Manifestazione d’amore per Krishna

Nettare Della Devozione Capitolo 29

Manifestazione d’amore per Krishna

Alcuni sintomi fisiologici sono la manifestazione di un amore estatico sconvolgente (vyabhicaribhava).
Se ne contano trentatre’:

1) la delusione,
2) lo sconforto,
3) l’umilta’,
4) il senso di colpa,
5) la stanchezza,
6) l’ebbrezza,
7) l’orgoglio,
8) il dubbio,
9) la paura,
10) l’emozione profonda,
11) la pazzia,
12) l’amnesia,
13) la malattia,

Manifestazione d’amore per Krishna Parte 2

14) la confusione,
15) la morte,
16) la pigrizia,
17) l’inerzia,
18) la timidezza,
19) la simulazione dei sentimenti,
20) il ricordo,
21) la disposizione al ragionamento,
22) l’ansieta’,
23) la riflessione,
24) la costanza,
25) la felicita’,
26) l’impetuosita’,
27) la violenza,
28) l’arroganza,
29) l’invidia,
30) l’impudenza,
31) le vertigini,
32) il sonno,
33) la vivacita’.

La delusione

Un senso di delusione appare quando colui che e’ costretto a compiere azioni proibite, o e’
impedito ad agire in modo conveniente, si sente invadere dal rimorso e dal disonore. Colui che
prova una simile delusione e’ preso dall’angoscia, piange, prova un sentimento di umilta’, vede
cambiare il colore del corpo e respira pesantemente.

Quando sembrava che Krishna fosse annegato nelle acque avvelenate della Yamuna mentre
puniva il serpente Kaliya, Nanda Maharaja si rivolse cosi’ a Yasoda-devi:
“Cara sposa, Krishna e’ scomparso sotto le onde, a che serve dunque mantenere in vita i nostri
corpi, contaminati dal peccato ? Entriamo anche noi nelle acque avvelenate della Yamuna e
riscattiamo cosi’ le colpe commesse nel corso della nostra vita.”
Questo e’ un esempio di emozione violenta, che il devoto puo’ provare sotto l’effetto di una
profonda delusione.

Quando Krishna lascio’ a Vrindavana, Subala, Suo intimo amico, decise di fare altrettanto.
Mentre lasciava quei luoghi, Subala pensava che senza Krishna Vrindavana non offriva piu’
alcuna gioia. Simile all’ape che lascia un fiore privo di nettare, Subala lascio’ Vrindavana
quando non trovo’ piu’ in essa alcun piacere trascendentale.

Nel Dana-keli-kaumudi Srimati Radharani si rivolge a una delle sue amiche con queste parole:
“Cara amica, se non posso ascoltare il racconto delle gloriose attivita’ di Krishna, e’ meglio che
diventi sorda. E poiche’ ora non posso contemplarLo sarebbe senz’altro meglio che io fossi cieca.”
Questo e’ un esempio di delusione causata dall’assenza di Krishna.

C’e’ un passo nell’Hari-vamsa in cui Satyabhama, una delle regine di Krishna a Dvaraka,
rivolgendosi al marito dice:
“Caro Krishna, da quando ho sentito Narada che lodava Rukmini davanti a Te, ho capito che ormai
e’ inutile parlare di me.”

Questo e’ un esempio di delusione generata dalla gelosia. Poiche’ Rukmini e Satyabhama
avevano entrambe Krishna come marito, era naturale che sentissero l’una verso l’altra qualche
sentimento di gelosia femminile. Satyabhama si senti’ dunque delusa all’ascolto delle glorie di
Rukmini.

Si trova nello Srimad-Bhagavatam (10.51.47) il verso che segue:
“O Krishna, non posso dire che soltanto gli altri sprofondano nell’esistenza materiale, poiche’ io
sono immerso piu’ di tutti in un concetto errato dell’esistenza, centrato sul corpo. La mia famiglia,
la mia casa, mia moglie, le mie ricchezze, le mie terre e il mio regno sono per me fonte di
grandissime preoccupazioni. In realta’, vivere in un simile ambiente materiale ha provocato in me
una follia tale che ora penso di aver inutilmente sprecato la mia vita.”
Questo e’ un esempio di delusione generata dallo sconforto.

Secondo Bharata Muni, una simile delusione sarebbe di cattivo augurio. Ma altri saggi eruditi la
pongono tra i sentimenti neutri e precisano che essa alimenta l’amore estatico.

Lo sconforto

Questo sentimento si manifesta in colui che vede fallire gli sforzi per raggiungere lo scopo che
si era prefissato, o non ottiene alcun risultato dalle sue azioni presenti, o deve affrontare una
situazione pericolosa, oppure e’ assillato da un senso di colpa. Prigioniera del suo sconforto,
questa persona diventa inquisitrice, pensierosa, triste, piena di rimpianti, respira a fatica,
cambia colore e sente la bocca seccarsi.

Un devoto anziano si rivolge a Krishna con queste parole:
“O Krishna, uccisore del demone Agha, gli anni hanno tolto vitalita’ alle mie membra. Non posso
piu’ parlare con grande eloquenza, la mia voce trema, la mia mente s’indebolisce e ho spesso vuoti
di memoria. Ma Tu, amato Signore, sei simile al chiaro di luna; cosi’ il mio unico vero dispiacere e’
di non aver fatto progressi nella coscienza di Krishna durante la mia vita, per non aver saputo
gustare il Tuo benefico fulgore.”

Questo esempio illustra un sentimento di sconforto che trae origine dal fatto di non aver potuto
raggiungere lo scopo desiderato.

Un devoto disse:
“Questa notte ho sognato di raccogliere fiori diversi in un giardino per fare una ghirlanda che
desideravo offrire a Krishna. Ma la mia sfortuna e’ cosi’ grande che all’improvviso il mio sogno
svani’ senza che io potessi realizzare il mio desiderio.”

In questo esempio il devoto si rattrista per non aver potuto adempiere i suoi doveri.
Vedendo che suo figlio adottivo, Krishna, Si trovava in difficolta’ nell’arena sacrificale di Kamsa,
Nanda Maharaja esclamo’:

“Che disgrazia non aver saputo tenere mio figlio chiuso a chiave in una stanza ! Purtroppo Gli ho
permesso di venire a Mathura, ed eccoLo alle prese col mostruoso elefante Kuvalaya. E’ come se
l’ombra della terra velasse la luna di Krishna.”

Manifestazione d’amore per Krishna

In questo esempio il sentimento di sconforto trae origine da una situazione pericolosa.
Nello Srimad-Bhagavatam (10.14.9) si trovano queste parole di Brahma:
“O Signore guarda la mia impudenza ! Tu sei Dio, la Persona originale, l’Illimitato, l’Anima
Suprema, e il maestro delle piu’ perfette energie illusorie. Guarda solo come sono impudente !
Volevo sostituirmi a Te con la mia potenza personale, cosi’ piccola, ma da cui traggo tanto orgoglio.
Come una semplice scintilla non puo’ nulla davanti a un fuoco ardente, cosi’ la mia potenza illusoria
non ha potuto opporsi alla Tua energia illusoria superiore. Eccomi qui, dunque, il piu’ deriso e
anche il piu’ inutile tra gli esseri.”
Queste parole di Brahma mostrano uno sconforto nato dal senso di colpa in seguito a un’offesa
commessa.

L’umilta’

L’umilta’ nasce da un senso di debolezza prodotto dalla sofferenza, dalla paura o da un’offesa
commessa. Si diventa allora loquaci, pieni di ansieta’, inattivi, il cuore s’immiserisce e la mente
si contamina.

Lo Srimad-Bhagavatam (10.51.57) riporta queste parole del re Mucukunda:
“O Signore, le colpe che ho commesso in passato sono oggi per me la causa di continui dispiaceri. I
miei desideri mi fanno costantemente soffrire, eppure i miei sensi non si stancano mai dei piaceri
materiali. Ma ora, in un modo o nell’altro, la Tua grazia mi accorda sollievo e questo, per aver
preso rifugio ai Tuoi piedi di loto, che sono sempre liberi dallo sconforto, dalla paura e dalla morte.
O sostegno sovrano, maestro sovrano, Anima Suprema, Ti prego, proteggimi perche’ tante
preoccupazioni mi opprimono.”

Questo e’ un sentimento di umilta’ che nasce da una grande sofferenza legata all’esistenza
materiale.

Mentre era minacciata dal brahmastra di Avatthama, Uttara ebbe paura di perdere il bambino
che portava nel grembo –Maharaja Pariksit- e subito si abbandono’ a Krishna:
“Signore, ella disse, non m’importa di essere uccisa dal brahmastra di Asvatthama, ma Ti prego,
salva mio figlio !”

Manifestazione d’amore per Krishna

In questo esempio l’umilta’ e’ suscitata dalla paura.
Lo Srimad-Bhagavatam (10.14.10) riporta queste parole di Brahma:
“O infallibile ! Sono nato sotto l’influenza della passione e mi sono inorgoglito per aver creato
l’universo materiale. Il mio orgoglio, simile alle piu’ dense tenebre, mi ha reso cosi’ cieco che ho
creduto di potermi misurare con Te, la Persona Suprema. E sebbene io sia considerato il creatore
dell’universo, o amato Signore, sono eternamente il Tuo servitore. Percio’, Ti prego, mostraTi
sempre compassionevole verso di me e accordami il Tuo perdono.”

Queste parole di Brahma rivelano un sentimento di umilta’ nato da un’offesa.
L’umilta’ puo’ anche avere origine dalla timidezza. Per esempio, quando Krishna rubo’ i vestiti
delle gopi che si bagnavano in un fiume, esse Lo supplicarono di non commettere una simile
ingiustizia nei loro confronti:
“Caro Krishna, sappiamo che Tu sei il figlio di Nanda Maharaja e che sei il piu’ amato in tutta
Vrindavana. Certamente anche noi Ti vogliamo tanto bene. Perche’ dunque ci maltratti in questo
modo ? Restituiscici i nostri vestiti; non vedi come stiamo tremando dal freddo ?”
Questo sentimento di umilta’ derivava dal fatto che esse si trovavano nude davanti a Krishna.

Il senso di colpa

Il senso di colpa deriva dal sentirsi responsabili di un errore commesso.
Un giorno, Srimati Radharani stava facendo del formaggio fresco per Krishna. Mentre era
intenta nella sua opera, i braccialetti di pietre preziose le giravano intorno ai polsi, e lei
cantava il santo nome di Krishna. Ma all’improvviso le venne questo pensiero:
“Sto cantando il santo nome di Krishna col rischio di farmi sentire dai miei parenti –mia suocera e
mia cognata !”

A questo pensiero Radharani fu presa da una viva inquietudine. In questo esempio la
devozione per Krishna suscita un senso di colpa.
Un altro giorno, Srimati Radharani dal dolce sguardo entro’ nella foresta per cogliere dei fiori e
fare una ghirlanda da offrire a Krishna. Mentre coglieva i fiori fu assalita dalla paura: e se
qualcuno l’avesse vista in quel momento ? Allora fu sopraffatta dalla fatica e dalla debolezza.
Cosi’ si manifesta il senso di colpa che accompagna un’attivita’ compiuta per Krishna.
Il Rasa-sudhakara racconta che dopo aver trascorso la notte con Krishna, Radharani si senti’
cosi’ debole che non pote’ alzarsi dal letto su cui riposava. E quando Krishna le tese la mano
per aiutarla, Radharani si senti’ colpevole di non essere rimasta con Lui tutta la notte.

La stanchezza

Si prova stanchezza dopo aver percorso una strada molto lunga, dopo aver danzato e dopo
aver avuto un rapporto sessuale. Questo senso di stanchezza lascia apparire segni di
stordimento, sudore, inerzia, sbadigli e un respiro molto pesante.
Un giorno, nel cortile della sua casa, Yasoda inseguiva Krishna che l’aveva offesa. Dopo un po’
di tempo Yasoda si senti’ molto stanca, sudava e i suoi capelli si sciolsero. Questo e’ un
esempio di stanchezza provocata da una fatica eccessiva.
Talvolta, nel coro di una cerimonia, i pastorelli, amici di Krishna, e Balarama si univano in una
danza.

Lo Srimad-Bhagavatam (10.33.20) rivela che dopo i loro amori con Krishna, le gopi si
sentivano talvolta molto stanche per aver tanto danzato e scambiato baci e abbracci. Ma
Krishna, con la Sua misericordia incondizionata e la Sua compassione, accarezzava i loro visi
con le Sue mani di loto. In questo esempio la stanchezza ha origine dalla danza rasa.

L’ebbrezza

In colui che prova un orgoglio arrogante dopo essersi ubriacato con bevande alcoliche o con
emozioni sessuali, la voce diventa confusa, gli occhi si gonfiano e macchie rosse appaiono sul
corpo. Il Lalita-madhava racconta che Sri Baladeva, ebbro per aver bevuto troppo miele
liquido, Si rivolse alle formiche con queste parole:
“O re delle formiche ! Perche’ ti nascondi in questi buchi ?”

Poi rivolgendoSi al re dei pianeti celesti, disse:
“E tu, re Indra ! Giocattolo nelle mani di Saci ! Perche’ ridi cosi’ ? Sappi che sono sul punto di
distruggere l’intero universo, e so che Krishna non sarebbe in collera con Me !”
Infine, volgendoSi verso Krishna, disse:
“Caro Krishna, dimMi subito perche’ tutta la terra trema in questo modo, e dimMi anche perche’ la
luna si e’ tanto allungata. E voi tutti, membri della dinastia Yadu, perche’ ridete di Me ? RestituiteMi
il Mio liquore fatto col miele del fiore kadamba !”

Srila Rupa Gosvami prega affinche’ tutti noi possiamo piacere a Sri Balarama mentre parla
come se fosse ubriaco.(1)
Balarama, sentendoSi stanco, Si sdraio’. Generalmente, le persone elevate, quando sentono gli
effetti dell’ubriachezza, si sdraiano; le persone mediocri, invece, ridono e cantano, e gli uomini
di bassi costumi usano un linguaggio volgare e a volte si mettono a piangere. Gli effetti
dell’ubriachezza si manifestano dunque in modi differenti secondo l’eta’ e il carattere. Srila
Rupa Gosvami conclude qui l’argomento, trovando inutile soffermarvisi piu’ a lungo.

Manifestazione d’amore per Krishna

I segni dell’ebbrezza si manifestano anche quando Srimati Radharani volge lo sguardo verso
Krishna: ubriacata da questa visione, ella vaga qua e la’, vacillante, oppure si mette a ridere o
si copre il viso. A volte dice parole senza senso, altre volte si mette a implorare le sue amiche
gopi. Queste ultime, vedendo in Radharani questi sintomi di ebbrezza, dicono tra loro:
“Guardate quanto Radharani si ubriaca alla vista di Krishna !”
Questo e’ un esempio di amore estatico impregnato di ebbrezza.

L’orgoglio

Le manifestazioni dell’orgoglio che accompagnano l’amore estatico possono nascere dal fatto di
possedere immense ricchezze, una grande bellezza fisica, un’abitazione di gran classe, o anche
dal fatto di aver realizzato un ideale caro al proprio cuore. Si definisce orgoglioso anche colui
che rimane indifferente davanti alla mancanza di considerazione verso la propria persona.
Bhilvamangala Thakura disse:
“O Krishna, Tu mi lasci ora, sfuggendo al mio abbraccio. Ma rimarro’ stupito della Tua forza solo
quando saprai fuggire dal piu’ profondo del mio cuore dove io Ti tengo prigioniero.”
Questo esempio illustra un sentimento d’orgoglio nell’amore estatico per Krishna.

Una volta, durante la danza rasa, dopo che Radharani ebbe abbandonato il cerchio della danza
e Krishna stava per andare a cercarla, una gopi Gli rivolse queste parole:
“Caro Krishna, Tu sei certamente molto gentile a servire la forma della nostra cara Srimati
Radharani, e ora Tu lasci tutte le gopi per andare a cercarla. Permettimi di domandarTi come
vorresti che lei si comportasse con Te.”

In questo esempio l’orgoglio e’ generato dal fatto di possedere una bellezza squisita.
Radharani, che talvolta sentiva nascere in se’ l’orgoglio, diceva:
“Nonostante i pastorelli si sforzino di fare per Krishna bellissime ghirlande di fiori, quando io Gli
offro la mia, Egli rimane meravigliato e Si affretta ad accettarla e a stringerla sul cuore.”
Lo Srimad-Bhagavatam (10.2.33) riporta queste parole di Brahma:
“O Madhusudana, i Tuoi puri devoti sentono l’effetto dell’amicizia piena d’estasi che Tu nutri per
loro, percio’ non sono mai vinti da alcun nemico. Sanno che Tu li proteggi sempre, percio’ possono
superare con la piu’ grande facilita’ l’ostacolo che un nemico puo’ opporre.”

Manifestazione d’amore per Krishna

In breve, colui che ha preso completo rifugio sotto i piedi di loto del Signore e’ sempre
orgoglioso di poter vincere ogni volta il nemico.
Un tessitore di Mathura rivolse a Krishna queste parole:
“Caro re di Vrindavana, sono cosi’ orgoglioso di ricevere la Tua misericordia che non attendo
neppure quella che potrebbe conferirmi il Signore di Vaikuntha, questa misericordia tanto ricercata
dai numerosi saggi assorti in profonde meditazioni.”

Infatti, sebbene gli yogi e i grandi saggi meditino su Visnu, che risiede a Vaikuntha, un devoto
di Krishna, a causa del suo orgoglio spirituale, non dara’ molta importanza a questa
meditazione. Questo sentimento deriva dal fatto di aver raggiunto Krishna, il fine supremo
dell’esistenza.

Il dubbio

Mentre Brahma si preparava a partire, conducendo con se’ le mucche, i vitelli e gli amici di
Krishna, improvvisamente comincio’ a dubitare dell’opportunita’ del suo furto e a gettare in
tutte le direzioni il suo sguardo multiplo. Infatti, essendo dotato di quattro teste, Brahma ha
otto occhi. Questo e’ un esempio di amore estatico nel dubbio, quest’ultimo provocato dall’atto
di rubare.

Similmente, per far piacere a Krishna, Akrura s’impadroni’ del syamantaka-mani, un gioiello
che ha il dono di produrre oro all’infinito, ma poi si penti’ del suo gesto. Questo e’ un altro
esempio di amore estatico per Krishna nel dubbio provocato dall’atto di rubare.
Anche Indra, il re dei pianeti celesti, che aveva fatto cadere sulla terra di Vraja una pioggia
torrenziale, fu assalito dal dubbio che gli oscuro’ il viso quando gli fu consigliato di
abbandonarsi ai piedi di loto di Krishna.

La paura

Si dice che una persona prova paura quando ha il cuore turbato da un fulmine che solca il
cielo, da un animale feroce o da un rumore tumultuoso. Questa persona cerca allora rifugio in
cio’ che potrebbe garantirle una qualsiasi forma di sicurezza. Quando si e’ in preda alla paura, i
peli si rizzano e il corpo comincia a tremare. Si possono anche commettere errori e le membra
possono rimanere paralizzate per lo stupore.

Si trovano nel Padyavali le seguenti parole:
“Amico mio, mi riempio di una grande inquietudine al pensiero che Krishna abiti nella regione di
Mathura, ormai resa demoniaca da Kamsa, il re dei demoni.”

Questo e’ un esempio in cui si teme un pericolo per Krishna sotto l’effetto dell’amore estatico.
Quando il demoniaco Vrisasura entro’ in Vrindavana sotto forma di toro minaccioso, le gopi
furono colpite da una forte paura. Profondamente turbate, esse si misero ad abbracciare gli
alberi tamala. Questo fatto denota un sentimento di paura suscitato dalla presenza di un
animale feroce, e in cui la vittima, animata da amore estatico, cerca rifugio nel ricordo di
Krishna. Similmente, quando madre Yasoda sentiva gridare gli sciacalli nella foresta di
Vrindavana, sorvegliava il piccolo Krishna con raddoppiata attenzione. Questo e’ un altro
esempio di paura carica di amore estatico per Krishna e provocata da un urlo stridente. Queste
diverse forme di apprensione differiscono leggermente dalle abituali manifestazioni di paura.
Colui che ha paura continua ad avere la nozione del tempo, ma quando la paura e’ di origine
estatica non c’e’ posto per questa nozione.

L’emozione profonda

L’emozione puo’ essere provocata da qualcosa di molto piacevole o di molto spiacevole. Puo’
essere suscitata anche da un incendio, da un vento impetuoso, da una pioggia torrenziale, da
uno sconvolgimento naturale, dalla vista di un grande elefante o dalla vista di un nemico.
Quando l’emozione e’ provocata dal fatto di vedere una cosa molto piacevole, si parla con un
linguaggio vivo, ornato di parole gentili. Quando invece e’ suscitata dalla vista di una cosa
molto spiacevole da’ origine ai lamenti. Per esempio, durante un incendio l’emozione ci spinge
a sottrarci alla minaccia delle fiamme. Sotto la sua influenza il corpo e’ scosso da tremiti, gli
occhi si chiudono per il terrore o si riempiono di lacrime. Colui che e’ assalito dall’emozione a
causa di un vento impetuoso affretta il passo e si stropiccia gli occhi. Sotto la pioggia,
l’emozione fa prendere un ombrello e fa contrarre le membra. L’emozione causata da uno
sconvolgimento improvviso fa impallidire il viso, fa tremare il corpo e fa rimanere attoniti. Colui
che alla vista di un elefante e’ preso da emozione, trasalisce, mostra diversi segni di paura e a
volte continua a gettare dietro di se’ sguardi di apprensione. Agitata dalla presenza di un
nemico, una persona si mette alla ricerca di un’arma micidiale o tenta di fuggire.

Quando Krishna tornava dalla foresta di Vrindavana, madre Yasoda provava un’emozione cosi’
forte nel vedere suo figlio che il latte le gocciolava dal seno. In questo esempio l’emozione e’
suscitata dalla presenza di una persona cara.

Nello Srimad-Bhagavatam (10.23.18) Sukadeva Gosvami rivolge a Maharaja Pariksit queste
parole:
“Amato re, le mogli dei brahmana erano molto attratte a glorificare Krishna e avevano sempre
sperato ardentemente che si presentasse loro l’occasione di vederLo. Cosi’, quando seppero che
Krishna non era lontano, ansiose di incontrarLo, lasciarono immediatamente la loro casa.”
Questo esempio illustra un’emozione provocata dalla presenza di una persona amata.
Quando Putana, la strega demoniaca, si accascio’ al suolo dopo essere stata uccisa da Krishna,
madre Yasoda rimase attonita e con voce rotta dall’emozione disse: “Oh, ma che succede ?”
Quando vide Krishna, l’oggetto del suo amore, che giocava sul petto senza vita della strega,
madre Yasoda, comportandosi in modo incoerente sotto l’effetto dell’emozione, si mise a
vagare qua e la’. In questo esempio l’emozione e’ suscitata da una scena orribile.

Quando Krishna sradico’ i due alberi arjuna, e Yasoda senti’ il fragore della loro caduta,
l’emozione s’impadroni’ di lei e la immerse in una tale confusione che ella rimase con lo
sguardo fisso verso l’alto, incapace di qualsiasi movimento. Questo fatto sottolinea l’emozione
provocata da un rumore tumultuoso.

Manifestazione d’amore per Krishna

Quando scoppio’ un incendio nella foresta di Vrindavana, i pastori si riunirono e
disperatamente pregarono Krishna di proteggerli. Questa e’ l’emozione causata da un incendio.
Trinavarta, il mostro dalla forma di tornado, un giorno rapi’ Krishna e Lo fece volteggiare
nell’aria insieme con alcuni grossi alberi. Non trovando piu’ suo figlio, madre Yasoda fu cosi’
turbata che si mise a vagare qua e la’. Questa emozione e’ suscitata da un vento impetuoso.
Nello Srimad-Bhagavatam (10.25.11) c’e l’episodio di Indra che fece abbattere su Vrindavana
una pioggia torrenziale: il vento e il freddo opprimevano talmente i pastori e le mucche che
tutti andarono a rifugiarsi ai piedi di loto di Krishna. Questa e’ l’emozione provocata da una
pioggia torrenziale.

Quando Krishna abitava nella foresta di Vrindavana ci furono anche fortissime grandinate.
Allora le persone di una certa eta’ Lo esortavano cosi’:
“Krishna non muoverTi assolutamente ! Guarda ! Anche gli uomini che Ti sono superiori in forza e
in eta’ sono incapaci di affrontare questa tempesta, e Tu non sei che un piccolo ragazzo. Suvvia,
resta dove sei !”

In questo esempio l’emozione e’ suscitata da una forte grandinata.
Mentre Krishna castigava Kaliya nelle acque avvelenate della Yamuna, madre Yasoda, presa
dall’emozione, disse:
“Guardate, sembra che la terra tremi ! Si direbbe un terremoto, e ci sono lacrime che solcano il
cielo ! Il mio amato figlio e’ entrato nelle acque avvelenate della Yamuna. Che cosa mi resta da
fare adesso ?”

Qui l’emozione e’ provocata da uno sconvolgimento maturale.
Nell’arena di Kamsa, quando Krishna fu attaccato da grandi elefanti, tutte le signore presenti
gli fecero questo discorso:
“Caro ragazzo, per favore, lascia immediatamente questo luogo ! Si, Ti supplichiamo, parti subito !
Non vedi questi mostruosi pachidermi che Ti stanno piombando addosso ? Il modo innocente con
cui li guardi ci sommerge di emozioni troppo violente !”

Allora Krishna, volgendoSi verso madre Yasoda, disse:
“Mia cara madre, non ti allarmare alla vista di questi elefanti e di questi cavalli che corrono verso di
Me sollevando nuvole di polvere, che accecano queste signore dagli occhi di loto. Che venga pure
anche il mostro Kesi; le Mie braccia saranno sempre adatte a riportare la vittoria. Percio’, ti prego,
non essere inquieta.”

Manifestazione d’amore per Krishna

Nel Lalita-madhava un’amica si rivolge cosi’ a madre Yasosa:
“Non e’ sbalorditivo che quando il demone Sankhacuda, potente e grande come una montagna, si
avvento’ sul tuo bambino, la cui bellezza fa ricordare quella di Cupido, nessuno in tutta Vrindavana
potesse venirGli in aiuto ? Cio’ nonostante, il bambino riusci’ da solo a uccidere quel mostro.
Sembra dunque che tuo figlio sia potuto scampare a quel pericolo grazie alle austerita’ che tu hai
compiuto nelle tue vite passate.”

La stessa opera racconta anche il rapimento di Rukmini da parte di Krishna durante la
celebrazione regale del suo matrimonio. Tutti i principi presenti la’ dissero tra loro:
“Noi disponiamo di elefanti, cavalli, carri, archi, frecce e sciabole, che cosa abbiamo da temere da
Krishna ? AttacchiamoLo, questo semplice pastore assetato d’amore ! Egli non ha alcun diritto di
rapire cosi’ una principessa. InseguamoLo !”

In questo esempio l’emozione e’ suscitata dalla presenza di nemici.
Con questi numerosi esempi, Srila Rupa Gosvami cerca di dimostrare che non tutto cio’ che
riguarda Krishna e le relazioni che si possono stabilire con Lui non ci puo’ essere questione di
impersonalismo. Infatti, gli avvenimenti menzionati sopra sono tutti legati a Krishna in modo
molto personale.

La pazzia

Nell’opera di Srila Bhilvamangala Thakura si trova la seguente preghiera:
“Possa Srimati Radharani purificare l’intero universo con la forza del suo perfetto abbandono a
Krishna. Piena di amore estatico per Lui, ella agiva talvolta come farebbe una persona confusa, e
un giorno voleva fare il burro in un recipiente senza latte. Vedendo questo gesto di radharani,
Krishna fu cosi’ affascinato da lei che comincio’ a mungere un toro scambiandolo per una mucca.”
Questi sono alcuni esempi di pazzia collegata agli scambi amorosi tra Radha e Krishna. Lo
Srimad-Bhagavatam c’informa che quando Krishna entro’ nelle acque avvelenate della
Yamuna, Srimati Yasoda-devi fu sconvolta da una pazzia simile. Invece di raccogliere le erbe
medicinali, si mise a fare dei discorsi agli alberi, come se fossero incantatori di serpenti. Si
prosterno’ a mani giunte davanti a loro ed espresse la seguente richiesta:
“Qual’e’ la pianta medicinale che puo’ impedire che Krishna muoia per quest’acqua avvelenata ?”
Questo esempio esprime la pazzia generata da un grande pericolo.

Lo Srimad-Bhagavatam (10.30.4), quando descrive le gopi che cercano Krishna nella foresta di
Vrindavana, dimostra che l’amore estatico ha il potere d’immergere il devoto in uno stato di
pazzia. Le gopi cantavano a voce alta le glorie di Krishna e vagavano da una foresta all’altra in
cerca di Lui. Sapevano che Egli e’ onnipresente e non Si trova solo in un luogo. Egli e’ presente
nello spazio, nell’acqua e nell’aria; e’ L’anima Suprema nel cuore di ogni essere. Cosi’, le gopi
chiedevano notizie di questa Persona Suprema a tutte le varieta’ di alberi e piante.
L’amore estatico puo’ provocare anche sintomi di malattia. I saggi eruditi danno a questa
condizione il nome di mahabhava. Questa condizione molto elevata prende anche il nome di
divyonmada, o pazzia trascendentale.

L’amnesia

Quando Krishna lascio’ Vrindavana per andare ad abitare a Mathura, Srimati Radharani Gli fece
giungere un messaggio informandoLo che Sua madre, la regina di Vraja, si sentiva cosi’ sola in
Sua assenza che dalla sua bocca usciva una schiuma simile a quella dell’oceano, che talvolta
alzava le braccia come si alzano le onde del mare, e che straziata dai profondi sentimenti di
separazione, si rotolava per terra provocando un rumore assordante. Altre volte ella restava
ferma, senza dire parola, muta come un mare calmo. Questi sintomi provocati dalla
separazione da Krishna sono detti apasmara, cioe’ colui che li manifesta, spinto da amore
estatico, dimentica la sua condizione esteriore.

Un giorno giunse a Krishna una altro messaggio che Lo informava che dopo che Egli aveva
ucciso Kamsa, uno dei compagni demoniaci di Kamsa era diventato pazzo. Il demone aveva la
schiuma alla bocca, agitava le braccia e si rotolava per terra. Queste manifestazioni
demoniache nascono dal contatto con Krishna attraverso un sentimento di orrore. Questo rasa,
o gusto particolare, rappresenta una delle relazioni indirette che possono unire l’essere a
Krishna. Si definiscono dirette le cinque relazioni principali, e indirette le altre sette. (2) In un
modo o nell’altro, il demone doveva avere avuto qualche legame col Signore poiche’ egli ne
manifesto’ i sintomi quando seppe che Krishna aveva ucciso Kamsa. Srila Rupa Gosvami ci fa
osservare che questo tipo di manifestazione comporta anch’esso una certa superiorita’
trascendentale.

La malattia

Dopo che Krishna ebbe lasciato Vrindavana e Si fu stabilito a Mathura, alcuni Suoi amici Lo
informarono con queste parole:
“Caro Krishna, separati da Te, gli abitanti di Vraja conoscono un dolore tale che sembra siano
stati colpiti da una malattia. Sono indeboliti dalla febbre e si muovono con difficolta’. In breve,
giacciono per terra e respirano a fatica.”

Lo Srimad-Bhagavatam (10.12.44) riporta che quando Maharaja Pariksit chiese a Sukadeva
Gosvami di parlargli di Sri Ananta, il saggio comincio’ a manifestare alcuni sintomi di
abbandono estatico. Tuttavia si trattenne e rispose con voce dolce al re Pariksit. Questo
cedimento e’ definito come uno stato febbrile nato da una felicita’ trascendentale
estremamente intensa.

Nello Srimad-Bhagavatam si trova anche descritto l’incontro delle ragazze di Vraja e di Krishna
nel luogo santo di Kuruksetra, quando gia’ molti anni erano trascorsi dai loro divertimenti
d’infanzia. Essi si ritrovarono in quel luogo di pellegrinaggio in occasione di un’eclisse di sole, e
le gopi rimasero stordite dall’emozione. Smisero di respirare e di battere le palpebre e stettero
davanti a Krishna immobili come statue. Questo e’ un altro esempio in cui lo stato morboso
proviene da un’intensa gioia trascendentale.

NOTE

  1. Baladeva o Balarama, fratello maggiore di Krishna, e’ un’emanazione di Dio, una
    manifestazione divina della Sua Persona, come afferma lo Srimad-Bhagavatam.
  2. 1) sringara, sentimento amoroso; 2) vatsalya, affetto parentale; 3) sakhya, amicizia,
    affetto fraterno; 4) dasya, servizio; 5) santa, neutralita’; 6) raudra, collera; 7) adbhuta,
    meraviglia; 8) hasya, umorismo; 9) vira, coraggio; 10) daya, compassione; 11)
    bhayanaka, paura, orrore; 12) bibhatsa, sconvolgimento.

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