Srimad Bhagavatam 1.1.3
Primo Canto Primo Capitolo Verso 3
Srimad Bhagavatam 1.1.3 – Le Domande dei Saggi

Srimad Bhagavatam 1.1.3 in sanscrito

nigama-kalpa-taror galitam phalam
suka-mukhad amrita-drava-samyutam
pibata bhagavatam rasam alayam
muhur aho rasika bhuvi bhavukah
Srimad Bhagavatam 1.1.3 Audio Mantra in sanscrito
TRADUZIONE
O uomini d’intelligenza, gustate lo Srimad Bhagavatam, il frutto maturo dell’albero dei desideri della letteratura vedica. Questo tenero frutto dal sapore di nettare ha toccato le labbra di Sri Sukadeva Gosvami, e ha preso un gusto ancora più soave, anche per le anime liberate.
Lezioni di Srila Prabhupada in italiano sullo Srimad Bhagavatam 1.1.3
Tradotta da SG Tridandi Das direttamente dal libro in inglese.
N.B. La spiegazione sottostante trascritta è differente dalla lezione Di SDG Srila Prabhupada. Per una migliore comprensione, prima deve essere letta la spiegazione e dopo si ascolta la lezione.
Lezione di Srila Prabhupada sullo Srimad Bhagavatam 1.1.3
Tenuta da SDG Srila Prabhupada a Londra il 19/08/1971
Lezione di Srila Prabhupada sullo Srimad Bhagavatam 1.1.3
Tenuta da SDG Srila Prabhupada a Londra il 19/08/1971 Parte 2
Lezione sullo Srimad Bhagavatam 1.1.3
Tenuta da SDG Srila Prabhupada a Londra il 20/08/1971
Lezione sullo Srimad Bhagavatam 1.1.3
Tenuta da SDG Srila Prabhupada a Londra il 20/08/1971 Parte 2
Lezione sullo Srimad Bhagavatam 1.1.3
Tenuta da SDG Srila Prabhupada a Londra il 24/02/1975
Lezione sullo Srimad Bhagavatam 1.1.3
Tenuta da SDG Srila Prabhupada a Londra il 24/02/1975 Parte 2
SPIEGAZIONE
I primi due sloka hanno dimostrato in modo definitivo che lo Srimad Bhagavatam è il Testo sublime per eccellenza, che supera, per le sue qualità trascendentali tutti gli altri Testi vedici. Trascende ogni attivita’ e conoscenza materiale. Il terzo sloka aggiunge che lo Srimad Bhagavatam non è solo una Scrittura di ordine superiore, ma anche il frutto maturo di tutta la letteratura vedica. In altre parole, costituisce la crema della conoscenza vedica.
Merita dunque che lo si ascolti in modo paziente e sottomesso. E’ infatti essenziale riceverne il messaggio e gli insegnamenti con grande rispetto e costante attenzione. I Veda sono paragonati a un albero dei desideri perché contengono tutta la conoscenza accessibile all’uomo , sia sul piano delle necessità materiali sia su quello della realizzazione spirituale.
I Veda racchiudono tutta la conoscenza e le leggi relative alla vita sociale, politica, religiosa, economica e militare, oltre alla medicina, la chimica, la fisica e la metafisica, in breve tutto ciò che è richiesto per mantenere l’armonia del corpo e dell’anima. Ma soprattutto contengono direttive precise sulla realizzazione spirituale.
Lo sviluppo sistematico della conoscenza implica un’elevazione graduale dell’essere vivente fino al piano spirituale, e la più alta realizzazione spirituale consiste nel capire che Dio, la Persona Suprema, è il ricettacolo di tutte le emozioni spirituali, o rasa. Da Brahma, prima creatura dell’universo, fino all’insignificante formica, ogni essere vivente desidera trarre qualche emozione dalle proprie percezioni sensoriali.
Srimad Bhagavatam 1.1.3
Questi piaceri dei sensi sono detti rasa. Esistono molte varietà di rasa, ma le Scritture li raggruppano in dodici
categorie: 1) sringara, sentimento amoroso; 2) vatsalya, affetto dei genitori; 3) sankhya, amicizia, affetto fraterno; 4) dasya, servizio; 5) santa, neutralita’; 6) rauda, collera; 7) adbhuta, stupore; 8) hasya, finzione; 9) vira, coraggio; 10) daya, compassione; 11) bhayanaka, paura, orrore; 12) bibhatsa, sconvolgimento. La somma di questi rasa esprime il concetto di affetto, di amore.
Le espressioni principali dell’amore sono l’adorazione, il servizio, l’amicizia, l’affetto dei genitori e i sentimenti coniugali; quando queste espressioni sono assenti, l’amore si manifesta per vie indirette, attraverso la collera, lo stupore, la finzione, il coraggio, la compassione, la paura o lo sconvolgimento.
Per esempio, quando un uomo si lega a una donna, la loro relazione si basa su sentimenti amorosi, o sringara-rasa. Ma se i loro rapporti si deteriorano, il rasa d’amore può mischiarsi con la meraviglia, la collera, lo sconvolgimento, persino l’orrore, o anche trasformarsi in un altro rasa. Si vedono talvolta relazioni amorose concludersi in crimini orribili.
I rasa si scambiano sempre tra esseri della stessa specie. Non può esserci uno scambio di rasa tra un uomo e una bestia, o un altro essere qualsiasi, e viceversa. Ma l’anima spirituale partecipa della stessa natura del Signore Supremo, fa Uno con Lui sul piano qualitativo.
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Perciò gli scambi di rasa trovano la loro origine, e anche la loro manifestazione totale, sul piano assoluto, tra l’essere individuale e il Tutto spirituale, il Signore Supremo. Gli sruti mantra , o inni vedici, descrivono il Signore Supremo come “la sorgente di tutti i rasa”. Quando l’essere individuale entra in contatto col Signore Supremo, scambiando con Lui il rasa naturale ed eterno che li unisce, trova la vera felicità.
Gli stessi sruti mantra insegnano che ogni essere vivente, nella sua condizione originale, è fatto per scambiare un particolare rasa con il Signore Supremo. Ma per ritrovare la pienezza di questo stato originale è necessario raggiungere la liberazione, poiché nell’esistenza materiale il rasa si trova solo in una forma temporanea e distorta. Perciò nel mondo materiale i rasa assumono diversi risvolti materiali come la collera (raudra) o altri dello stesso tipo.
Chi sviluppa una conoscenza approfondita dei vari rasa, che sono alla base di ogni azione, può comprendere che i rasa del mondo materiale non costituiscono che un riflesso deformato di quelli originali del mondo spirituale. Il vero erudito aspira a gustare il vero rasa, nella sua forma spirituale.
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A un livello inferiore, altri desiderano semplicemente fondersi nell’Assoluto, ma finche’ non avranno conoscenza dei diversi rasa, neanche i più intelligenti di questi trascendentalisti giungeranno a superare questa identificazione col Tutto spirituale.
Questo sloka spiega che il rasa spirituale, fonte di gioia anche per le anime liberate, può essere gustato con lo studio dello Srimad Bhagavatam, perché questa Scrittura sublime rappresenta il frutto maturo dell’albero della conoscenza vedica. Ascoltando con sottomissione questo Testo trascendentale si può giungere all’apice della gioia e soddisfare ogni desiderio del cuore. Ma si dev’essere attenti che questo messaggio si riceva da una fonte sicura, nello stesso modo in cui fu ricevuto in origine.
Narada Muni lo portò dal mondo spirituale e lo trasmise al suo discepolo Sri Vyasadeva, che a sua volta lo trasmise a suo figlio Srila Sukadeva Gosvami, che lo comunicò a Pariksit Maharaja, sette giorni prima della morte di questo re. Srila Sukadeva Gosvami era un’anima liberata fin dalla nascita, e perfino nel grembo di sua madre; non ricevette quindi alcuna formazione spirituale dopo la sua venuta al mondo.
Appena nati non si è sviluppati né materialmente né spiritualmente, ma Sri Sukadeva Gosvami, anima già perfettamente liberata, non aveva bisogno di sottostare a nessun metodo di realizzazione spirituale. Sebbene totalmente liberato, situato sul piano trascendentale, al di là delle tre influenze materiali, egli si sente attratto dal sublime rasa che gusta vicino al Signore Supremo, adorato dalle anime liberate col canto degli inni vedici. I divertimenti del Signore sono infatti più affascinanti per l’anima liberata che per l’uomo comune.
Srimad Bhagavatam 1.1.3
La Verità Assoluta non può dunque essere impersonale, perché lo scambio di rasa è possibile solo tra persone. Sukadeva Gosvami narra in modo sistematico i divertimenti trascendentali del Signore nei versi dello Srimad Bhagavatam; egli rende l’argomento attraente per tutti, compresi coloro che cercano soltanto di raggiungere la liberazione e fare Uno col Tutto Supremo.
In sanscrito, il termine suka indica un pappagallo il cui becco rosso, ha il potere di accrescere il dolce sapore del frutto maturo che assaggia. Così, il frutto maturo e gustoso della conoscenza vedica prende un sapore ancora più soave quando è toccato dalle labbra di Sri Sukadeva Gosvami.
Egli è paragonato a un pappagallo non per la sua abilità di ripetere lo Srimad Bhagavatam così come gli fu trasmesso dal suo erudito padre, ma per l’arte di presentare l’opera in un modo da permettere a ogni persona sincera che l’ascolti con sottomissione di provare subito emozioni trascendentali, completamente distinte dai sentimenti pervertiti del mondo materiale.
Questo frutto maturo non è caduto brutalmente da Krishna-loka, il pianeta supremo. E’ stato trasportato con grande cura, senza alcun urto, senza essere affatto deformato, attraverso la catena di maestri spirituali. La gente sciocca, che non appartiene alla successione di maestri spirituali, commette gravi errori quando tenta di capire il mistero del più alto tra i rasa trascendentali, manifestato attraverso la danza rasa, senza seguire le tracce di Sukadeva Gosvami.
Srimad Bhagavatam 1.1.3
Questi, infatti, presenta con grande cura il frutto del Bhagavatam, e assicura al lettore il progresso, passo dopo passo, verso la più alta realizzazione spirituale. Si dovrebbe essere dunque abbastanza intelligenti da riconoscere allo Srimad Bhagavatam il suo giusto valore, ispirandosi a maestri come Sukadeva Gosvami, che impiegano tanta cura nel rivelare questa conoscenza.
Il metodo usato della successione di maestri nella scuola bhagavata suggerisce che anche in futuro lo Srimad Bhagavatam dev’essere ricevuto da una persona che è veramente rappresentante di Srila Sukadeva Gosvami. Coloro che recitano lo Srimad Bhagavatam per mestiere, in modo del tutto inautentico, non possono essere rappresentanti di Sukadeva Gosvami.
Essi desiderano solo assicurarsi da vivere. Si deve dunque evitare di ascoltare i discorsi di tali impostori, che hanno generalmente l’abitudine di passare direttamente alla parte più “confidenziale” dell’opera, ignorando del tutto il metodo graduale che permette di coglierne il significato profondo.
Tali imbroglioni s’immergono sempre nel cuore del racconto della danza rasa, che sarà sicuramente male interpretata dall’uomo comune. Alcuni considerano questi divertimenti del Signore come immorali, altri li offuscano con le loro stupide interpretazioni.
Nessuno di loro prova il minimo desiderio di seguire le tracce di Sukadeva Gosvami. In conclusione, chi desidera seriamente approfondire lo studio del rasa dovrà ricevere il messaggio dello Srimad Bhagavatam fin dal suo inizio, e non in modo capriccioso o al solo scopo di soddisfare le menti materialistiche che hanno una scarsa conoscenza della scienza trascendentale.
Srimad Bhagavatam 1.1.3
Sukadeva Gosvami presenta lo Srimad Bhagavatam con tale arte che una persona sincera e seria assaporerà subito il frutto maturo della conoscenza vedica, semplicemente accettando di riceverne il nettare dalle sue labbra o da quelle del suo autentico rappresentante.