Brahma Samita Versi 46 a 55 in italiano

Brahma Samita Versi 46 a 55

Brahma Samita Versi 46 a 55 in italiano

Brahma Samita Verso 46

diparcir eva hi dasantaram abhyupetya
dipayate vivrta-hetu-samana-dharma
yas tadrg eva hi ca visnutaya vibhati
govindam adi purusam tam aham bhajami


dipa-arcih: la fiamma di una candela; eva: come; hi: certamente; dasa-antaram: un’altra candela; abhyupetya: che si espande; dipayate: illumina; vivrta-hetu: con la sua causa espansa; samana-dharma: ugualmente potente; yah: il quale; tadrk: similmente; eva: invero; hi: certamente; ca: anche; visnutaya: con la Sua espansione di Sri Visnu; vibhati: illumina; govindam: Govinda; adi-purusam: la persona originale; tam: Lui; aham: io; bhajami: adoro.

TRADUZIONE

La fiamma di una candela trasmessa ad altre candele è la stessa in qualità, sebbene arda separatamente in ognuna di esse. Adoro Govinda, il Signore primordiale, che Si manifesta in modo uguale e con la stessa versatilita nelle Sue svariate manifestazioni.

SPIEGAZIONE

Le Divinità che presiedono Hari-dhama, cioè Hari, Narayana, Visnu e così via, porzioni soggettive di Krsna, sono qui descritte. La manifestazione della maestosita di Krsna è Narayana, il Signore di Vaikuntha, la cui porzione soggettiva è Karanodakasayi Visnu, la causa prima, la cui porzione soggettiva è Garbhodakasayi Visnu. Ksirodakasayi è a sua volta la porzione soggettiva di Garbhodakasayi Visnu. Il termine “Visnu” indica la personalità onnipervadente, onnipresente e onnisciente. In questo sloka le attivita delle porzioni soggettive della Divinità sono enunciate specificando la natura di Ksirodakasayi Visnu. La personalità di Visnu, personificazione della qualità illuminante (sattvaguna), è ben distinta da quella di Sambhu, essendo questi adulterato da qualità materiali. La personalità soggettiva di Visnu è sullo stesso livello di quella di Govinda; entrambe consistono del principio sostanziale non adulterato. Visnu nella forma del principio causale manifesto è qualitàtivamente identico a Govinda. La qualità illuminante (sattva-guna) che si trova nella triplice influenza materiale è un’entità adulterata, essendo mischiata con le qualità dell’azione mondana e, dell’inerzia. Brahma è la porzione dislocata della Divinità, manifestata nel principio dell’azione materiale e dotata della natura funzionale della Sua porzione soggettiva; Sambhu è la porzione dislocata della Divinità manifestata nel principio dell’inerzia mondana, e provvista anch’essa della natura funzionale della Sua porzione soggettiva.

La ragione per la quale essi sono porzioni dislocate è che i due principi di azione e d’inerzia materiale mancano del tutto di essenza spirituale perciò ogni entità che si trova in essi è situata a grande distanza dalla Divinità stessa o dalle Sue espansioni dirette. Sebbene la qualità materiale illuminante sia di genere adulterato, Visnu, la manifestazione della Divinità nella qualità materiale della chiarezza, fa la Sua apparizione nel principio illuminante non adulterato, che è un elemento costitutivo della qualità materiale della chiarezza. Perciò Visnu è la piena porzione soggettiva e appartiene alla categoria degli isvara superiori. Egli è il Signore della potenza illusoria e non è unito o alterato da lei. Visnu è l’agente della natura soggettiva di Govinda nella forma di causa prima. Tutti gli attributi maestosi di Govinda, che assommano a sessanta di numero, sono presenti pienamente nella Sua manifestazione di maestosita, Narayana. Brahma e Siva sono entità adulterate da qualità mondane. Visnu, invece, anche se è presenza divina nella qualità mondana (gunaavatara), non è adulterato. L’apparizione di Narayana nella forma di Maha-Visnu, l’apparizione di Maha-Visnu nella forma di Garbhodakasayi e l’apparizione di Visnu nella forma di Ksirodakasayi sono esempi della funzione ubiquitaria della Divinità. Visnu è Dio stesso e gli altri due guna-avatara, come tutti gli altri dèi, sono entità in possesso di un’autorita a Lui subordinata. Dalla maestosa manifestazione soggettiva del supremo e irradiante Govinda emanano Karanodakasayi, Garbhodakasayi, Ksirodakasayi e tutte le altre divine discese individuali (avatara), come Rama e così via, analoghe alla luce comunicata che appare in diverse candele e che brilla grazie all’opera della potenza spirituale di Govinda.

Brahma Samita Verso 47

yah karanarnava jale bhajati sma yoganidram
ananta jagad-anda-sa-roma-kúpah
adhara-saktim avalambya param sva-múrtim
govindam adi-purusam tam aham bhajami


yah: Colui che; karana-arnava: dell’Oceano Causale; jale: nell’acqua; bhajati: gode; sma: invero; yoga-nidram:sonno creativo; ananta: illimitati; jagat-anda: universi; sa: con; roma-kupah: i pori della Sua pelle; adhara-saktim: la potenza che tutto contiene; avalambya: assumendo; param: grande; sva-múrtim: la propria forma individuale; govindam: Govinda; adi-purusam: la persona originale; tam: Lui; aham: io; bhajami: adoro.

TRADUZIONE

Adoro Govinda, il Signore primordiale, che assumendo la propria grande forma soggettiva di nome Sesa, colma della potenza di accettazione infinita, e riposando nell’Oceano Causale con l’infinita dei mondi nei pori della Sua pelle, gode del sonno creativo [yoga-nidra].
SPIEGAZIONE

(La natura individuale di Ananta, che ha la forma del giaciglio di Maha-Visnu, è descritta qui). Ananta, Colui che è l’infinito giaciglio sul quale Maha-Visnu riposa, è un aspetto distinto della Divinità che porta il nome di Sesa, avendo la natura intrinseca del servitore di Krsna.

Brahma Samita Verso 48

yasyaika-nisvasita-kalam athavalambya
jivanti loma-vilaja jagad-anda-nathah
visnur mahan sa iha yasya kala-viseso
govindam adi-purusam tam aham bhajami

yasya: del quale; eka: uno; nisvasita: del respiro; kalam: tempo; atha: così; avalambya: prendendo rifugio in; jivanti: vivi; loma-vila jah: cresciuti dai pori della pelle; jagatanda-nathah: i signori degli universi (i Brahma); visnuh mahan: il Signore Supremo Maha-Visnu; sah: quello; iha:qui; yasya: del quale; kala-visesah: particolare porzione o espansione plenaria; govindam: Govinda; adipurusam: la persona originale; tam: Lui; aham: io; bhajami: adoro.

TRADUZIONE

Brahma e gli altri signori dei mondi materiali, che appaiono dai pori della pelle di Maha-Visnu, restano vivi per la durata di un’espirazione di quest’ultimo [Maha-Visnu]. Adoro Govinda, il Signore primordiale, la Cui personalità soggettiva, Maha-Visnu, è la porzione della porzione.

SPIEGAZIONE

La maestà suprema della natura soggettiva di Visnu è qui mostrata.

Brahma Samita Verso 49

bhasvan yathasma-sakalesu nijesu tejah
sviyam kiyat prakatayati api tadvad atra
brahma ya esa jagad-anda-vidhana-karta
govindam adi-purusam tam aham bhajami


bhasvan: il sole che illumina; yatha: come; asmasakalesu: i vari tipi di pietre preziose; nijesu: la sua propria; tejah: luminosita; sviyam: il suo proprio; kiyat: in una certa misura; prakatayati: manifesta; api: anche; tadvat: similmente; atra: qui; brahma: Sri Brahma; yah: il quale; esah: egli; jagat-anda-vidhana-karta: il capo dell’universo; govindam: Govinda; adi-purusam: la persona originale; tam: Lui; aham: io; bhajami: adoro.

TRADUZIONE

Adoro Govinda, il Signore primordiale, dal Quale Brahma, porzione soggettiva e distinta, riceve il suo potere per l’amministrazione del mondo materiale, proprio come il sole manifesta una porzione della sua luce in tutte le gemme risplendenti, quali il súryakanta e molte altre.

SPIEGAZIONE

Brahma è di due tipi: in alcuni kalpa, quando la potenza del Signore Supremo s’infonde in una jiva idonea, quest’ultima ricopre la carica di Brahma e crea l’universo; in quei kalpa nei quali non c’è disponibilita di jiva adatte, dopo che il Brahma del kalpa precedente viene liberato, Krsna, con la procedura di distribuzione della Sua potenza personale crea il Brahma che ha la natura dell’avatara (discesa) della Divinità nel principio materiale attivo (rajoguna). Per natura Brahma è superiore alle jiva ordinarie, ma non è la Divinità diretta. La natura divina è presente in misura maggiore in Sambhu che in Brahma. Il significato fondamentale di quanto appena affermato è che l’insieme dei cinquanta attributi appartenente alla jiva è presente in misura maggiore in Brahma, che possiede, in grado minore, cinque ulteriori attributi che non sono reperibili nelle jiva. In Sambhu, invece, sono presenti sia i cinquanta attributi della jiva, sia i cinque attributi addizionali che si trovano in Brahma, e in misura persino maggiore che in Brahma.

Brahma Samita Verso 50

yat-pada-pallava-yugam vinidhaya kumbhadvandve
pranama-samaye sa ganadhirajah
vighnan vihantum alam asya jagat-trayasya
govindam adi-purusam tam aham bhajami


yat: del quale; pada-pallava: i piedi di loto; yugam: due; vinidhaya: avendo tenuto; kumbha-dvandve: sul paio di protuberanze; pranamasamaye: al momento di offrire gli omaggi; sah: egli; gana-adhirajah: Ganesa; vighnan: ostacoli; vihantum: distruggere; alam: capace, asya: di questi; jagat-trayasya: tre mondi; govindam: Govinda; adipurusam: la persona originale; tam: Lui; aham: io; bhajami: adoro.

TRADUZIONE

Adoro Govinda, il Signore primordiale, i Cui piedi di loto sono sempre tenuti da Ganesa sul paio di protuberanze che sporgono dalla sua testa di elefante, al fine di ottenere il potere necessario a compiere la sua funzione di distruttore di tutti gli ostacoli che si ergono sulla via del progresso dei tre mondi.

SPIEGAZIONE

Il potere di distruggere tutti gli ostacoli sulla via della prosperita materiale è stato delegato a Ganesa, il quale è oggetto di adorazione per coloro che sono idonei ad adorarlo. Egli ha ottenuto una collocazione tra le cinque divinità che come Brahma possiedono qualità mondane. Lo stesso Ganesa è un’entità divina che possiede un potere delegato per infusione divina. Tutta la sua gloria poggia interamente sulla grazia di Govinda.

Brahma Samita Verso 51

agnir mahi gaganam ambu marud disas ca
kalas tathatma-manasiti jagat-trayani
yasmad bhavanti vibhavanti visanti yam ca
govindam adi-purusam tam aham bhajami


agnih: fuoco; mahi: terra; gaganam: etere; ambu: acqua; marut: aria; disah: direzioni; ca: anche; kalah:tempo; tatha: così come; atma: anima; manasi: e mente; iti: così; jagat-trayani: i tre mondi; yasmat: dal quale; bhavanti: essi hanno origine; vibhavanti: esistono; visanti: entrano; yam: il quale; ca: anche; govindam: Govinda; adi purusam: la persona originale; tam: Lui; aham: io; bhajami: adoro.

TRADUZIONE

I tre mondi sono composti da nove elementi: fuoco, terra, etere, acqua, aria, direzione, tempo, anima e mente. Adoro Govinda, il Signore primordiale dal Quale essi hanno origine, nel Quale esistono e nel Quale entrano al momento del cataclisma universale.

SPIEGAZIONE

Non c’è nulla nei tre mondi eccetto i cinque elementi, le dieci direzioni, il tempo, l’anima-jiva e il principio mentale collegato al corpo sottile, che consiste di mente, intelligenza ed ego condizionato. Coloro che aspirano all’elevazione ai pianeti superiori (karmi) fanno la loro offerta sacrificale nel fuoco. Le anime condizionate non conoscono niente che vada oltre questo mondo percettibile composto di nove elementi. La jiva è la stessa anima al cui piacere estatico aspirano i ricercatori senza gioia della liberazione (jnani). Entrambi i princìpi, descritti rispettivamente come atma e prakrti dal sistema del Sankhya, sono inclusi negli elementi sopra menzionati. In altre parole, tutti i princìpi che sono stati enunciati dai filosofi speculativi (tattva-vadil sono inclusi in questi nove elementi. Sri Govinda è la sorgente dell’apparizione, della durata e della fine di tutti questi princìpi.

Brahma Samita Verso 52

yac-caksur esa savita sakala-grahanam
raja samasta-sura-múrtir asesa-tejah
yasyajnaya bhramati sambhrta-kala-cakro
govindam adi purusam tam aham bhajami

yat: del quale; caksuh: l’occhio; esah: il; savita: sole; sakalagrahanam: di tutti i pianeti; raja: il re; samastasura: di tutti gli esseri celesti; múrtih: l’immagine; asesatejah: colmo di radiosita infinita; yasya: del quale; ajnaya: per ordine di; bhramati: compie il suo viaggio; sambhrta: completo; kala-cakrah: la ruota del tempo; govindam: Govinda; adi-purusam: la persona originale; tam: Lui; aham: io; bhajami: adoro.

TRADUZIONE

Il sole, re di tutti i pianeti, colmo di radiosità infinita e immagine dell’anima buona, è come l’occhio di questo mondo: Adoro Govinda, il Signore primordiale, al cui ordine il sole obbedisce per compiere il suo viaggio cavalcando la ruota del tempo.

SPIEGAZIONE

Alcuni professori di religione vedica adorano il sole come Brahman. Il sole fa parte della gerarchia dei cinque dèi. Alcuni individuano nel calore la fonte di questo mondo, perciò designano il sole, ossia l’unico sito del calore, come la causa profonda di questo mondo. Nonostante tutto ciò che si possa dire per provare il contrario, il sole è dopotutto soltanto la divinità che presiede a una sfera del calore materiale totale ed è quindi un dio al quale è stato delegato un esercizio di autorita. Il sole svolge la sua funzione specifica di servizio certamente per ordine di Govinda.

Brahma Samita Verso 53

dharmo ‘tha papa-nicayah srutayas tapamsi
brahmadi-kita patagavadhayas ca jivah
yad-datta-matra-vibhava-prakata-prabhava
govindam adi-purusam tam aham bhajami


dharmah: virtù; atha: anche; papa-nicayah: tutti i vizi; srutayah: i Veda; tapamsi: penitenze; brahma-adi: a cominciare da Brahma; kitapataga: insetti; avadhayah: fin giù a; ca: e; jivah: le jiva; yat: dal quale; datta: conferito; matra: esclusivamente; vibhava: grazie al potere; prakata: manifestate; prabhavah: potenze; govindam: Govinda; adi-purusam: la persona originale; tam: Lui; aham: io; bhajami: adoro.

TRADUZIONE

Adoro Govinda, il Signore primordiale, dal Cui potere conferito sono mantenute tutte le potenze manifestate che si possono trovare in ogni virtù, in ogni vizio, nei Veda, nelle penitenze e in tutte le jiva, da Brahma fino all’insetto più insignificante.

SPIEGAZIONE

Per dharma s’intendono le funzioni assegnate di varna e di asrama manifestate dai venti dharma-sastra sulla base dell’autorita dei Veda. Di queste due divisioni il varnadharma è la funzione risultante dalle nature specifiche dei quattro varna, ossia brahmana, ksatriya, vaisya e súdra, e l’asrama-dharma è la funzione appropriata per i rispettivi asrama, o tappe di coloro che appartengono ai quattro stadi di vita, cioè il brahmacarya, il grhastha, il vanaprastha e il sannyasa. Tutte le attivita consuete dell’umanita sono state incanalate in questa duplice divisione. Peccato significa nescienza, che è la radice di ogni peccato e di ogni desiderio peccaminoso, anche delle più grandi iniquita e dei peccati che da queste scaturiscono, così come dei peccati comuni, ossia di ogni forma di comportamento privo di princìpi. La categoria delle sruti è composta dal Rg, Sama, Yajur e Atharva e dalle Upanisad, che formano i più bei gioielli dei Veda. Tapa indica tutte quelle pratiche regolari apprese con la prospettiva di raggiungere la giusta funzione del sé. In molti casi, come per esempio nella forma conosciuta come panca-tapa, queste pratiche sono di difficile natura (yoga), con le otto fasi che le costituiscono e la devozione alla conoscenza del Brahman non-differenziato in esse inclusa. Tutte queste sono altrettante caratteristiche nell’ambito del cerchio rotante delle attivita fruttifere compiute dalle anime condizionate. Le anime condizionate sono imbarcate in un soggiorno di nascite successive da ottomilioni quattrocentomila differenti varietà di organi riproduttivi. Esse si differenziano per ordini di esistenza in deva, danava, raksasa, manava, naga, kinnara e gandharva. Queste jiva, da Brahma fino al piccolo insetto, sono innumerevoli. Esse formano l’aggregato delle anime condizionate, dal livello di Brahma fino a quello della piccola mosca, e costituiscono gli aspetti distintivi nell’ambito della ruota del karma. Ognuna di esse è dotata di poteri specifici, inerenti a una sfera particolare. Tuttavia, per loro stessa natura, questi poteri non sono in esse pienamente sviluppati. Il grado del loro potere e la natura del loro dominio variano secondo l’estensione della manifestazione di possesso individuale conferita loro da Sri Govinda.

Brahma Samita Verso 54

yas tv indragopam athavendram aho sva-karmabandhanurúpa-
phala-bhajanam atanoti
karmani nirdahati kintu ca bhakti-bhajam
govindam adi-purusam tam aham bhajami


yah: Colui che (Govinda); tu: ma; indra-gopam: fino al piccolo insetto rosso chiamato indragopa; atha va: o persino; indram: fino a Indra, il re dei cieli; aho: oh; svakarma: delle proprie attivita fruttifere; bandha: schiavitù; anurúpa: secondo la; phala: di reazioni; bhajanam: godendo o soffrendo; atanoti: elargisce; karmani: tutte le attivita interessate e le loro reazioni; nirdahati: distrugge; kintu: ma; ca: anche; bhakti-bhajam: di persone impegnate nel servizio di devozione; govindam: Govinda; adi-purusam: la persona originale; tam: Lui; aham: io; bhajami: adoro.

TRADUZIONE

Adoro Govinda, il Signore primordiale, che brucia alla radice tutte le attivita fruttifere di coloro che sono permeati di devozione e stabilisce in modo imparziale il dovuto godimento dei frutti dell’attivita per tutti coloro che camminano sul sentiero dell’azione, secondo la catena delle opere compiute in precedenza, sia nel caso del minuscolo insetto che porta il nome di indra-gopa sia nel caso di Indra, re dei deva.

SPIEGAZIONE

Con imparzialita Dio induce le anime cadute ad agire in maniera conseguente alle opere da esse compiute nelle loro vite precedenti e a godere dei frutti del loro lavoro, ma per misericordia verso i Suoi devoti, Egli estirpa, mettendoli a dura prova, la radice di ogni karma, ossia l’ignoranza e i desideri nefasti. Benché senza inizio, il karma ha una fine. Il karma delle persone che agiscono nella speranza di godere dei frutti del loro lavoro diventa eterno e senza fine, e non è mai distrutto. La funzione del sannyasa è anch’essa una sorta di karma inerente a un asrama e non piace a Krsna quando è finalizzata alla liberazione, ossia al desiderio di elevazione. Anche i sannyasi ricevono i frutti del loro karma e quand’anche fosse disinteressato il loro karma sfocia nell’atma-mamata, il piacere personale. Ma i puri devoti servono sempre Krsna gratificando i Suoi sensi, rinunciando a ogni tentativo di karma e jnana e liberandosi da tutti i desideri eccetto quello di servire Krsna. Krsna ha totalmente distrutto il karma, i desideri che da esso scaturiscono e l’ignoranza di quei devoti. È sorprendente che Krsna, imparziale com’è, sia del tutto parziale con i Suoi devoti.

Brahma Samita Verso 55

yam krodha-kama-sahaja pranayadi-bhitivatsalya-
moha-guru-gaurava-sevya-bhavaih
sancintya tasya sadrsim tanum apur ete
govindam adi-purusam tam aham bhajami


yam: sul quale; krodha: collera; kama: passione amorosa; sahajapranaya: naturale amore tra amici; adi: e così via; bhiti: paura; vatsalya: affetto parentale; moha: illusione; guru-gaurava: riverenza; sevya-bhavaih: e con l’attitudine di servizio volontario; sancintya: meditando; tasya: di quello; sadrsim: idonee; tanum: forma corporea; apuh: ottenuta; ete: queste persone; govindam: Govinda; adi-purusam: la persona originale; tam: Lui; aham: io; bhajami: adoro.

TRADUZIONE

Adoro Govinda, il Signore primordiale, sul Quale meditano persone spinte dalla collera, dalla passione amorosa, dal naturale amore amichevole, dalla paura, dall’affetto parentale, dall’illusione, dalla reverenza e dal servizio volontario, e tutte ottengono forme corporee adatte alla natura della loro contemplazione.

SPIEGAZIONE

La devozione è di due tipi: (1) di natura deferente alle regole, oppure (2) basata sul sentimento naturale. La bhakti viene risvegliata seguendo con un pizzico di fede le regole degli sastra e l’istruzione dei precettori. Questa bhakti ha una natura leale verso le regole delle Scritture e continua a essere operativa finché il sentimento naturale corrispondente non è risvegliato. Se una persona ama Krsna con una tendenza naturale vige il principio del raga, che altro non è che un forte desiderio di servire, che si trasforma in bhava, o sentimento sostanziale. Quando questo sentimento si è risvegliato il devoto diventa oggetto della misericordia di Krsna. Occorre molto tempo per raggiungere questo stadio. La devozione di natura spontanea è superiore a quella connessa con le regole scritturali; essa conduce rapidamente allo stato realizzato e attrae Krsna. I suoi diversi aspetti sono descritti in questo sloka. Santa-bhava, il sentimento di reverenza per il superiore, dasya-bhava, il sentimento di servizio nel portare a compimento gli ordini dell’oggetto di adorazione, sakhya-bhava, il naturale amore tra amici, vatsalya-bhava, l’affetto parentale, e madhurabhava, l’amore tra innamorati, sono tutti inclusi nella categoria della devozione che partecipa della natura dell’attaccamento istintivo. Ma la collera, la paura e l’illusione, sebbene siano impulsi istintivi, non sono devozione nel senso stretto del termine, perché non sono amichevoli, bensì ostili all’oggetto. La collera si trova in asura come Sisupala, la paura si trova in Kamsa, e l’illusione nei pandita della scuola panteistica. Tutti loro hanno sentimenti di collera, di paura e d’impulso istintivo contraddistinti dalla completa identificazione col Brahman non-differenziato nell’oblio del proprio sé. Comunque, quando non c’è un sentimento favorevole verso l’oggetto della devozione non c’è bhakti. Inoltre, tra i sentimenti di santa, dasya, sakhya, vatsalya e madhura – santa, benché neutro e latente nel raga, è anch’esso considerato bhakti in quanto ha una connotazione favorevole. Nelle quattro restanti varietà emozionali è presente una quantità immensa di raga. Secondo la promessa contenuta nella Gita, ye yatha mam prapadyante tams tathaiva bhajami aham [Bhagavad Gita. 4.11] (“Io reciproco in proporzione al grado di sottomissione”), coloro che si lasciano muovere da sentimenti di collera, di paura e d’illusione raggiungono la sayujya-mukti (l’immersione nell’Assoluto). I santa ottengono forme corporee con un’inclinazione verso il Brahman e il Paramatma; le categorie di adoratori dasya e sakhya ottengono forme corporee caratterizzate da una tendenza maschile o femminile secondo i loro rispettivi livelli di idoneita. La categoria di adoratori vatsalya riceve forme corporee adatte al sentimento paterno e materno. Gli amanti di Krsna ottengono forme pure di gopi (le mungitrici spirituali di Vraja).

Brahma Samita Versi 46 a 55 in italiano

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