Sri Caitanya Caritamrta Capitolo 7 Verso 109 a 114

Sri Caitanya in cinque aspetti

Sri Caitanya Caritamrta Capitolo 7 Verso 109 a 114

Sri Caitanya Caritamrta Capitolo 7 Verso 109

gauna-vrttye yeba bhasya karila acarya
tahara sravane nasa haya sarva karya

TRADUZIONE

“Sripada Sankaracarya ha parlato di tutte le Scritture vediche in termini di significati indiretti. Chi ascolta queste spiegazioni e’ rovinato.


Sri Caitanya Caritamrta Capitolo 7 Verso 110

tanhara nahika dosa, isvara-ajna pana
gaunartha karila mukhya artha acchadiya

TRADUZIONE

“Sankaracarya non e’ colpevole, perché ha coperto il vero scopo dei Veda per ordine di Dio, la Persona Suprema.

SPIEGAZIONE

Le Scritture vediche devono essere considerate la fonte della vera conoscenza, ma chi non le considera così come sono sarà sviato. La Bhagavad-gita, per esempio, e’ un’importante opera vedica che e’ stata oggetto di studio per molti anni, ma da quando e’ stata usata da persone senza scrupoli la gente non ha potuto trarne un vero vantaggio, e nessuno giungeva alla conclusione della coscienza di Krishna.

Tuttavia, poiché ora il significato della Bhagavad-gita e’ presentato così com’e’, in soli quattro o cinque anni migliaia di persone in tutto il mondo sono diventate coscienti di Krishna. Questa e’ la differenza tra la spiegazione diretta delle Scritture vediche e una spiegazione indiretta. Sri Caitanya Mahaprabhu ha detto, mukhya-vrttye sei artha parama mahattva: la vera gloria e’ insegnare le Scritture vediche secondo il loro vero significato, senza falsi commenti. Sfortunatamente, Sri Sankaracarya, per ordine di Dio, la Persona Suprema, dovette fare un compromesso tra teismo e ateismo per ingannare gli atei e portarli al teismo, e a questo scopo abbandonò il metodo diretto della conoscenza vedica e cercò di presentarne un significato indiretto.

A questo fine scrisse il suo commento al Vedanta-sutra, detto Sariraka-bhasya. Non si dovrebbe quindi attribuire grande importanza al Sariraka-bhasya. Per comprendere la filosofia del Vedanta bisogna studiare lo Srimad-Bhagavatam che comincia con le parole, om namo bhagavate vasudevaya, janmady asya yato ’nvayad itaratas carthesv abhijnah sva-rat: “Offro i miei omaggi al Signore, Sri Krishna, figlio di Vasudeva, che e’ Dio, la Persona Suprema e onnipresente.

Sri Caitanya Caritamrta Capitolo 7 Verso 109 a 114

Medito su di Lui, la realtà trascendentale, la causa prima di tutte le cause, dal Quale hanno origine tutti gli universi manifestati, nel Quale essi dimorano e nel Quale essi sono distrutti. Medito su questo eternamente splendente Signore, che e’ direttamente e indirettamente consapevole di ogni manifestazione, eppure gode di completa indipendenza.” (S.B., 1.1.1) Lo Srimad-Bhagavatam e’ il vero commento al Vedanta-sutra. Sfortunatamente, chi e’ attratto dal Sariraka-bhasya, il commento di Sankaracarya, incontrerà la rovina nella sua vita spirituale.

Ci si può domandare come fosse possibile per Sankaracarya ingannare la gente in questo modo, dato che era un’incarnazione di Siva. In realtà, egli lo fece per ordine del suo Signore, Dio, la Persona Suprema, come conferma il Padma Purana con le parole stesse di Siva:

mayavadam asac chastram
pracchannam bauddham ucyate
mayaiva kalpitam devi
kalau brahmana-rupina

brahmanas caparam rupam
nirgunam vaksyate maya
sarva-svam jagatòpy asya
mohanartham kalau yuge

vedante tu maha-sastre
mayavadam avaidikam
mayaiva vaksyate devi
jagatam nasa-karanat

“La filosofia mayavada,” disse Siva a sua moglie Parvati, “e’ empia [asacchastra]. E’ buddismo coperto. Mia cara Parvati, nel kali-yuga prenderò la forma di un brahmana per insegnare questa filosofia mayavada, frutto dell’immaginazione. Per ingannare gli atei dirò che Dio, la Persona Suprema, non ha né forma né qualità. E spiegando il Vedanta-sutra proporrò di nuovo questa filosofia mayavada per ingannare la gente allo scopo di guidarla verso l’ateismo negando la forma personale del Signore.” Nello Siva Purana Dio, la Persona Suprema, disse a Siva:

dvaparadau yuge bhutva
kalaya manusadisu
svagamaih kalpitais tvam ca
janan mad-vimukhan kuru

“Nel kali-yuga devi ingannare la gente diffondendo significati immaginari dei Veda per confonderla.” Queste affermazioni sono contenute nei Purana. Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura spiega che il mukhya-vrtti (“il significato diretto”) e’ abhidha-vrtti, il significato che e’ possibile comprendere direttamente dall’affermazione dei dizionari, mentre il gauna-vrtti (“il significato indiretto”), e’ un significato che s’immagina senza consultare il dizionario.

Per esempio, un uomo politico disse che Kuruksetra si riferisce al corpo, ma nel dizionario questa definizione non esiste. Questo significato immaginario e’ detto gauna-vrtti, mentre il significato diretto che si trova nel dizionario e’ mukhya-vrtti o abhidha-vrtti. Questa e’ la differenza tra i due significati. Sri Caitanya Mahaprabhu raccomanda di studiare le Scritture vediche secondo l’abhidha-vrtti, e condanna il gauna-vrtti.

Talvolta, però, in caso di necessità, le Scritture vediche vengono presentate nel laksana-vrtti o gauna-vrtti, ma non bisogna pensare che queste spiegazioni siano verità permanenti. Lo scopo della discussione sulle Upanisad e sul Vedanta-sutra e’ quello di stabilire filosoficamente l’aspetto personale della Verità Assoluta. Gli impersonalisti, invece, per sostenere la propria filosofia, accettano queste discussioni in termini di laksana-vrtti, cioe’ di significati indiretti. Così, invece di essere tattva-vadi, di cercare la Verità Assoluta, diventano mayavada, ossia illusi dall’energia materiale.

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Quando Sri Visnusvami, uno dei quattro acarya del culto vaisnava, presentò la sua tesi sulla suddhadvaita-vada, immediatamente i mayavadi approfittarono di questa filosofia e cercarono di stabilire la propria tesi, detta advaita-vada o kevaladvaita-vada. Per sconfiggere questa kevaladvaita-vada, Sri Ramanujacarya presentò la sua filosofia di visistadvaitavada, e Sri Madhvacarya presentò la sua filosofia tattva-vadi; entrambe sono grossi ostacoli per i mayavadi perché demoliscono la loro filosofia in modo meticoloso, nei minimi particolari.

Coloro che studiano la filosofia vedica sanno bene con quanta forza la visistadvaita-vada di Sri Ramanujacarya e la tattvavadi di Sri Madhvacarya si oppongono alla filosofia mayavada. Sri Caitanya Mahaprabhu, comunque, accettò il significato diretto della filosofia del Vedanta e così sconfisse immediatamente la filosofia mayavada. A questo proposito disse che chiunque segua i princìpi del Sariraka-bhasya e’ condannato. Lo conferma il Padma Purana, dove Siva dice a Parvati:

srnu devi pravaksyami
tamasani yatha-kramam
yesam sravana-matrena
patityam jnaninam api

apartham sruti-vakyanam
darsayal loka-garhitam
karma-svarupa-tyajyatvam
atra ca pratipadyate

sarva-karma-paribhramsan
naiskarmyam tatra cocyate
paratma-jivayor aikyam
mayatra pratipadyate

“Mia cara sposa, ascolta le mie spiegazioni sul modo da me seguito per diffondere l’ignoranza attraverso la filosofia mayavada. Soltanto ascoltandola, anche un grande studioso cadrà. In questa filosofia, certamente molto funesta per la gente, ho distorto il vero significato dei Veda e ho raccomandato a tutti di abbandonare ogni attività per liberarsi dal karma. Mediante questa filosofia mayavada ho sostenuto che il jivatma e il Paramatma sono un’unica cosa.”

Nel secondo capitolo dell’Antya-lila della Sri Caitanya-caritamrta (versi 94-99), e’ spiegato come Sri Caitanya Mahaprabhu e i Suoi seguaci condannarono la filosofia mayavada. In questo passo Svarupa-damodara Gosvami afferma che chiunque sia ansioso di studiare la filosofia mayavada dev’essere considerato pazzo.

Quest’affermazione si applica in modo particolare a un vaisnava che legge il Sariraka-bhasya e si considera uguale a Dio. I filosofi mayavadi hanno presentato i loro argomenti in un linguaggio così attraente e fiorito che talvolta l’ascolto della filosofia mayavada riesce a coinvolgere perfino un mahabhagavata, un devoto molto elevato. Un vero vaisnava non può tollerare nessuna filosofia che pretenda di porre Dio e l’essere individuale allo stesso livello.

Lezione di Srila Prabhupada in italiano sulla Caitanya Caritamrta Capitolo 7 Verso 109 a 114

Tenuta a San Francisco il 20/2/1967 – Parte 1

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