Sri Caitanya Caritamrta Madhya Lila Capitolo 6

La liberazione di Sarvabhauma Bhattacarya

Sri Caitanya Caritamrta Madhya Lila Capitolo 6

Srila Bhaktivinoda Thakura sintetizza così nel suo Amrta-pravaha-bhasya il contenuto del sesto capitolo: quando Sri Caitanya Mahaprabhu entrò nel tempio di Jagannatha, immediatamente cadde privo di sensi.

Allora Sarvabhauma Bhattacarya Lo portò a casa sua. Nel frattempo, Gopinatha Acarya, cognato di Sarvabhauma Bhattacarya, incontrò Mukunda Datta e gli spiegò come Sri Caitanya Mahaprabhu avesse accettato il sannyasa e fosse andato a Jagannatha Puri.

Dopo aver saputo che Sri Caitanya Mahaprabhu era svenuto ed era stato trasportato a casa di Sarvabhauma Bhattacarya, la gente si affollò per vedere il Signore. Poi Srila Nityananda Prabhu e altri devoti visitarono il tempio di Jagannatha e quando tornarono alla casa di Sarvabhauma Bhattacarya, Sri Caitanya Mahaprabhu riprese la coscienza esterna.

Sarvabhauma Bhattacarya ricevette tutti e distribuì il maha-prasada con grande cura. Poi Sarvabhauma Bhattacarya fece la conoscenza di Sri Caitanya Mahaprabhu e Gli diede un alloggio nella casa di sua zia. Suo cognato, Gopinatha Acarya, affermava che Sri Caitanya Mahaprabhu era Krishna stesso, ma Sarvabhauma Bhattacarya e i suoi molti discepoli non volevano crederci.

Sri Caitanya Caritamrta Madhya Lila Capitolo 6

Comunque, Gopinatha Acarya riuscì a convincere Sarvabhauma che nessuno può comprendere Dio, la Persona Suprema, senza aver ricevuto il Suo favore. Citando gli sastra, le Scritture rivelate, dimostrò che Sri Caitanya Mahaprabhu era Krishna stesso, in persona.

Ma Sarvabhauma Bhattacarya continuava a non prendere molto sul serio queste affermazioni. Quando venne a sapere di questa disputa, Caitanya Mahaprabhu disse ai Suoi devoti che Sarvabhauma era il Suo maestro spirituale, e che le sue parole dettate dall’affetto avrebbero portato beneficio a tutti.

Quando Sarvabhauma incontrò Sri Caitanya Mahaprabhu, Gli chiese di ascoltare da lui la filosofia del Vedanta. Sri Caitanya Mahaprabhu accettò e per sette giorni di seguito ascoltò Sarvabhauma Bhattacarya che esponeva il Vedanta-sutra. Ma il Signore non disse mai una parola.

Impressionato dal Suo silenzio, il Bhattacarya Gli chiese se capiva la filosofia del Vedanta, e il Signore rispose: “Sì, signore, capisco benissimo la filosofia del Vedanta, ma non riesco a capire le tue spiegazioni.” Allora ci fu una discussione tra Bhattacarya e Sri Caitanya Mahaprabhu a proposito dell’autorità delle Scritture vediche, specialmente delle Upanisad e del Vedanta-sutra.

Il Bhattacarya era un impersonalista, ma Sri Caitanya Mahaprabhu gli dimostrò che la Verità Assoluta è Dio, la Persona Suprema. Dimostrò che le teorie dei filosofi mayavadi sulla Verità Assoluta e impersonale non sono corrette.

La Verità Assoluta non è nè impersonale nè priva di poteri. Il più grande errore dei filosofi mayavadi consiste nel credere che la Verità Assoluta sia impersonale e non dotata di energie. Tutti i Veda accettano l’esistenza delle illimitate energie della Verità Assoluta. È detto inoltre che la Verità Assoluta ha una forma eterna, trascendentale e piena di felicità.

Sri Caitanya Caritamrta Madhya Lila Capitolo 6

Secondo i Veda, il Signore e l’essere individuale sono uguali per qualità, ma sono differenti per quantità. La reale filosofia della Verità Assoluta afferma che il Signore è inconcepibilmente e simultaneamente uguale e differente dalla Sua creazione.

Per concludere, i filosofi mayavadi sono in realtà atei. Su questo punto, Sarvabhauma e Caitanya Mahaprabhu discussero a lungo, ma nonostante tutti i suoi sforzi, il Bhattacarya fu sconfitto.

Allora, su richiesta di Sarvabhauma Bhattacarya, Sri Caitanya Mahaprabhu spiegò il verso dello Srimad-Bhagavatam chiamato atmarama in diciotto modi diversi.

Quando il Bhattacarya tornò in sè, Sri Caitanya Mahaprabhu gli rivelò la Sua vera identità, e il Bhattacarya recitò cento versi in lode di Sri Caitanya Mahaprabhu e Gli offrì i suoi omaggi.

Allora Gopinatha Acarya e tutti gli altri, vedendo la meravigliosa potenza di Sri Caitanya Mahaprabhu, provarono una grande felicità. Un mattino, dopo questi avvenimenti, Sri Caitanya Mahaprabhu ricevette del prasada di Jagannatha e andò a offrirlo a Sarvabhauma Bhattacarya.

Senza preoccuparsi delle formalità, il Bhattacarya rispettò immediatamente il mahaprasada. Un altro giorno, quando il Bhattacarya Gli chiese quale fosse il migliore metodo di adorazione e meditazione, Sri Caitanya Mahaprabhu gli consigliò di cantare il maha-mantra Hare Krishna.

Un altro giorno il Bhattacarya voleva modificare il verso tat te ‘nukampam perchè non gli piaceva l’espressione mukti-pada, e voleva sostituirla con bhakti-pada. Sri Caitanya Mahaprabhu disse a Sarvabhauma di non modificare lo Srimad-Bhagavatam, perchè mukti-pada indicava i piedi di loto di Dio, la Persona Suprema, Sri Krishna. Poichè era diventato un puro devoto, il Bhattacarya disse: “Il termine è poco chiaro, perciò preferisco bhakti-pada.”

A queste parole, Sri Caitanya Mahaprabhu e gli altri devoti che vivevano a Jagannatha Puri si sentirono molto soddisfatti. Sarvabhauma Bhattacarya diventò così un puro vaisnava e gli altri studiosi lo seguirono.

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