Bhagavad Gita Capitolo 2 Verso 1
Sintesi del contenuto della Bhagavad Gita così com’è

Bhagavad Gita Capitolo 2 Verso 1 in sanscrito
sanjaya uvaca
tam tatha kripayavistam
asru-purnakuleksanam
visidantam idam vakyam
uvaca madhusudanah
Bhagavad Gita Capitolo 2 Verso 1 Mantra audio in sanscrito
sanjayah uvaca: Sanjaya disse; tam: ad Arjuna; tatha: così; kripaya: dalla compassione; avisam: sopraffatto; asru-purna-akula: pieno di lacrime; iksanam: occhi; visidantam: lamentando; idam: queste; vakyam: parole; uvaca: disse; madhu-sudanah: l’uccisore di Madhu.
TRADUZIONE
Sanjaya disse:
Vedendo Arjuna pieno di compassione e molto triste, con le lacrime agli occhi, Madhusudana Krishna Si rivolge a lui.
Lezione Sulla Bhagavad Gita Capitolo 2 Verso 1
Tenuta da SG Tridandi DAS a Terni
Lezioni di Srila Prabhupada in italiano sulla Bhagavad Gita Capitolo 2 Verso 1
Lezione di SDG Srila Prabhupada sulla Bhagavad Gita cosi com’è
Tradotta da SG Tridandi Das. direttamente dal libro in inglese.
N.B. La spiegazione sottostante trascritta è differente dalla lezione Di Srila Prabhupada. Per una migliore comprensione, prima deve essere letta la spiegazione e dopo si ascolta la lezione.
Lezione di Srila Prabhupada sulla Bhagavad Gita in italiano tenuta a Ahmedabad il 06/12/1972
Lezione di Srila Prabhupada sulla Bhagavad Gita in italiano tenuta a Ahmedabad il 07/12/1972
Lezione di Srila Prabhupada sulla Bhagavad Gita in italiano tenuta a Londra il 07/12/1972 – Parte 2
Lezione di Srila Prabhupada sulla Bhagavad Gita Capitolo 2 Versi da 1 a 5 in italiano tenuta in Germania il 16/06/1974
Lezione di Srila Prabhupada sulla Bhagavad Gita Capitolo 2 Versi da 1 a 10 in italiano tenuta a Los Angeles il 25/11/1968
Lezione di Srila Prabhupada sulla Bhagavad Gita Capitolo 2 Versi da 1 a 10 in italiano tenuta a Los Angeles il 25/11/1968 – Parte 2
Lezione di Srila Prabhupada sulla Bhagavad Gita Capitolo 2 Versi da 1 a 10 in italiano tenuta a Los Angeles il 25/11/1968 – Parte 3
Lezione di Srila Prabhupada sulla Bhagavad Gita Capitolo 2 Versi da 1 a 10 in italiano tenuta a Los Angeles il 25/11/1968 – Parte 4
Lezione di Srila Prabhupada sulla Bhagavad Gita Capitolo 2 Versi da 1 a 11 in italiano tenuta a Johannesburg 17/10/1975
Lezione di Srila Prabhupada sulla Bhagavad Gita Capitolo 2 Versi da 1 a 11 in italiano tenuta a Johannesburg 17/10/1975 – Parte 2
Lezione di Srila Prabhupada sulla Bhagavad Gita Capitolo 2 Versi da 1 a 12 in italiano tenuta a Detroit 15/06/1976
Lezione di Srila Prabhupada sulla Bhagavad Gita Capitolo 2 Versi da 1 a 12 in italiano tenuta a Detroit 15/06/1976 – Parte 2
Lezione di Srila Prabhupada sulla Bhagavad Gita Capitolo 2 Versi da 1 a 12 in italiano tenuta a Detroit 15/06/1976 – Parte 3
SPIEGAZIONE
La compassione per il corpo, i lamenti e le lacrime sono segni che rivelano l’ignoranza del nostro vero sé. Solo per l’anima eterna ha compassione colui che è cosciente del suo vero sé. Il nome Madhusudana è significativo in questo verso. Ci ricorda che Sri Krishna ha ucciso il demone Madhu, e ora Arjuna vuole che Krishna uccida il demone del dubbio, da cui fu assalito al momento di compiere il suo dovere.
Nessuno sa a chi mostrare la propria pietà. Piangere sui vestiti di un uomo che sta annegando non ha significato. Sarebbe assurdo, per salvare un uomo che affoga, preoccuparsi del suo cappotto.
Non si può quindi salvare un uomo che affoga nell’oceano dell’ignoranza se si cerca soltanto di soddisfare le richieste del suo corpo fisico, che è solo un vestito. Ignorare l’esistenza dell’anima e impietosirsi per il corpo è proprio del sudra, colui che si lamenta senza ragione. Arjuna era uno ksatriya, e nessuno si sarebbe aspettato da lui un simile comportamento.
Ma Sri Krishna può dissipare facilmente l’illusione dell’uomo ignorante ed è a questo fine che Egli ha esposto la filosofia della Bhagavad gita. In questo capitolo Krishna, maestro supremo della conoscenza, ci conduce verso la realizzazione del sé eterno con lo studio analitico del corpo materiale e dell’anima spirituale. Tale realizzazione può essere raggiunta solo da colui che agisce senza attaccamento ai frutti dell’azione e non perde mai di vista la propria identità spirituale.