Sri Isopanisad mantra 9
Lezioni di Srila Prabhupada sulla Sri isopanisad

Sri Isopanisad mantra 9
andham tamah pravisanti
ye ‘vidyam upasate
tato bhuya iva te tamo
ya u vidyayam ratah
Sri Isopanisad Mantra 9 Audio in sanscrito
andham: ignoranza grossolana; tamah: tenebre; pravisanti: entrano; ye: coloro che; avidyam: nescienza; upasate: coltivano; tatah: di quello; bhuyah: ancora di piu’; iva: come; te: essi; tamah: tenebre; ye: coloro che; u: anche; vidyayam: a coltivare la conoscenza; ratah: impegnati.
TRADUZIONE
Coloro che coltivano le attivita’ della nescienza sprofonderanno nelle piu’ oscure tenebre dell’ignoranza, ma ancora peggiore sara’ il destino di coloro che sono impegnati a coltivare la falsa conoscenza.
Lezioni di SDG Srila Prabhupada sul Mantra 9 della Sri Ispoanisad in Italiano
Tradotta da SG Tridandi Das direttamente dal libro in inglese.
N.B. La spiegazione sottostante trascritta è differente dalla lezione Di SDG Srila Prabhupada. Per una migliore comprensione, prima deve essere letta la spiegazione e dopo si ascolta la lezione.
Sri Isopanisad mantra 9 – Lezioni di Srila Prabhupada sulla Sri isopanisad – Tenuta a Los Angeles il 13/05/1970
Sri Isopanisad mantra 9 – Lezioni di Srila Prabhupada sulla Sri isopanisad – Tenuta a Los Angeles il 14/05/1970
SPIEGAZIONE
Questo Mantra offre uno studio comparativo della vidya e dell’avidya. L’avidya, l’ignoranza, è indubbiamente pericolosa, ma la vidya, ossia la conoscenza, lo è ancora di più quando è male interpretata e deviata. Questo Mantra è applicabile alla nostra società più che in qualsiasi altro periodo del passato.
La società moderna ha fatto grandi progressi nel campo dell’educazione di massa, ma ha reso sempre più infelici le persone mettendo in rilievo il progresso materiale a discapito dell’aspetto più importante dell’esistenza, la spiritualita’.
Il primo Mantra della Sri Isopanisad ha spiegato molto chiaramente che la vidya (la conoscenza pura) consiste nel sapere che il Signore Supremo è il proprietario di tutto ciò che esiste, e che l’avidya (l’ignoranza) consiste nel dimenticare questa verità.
Quanto più dimentichiamo questa verità, tanto più sprofondiamo nelle tenebre. Sulla base di queste indicazioni possiamo affermare che una società senza Dio, volta verso un preteso sviluppo della conoscenza, è più temibile di una società dove la massa è meno “istruita”.
Tra le differenti categorie di uomini-karmi, jnani e yogi– i karmi sono coloro che ricercano i piaceri terreni. Nella società attuale il 99,9 per cento delle persone sono impegnate in queste attivita’ gratificatorie all’insegna dell’industrializzazione, dello sviluppo economico, dell’altruismo, dell’attivismo politico, ecc. Tutte queste attivita’ sono più o meno basate sulla soddisfazione dei sensi fino ad escludere il genere di coscienza di Dio descritto nel primo Mantra di quest’opera.
I jnani e gli yogi ricercano la Verità Assoluta, gli uni attraverso la speculazione filosofica, gli altri praticando lo yoga in una delle sue molteplici forme. Nel linguaggio della Bhagavad gita (7.15) le persone impegnate nella gratificazione grossolana dei sensi sono definite mudha o asini. L’asino è il simbolo della stupidità.
Secondo la Sri Isopanisad, una società che è unicamente alla ricerca del piacere onora l’avidya l’ignoranza, e coloro che favoriscono lo sviluppo di questo genere di cultura in nome di un preteso avanzamento nel campo dell’educazione provocano un danno ancora più grande di coloro che godono del piacere dei sensi a livello grossolano.
L’apprendimento raggiunto da una popolazione atea è tanto pericoloso quanto un gioiello sulla testa di un cobra. Un cobra ornato di una pietra preziosa è più pericoloso di un altro cobra.
Nell’Haribhakti- sudhodaya (3.11.12) il progresso del livello di conoscenza ottenuto dalle persone che ignorano Dio e’ paragonato agli ornamenti che abbelliscono un cadavere. In India e in altri paesi esiste l’abitudine di decorare i cadaveri per portarli in processione in mezzo alla famiglia in lacrime.
Similmente, la civiltà moderna è un mosaico di attivita’ destinate a coprire le eterne miserie dell’esistenza materiale. Tutte queste attivita’ tendono alla gratificazione dei sensi, ma al di sopra dei sensi c’è la mente, al di sopra della mente c’è l’intelligenza, e al di sopra dell’intelligenza c’è l’anima.
Lo scopo dell’educazione dovrebbe essere quello di realizzare il sé, cioè di realizzare i valori spirituali dell’anima. Ogni insegnamento che non conduce a questa realizzazione dev’essere considerato avidya, ossia ignoranza. Coltivare tale nescienza equivale a scendere nelle regioni più oscure dell’ignoranza.
Secondo la Bhagavad-gita (2.42 e 7.15) i falsi educatori mondani sono i veda-vada-rata e i mayayapahrta-jnana. Essi potrebbero essere anche atei demoniaci, i più bassi tra gli uomini. I veda-vada-rata si atteggiano a persone molto esperte nel campo della letteratura vedica, ma sfortunatamente sono completamente deviati rispetto alla finalità dei veda.
Nella Bhagavad-gita (15.15) è affermato che il fine dei Veda e’ quello di conoscere Dio, la Personalita’ Suprema, ma i veda-vada-rata non sono affatto interessati a conoscere Dio. Al contrario sono affascinati dai risultati dell’attività interessata, grazie ai quali è possibile raggiungere i pianeti celesti. Come si afferma nel Mantra 1, dovremmo sapere che Dio, la Persona Suprema, è il proprietario di tutto e noi dovremmo essere soddisfatti di ricevere ciò che ci viene assegnato per le necessità della vita.
La finalità di tutti i Veda è risvegliare questa conoscenza di Dio nell’essere vivente dimentico, e questa stessa finalità è presentata in vari modi nelle diverse Scritture del mondo per la comprensione degli sciocchi esseri umani. Si può concludere quindi che il fine supremo di tutte le religioni e’ quello di riportarci a Dio, nella nostra dimora originale.
I veda-vada-rata però, invece di realizzare il fine dei Veda, che consiste nel risvegliare la perduta relazione dell’anima con Dio, la Persona Suprema, danno per scontato che sentieri secondari, come il raggiungimento dei pianeti celesti per la gratificazione dei sensi, siano il fine supremo dei Veda, senza rendersi conto che questo desiderio smodato di godere dei sensi è la causa prima della prigionia materiale.
Queste persone sviano gli altri con un’errata interpretazione della letteratura vedica. Talvolta essi condannano anche i Purana che sono autentiche spiegazioni vediche per l’uomo comune. I veda-vada-rata danno le loro spiegazioni, trascurando l’autorità dei grandi maestri. Essi tendono anche ad innalzare persone senza scrupoli e a presentarle come esponenti-guida nel campo della conoscenza vedica.
Questi veda-vada-rata sono particolarmente condannati in questo Mantra con le parole sanscrite appropriate vidya-yamratah. Vidyayam si riferisce allo studio dei Veda perché i Veda costituiscono l’origine di ogni conoscenza (vidya) e ratah significa “coloro che s’impegnano”. Vidyayam ratah significa quindi “coloro che sono impegnati nello studio dei Veda”.
I cosiddetti studiosi dei Veda sono condannati qui perché ignorano la reale finalità dei Veda a causa della loro disubbidienza agli acarya. Tali veda-vada-rata vanno a scovare significati in ogni parola dei Veda allo scopo di perseguire le loro personali finalità. Non sanno che la letteratura vedica è una raccolta di libri straordinari che possono essere compresi soltanto attraverso l’eterna successione dei maestri.
Si deve accettare un maestro spirituale autentico per comprendere il messaggio trascendentale dei Veda. Questi veda-vada-rata, invece, hanno i loro propri acarya che non appartengono a una catena trascendentale di maestri. Interpretando erroneamente la letteratura vedica essi marciano verso la regione più oscura dell’ignoranza e cadono in una ignoranza ancora più profonda di coloro che non hanno alcuna conoscenza dei Veda.
I mayayapahrta-jnana sono coloro che si autoproclamano “Dio”. Tali uomini credono di essere Dio e pensano quindi che non vi sia necessità di adorare un altro Dio. Saranno d’accordo nell’adorare un uomo ordinario, se per caso si tratta di una persona ricca, ma non adoreranno mai Dio, la Persona Suprema.
Tali persone non riescono a riconoscere la loro stoltezza né si soffermano a considerare come sia possibile che Dio Si lasci intrappolare da maya, la Sua energia esterna. Se Dio fosse intrappolato da maya, maya sarebbe molto più potente di Dio.
Essi dicono che Dio è il più potente, ma non pensano che se Dio e’ onnipotente non c’e alcuna possibilita’ che sia sopraffatto da maya. Gli uomini che si autoproclamano Dio non possono rispondere a queste domande in modo chiaro: restano comunque soddisfatti nel credere di essere diventati essi stessi Dio.