Sri Isopanisad Mantra 6

Lezione di Srila Prabhupada in italiano

Sri Isopanisad Mantra 6 in Sanscrito

yas tu sarvani bhutany
atmany evanupasyati
sarva-bhutesu catmanam
tato na vijugupsate

Sri Isopanisad Mantra 6 Audio in sanscrito

yah: colui che; tu: ma; sarvani: tutti; bhutani: esseri viventi; atmani: in relazione col Signore Supremo; eva: soltanto; anupasyati: osserva in modo sistematico; sarva-bhutesu: in ogni essere vivente; ca: e; atmanam: l’Anima Suprema; tatah: in seguito; na: non; vijugupsate: odia nessuno.

TRADUZIONE

Colui che vede tutto in relazione col Signore, che vede tutti gli esseri come Suoi frammenti infinitesimali e vede il Signore in ogni cosa, non e’ capace di odio verso alcuno e verso alcunche’.

Sri Isopanisad Mantra 6 – Lezione di Srila Prabhupada in italiano

Tradotta da SG Tridandi Das direttamente dal libro in inglese.

N.B. La spiegazione sottostante trascritta è differente dalla lezione Di SDG Srila Prabhupada. Per una migliore comprensione, prima deve essere letta la spiegazione e dopo si ascolta la lezione.

Sri Isopanisad Mantra 6 – Lezione di Srila Prabhupada in italiano Tenuta a Los Angeles il 08/05/1970

SPIEGAZIONE

Questo Mantra descrive il maha-bhagavata, la grande personalità che vede ogni cosa in relazione con Dio, la Persona Suprema. La presenza del Signore è realizzata in tre stadi. I kanistha-adhikari, al livello più basso, si recano nel luogo di culto, come il tempio, la chiesa o la moschea, secondo la loro fede religiosa, per eseguire i riti stabiliti dalle loro rispettive Scritture.

Essi credono che il Signore sia presente solo nel luogo di culto e sono incapaci di capire il grado di devozione degli altri credenti o la posizione di colui che ha realizzato il Signore Supremo.

Tali devoti seguono le formule abitudinarie e talvolta litigano tra loro considerando una forma di devozione migliore di un’altra. I kanistha-adhikari in verità sono devoti materialisti e stanno soltanto cercando di trascendere la materia per raggiungere il livello spirituale.

Al secondo livello di realizzazione si situano i madhyama-adhikari. Essi fanno distinzione tra le quattro categorie di esseri: il Signore Supremo, i devoti del Signore, gli innocenti, cioè coloro che non hanno conoscenza di Dio, e gli atei, che non hanno alcuna fede in Dio e sono antagonisti verso coloro che praticano il servizio di devozione. Essi adottano un comportamento differente verso ciascuno di questi gruppi.

Adorano il Signore considerandolo l’unico oggetto del loro amore e stringono amicizia con coloro che sono situati nel servizio devozionale; cercano di risvegliare l’amore per Dio che dorme nel cuore degli innocenti, ma evitano gli atei che deridono il nome del Signore.

Superiore al madhyama-adhikari è l’uttama-dhikari, che è in grado di vedere tutto in relazione col Signore Supremo. Egli non fa distinzione tra credente e ateo, ma considera entrambi parti integranti di Dio.

Sa che non esiste differenza sostanziale tra un brahmana erudito e un cane di strada, perché entrambi sono frammenti individuali del Signore, sebbene siano chiusi in corpi differenti a causa delle differenti qualità dei loro atti nelle vite precedenti.

Un essere ha saputo fare buon uso della limitata indipendenza che il Signore gli ha concesso, perciò è ricompensato con un corpo di brahmana, mentre un altro essere, per avere usato male questa indipendenza, è punito dalle leggi della natura e si trova imprigionato nel corpo di un cane.

Senza considerare i meriti del brahmana e dell’animale, l’uttama-adhikari cerca di fare del bene a entrambi. Un devoto di tale saggezza non si lascia mai ingannare dall’apparenza esteriore del corpo, ma è attratto dalla scintilla spirituale che anima il corpo.

Sri Isopanisad Mantra 6

Coloro che imitano l’uttama-adhikari ostentando fratellanza e solidarietà, ma agiscono a livello esclusivamente materiale, sono falsi filantropi. La vera nozione di fratellanza universale dev’essere acquisita da un autentico uttama-adhikari, e non da persone insensate che non capiscono bene l’anima individuale o l’espansione del Signore come Anima Suprema che dimora in ogni luogo.

E’ chiaramente menzionato nel Mantra che si deve “osservare”, ossia vedere in modo sistematico. Ciò significa che si deve seguire l’acarya precedente, il perfetto maestro.

Anupasyati è l’esatto termine sanscrito usato in questo contesto. Anu significa seguire e pasyati significa osservare, cioè vedere in modo sistematico, cosa che solo un perfetto acarya può insegnarci. Perciò anupasyati significa che non si dovrebbero vedere le cose a occhio nudo come si fa usualmente, ma si devono seguire gli acarya precedenti.

A causa dei limiti della materia l’occhio non è sufficiente per vedere in modo adeguato. Non si può vedere senza ascoltare da una fonte superiore, e la fonte più alta è la conoscenza vedica, che e’ comunicata dal Signore stesso. Le verità vediche sono discese nella successione di maestri: dal Signore a Brahma, da Brahma a Narada, da Narada a Vyasa e da Vyasa ai suoi numerosi discepoli.

Anticamente non era necessario mettere per iscritto il messaggio dei Veda perché le persone erano più intelligenti ed erano dotate di memoria più acuta. Bastava ascoltare una sola volta da un maestro autentico per poter seguire le sue istruzioni.

Sri Isopanisad Mantra 6

Attualmente esistono numerosi commentari sulle Scritture vediche, ma la maggior parte di essi si allontana molto dalla linea di Srila Vyasadeva, che raccolse e compilò per primo la saggezza dei Veda.

L’ultima opera di Vyasadeva, la piu’ perfetta e la più sublime, è lo Srimad-Bhagavatam, che e’ il commento a un’altra sua importante opera, il Vedanta-sutra; inoltre egli mise per iscritto la Bhagavad gita, il “Canto del Signore”.

Queste sono le Scritture più importanti, e tutti i commenti che contraddicono i principi della Bhagavad-gita e dello Srimad Bhagavatam non sono autorizzati.

Gli insegnamenti delle Upanisad, del Vedanta-sutra, dei Veda, della Bhagavad-gita e dello Srimad-Bhagavatam concordano perfettamente, perciò nessuno è abilitato a commentare i Veda se non ha ricevuto le istruzioni da un maestro che appartiene alla successione di Vyasadeva e che crede in Dio, la Persona Suprema, e nelle Sue diverse energie, sulla base delle spiegazioni della Sri
Isopanisad
.

Secondo la Bhagavad-gita (18.54), soltanto l’uomo che ha raggiunto la liberazione spirituale (il brahma-bhuta) può diventare un uttama-adhikari e considerare tutti gli esseri viventi come fratelli. Questa visione universale non può essere raggiunta dai politici che inseguono sempre il profitto materiale.

Chi imita i sintomi di un uttama-adhikari puo’ servire il corpo esterno di qualcuno per avere fama e ricompense materiali, ma non serve l’anima spirituale. L’uttama-adhikari, invece, vede l’anima in ogni essere e quando serve il prossimo è all’anima che si rivolge; in questo modo egli soddisfa automaticamente anche l’aspetto materiale.

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