Altre qualità di Krishna
Nettare Della Devozione Capitolo 22

Altre qualità di Krishna
Il Suo eroismo
E’ detto eroico colui che mostra un vivo entusiasmo nel combattimento ed e’ esperto nell’arte
di adoperare diversi tipi di armi.
A proposito dell’eroismo di Krishna nel combattimento, le Scritture affermano:
“O vincitore del nemico, come un elefante che si bagna in un lago distrugge tutti i fiori agitando la
proboscide, cosi’ Tu annienti innumerevoli nemici solo col movimento delle Tue braccia.”
Quanto all’abilita’ di Krishna nel maneggiare le armi, possiamo dire che quando Jarasandha,
accompagnato da tredici divisioni armate, prese d’assalto le truppe del Signore, fu incapace di
colpire anche uno solo dei soldati del Signore, e questo grazie all’ottima preparazione militare
di Krishna. Un fatto simile e’ certamente unico nella storia.
La Sua compassione
E’ definito compassionevole colui che non puo’ tollerare che qualcuno soffra.
Krishna mostro’ una simile compassione quando libero’ tutti i re che erano stati imprigionati da
Magadhendra. Steso sul suo letto di morte, l’anziano Bhisma rivolse a Krishna alcune preghiere
in cui Lo paragono’ al sole che dissipa le tenebre. Infatti, i prigionieri di Magadhendra erano
stati rinchiusi dentro buie prigioni; ma appena Krishna apparve, simile al sole che sorge, le
tenebre si dissiparono immediatamente. Cosi’, sebbene Magadhendra avesse potuto tenere
prigionieri tanti re, Krishna, soltanto con la Sua presenza, li libero’ tutti. Questo gesto di
Krishna, mostra la Sua profonda compassione per gli infelici.
Krishna mostro’ la Sua compassione anche all’anziano Bhisma, mentre questi giaceva su un
letto di frecce che gli trapassavano il corpo. Cosi’ disteso, Bhisma desiderava ardentemente
vedere il Signore, e Krishna apparve davanti a lui. Vedendo Bhisma in una condizione cosi’
pietosa, Krishna si rivolse a lui con le lacrime agli occhi; e non solo pianse, ma dimentico’ Se’
Stesso tanta era la compassione che provava per l’anziano Bhisma. Percio’, invece di offrire i
suoi omaggi direttamente a Krishna, il devoto li offre prima di tutto alla Sua natura
compassionevole. In realta’, poiche’ Krishna e’ il Signore Supremo, e’ molto difficile
avvicinarLo. Ma il devoto trae sempre beneficio dalla Sua natura compassionevole,
rappresentata da Radharani, rivolgendosi a lei per ottenere La misericordia del Signore.
Il Suo rispetto
E’ definito rispettoso colui che sa dimostrare il dovuto riguardo a un maestro spirituale, a un
brahmana e a una persona anziana.
Quando elevati personaggi si riunivano intorno a Krishna, Egli offriva prima i Suoi rispettosi
omaggi al Suo maestro spirituale, poi a Suo padre e infine a Balarama, Suo fratello maggiore.
Cosi’ Krishna, dagli occhi simili ai fiori di loto, godeva di una felicita’ perfetta e manteneva un
cuore puro in tutti i Suoi rapporti con gli altri.
La Sua cortesia
E’ definito cortese colui che non e’ mai insolente e non ha una natura orgogliosa.
Krishna manifesto’ questa qualita’ al Suo arrivo nell’arena del sacrificio rajasuya organizzata da
Maharaja Yudhisthira, Suo cugino maggiore. Quest’ultimo sapeva che Krishna e’ la Persona
Suprema, percio’ si accinse a scendere dal carro per riceverLo. Ma non fece in tempo a
muoversi che Krishna era gia’ sceso dal Suo carro per prosternarSi ai piedi del re. Sebbene Egli
sia Dio, la Persona Suprema, Krishna non dimentica mai di uniformarSi all’etichetta sociale in
tutti i Suoi rapporti con gli altri.
La Sua liberalita’
E’ definito liberale colui che ha una natura molto dolce.
Le parole che Uddhava pronuncio’ dopo che fu rubato il gioiello syamantaka dimostrano che
Krishna ha una natura cosi’ dolce e benevola che anche quando qualcuno dei Suoi servitori e’
accusato di gravi offese, Egli non ne tiene conto. Considera soltanto il servizio che il Suo
devoto Gli offre.
La Sua riservatezza
E’ definito riservato colui che talvolta lascia trapelare una certa umilta’ e timidezza.
Il Lalita-madhava spiega come Krishna manifesto’ questa qualita’ quando sollevo’ la collina
Govardhana col mignolo della mano sinistra. Tutte le gopi contemplano la Sua fantastica
impresa, e Lui le guarda sorridendo. Ma quando il Suo sguardo si posa sul loro seno, la Sua
mano si mette a tremare leggermente, il che non manca di seminare il panico tra i pastori che
si sono rifugiati sotto la collina. Poi riecheggia un boato tumultuoso e tutti pregano Krishna di
salvarli. In quel momento Balarama sorride nel vedere i pastori cosi’ spaventati per il tremolio
della collina Govardhana. Ma vedendoLo sorridere, Krishna crede che Balarama abbia
indovinato il Suo pensiero quando posava lo sguardo sul seno delle gopi, e subito Si sente
pieno d’imbarazzo.
La protezione che accorda alle anime sottomesse
Krishna protegge tutte le anime che si sottomettono a Lui. Uno dei Suoi nemici si sentiva
incoraggiato al pensiero che non aveva nulla da temere da Krishna perche’ sarebbe stato
sufficiente abbandonarsi a Lui per avere ogni protezione dal Signore. Talvolta Krishna e’
paragonato alla luna, che non esita a diffondere i suoi dolci raggi anche sulla dimora dei
candala e di altri intoccabili.
La Sua felicita’
E’ felice colui che vive costantemente nella gioia e non e’ mai turbato da alcun dolore.
A proposito della felicita’ di Krishna, e’ detto che i gioielli che ornano il Suo corpo e quello delle
Sue regine superano i sogni di Kuvera, il tesoriere degli esseri celesti. Quanto alle danze che si
svolgono ininterrottamente davanti alle porte dei Suoi palazzi, esse vanno al di la’
dell’immaginazione degli esseri celesti. Nel suo regno paradisiaco, Indra contempla sempre la
grazia delle danze delle cortigiane, ma neppure lui puo’ immaginare la grazia delle danze
eseguite alle porte dei palazzi di Krishna. Infine, la sposa di Siva si chiama Gauri, nome che sta
a indicare il candore della sua carnagione. Ma le donne meravigliose che abitano nei palazzi di
Krishna sono talmente piu’ bianche di lei che la loro carnagione puo’ essere paragonata allo
splendore della luna, e Krishna poteva ammirarle continuamente. In breve, nessuno puo’
essere piu’ felice di Krishna. Generalmente un uomo e’ considerato felice se ha belle donne,
ornamenti e ricchezze. Tutte queste opulenze sono presenti nei favolosi palazzi di Krishna, e
superano in splendore l’immaginazione stessa di Kuvera, di Indra e di Siva.
Inoltre Krishna non e’ soggetto ad alcuna sofferenza, per quanto piccola sia. Un giorno alcune
gopi si recarono nel luogo dove i brahmana compivano i loro sacrifici, e dissero:
“Care mogli di brahmana, sappiate che neanche la minima traccia di sofferenza puo’ colpire
Krishna; Egli non conosce ne’ la perdita, ne’ il disonore, ne’ la paura, ne’ l’angoscia, ne’ la sfortuna.
E’ attorniato solo dalle danzatrici di Vraja e gode della loro compagnia nel cuore della danza rasa.”
La Sua benevolenza verso i devoti
Cosi’ grande e’ la benevolenza di Visnu per i Suoi devoti che si dice che Visnu stesso Si da’ a
colui che Gli offre con devozione anche solo un po’ d’acqua o una foglia di tulasi.
Mentre combatteva contro Bhisma, Krishna mostro’ quanto Egli sia incline verso il Suo devoto.
L’anziano generale, morente su un letto di frecce, ricorda, in presenza del Signore, quanta
benevolenza Krishna gli ha mostrato sul campo di battaglia. Infatti, prima della battaglia di
Kuruksetra Krishna aveva dato la Sua parola che non avrebbe toccato nessun arma, ne’ a
favore di un campo ne’ a favore dell’altro, ma che sarebbe rimasto neutrale. Cosi’, sebbene
Egli fosse il conduttore del carro di Arjuna, non doveva impugnare nessun’arma, neppure per
venirgli in aiuto. Ma un giorno, per indurre Krishna a rompere la Sua promessa, Bhisma
manifesto’ contro Arjuna uno spirito combattivo cosi’ eccezionale che Krishna dovette scendere
dal carro, afferrare la ruota di un carro spezzato e correre verso l’anziano Bhisma come un
leone si avventa su un elefante per ucciderlo. Bhisma ricorda la scena e loda Krishna per la
Sua gloriosa predilezione nei confronti di Arjuna, il Suo devoto, anche a rischio di mancare alla
Sua parola.
Conquistato dall’amore dei Suoi devoti
Krishna Si sente grato verso il Suo devoto per il sentimento d’amore che questi Gli manifesta,
e non in particolar modo per il servizio che Gli e’ offerto. Infatti, nessuno puo’ veramente
servire Krishna in modo completo, perche’ Egli e’ cosi’ perfetto e sufficiente in Se’ stesso che
non ha alcun bisogno di essere servito dal Suo devoto. E’ piuttosto l’atteggiamento affettuoso
e amorevole del devoto che Lo fa sentire riconoscente. La visita di Sudama Vipra al palazzo di
Krishna e’ un bellissimo esempio di questo sentimento di riconoscenza che il Signore prova nei
confronti del Suo devoto. Sudama, che era stato in passato un compagno di scuola di Krishna,
a causa della sua poverta’ fu indotto da sua moglie ad andare da Krishna per chiederGli aiuto.
Quando Sudama giunse al palazzo di Krishna, il Signore lo ricevette molto cortesemente.
Assistito dalla Sua regina, gli lavo’ i piedi, mostrandogli cosi’ il rispetto dovuto ai brahmana.
Poi, ricordando l’affetto che avevano avuto l’Uno per l’altro durante l’infanzia, Krishna si
commosse.
Sukadeva Gosvami, rivolgendosi a Maharaja Pariksit, ci da’ un altro esempio del sentimento di
riconoscenza che lega Krishna al Suo devoto:
“O re, quando Krishna vide il sudore che bagnava la fronte di Yasoda, Sua madre, che si sentiva
esausta per i tentativi di legarLo con una corda, Egli Si lascio’ legare.” (S.B., 10.9.18)
Krishna, da piccolo, infastidiva Sua madre con le sue birichinate, tanto che ella decise di
legarLo. Madre Yasoda prese dunque un pezzo di corda trovata in casa e tento’ di legare il
bambino; ma invano perche’ la fune era troppo corta per poterla annodare. Ella si mise allora a
legare insieme alcuni pezzi di corda, ma la corda era sempre troppo corta per legare il
bambino. Alla fine madre Yasoda senti’ una grande stanchezza e comincio’ a sudare. Allora
Krishna accetto’ di lasciarSi legare da Sua madre. In altre parole, niente puo’ legare Krishna se
non l’amore che si ha per Lui. Krishna e’ legato solo dal sentimento di riconoscenza che Egli
prova verso i Suoi devoti per i sentimenti d’amore estatico che essi Gli manifestano.
Fonte di ogni buona fortuna
E’ fonte di ogni buona fortuna colui che e’ sempre impegnato in attivita’ benefiche per tutti.
Dopo che Sri Krishna ebbe lasciato il pianeta, Uddhava, ricordando le attivita’ del Signore,
pronuncio’ queste parole:
“Con i Suoi divertimenti incomparabili, Krishna ha soddisfatto tutti i grandi saggi. Egli ha messo
fine di colpo alle attivita’ demoniache dei re crudeli, ha protetto i virtuosi e ha annientato i feroci
combattenti riuniti sul campo di battaglia. Di conseguenza, Egli e’ per tutti fonte di buona fortuna.”
La Sua potenza eccezionale
E’ definito potente colui che riesce sempre a gettare il nemico nell’avversita’.
Come il sole potente allontana ogni oscurita’ e la costringe a rifugiarsi nelle grotte, cosi’
Krishna quando era presente sulla Terra, allontano’ tutti i Suoi nemici, che dovettero fuggire
come gufi, lontano dal Suo sguardo.
La Sua fama illimitata
Si puo’ definire famoso colui che e’ conosciuto da tutti per il suo carattere irreprensibile.
Le Scritture affermano che la fama di Krishna si estende come il chiaro di luna, trasformando
le tenebre in bianco chiarore. In altre parole, se la coscienza di Krishna si diffonde in tutto il
mondo, le tenebre dell’ignoranza e l’angoscia legate all’esistenza materiale faranno spazio alla
purezza, alla serenita’ e alla prosperita’ irradianti.
Un giorno, mentre il saggio Narada cantava le glorie del Signore, Siva vide sparire le linee
bluastre che segnano di solito il suo collo. Allora Gauri, la moglie di Siva, credendo che si
trattasse di un impostore che aveva assunto le sembianze di suo marito, fu sopraffatta dalla
paura e lo lascio’ senza esitare. Similmente, sentendo cantare il nome di Krishna, Sri Balarama
vide sbiancarsi il Suo vestito, che generalmente e’ azzurro. Le gopi videro tutta l’acqua della
Yamuna trasformarsi in latte e cercarono di frullarla per fare il burro. In altre parole, quando si
espande la coscienza di Krishna, o la gloria di Krishna, tutto diventa puro e immacolato.
La Sua popolarita’
Si dice popolare colui che e’ amato da tutti.
Quando Krishna era lontano dalla Sua capitale in occasione della battaglia di Kuruksetra, tutti
gli abitanti di Dvaraka precipitarono in una profonda tristezza. Poi, quando Krishna torno’ dalla
citta’ di Hastinapura, tutto il popolo, pieno di allegria, Lo accolse dicendo:
“O amato Signore, finche’ eri lontano dalla nostra citta’, passavamo i giorni nelle tenebre della
notte. Come nella notte ogni istante sembra durare un tempo lunghissimo, cosi’ in Tua assenza
ogni momento ci sembrava milioni di anni. Non potevamo sopportare di vivere separati da Te.”
(S.B., 1.11.9)
Cio’ dimostra quanto Krishna fosse amato da tutti nel Suo regno.
Un episodio simile accadde quando Krishna entro’ nell’arena del sacrificio che il re Kamsa
aveva organizzato con lo scopo di farLo uccidere. Appena Krishna fece il Suo ingresso, tutti i
saggi esclamarono: “Jaya ! Jaya ! Jaya !” (“Vittoria !”). Krishna, allora ragazzo, ricevette dai
saggi le loro benedizioni piene di rispetto. Gli esseri celesti presenti per l’occasione Gli offrirono
preghiere meravigliose, e in tutta l’arena le signore e le ragazze Gli espressero la loro gioia. In
altre parole, in quel luogo non c’era una sola persona che non amasse Krishna.
La Sua parzialita’ verso i devoti
Sebbene Krishna sia Dio, la Persona Suprema, e quindi imparziale con tutti, la Bhagavad-gita
(9.29) insegna che Krishna mostra una spiccata predilezioni per i devoti che adorano il Suo
nome con affetto e amore.
Quando Krishna era presente sulla Terra, un devoto espresse questo sentimento:
“O Signore, se Tu non fossi apparso su questo pianeta, gli asura [i demoni] e gli atei avrebbero
certamente provocato grandi agitazioni per ostacolare le attivita’ dei devoti. Non posso neppure
immaginare la gravita’ di queste devastazioni se il Tuo avvento non le avesse impedite.”
Infatti, fin dall’inizio della Sua permanenza in questo mondo, Krishna Si mostro’ il nemico
implacabile di tutte le persone demoniache. Dobbiamo capire, pero’, che la Sua avversione per
i demoni e’ in sostanza paragonabile al Suo affetto per i devoti. Infatti, qualunque essere
demoniaco sia ucciso da Krishna riceve immediatamente la liberazione.
Il fascino che esercita su tutte le donne
Chiunque abbia meriti eccezionali affascina le donne.
Un devoto descrisse le regine di Dvaraka con le seguenti parole:
“Come potrei descrivere le glorie delle regine di Dvaraka, personalmente impegnate a servire il
Signore ? Krishna e’ cosi’ grande che tutti i grandi saggi –come Narada- provano una felicita’
trascendentale semplicemente cantando il Suo nome. Che dire quindi di queste regine che in ogni
istante contemplano il Signore e Lo servono di persona ?”
A Dvaraka Krishna aveva 16 108 mogli, e ciascuna di loro si sentiva attratta da Krishna come il
ferro dalla calamita. A questo proposito un altro devoto afferma:
“O Signore, Tu sei simile alla calamita, e le ragazze di Vraja sono come il ferro: in qualunque
direzione Tu vada esse Ti seguono affascinate, come il ferro che non puo’ resistere alla forza
magnetica della calamita.”
Degno dell’adorazione di tutti
E’ definito sarvaradhya, degno dell’adorazione di tutti, colui che riceve il rispetto e la
venerazione delle diverse classi di uomini e di esseri celesti.
Krishna non riceve solo l’adorazione di tutti gli esseri viventi di questo mondo, fino ai grandi
esseri celesti come Siva e Brahma, ma anche quella delle manifestazioni di Visnu, come
Baladeva e Sesa. Baladeva, nonostante sia un’emanazione diretta di Krishna, Lo considera
ugualmente degno della Sua adorazione. Quando Krishna apparve nell’arena del sacrificio
rajasuya di Maharaja Yudhisthira, divento’ il centro d’attrazione per tutti i presenti, compresi i
grandi saggi e gli esseri celesti, e tutti Gli offrirono i rispetti che Gli sono dovuti.
La Sua infinita opulenza
Krishna possiede pienamente tutte le perfezioni: la bellezza, la ricchezza, la fama, la potenza,
la saggezza e la rinuncia. Quando era presente a Dvaraka, la Sua famiglia –la dinastia Yaducontava
560 milioni di persone e tutte Gli erano fedeli e obbedienti. Abitavano in piu’ di 900
000 palazzi, tutti imponenti, dove ognuno venerava Krishna come la Persona degna della piu’
alta adorazione. In realta’, i devoti rimanevano sbalorditi dell’opulenza di Krishna. Lo conferma
Bilvamangala Thakura quando si rivolge a Krishna con queste parole:
“O amato Signore, che cosa posso dire dell’opulenza della Tua Vrindavana ? Solo gli ornamenti che
le gopi portano alle caviglie hanno piu’ valore delle pietre cintamani , e i loro vestiti sono preziosi
come parijata, i fiori dei pianeti celesti. Quanto alle mucche, esse assomigliano esattamente alle
mucche surabhi del regno spirituale. La Tua opulenza, dunque, e’ simile a un vasto oceano di cui
nessuno puo’ misurare l’estensione.”
La Sua perfetta onorabilita’
Colui che domina i personaggi piu’ importanti puo’ essere definito perfettamente onorabile.
Quando Krishna abitava a Dvaraka, gli esseri celesti –come Siva, Brahma, Indra il re dei cieli,
e numerosi altri- avevano l’abitudine di farGli visita. Un giorno di grande affluenza, il portiere
che si occupava di ricevere tutti questi ospiti disse:
“Caro Brahma, e Siva, vogliate, vi prego, sedervi e attendere un istante. Caro Indra, rinunci, la
prego, a leggere le sue preghiere, turbano l’ordine generale; voglia attendere in silenzio. Caro
Varuna, torni un’altra volta. Cari esseri celesti, non perdete il vostro tempo, Krishna e’ molto
occupato, non potra’ ricevervi !”
La Sua supremazia assoluta
Esistono due tipi di controllori, o signori: colui che e’ indipendente e colui i cui ordini non
possono essere ignorati da nessuno.
Per quanto riguarda l’indipendenza assoluta di Krishna, lo Srimad-Bhagavatam racconta che il
Signore mostro’ la Sua misericordia a Kaliya calpestandogli la testa con i Suoi piedi di loto,
nonostante questi Lo avesse gravemente offeso, mentre Brahma, che aveva offerto a Krishna
le sue preghiere composte di bellissimi versi, non riusci’ ad attrarre la Sua attenzione.
Questi atteggiamenti contradditori di Krishna si adattano bene alla Sua posizione di
indipendenza assoluta, che tutte le Scritture vediche mettono in evidenza. All’inizio dello
Srimad-Bhagavatam (1.1.1) Krishna e’ definito svarat, termine che indica la Sua completa
indipendenza. Questa e’ la posizione della Verita’ Suprema e Assoluta: Essa non e’ solo
senziente, ma gode anche di un’indipendenza totale.
In queste parole che Uddhava rivolge a Vidura, lo Srimad-Bhagavatam (3.2.21) dimostra che
nessun ordine di Krishna puo’ essere ignorato:
“Sri Krishna dirige l’azione delle tre influenze della natura materiale. E poiche’ Egli gode di tutte le
opulenze, nessuno Gli e’ superiore e neppure uguale. Re e imperatori vanno a offrirGli i loro doni e
gli rendono omaggio toccando i Suoi piedi con le loro corone.”
Un devoto disse ancora:
“O Krishna, quando Tu ordini a Brahma di creare l’universo e a Siva di annientarlo, Tu stesso
assicuri la sua creazione e la sua distruzione. Semplicemente per Tuo ordine, e attraverso Visnu,
rappresentazione parziale della Tua Persona, Tu mantieni tutti gli universi. Percio’, o Krishna, o
nemico di Kamsa, Brahma, Siva e tutti gli altri esseri non fanno che seguire i Tuoi ordini.”
La Sua immutabilita’
Krishna non cambia mai la Sua posizione originale, neppure quando appare in questo universo
materiale. Gli esseri comuni vedono talvolta la loro natura spirituale velarsi, dimenticando la
loro condizione originale e si rivestono successivamente di corpi differenti per agire secondo
differenti concetti di esistenza. Krishna, invece, non cambia corpo. Appare cosi’ com’e’, e non
e’ mai toccato dalle influenze della natura materiale.
Lo Srimad-Bhagavatam (1.11.38) insegna che la speciale prerogativa del Signore Supremo
consiste nel fatto che Egli non e’ in alcun modo soggetto all’influenza della natura materiale. La
prova e’ che i devoti protetti dal Signore non sono neppure loro soggetti alla contaminazione
dell’influenza materiale. Sebbene sia molto difficile vincere questa influenza, i devoti, persone
sante che si mettono sotto la protezione del Signore, non la subiscono mai. Che dire quindi del
Signore stesso ? In breve, sebbene il Signore appaia talvolta in questo universo materiale, Egli
non subisce affatto l’influenza della natura materiale e agisce con una perfetta indipendenza, in
accordo con la Sua posizione trascendentale. Questa e’ la particolare caratteristica del Signore.
La Sua onniscienza
E’ definito onnisciente colui che conosce i sentimenti e i movimenti di tutti gli esseri, in ogni
istante e in ogni luogo.
Lo Srimad-Bhagavatam (1.15.11) offre un chiaro esempio dell’onniscienza del Signore.
Secondo un astuto piano di Duryodhana, Durvasa Muni fu mandato, con i suoi diecimila
discepoli, a chiedere l’ospitalita’ dei Pandava, che allora vivevano nella foresta. Duryodhana
fece in modo che il saggio e il suo seguito arrivassero alla casa dei Pandava subito dopo che
questi ultimi avevano finito di pranzare, pensando che i Pandava si sarebbero trovati cosi’
nell’impossibilita’ di ricevere convenientemente un numero cosi’ grande di ospiti. Krishna, che
conosceva il piano di Duryodhana, ando’ dai Pandava e domando’ a Draupadi, la loro moglie,
se fosse rimasto qualche avanzo di cibo. Draupadi Gli porto’ allora una pentola in cui era
rimasto attaccato un pezzetto di verdura che lei stessa aveva cucinato, e Krishna lo inghiotti’
subito. Nel frattempo, Durvasa e tutti i saggi che lo accompagnavano stavano facendo il bagno
nel fiume vicino, e appena Krishna Si senti’ soddisfatto dell’offerta di Draupadi, anch’essi si
sentirono sazi. Cosi’, incapaci di inghiottire anche un solo boccone, decisero di partire senza
neppure tornare alla casa dei Pandava. Fu cosi’ che i Pandava furono protetti dalla collera di
Durvasa. Infatti, Duryodhana aveva elaborato questo piano affinche’ Durvasa, sentendosi
offeso dall’ospitalita’ inadeguata dei Pandava, si arrabbiasse e li maledicesse, ma Krishna li
salvo’ da questa maledizione con la Sua onniscienza.
La Sua eterna freschezza
Milioni di devoti cantano senza fine il nome di Krishna e si ricordano sempre di Lui, ma nessuno
di loro si stanca. Anziche’ perdere interesse per il ricordo di Krishna e per il canto del Suo
santo nome, i devoti del Signore sviluppano un entusiasmo sempre nuovo per queste attivita’.
Possiamo quindi affermare che Krishna possiede un’eterna freschezza; e non solo la Persona di
Krishna, ma anche la conoscenza di Krishna e’ sempre fresca. La Bhagavad-gita, per esempio,
enunciata circa 5 000 anni fa, e’ ancora oggi letta ripetutamente da una moltitudine di uomini
che attingono da essa sempre nuovi insegnamenti. Il nome di Krishna, la Sua fama, le Sue
qualita’ e tutto cio’ che e’ in relazione a Lui possiede un’eterna freschezza.
Tutte le regine di Dvaraka erano dee della fortuna. Lo Srimad-Bhagavatam (1.11.33) descrive
le dee della fortuna come capricciose e instabili, tanto che nessuno puo’ attirare a lungo la loro
attenzione. Cio’ significa che prima o poi la fortuna deve inevitabilmente cambiare, Ma quando
abitavano a Dvaraka in compagnia di Krishna, le dee della fortuna non potevano lasciarLo
neanche per un istante. E se le dee della fortuna sono incapaci di lasciarLo, significa che
Krishna esercita un fascino che ha un’eterna freschezza.
Nel Lalita-madhava Radharani parla della freschezza sempre nuova dell’aspetto affascinante di
Krishna. Ella paragona Krishna allo scultore piu’ abile perche’ Egli e’ esperto nell’arte di scalfire
la castita’ delle donne. In altre parole, sebbene le donne caste seguano i principi vedici per
essere sempre fedeli al marito, Krishna puo’, col cesello della Sua bellezza, incidere la pietra
impenetrabile della loro castita’. La maggior parte delle compagne di Krishna erano sposate,
ma poiche’ avevano conosciuto Krishna e si erano legate a Lui d’amicizia prima del loro
matrimonio, esse non potevano dimenticare il Suo aspetto incantevole e continuavano a
subirne il fascino.
La Sua forma di eternita’, conoscenza e felicita’ (sac-cid-ananda-vigraha)
Il corpo trascendentale di Krishna e’ eterno, pieno di conoscenza e felicita’. Il termine sat
indica che Krishna esiste da sempre, in tutti i tempi e in tutti i luoghi; in altre parole, Egli si
trova in ogni particella di tempo e di spazio. Cit significa che Egli e’ pieno di conoscenza.
Krishna non ha niente da imparare da nessuno: possiede in Se’ stesso tutta la conoscenza. E
ananda significa che Krishna e’ la fonte di ogni piacere. Gli impersonalisti aspirano a fondersi
nello sfolgorio di eternita’ e di conoscenza del brahman, ma in questo modo si allontanano
dalla parte maggiore di felicita’ trascendentale, presente in Krishna. Si puo’ conoscere la
soddisfazione spirituale di fondersi nello sfolgorio del brahman quando si e’ liberi dalla
contaminazione generata dall’illusione materiale, dalla falsa identificazione de se’ col corpo,
dall’attaccamento, dal distacco e dall’assorbimento nella materia. Queste sono le condizioni
preliminari per la realizzazione del brahman. La Bhagavad-gita (18.54) precisa che l’individuo
giunto a questo livello si sentira’ colmo di gioia, ma di una gioia che non e’ veramente reale; si
trattera’ piuttosto della sensazione di esseri liberi da ogni angoscia. Esseri liberi da ogni
angoscia puo’ essere il primo stadio di felicita’, ma non e’ la soddisfazione perfetta. In questo
modo, l’uomo che realizza la propria identita’ spirituale, e diventa quindi brahma-bhuta, si sta
soltanto preparando a raggiungere il livello di felicita’ reale che si puo’ gustare a contatto con
Krishna. La coscienza di Krishna e’ cosi’ perfetta che gia’ contiene in se’ il piacere spirituale che
nasce dalla realizzazione impersonale del brahman, tanto che perfino l’impersonalista rimarra’
attratto dall’aspetto personale di Krishna nella Sua forma di Syamasundara.
Altre qualità di Krishna
La Brahma-samhita (5.40) afferma d’altra parte che lo sfolgorio del brahman e’ costituito da
raggi che emanano dal corpo di Krishna e non e’ altro che la manifestazione della Sua energia.
Krishna e’ la fonte di questo sfolgorio, come Lui stesso sostiene nella Bhagavad-gita (14.27).
Possiamo dunque concludere che l’aspetto impersonale della Verita’ Assoluta non rappresenta
il fine ultimo; e’ Krishna questo fine ultimo.
I seguaci della scuola vaisnava non tentano mai, nella loro ricerca della perfezione spirituale, di
fondersi nello sfolgorio del brahman, perche’ essi riconoscono in Krishna il fine ultimo della
realizzazione spirituale. Krishna e’ definito dunque param brahman (il Brahman Supremo) e
paramesvara (il controllore supremo). Sri Yamunacarya Gli rivolge la seguente preghiera:
“O amato Signore, il gigantesco universo, con lo spazio e il tempo compresi in esso, e’ coperto di
sette strati di elementi materiali,(1) ciascuno dieci volte piu’ spesso del precedente. Io so che
questo universo e le tre influenze della natura materiale, poi Garbhodakasayi Visnu, Ksirodhakasayi
Visnu e Maha Visnu, e al di la’ il mondo spirituale con i suoi pianeti spirituali _i Vaikunthaloka- e lo
sfolgorio –il brahman-, l’insieme di tutti questi elementi non formano che una manifestazione
infinitesimale della Tua potenza.”
I Suoi poteri soprannaturali
Esistono numerosi gradi di perfezione. Le perfezioni materiali piu’ alte sono otto e sono
accessibili ai perfetti yogi:
1) anima-siddhi: il potere di diventare infinitamente piccolo;
2) laghima-siddhi: quello di diventare infinitamente leggero;
3) prapti-siddhi: quello di ottenere tutto cio’ che si desidera;
4) prakamya-siddhi: quello di compiere ogni meraviglia;
5) mahima-siddhi: quello di diventare infinitamente grande;
6) isita-siddhi: quello di creare o distruggere qualsiasi cosa;
7) vasita-siddhi: quello di dominare qualsiasi essere;
8) kamavasayita-siddhi: quello di realizzare l’impossibile.
Krishna possiede pienamente questi poteri, come tutte le altre perfezioni materiali e spirituali.
Le Sue inconcepibili potenze
Krishna e’ presente ovunque, non solo in questo universo e nel cuore di ogni essere vivente,
ma anche all’interno di ogni atomo. La regina Kunti, nelle preghiere che offri’ a Krishna,
parlava delle Sue inconcepibili potenze. Infatti, mentre conversava con Kunti, Krishna penetro’
simultaneamente nel grembo di Uttara per proteggere suo figlio dall’arma nucleare di
Asvatthama. Krishna puo’ anche immergere nell’illusione esseri come Brahma e Siva, o
proteggere dalle conseguenze dei loro peccati i devoti che si abbandonano a Lui. Riportiamo
qui alcuni esempi delle Sue inconcepibili potenze.
Srila Rupa Gosvami offre a Krishna i suoi omaggi con queste parole:
“Krishna, visibile nella Sua forma umana, ha come ombra l’intera natura materiale. Egli si e’
moltiplicato in una moltitudine di mucche, vitelli e pastori, per manifestarSi poi in ognuno di loro
come Narayana a quattro braccia. Ha insegnato la realizzazione spirituale a milioni di Brahma,
percio’ non solo e’ degno dell’adorazione di coloro che dirigono tutti gli universi, ma anche
dell’adorazione di tutti gli altri esseri. Che io sempre riconosca in Lui il Signore Supremo.”
Quando Indra fu vinto da Krishna, che gli porto’ via il fiore parijata, Narada lo incontro’ e lo
rimprovero’ cosi’:
“O Indra, potente re dei cieli, se Brahma e Siva sono gia’ stati sconfitti da Krishna, che dire di un
essere celeste mediocre come te !”
Naturalmente l’osservazione di Narada era piuttosto scherzosa, e Indra ne fu divertito. Le
parole del saggio confermano che Krishna puo’ immergere nell’illusione anche Brahma, Siva e
Indra. Percio’ non c’e’ dubbio che la Sua potenza possa agire allo stesso modo sugli esseri
meno importanti.
Altre qualità di Krishna
La Brahma-samhita (5.54) descrive con le seguenti parole il potere che Krishna ha di alleviare
le sofferenze dovute alle conseguenze di attivita’ peccaminose:
“Dal grande re dei cieli alla piu’ piccola formica, tutti devono subire le conseguenze delle loro
attivita’ passate. Ma il devoto e’ alleviato da questo fardello per la grazia di Krishna.”
Questa verita’ fu chiaramente dimostrata quando Krishna ando’ alla corte di Yamaraja, il
principe della morte, per riprendere il figlio scomparso del Suo maestro, Krishna era andato da
Yamaraja per riprendere l’anima che Yamaraja aveva condotto la’ e che teneva sotto la sua
custodia. Krishna gli rivolse queste parole: “Che tu sia benedetto dal Mio ordine: restituisciMi
quest’anima !” Cio’ significa che anche una persona che vive sotto il dominio dei “principi
regolatori” della natura materiale, ed e’ quindi soggetta al castigo di Yamaraja secondo le leggi
universali, puo’ per la grazia di Krishna, beneficiare di una totale amnistia.
Sukadeva Gosvami descrive con queste parole le potenze inconcepibili di Krishna:
“Krishna confonde la mia intelligenza. Egli e’ il non nato, ma appare come figlio di Nanda Maharaja.
E’ onnipresente, ma sta sulle ginocchia di madre Yasoda; e’ onnipervadente, ma e’ limitato
dall’amore di Yasoda. Nonostante abbia innumerevoli forme, Egli Si muove davanti a Suo padre,
Nanda, e Sua madre, Yasoda, come se fosse un unico bambino.”
La Brahma-samhita (5.37) aggiunge che sebbene Krishna abiti eternamente nel Suo regno
trascendentale, Goloka Vrindavana, Egli e’ presente ovunque, anche nell’atomo.
La Sua capacita’ di creare innumerevoli universi
Nello Srimad-Bhagavatam (10.14.11) Brahma insegna:
“L’ego materiale, l’intelligenza, la mente, l’etere, l’aria, il fuoco, l’acqua e la terra costituiscono gli
elementi materiali del nostro universo, che puo’ essere paragonato a un vaso gigantesco.
All’interno di questo vaso il mio corpo appare infinitesimale, senza contare che fuori di questo
universo che ho potuto creare, altri universi emanano dai pori della Tua pelle e si riassorbono in
essi, innumerevoli come le particelle atomiche che a volte si vedono fluttuare attraverso un raggio
di sole. Davanti alla Tua grandezza o Signore, mi sento veramente insignificante. Percio’, Tu
supplico, accordami il Tuo perdono. Sii misericordioso con me.”
Anche considerando un solo universo, si possono trovare riuniti in esso innumerevoli fenomeni
meravigliosi, tra cui gli astri, in numero infinito, o i luoghi, anch’essi infiniti, dove vivono e
regnano gli esseri celesti. Questo universo, che ha un diametro di 640 milioni di chilometri, e’
pieno di regioni insondabili, chiamate patala, o sistemi planetari inferiori. Sebbene Krishna sia
all’origine di questa manifestazione, Egli puo’ sempre essere visto a Vrindavana, dove
manifesta le Sue inconcepibili potenze. Chi dunque potrebbe adorare adeguatamente questo
Signore onnipotente, che possiede energie cosi’ inconcepibili ?
Fonte originale di tutti gli avatara
Nella Gita-govinda di Jayadeva Gosvami si trova il seguente canto:
“Il Signore salvo’ i Veda assumendo la forma di un pesce, e nella forma di tartaruga sostenne sulla
Sua corazza l’intero universo. Nell’aspetto di cinghiale sollevo’ la Terra dagli abissi. Nella Sua forma
di Nrisimha uccise Hiranyakasipu, e nella forma di Vamana inganno’ Maharaja Bali. Apparso come
Parasurama, anniento’ tutte le dinastie ksatriya, e nella forma di Sri Rama elimino’ tutti i demoni.
Nella forma di Balarama portava una pesante piccozza, e nella forma di Buddha protesse le bestie
innocenti. Infine, quando verra’ come Kalki, uccidera’ tutti i miscredenti.”(2)
Cosi’ sono descritte alcune manifestazioni di Krishna, ma alla luce dello Srimad-Bhagavatam
(1.3.26) bisogna comprendere che, simili alle onde dell’oceano, innumerevoli avatara emanano
incessantemente dal corpo di Krishna. Come nessuno puo’ contare le onde dell’oceano, cosi’
nessuno puo’ concepire la moltitudine degli avatara che emanano dal corpo del Signore.
La liberazione che accorda ai nemici che uccide
Il termine “liberazione” si traduce in sanscrito con apavarga. Contrario di apavarga e’ pavarga,
che indica le miserabili condizioni di cinque lettere sanscrite: pa, pha, ba, bha e ma, che
formano rispettivamente l’inizio dei nomi di cinque condizioni materiali. La prima lettera, pa,
viene dalla parola parabhava, che significa “sconfitta”, quella che incontriamo costantemente
nella lotta per la sopravvivenza nell’ambito della materia. Dobbiamo affrontare la nascita, la
malattia, la vecchiaia e la morte, e poiche’ sotto l’illusione di maya non c’e’ nessuna
probabilita’ di trionfare su queste miserabili condizioni, siamo sicuri di incontrare a ogni passo
la sconfitta, o parabhava. La lettera successiva, pha, trae la sua origine dalla parola phena,
che indica la schiuma che si forma sulla bocca di un essere esausto dalla stanchezza (come si
vede comunemente nei cavalli). La lettera ba proviene dalla parola bandha, che significa
“schiavitu’”. Bha deriva da bhiti, la paura. Ma deriva da mriti, la morte. Cosi’, la parola pavarga
indica la lotta per l’esistenza con le sue conseguenze –la sconfitta, l’abbattimento, la schiavitu’,
la paura e la morte. Apavarga significa dunque cio’ che puo’ annullare l’effetto di tutte queste
condizioni materiale, e Krishna dice di essere Colui che da’ l’apavarga, la via della liberazione.
Per gli impersonalisti, come per i nemici di Krishna, la liberazione consiste nel fondersi
nell’Assoluto. Sia gli uni sia gli altri disprezzano Krishna, ma Lui, nella Sua infinita bonta’,
accorda loro la liberazione che desiderano.
Altre qualità di Krishna
A questo proposito c’e’ la seguente affermazione:
“O Murari [Krishna] ! Non e’ meraviglioso che i demoni, sempre invidiosi degli esseri celesti,
nonostante non siano riusciti a penetrare le linee del Tuo esercito, abbiano potuto raggiungere il
sole [mitra] ?”
La parola mitra si traduce con “sole” e anche con “amico”, ma qui e’ usata in senso allegorico.
I demoni, nemici di Krishna, tentarono di forzare le linee del Suo esercito, ma fallirono e
morirono nel combattimento, dopodiche’ poterono raggiungere il pianeta di Mitra, il sole. In
realta’, essi penetrarono nello sfolgorio del brahman. E’ usata qui l’immagine del sole perche’ il
sole brilla da sempre, come il mondo spirituale, dove risplendono gli innumerevoli pianeti
Vaikuntha. I nemici di Krishna furono dunque annientati, e invece di penetrare le Sue
formazioni militari, essi penetrarono nell’atmosfera amichevole e sfolgorante del brahman
impersonale. Questa e’ la misericordia di Krishna che Lo ha reso celebre come il liberatore dei
Suoi nemici.
L’attrazione che esercita sulle anime liberate
Numerosi esempi mostrano che Krishna pote’ attrarre a Se’ grandi anime liberate, come
Sukadeva Gosvami e i Kumara. Queste sono le parole dei Kumara:
“E’ meraviglioso ! Siamo perfettamente liberati, privi di ogni desiderio e situati al livello di
paramahamsa, eppure aspiriamo a gustare i divertimenti di Radha e Krishna.”
I Suoi meravigliosi divertimenti
Nel Brihad-vamanana Purana il Signore rivela:
“Sebbene i Miei affascinanti divertimenti siano numerosi, quando penso alla rasa-lila, a cui Mi
abbandono in compagnia delle gopi, provo un ardente desiderio di gustarla ancora.”
Un devoto disse:
“Conosco Narayana, il marito della dea della fortuna, e conosco anche numerose altre
manifestazioni del Signore. Naturalmente tutti i Loro divertimenti mi appassionano, ma quello della
danza-rasa, compiuto da Sri Krishna in persona, accresce in modo meraviglioso la mia felicita’
spirituale.”
Attorniato da devoti affettuosi
Un re e’ sempre attorniato dai suoi ministri, segretari, generali e da numerose altre persone
della sua corte. Similmente, Krishna e’ una persona, e non e’ mai solo. Infatti, non si puo’
separare Krishna dal Suo nome, dalle Sue qualita’, dalla Sua fama, dai Suoi amici e da tutto
cio’ che lo circonda. Specialmente a Vrindavana, dove si svolgono i Suoi divertimenti (lila), Egli
e’ sempre attorniato dalle gopi, dai pastori, da Suo padre, da Sua madre e da tutti gli abitanti
del villaggio.
Cosi’ si lamentavano le gopi:
“O amato Krishna, di giorno, quando vai con le Tue mucche nella foresta di Vrindavana, ogni
istante ci sembra dodici anni, ed e’ molto difficile per noi vivere cosi’ a lungo separate da Te.
Percio’, quando al tramonto rientri al villaggio, siamo cosi’ attratte dal Tuo meraviglioso viso che ci
e’ impossibile distogliere lo sguardo anche per un solo istante. In questi momenti, se ci capita di
battere le ciglia, malediciamo Brahma, il creatore, e lo consideriamo incapace di non averci saputo
dare occhi senza difetti.” (S.B., 10.31.15)
Le gopi erano contrariate per i battiti delle loro palpebre, perche’ nell’istante in cui chiudevano
gli occhi non potevano vedere Krishna. Esse amavano Krishna di un amore cosi’ intenso ed
estatico che erano turbate anche solo per questa breve assenza. E, paradossalmente, quando
infine Lo vedevano erano ugualmente turbate.
Altre qualità di Krishna
Una gopi si rivolse a Krishna dicendo:
“La notte, quando T’incontriamo, il tempo passa in un lampo. ma perche’ parlare di queste notti
terrestri ? Anche se ci fosse concessa una notte di Brahma (3) in Tua compagnia, ci sembrerebbe
sempre un istante troppo breve !”
Un verso della Bhagavad-gita (8.17) ci permette di calcolare la durata di un giorno di Brahma:
“Un giorno di Brahma dura mille ere conosciute dagli uomini e altrettanto dura la sua notte.”
Le gopi affermarono che anche se la notte durasse cosi’ a lungo sarebbe ancora troppo corta
per saziare la loro sete d’incontrare Krishna.
L’incanto del Suo flauto
Nello Srimad-Bhagavatam (10.35.15) le gopi rivolgono queste parole a madre Yasoda:
“Quando tuo figlio suona il flauto, Siva, Brahma e Indra –che sono considerati i personaggi piu’
nobili e anche i piu’ eruditi- rimangono confusi. Benche’ occupino un’alta posizione, quando sentono
il suono del flauto di Krishna si prosternano umilmente e si raccolgono con gravita’, assorti nello
studio di questa vibrazione.”
Nel suo Vidagdha-madhava, Sri Rupa Gosvami descrive cosi’ il suono del flauto di Krishna:
“Che meraviglia, le vibrazioni del flauto di Krishna hanno immobilizzato Siva mentre suonava il suo
dindima,(4) e hanno turbato la meditazione di grandi saggi come i quattro Kumara. Questo suono ha
reso attonito anche Brahma, che era seduto sul fiore di loto allo scopo di adempiere la sua funzione
di creatore. E Anantadeva, che di solito porta tranquillamente tutti i pianeti sulle sue teste, si e’
messo a scandire con un movimento oscillante la vibrazione trascendentale del flauto di Krishna,
vibrazione che ha penetrato gli starti dell’universo e ha raggiunto il mondo spirituale.”
La Sua bellezza perfetta
Lo Srimad-Bhagavatam (3.2.12) riporta queste parole di Uddhava a Vidura:
“Meravigliosamente affascinante era la forma di Krishna quando Egli apparve su questo pianeta
per rivelarci il gioco della Sua potenza interna; Egli manifesto’ questa forma, che non ha paragoni
in bellezza, durante i Suoi divertimenti, e attraverso la Sua potenza interna mostro’ la Sua
opulenza, facendo sbalordire tutti gli esseri. Cosi’ grande era la bellezza di Krishna che Egli non
aveva bisogno di alcun ornamento per rendere piu’ attraente il Suo corpo. A dire il vero, non erano
gli ornamenti ad abbellire Krishna, ma era la Sua bellezza a valorizzare gli ornamenti.”
A proposito dell’aspetto attraente di Krishna e del suono del Suo flauto, le gopi rivolsero a
Krishna queste parole:
“Sebbene il nostro sentimento per Te sia simile a quello che si ha per un amante, noi non possiamo
che rimanere sbalordite da fatto che nessuna donna puo’ rimanere casta dopo aver ascoltato il
suono del Tuo flauto. Questo non succede solo alle donne; anche gli uomini dal cuore duro cadono
dalla loro posizione e soccombono al suono del Tuo flauto. In realta’, abbiamo potuto notare che a
Vrindavana anche le mucche, i cervi, gli uccelli e gli alberi rimangono incantati dalla dolce
vibrazione del Tuo flauto e dalla Tua affascinate bellezza.” (S.B., 10.29.40)
Nel Lalita-madhava di Rupa Gosvami si trova il seguente verso:
“Un giorno Krishna vide su una parete incastonata di gioielli il riflesso della Sua meravigliosa forma
e a questa vista esclamo’: “Che meraviglia ! Non avevo mai visto una forma cosi’ bella ! E sebbene
Io sappia che questa forma e’ la Mia, desidero ugualmente abbracciarla, come fa Radharani, per
trarne una felicita’ celestiale’.”
Queste parole dimostrano che Krishna e il riflesso della Sua immagine partecipano di un’unica
sostanza. Questa e’ la posizione assoluta di Krishna: nessuna differenza Lo separa da un
riflesso o da un’immagine della Sua forma.
I versi citati sopra descrivono alcune meravigliose fonti di piacere che esistono in Krishna e
alcune delle Sue qualita’ trascendentali. Queste qualita’ sono paragonabili a un oceano:
nessuno puo’ calcolarne l’estensione o la profondita’. Ma come analizzando una sola goccia di
acqua di mare si puo’ conoscere il contenuto dell’intero oceano, cosi’ questi versi permettono
una certa comprensione della natura e delle qualita’ trascendentali di Krishna.
Brahma disse:
“O amato Signore, nessun mezzo materiale di misura puo’ calcolare le meraviglie, le attivita’ e le
qualita’ inconcepibili che Tu rivelasti quando eri presente su questo pianeta. Ugualmente inutile
sarebbe lo sforzo di chi tentasse anche solo d’immaginare come Tu sei. Forse verra’ il giorno in cui
lo scienziato, dopo numerosi anni e numerose vite, potra’ dare una valutazione della struttura
atomica dell’universo, o stabilire il numero delle particelle atomiche che riempiono lo spazio, ma
non potra’ mai calcolare le qualita’ trascendentali contenute nel Tuo oceano di felicita’ spirituale.”
(S.B., 10.14.7)
NOTE
1) Uno strato di terra, di acqua, di fuoco, di aria, di etere, di ego materiale e uno costituito
dall’energia materiale globale.
2) Queste manifestazioni divine sono state descritte dallo stesso autore nel primo Canto
dello Srimad-Bhagavatam, capitolo terzo.
3) Una notte, o dodici ore, di Brahma dura quattro miliardi trecentoventi milioni (4 320
000) di anni solari.
4) Piccolo tamburo.