Srimad Bhagavatam
Primo Canto Secondo Capitolo Verso 16
Srimad Bhagavatam Canto 1 Capitolo 2 Verso 16 – La Divinità e il servizio devozionale

Srimad Bhagavatam Canto 1 Capitolo 2 Verso 16 in sanscrito
susrusoh sraddadhanasya
vasudeva-katha-rucih
syan mahat-sevaya viprah
punya-tirtha-nisevanat
Srimad Bhagavatam Canto 1 Capitolo 2 Verso 16 Mantra Audio in sanscrito

TRADUZIONE
O saggi nati-due-volte, servendo i devoti perfettamente liberi da ogni impurita’, grande servizio e’ reso. Con questo servizio si sviluppa il gusto per ascoltare il messaggio di Vasudeva.
SPIEGAZIONE
La vita condizionata degli esseri viventi e’ dovuta alla loro ribellione al Signore. Quelli che insorgono contro la supremazia del Signore sono detti asura, o demoni, e gli altri, deva, o esseri virtuosi. La Bhagavad gita da’ nel sedicesimo capitolo una vivida descrizione degli asura, informandoci che questi esseri demoniaci vengono immersi, vita dopo vita, in un’ignoranza sempre piu’ nera, fino a sprofondare nelle specie animali inferiori, dove non possono accedere alla conoscenza della Verita’ Assoluta, del Signore Supremo. Ma la grazia delle anime liberate, dei servitori del Signore che appaiono in differenti luoghi per la volonta’ suprema, gli asura giungono gradualmente a correggersi e ritrovare la coscienza di Dio.
I puri devoti sono molto vicini al Signore e quando vengono per salvare l’umanita’ dai pericoli dell’ateismo prendono il nome di figli, di servitori o di compagni del Signore, e talvolta anche di potenti manifestazioni di Dio. Ma nessuno di loro pretende di essere Dio. Questa e’ una bestemmia di cui sono capaci solo gli asura, e i loro seguaci demoniaci non esitano ad accettarli come incarnazioni di Dio, o come Dio stesso. I Testi sacri danno informazioni molto precise sulle manifestazioni di Dio, e nessuno dovrebbe essere accettato come Dio o come una delle Sue manifestazioni se non corrisponde alla descrizione che ne danno questi Testi.
Il devoto che desidera sinceramente tornare a Dio mostra tanto rispetto ai Suoi servitori quanto al Signore stesso. Questi servitori, detti tirtha, o mahatma, predicano secondo le circostanze in cui appaiono. Essi implorano la gente di diventare devota del Signore e non tollerano mai di essere chiamati Dio. Secondo le indicazioni delle Scritture, Sri Caitanya Mahaprabhu era Dio in persona, ma giocava il ruolo di un devoto, e quando le persone che sapevano che Egli era Dio si rivolgevano a Lui chiamandoLo Dio, Egli Si chiudeva le orecchie e antava i nomi di Visnu. Rifiutava assolutamente di essere chiamato Dio, sebbene fosse Dio in persona, senza alcun dubbio. Il Signore Si comporta in questo modo per metterci in guardia contro gli uomini senza scrupoli a cui piace farsi chiamare Dio.
I sevitori di Dio vengono per diffondere la coscienza di Dio; essi dovrebbero quindi ricevere l’appoggio incondizionato degli uomini d’intelligenza. Mettendosi al servizio di un servitore di Dio si puo’ soddisfare il Signore ancor piu’ che servendoLo direttamente. Il Signore e’ piu’ felice quando vede che i Suoi servitori sono rispettati, perche’ essi rischiano tutto per servirLo e Gli sono percio’ infinitamente cari. Egli stesso dichiara nella Bhagavad-gita (18.69) che nessuno Gli e’ piu’ caro di colui che rischia ogni cosa per diffondere le Sue glorie: servendo i servitori del Signore si acquisiscono a poco a poco le loro qualita’ e si diventa qualificati per ascoltare le glorie del Signore. L’ardente desiderio di ascoltare cio’ che riguarda Dio e’ la prima qualita’ richiesta al devoto per entrare nel regno di Dio.
Lezioni di Srila Prabhupada in italiano sullo Srimad Bhagavatam Canto 1 Capitolo 2 Verso 16
Tradotta da SG Tridandi Das. direttamente dal libro in inglese.