Brahma Samhita Versi 56 a 62 in italiano

Brahma Samhita Versi 56 a 62
Brahma Samhita Verso 56
sriyah kantah kantah parama purusah kalpa-taravo
druma bhúmis cintamani-gana-mayi toyam amrtam
katha ganam natyam gamanam api vamsi priya-sakhi
cid-anandam jyotih param api tad asvadyam api ca
sa yatra ksirabdhih sravati surabhibhyas ca su-mahan
nimesardhakhyo va vrajati na hi yatrapi samayah
bhaje svetadvipam tam aham iha golokam iti yam
vidantas te santah ksiti-virala-carah katipaye
sriyah: le Laksmi, dee della fortuna; kantah: consorti amorevoli; kantah: colui che gode, l’amante; paramapurusah: Dio, la Persona Suprema; kalpa-taravah: alberi dei desideri; drumah: tutti gli alberi; bhúmih: la terra; cintamani-gana-mayi: composta da trascendentali gioielli di pietre filosofali; toyam: l’acqua; amrtam: nettare; katha: discorsi; ganam: canzone; natyam: danza; gamanam: passò; api: anche; vamsi: il flauto; priya-sakhi: compagno costante; cit-anandam: gioia trascendentale; jyotih: radiosita; param: suprema; api: anche; tat: quella; asvadyam:
percepita ovunque; api ca: anche; sah: quello; yatra: dove; ksira-abdhih: oceano di latte; sravati: fluisce; surabhibhyah: dalle mucche Surabhi; ca: e; su-mahan: molto grande; nimesa-ardha: mezzo istante; akhyah: chiamato; va: o; vrajati: muore; na: non; hi: certamente; yatra: dove; api: persino; samayah: tempo; bhaje: adoro; sveta-dvipam: Svetadvipa; tam: quello; aham: io; iha: qui; golokam: Goloka; iti: così; yam: la quale; vidantah: conosciuta; te: essi; santah: le anime realizzate; ksiti: in questo mondo; virala: raramente; carah: andare; katipaye: pochi.
TRADUZIONE
Adoro quel seggio trascendentale conosciuto come Svetadvipa, dove le Laksmi, come consorti amorevoli, praticano nella loro pura essenza spirituale il servizio d’amore al Signore Supremo, Krsna, il Loro unico amante; dove ogni albero è un sublime albero dei desideri; dove il suolo è la gemma filosofale, l’acqua è nettare, ogni parola è un canto, ogni passo è una danza; dove il flauto è l’assistente prediletto, la radiosita è colma di gioia ineffabile e le supreme entità spirituali sono tutte piacevoli e deliziose; dove innumerevoli mucche lasciano sgorgare sublimi oceani di latte; dove esiste eternamente il tempo trascendentale, sempre presente, e quindi senza passato o futuro, non soggetto a trascorrere neppure per lo spazio di mezzo istante. Quel regno è conosciuto come Goloka soltanto a pochissime anime realizzate in questo mondo.
SPIEGAZIONE
Quella regione che le jiva raggiungono compiendo nel modo migliore il loro rasa-bhajana, sebbene perfettamente trascendentale, non è affatto priva di varietà. La regione non-differenziata si raggiunge indulgendo nella collera, nella paura e nell’illusione. I devoti raggiungono Goloka, la regione trascendentale sopra Vaikuntha, secondo la qualità del rasa inerente al loro rispettivo servizio. In realta quella regione non è altro che Svetadvipa, ossia “l’Isola Bianca”, perché eccezionalmente pura. Coloro che ottengono il rasa più elevato in questo mondo realizzando la devozione pura, nel vedere la realta di Svetadvipa a Gokula, a Vrndavana e a Navadvipa all’interno di questo mondo, designano quella realta come “Goloka”.
In quella sublime regione di Goloka sono sempre visibili, nella loro bellezza suprema, tutte le entità distinte che sono incluse nel principio cognitivo puro, ossia l’amante e i Suoi amati, alberi e rampicanti, montagne, fiumi e foreste, acqua, parola, movimento, la musica del flauto, il sole e la luna, ciò che si gusta e il gusto in sé (le impensabili meraviglie delle sessantaquattro arti estetiche), mucche che danno un nettareo flusso di latte e il tempo trascendentale e imperituro.
Descrizioni che forniscono un’indicazione di Goloka si trovano in varie parti dei Veda e in altri sastra come i Purana, i tantra, eccetera. La Chandogya dice: brúyad yavan va ayam akasas tavan esa antar hrda akasah ubhe asmin dyava prthivi antar eva samahite. ubhav agnis ca vayus ca súrya: candramasav ubhau vidyun naksatrani yac casyehasti yac ca nasti sarvam tad asmin samahitam iti. In sostanza tutta la varietà di questo mondo materiale e molto di più, al di la del piano mondano, è presente a Goloka.
Brahma Samhita Verso 56
La varietà nel mondo trascendentale è totalmente centralizzata, mentre nel mondo materiale non lo è, ed è quindi apportatrice di gioie e dolori. La varietà centralizzata di Goloka è pura e piena di gioia trascendentale cognitiva. I Veda e i sadhu che praticano la devozione rivelata dai Veda, servendosi del sostegno della loro attitudine cognitiva individuale attivata dalla devozione, possono avere una visione del regno divino e col potere della grazia di Krsna la loro minuta facoltà cognitiva ottiene la qualità dell’immensità, permettendo loro di situarsi sul piano dei divertimenti di Krsna.
C’è un significato nascosto nella proposizione “perfino il Supremo è, nonostante tutto, oggetto di godimento” (param api tad asvadyam api ca). Il termine param api indica che Sri Krsna è la sola Verità Assoluta in tutti i trascendentali princìpi gioiosi, e tad asvadyam api indica il Suo oggetto di godimento.
La gloria dell’amore di Radha per Krsna, la squisita qualità (rasa) di Krsna gustata da Radha e la beatitudine di cui Radha è cosciente nel corso di questa realizzazione, questi tre bhava (entità emozionali) diventano disponibili per il godimento di Krsna, ed è allora che Egli acquisisce la Sua personalità di Sri Gaurasundara. È anche tutto questo ciò che costituisce la felicita trascendentale del delizioso servizio d’amore (rasa) manifestato da Sri Gaurasundara. Anch’esso esiste eternamente soltanto nella stessa Svetadvipa.
Brahma Samhita Verso 57
athovaca maha-visnur
bhagavantam prajapatim
brahman mahattva-vijnane
praja-sarge ca cen matih
panca-slokim imam vidyam
vatsa dattam nibodha me
atha: allora; uvaca: disse; maha-visnuh: il Signore Supremo; bhagavantam: al glorioso; prajapatim: Sri Brahma; brahman: o Brahma; mahattva: della gloria (di Dio); vijnane: nella vera conoscenza; praja-sarge: nella creazione della prole; ca: e; cet: se; matih: l’inclinazione; panca-slokim: cinque sloka; imam: questa; vidyam: scienza; vatsa: o amato; dattam: dato; nibodha: ascolta; me: da Me.
TRADUZIONE
Udendo questi inni che contenevano l’essenza della verità, il Supremo Sri Krsna disse a Brahma: “Brahma, se senti la propensione a generare una discendenza dopo essere stato dotato della vera conoscenza sulla gloria di Dio, ascolta, mio caro, la scienza che esporrò nei prossimi cinque sloka.”
SPIEGAZIONE
II Signore Supremo divenne favorevole quando Brahma cantò con grande ardore i nomi “Krsna” e “Govinda”, che esprimono la Sua forma, i Suoi attributi e i Suoi passatempi. Quando Brahma fu mosso dal desiderio di creazione materiale, Krsna gli spiegò come la devozione pura e incondizionata può essere praticata dalle anime impegnate in occupazioni mondane combinando queste ultime con il desiderio di eseguire la volonta del Signore Supremo.
“La conoscenza assoluta è conoscenza della gloria di Dio; se vuoi generare una prole dopo essere stato dotato di questa conoscenza, ascolta attentamente la scienza della devozione contenuta nei prossimi cinque sloka”. (Si descrive qui come la bhakti possa essere praticata compiendo i doveri materiali nella forma di esecuzione degli ordini del Signore Supremo).
Brahma Samhita Verso 58
prabuddhe jnana-bhaktibhyam
atmany ananda-cin-mayi
udety anuttama bhaktir
bhagavat-prema-laksana
prabuddhe: quando stimolata; jnana: dalla cognizione o conoscenza; bhaktibhyam: e dal servizio di devozione; atmani: nell’anima spirituale pura; ananda-cit-mayi: piena di conoscenza e di felicita; udeti: è risvegliata; anuttama: eccelsa; bhaktih: devozione; bhagavat: per Krsna; prema: dall’amore; laksana: caratterizzata.
TRADUZIONE
Quando l’esperienza spirituale pura è stimolata dalla conoscenza e dal servizio [bhakti], un’immacolata ed eccelsa devozione caratterizzata dall’amore per Dio si risveglia nei confronti di Krsna, l’Amato di tutte le anime.
SPIEGAZIONE
La vera conoscenza non è altro che la conoscenza della propria relazione con l’Assoluto. La vera conoscenza è identica alla conoscenza della natura soggettiva di cit (l’animato), di acit (l’inanimato), di Krsna e della loro mutua relazione. Qui non si allude alla speculazione mentale, perché questa è in antitesi con il servizio (bhakti). La conoscenza che abbraccia solo i primi sette dei dieci princìpi di base (dasa-mala) è la conoscenza della relazione.
La natura sostanziale della funzione spirituale (abhidheya), infusa dalla scienza della devozione attraverso l’ascolto, il canto, la meditazione, la cura dei santi piedi di Krsna, l’adorazione con rituali, il prosternarsi, l’umile servizio, la pratica dell’amicizia e la resa di se stessi, è identica alla ricerca di Krsna. Essa è descritta in modo particolareggiato nel Bhakti rasamrta sindhu.
La devozione (bhakti) caratterizzata dall’amore per Dio fa la sua apparizione quando è risvegliata da questa conoscenza e da questa pratica. Tale devozione è bhakti eccelsa e non è altro che il traguardo finale di tutti gli sforzi spirituali in cui è stata impegnata l’anima individuale (jiva).
Brahma Samhita Verso 59
pramanais tat-sad-acarais
tad-abhyasair nirantaram
bodhayan atmanatmanam
bhaktim apy uttamam labhet
pramanaih: attraverso la testimonianza delle Scritture; tat: di essi; sat-acaraih: attraverso una condotta teista; tat: di loro; abhyasaih: con la pratica; nirantaram: costantemente; bodhayan: risvegliando; atmana: con la propria intelligenza; atmanam: il sé; bhaktim: devozione; api: certamente; uttamam: la più alta; labhet: si può ottenere.
TRADUZIONE
La devozione più alta si ottiene con lenta gradualità impiegando uno sforzo costante teso all’auto-realizzazione e con l’ausilio della testimonianza scritturale, di una condotta teistica e della perseveranza nella pratica.
SPIEGAZIONE
La testimonianza è nelle Scritture devozionali come lo Srimad Bhagavatam, i Veda, i Purana, la Gita, eccetera. La condotta teistica è il comportamento delle persone pie (sadhu), i puri devoti, e la condotta di quelle persone pie che praticano la devozione per Dio mosse dall’amore spontaneo. La pratica consiste nell’apprendere dagli sastra ciò che riguarda i dieci princìpi di base (daga-mala), nel ricevere il nome di Hari così com’è stabilito negli sastra, ossia come l’incarnazione stessa del nome, della forma, delle qualità e delle attivita della Divinità, e nel praticare il canto del nome servendoLo giorno e notte.
Lo studio degli sastra e la compagnia dei sadhu sono intesi in questo senso. Le dieci offese al santo nome cessano servendo il nome di Hari e praticando simultaneamente una condotta pia. La “pratica” non è altro che il seguire le modalita del servizio al nome così come viene praticato senza offese dai sadhu. Perseverando in questa pratica, la devozione caratterizzata dall’amore, frutto dello sforzo spirituale, fa la sua apparizione nell’essenza pura dell’anima.
Brahma Samhita Verso 60
yasyah sreyas-karam nasti
yaya nivrtim apnuyat
ya sadhayati mam eva
bhaktim tam eva sadhayet
yasyah: oltre la quale; sreyah-karam: benessere superiore; na: non; asti: c’è; yaya: grazie a cui; nivrtim: felicita suprema; apnuyat: si può raggiungere; ya: chi; sadhayati: conduce; mam: a Me; eva: certamente; bhaktim: devozione amorosa; tam: quella; eva: invero; sadhayet: si dovrebbe eseguire.
TRADUZIONE
Queste preliminari pratiche di devozione [sadhana-bhakti] conducono alla realizzazione della devozione amorosa. Tale devozione, oltre alla quale non esiste benessere superiore, va di pari passo con il raggiungimento dello stato esclusivo di beatitudine suprema e può condurre a Me.
SPIEGAZIONE
Non c’è per l’anima, la jiva, un benessere superiore alla devozione amorosa. In essa si realizza la beatitudine finale della jiva. I piedi di loto di Krsna si ottengono unicamente con la devozione amorosa. Soltanto la persona che coltiva le attivita preliminari della devozione, anelando sempre a quello stato realizzato di devozione, può raggiungere l’oggetto di ogni suo sforzo. Nessun altro può ottenerlo.
Brahma Samhita Verso 61
dharman anyan parityajya
mam ekam bhaja visvasan
yadrsi yadrsi sraddha
siddhir bhavati tadrsi
kurvan nirantaram karma
loko ‘yam anuvartate
tenaiva karmana dhyayan
mam param bhaktim icchati
dharman: prestazioni meritorie; anyan: altre; parityajya: abbandonando; mam: Me; ekam: soltanto; bhaja: servono; visvasan: avendo fede; yadrsi yadrsi: proprio come; sraddha: fede; siddhih: realizzazione; bhavati: nasce; tadrsi: corrispondente; kurvan: svolgendo; nirantaram: incessantemente; karma: attivita; lokah ayam: la gente di questo mondo; anuvartate: persegue; tena: da quelli; eva: invero; karmana: azioni; dhyayan: meditando; mam: su di Me; param: suprema; bhaktim: devozione, icchati: si ottiene.
TRADUZIONE
Abbandonando ogni atto meritorio serviMi con fede; la realizzazione corrispondera alla natura della fede. La gente del mondo agisce incessantemente perseguendo qualche ideale. Meditando su di Me per mezzo di quelle stesse azioni si otterra la devozione caratterizzata dall’amore nella forma del servizio supremo.
SPIEGAZIONE
La funzione caratterizzata dalla devozione pura è la vera funzione di tutte le anime individuali (jiva); tutte le altre funzioni sono attivita degli involucri esterni. Questi dharma (funzioni) essoterici ed esoterici sono di vario genere: la conoscenza non-differenziata del Brahman tesa all’estinzione dell’individualita; l’astanga-yoga-dharma, il cui traguardo è il conseguimento dello stato unificato di esistenza (kaivalya); i rituali fruttiferi ateistici finalizzati al godimento materiale; il jnana-yoga-dharma, che cerca di combinare la conoscenza con l’attivita fruttifera; e infine la pratica dell’arido ascestismo.
“Liberandoti di tutto questo, serviMi con devozione pura, radicata nella fede. Fede esclusiva in Me è fiducia.” La fede nella forma di fiducia costruita sul metodo della graduale purificazione tende a diventare un impegno costante (nistha), un oggetto di gusto (ruci), di attaccamento (asakti) e di sentimento reale (bhava). Più la fede è trasparente, più alto è il grado di realizzazione. Se ti chiedi: “Come sara possibile preservare e portare avanti gli affari del mondo se si è costantemente impegnati nello sforzo di realizzare la bhakti?
Quale sara inoltre la natura dello sforzo per realizzare la bhakti quando il corpo perira a causa della cessazione di ogni funzione corporea e sociale?” Per demolire alla radice questo timore il Signore Supremo dice: “Questo mondo sussiste grazie al continuo compimento di alcune attivita. Riempi queste attivita con la meditazione su di Me e questo distruggera in esse la natura che le rende apparentemente svolte da te. Esse assumeranno allora la natura del servizio offerto a Me (bhakti).
Brahma Samhita Versi 56 a 62
L’umanita sussiste sulla triplice attivita svolta dal corpo, dalla mente e dalla societa. Mangiare, sedersi, camminare, riposare, dormire, pulire il corpo, coprirlo, e così via, sono le diverse attivita corporee. Pensare, ricordare, conservare un’impressione, essere consapevoli, sentire piacere e dolore, e così via, sono gli aspetti mentali.
Sposarsi, reciprocare una relazione tra monarca e suddito, praticare la fratellanza, partecipare alle assemblee sacrificali, offrire oblazioni, scavare pozzi, cisterne e altro, per il bene della gente, mantenere le proprie relazioni, praticare l’ospitalita, osservare un’appropriata condotta civica, mostrare il dovuto rispetto agli altri, sono le diverse attivita sociali.
Quando questi atti sono compiuti per un godimento egoistico prendono il nome di karma-kanda; quando il desiderio di ottenere la liberta dall’azione mediante la conoscenza è alla base delle azioni stesse, esse sono chiamate jnana-yoga o karma-yoga. E quando queste attivita sono gestite in modo da contribuire al nostro sforzo di realizzazione della bhakti, prendono il nome di jnana-bhakta-yoga, pratiche devozionali ausiliarie.
Tuttavia, solo quelle attivita caratterizzate dal principio dell’adorazione pura sono chiamate bhakti. “La meditazione su di Me è presente in ogni azione quando la vera bhakti si pratica nel tempo col compimento di azioni devozionali ausiliarie mentre s’interagisce con la gente empia di questo mondo. In tale posizione una jiva non diventa indifferente nei confronti di Dio neanche mentre svolge quelle attivita mondane. Questa è la pratica del guardare all’interno, ossia del volgersi verso il proprio vero sé, com’è affermato Nella Sri Isopanisad Mantra 1:
isavasyam idam sarvam
yat kinca jagatyam jagat
tena tyaktena bhunjitha
ma grdhah kasya svid dhanam
Il commentatore dice a questo riguardo, tena isatyaktena visrstena. Ciò significa che quando ogni cosa viene accettata come un favore ricevuto dal Signore Supremo e da Lui concesso, l’attivita materiale cessa di essere tale e si trasforma in servizio a Dio (bhakti). Perciò l’isavasya dice kurvann eveha karmani … karma lipyate nare. Se le azioni mondane vengono compiute nella suddetta maniera non ci s’impiglia nel karma neppure in centinaia di anni di vita materiale.
Dal punto di vista del jnana questi due mantra significano rinuncia ai frutti delle proprie attivita mondane, ma dal punto di vista della bhakti essi indicano il raggiungimento del favore di Krsna (prasadam) grazie al trasferimento delle attivita sul Suo conto. Secondo questo metodo, che è il sentiero dell’arcana, dovresti compiere i tuoi doveri nel mondo meditando sull’adorazione di Dio.
Brahma serba nel cuore il desiderio di creare; se quel desiderio creativo viene praticato unendolo alla meditazione su come ubbidire all’ordine del Signore Supremo, allora sara una funzione spirituale ausiliaria (gauna-dharma), perché sara di aiuto alla crescita dell’attitudine di servizio alla Divinità essendo caratterizzata dalla ricerca della protezione di Dio. Era certamente giusto istruire Brahma in questo modo. Non c’è motivo, invece, di dare tale istruzione a una jiva nella quale l’avversione spontanea per entità che non siano Krsna si manifesta con il raggiungimento dell’entità sostanziale, ossia la devozione spirituale (bhava).
Brahma Samhita Verso 62
aham hi visvasya caracarasya
bijam pradhanam prakrtih pumams ca
mayahitam teja idam bibharsi
vidhe vidhehi tvam atho jaganti
aham: Io; hi: certamente; visvasya: del mondo; caraacarasya: degli oggetti animati e inanimati; bijam: il seme; pradhanam: la sostanza della materia; prakrtih: la causa materiale; puman: il Purusa; ca: e; maya: da Me; ahitam: conferita; tejah: energia ardente; idam: questa; bibharsi: tu sostieni; vidhe: o Brahma; vidhehi: regoli; tvam: tu; atha: ora; jaganti: i mondi.
TRADUZIONE
Ascolta, o Vidhi, lo sono il seme, il principio fondamentale, di questo mondo di oggetti animati e inanimati. Sono il pradhana [la sostanza della materia], sono la prakrti [la causa materiale] e il purusa [la causa efficiente]. Questa energia ardente che appartiene in special modo al Brahman, ed è insita in te, è stata anch’essa conferita da Me. È custodendo questa energia ardente che tu regoli questo mondo fenomenico di oggetti animati e inanimati.
SPIEGAZIONE
Certi pensatori sostengono che il Brahman nondifferenziato sia l’entità suprema e che sottoponendosi all’auto-suggestione (vivarta) esso esibisca la coscienza della differenziazione; oppure che il principio stesso di limitazione (Maya), quando viene limitato, sia il mondo fenomenico e s’identifichi col Brahman stesso nella sua posizione illimitata; oppure che il Brahman sia la sostanza e che questo mondo fenomenico ne sia il riflesso; oppure che tutto sia un’illusione della jiva.
Alcuni pensano che Dio sia evidentemente un’entità separata, che la jiva sia ancora un’altra entità e che il mondo fenomenico, benché principio singolare, esista separatamente come entità eternamente indipendente; oppure che Dio sia l’entità sostanziale e che tutte le altre entità, come attributi cit e acit, siano uno in essenza.
Alcuni ipotizzano che per la forza di una potenza inconcepibile, a volte il principio monista e altre volte quello dualista assurga a verità. Altri ancora giungono alla conclusione che la teoria del non-dualistico meno tutta la potenza non abbia alcun significato, da cui deriva che il Brahman è l’unica entità eterna e inalterata investita di potenza pura. Queste speculazioni hanno origine dai Veda e si basano sul sostegno del Vedanta-sútra. In queste speculazioni è presente una certa misura di verità, sebbene non ve ne sia abbastanza da colmare tutte le lacune.
Per non parlare delle speculazioni anti-vediche del Sankhya, del Patanjala, del Nyaya e del Vaisesika, e neppure del Púrva-mimamsa, che tanto acclama l’esclusivita dell’azione fruttifera in conformita con l’insegnamento di una porzione dei Veda. Le suddette differenti teorie sono anch’esse venute a esistere sulla base dell’aspetto esterno del Vedanta stesso.
Brahma Samhita Versi 56 a 62
Rifiutando tutte queste speculazioni, tu e la tua autorevole comunita dovreste adottare il principio finale identico alla dottrina dell’acintya-bhedabheda (inconcepibile e simultanea differenza e non-differenza). Questo ti rendera idoneo a essere un devoto vero. Il principio di base è che il mondo animato è costituito di jiva e che quello inanimato è costituito di materia. Le jiva sono state manifestate dalla Mia potenza suprema (para) e il mondo fenomenico è stato manifestato dalla
Mia potenza secondaria (apara). Io sono la causa di tutte le cause, in altre parole, li regolo entrambi col potere della Mia volonta, sebbene lo non sia un’entità differente dalla potenza marginale e da quella materiale (tatastha e acit). Con la trasformazione di queste due distinte potenze sono stati prodotti il pradhana (il principio materiale sostanziale), la prakrti (la causa materiale) e il purusa (la causa efficiente).
Tuttavia, sebbene per quanto riguarda la natura soggettiva di tutta la potenza lo sia pradhana, prakrti e purusa, come proprietario del potere sono eternamente distinto da tutte queste potenze. Questa simultanea differenza e non differenza è anch’essa scaturita dal Mio potere inconcepibile.
Fà dunque che il raggiungimento dell’amore per Krsna mediante la pratica della pura devozione, basata sulla conoscenza della mutua relazione esistente tra jiva, jada (la materia) e Krsna – relazione fondata sul principio dell’inconcepibile e simultanea differenza e nondifferenza sia la Mia istruzione da tramandare nell’ordine della successione spirituale di maestri nella tua comunità (la SriBrahmasampradaya).