman) che brilla di luce propria, oppure entreranno nei pianeti Vaikuntha sulla base del livello raggiunto.
E’ certo, comunque, che nessuno può entrare sui pianeti spirituali Vaikuntha senza essere stato addestrato nel servizio devozionale. Vaikuntha pianeti materiali tutti, da Brahma giù fino alla formica, tentano di sfruttare la natura materiale, e questa è la malattia materiale. Finché la malattia materiale continua, l’essere vivente deve soggiacere al procedimento del cambiamento di corpo.
Se si prende un corpo di uomo, di essere celeste o di animale, alla fine si dovrà sperimentare una condizione non manifestata durante le due devastazioni – la devastazione alla fine del giorno di Brahma e la devastazione alla fine della vita di Brahma.
Se vogliamo porre un termine a questo meccanismo di nascite e morti ripetute, e insieme ai fattori concomitanti della nascita, della malattia, della vecchiaia e della morte, dobbiamo cercare di entrare nei pianeti spirituali, dove possiamo vivere eternamente in compagnia di Sri Krishna e delle Sue espansioni plenarie, le Sue forme di Narayana. Sri Krishna, attraverso le Sue espansioni plenarie, domina su questi innumerevoli pianeti, il che è confermato negli sruti mantra: eko vasi sarva-gah Krishna idyah/ eko ‘pi san bahudhà yo ‘vabhàti. (Gopala-tapani Upanisad 1.3.21).
Nessuno può dominare Krishna. E’ l’anima condizionata che cerca di dominare la natura materiale, e invece si assoggetta alle leggi della natura materiale e alle sofferenze ripetute della nascita e della morte. Il Signore viene qui per ristabilire i princìpi della religione, e il principio fondamentale del Suo messaggio consiste nello sviluppare un’attitudine di resa a Lui.
Questa è l’istruzione conclusiva della Bhagavad gita (18.66):
sarva dharman parityajya mam ekarim saranam vraja.
“Lascia ogni occupazione e abbandonati a Me soltanto”.
Sfortunatamente gli stolti hanno erroneamente interpretato questo insegnamento primario e sviato le masse in modi diversi. Le persone sono state spinte ad aprire ospedali, ma non a educare se stesse per entrare nel regno spirituale grazie al servizio devozionale. Esse hanno ricevuto insegnamenti relativi ad attività temporanee, non idonee a dare agli esseri viventi la vera felicità.
E’ stato dato inizio alle più varie istituzioni pubbliche e paragovernative per affrontare il potere devastante della natura, senza sapere come placare la natura insormontabile. Molti uomini sono stati celebrati come grandi studiosi della Bhagavad gita, ma essi hanno trascurato tale messaggio grazie al quale la natura può essere placata. La natura può essere placata soltanto risvegliando la coscienza di Dio, com’è chiaramente precisato nella Bhagavad gita stessa (7.14).
In questo Mantra la Sri Isopanisad insegna che si deve perfettamente conoscere sia sambhúti (la Personalità di Dio) sia vinàsa (la manifestazione materiale temporanea) in modo parallelo. Conoscendo soltanto la manifestazione materiale non ci si può salvare perché nel corso della natura vi sono continue devastazioni (ahany ahani bhútàni gacchantiha yama-layam), né ci si può salvare da queste devastazioni con l’apertura di ospedali.
Solo con la conoscenza completa della vita eterna, felice e consapevole è possibile salvarsi. L’intero programma vedico è destinato ad educare gli uomini nell’arte di ottenere la vita eterna. Spesso le persone si lasciano sviare da attrattive temporanee basate sulla gratificazione dei sensi, ma il servizio reso agli oggetti dei sensi è insieme sviante e degradante. Dobbiamo perciò salvare noi stessi e gli altri nel modo giusto, non è certo questione di amare o di non amare la verità. Essa è là e non cambia.
Se vogliamo salvarci dal ciclo di nascita e morte dobbiamo accettare il servizio devozionale. Non possono esserci compromessi. E’ una questione di forza maggiore.