Sri Caitanya Caritamrta Capitolo 7 Verso 119

Sri Caitanya in cinque aspetti

Sri Caitanya Caritamrta Capitolo 7 Verso 119

Caitanya Caritamrta Capitolo 7 Verso 119

visnu-saktih para prokta
ksetra-jnakhya tatha para
avidya-karma-samjnanya
trtiya saktir isyate

TRADUZIONE

“‘La potenza di Sri Visnu e’ sintetizzata in tre categorie — la potenza spirituale, gli esseri viventi e l’ignoranza. La potenza spirituale e’ piena di conoscenza; gli esseri viventi, pur appartenendo alla potenza spirituale, sono soggetti alla confusione; e la terza energia, che e’ piena d’ignoranza, e’ sempre visibile nelle attività interessate.’

SPIEGAZIONE

Nel verso precedente, tratto dalla Bhagavad-gita, e’ detto che gli esseri viventi devono essere contati tra le potenze del Signore. Il Signore e’ potente, ed esistono diverse potenze (parasya saktir vividhaiva sruyate). Ora, in questo verso del Visnu-Purana, questo concetto e’ confermato. Esistono potenze differenti, che sono state divise in tre categorie — spirituale, marginale ed esterna. La potenza spirituale si manifesta nel mondo spirituale.

La forma di Krishna, le Sue qualità, le Sue attività e ciò che Lo circonda, tutto e’ spirituale. Lo conferma anche la Bhagavad-gita:

ajo ’pi sann avyayatma
bhutanam isvaro ’pi san

prakrtim, svam adhisthaya
sambhavamy atma-mayaya

“Benché Io sia il non-nato e il Mio corpo trascendentale non si deteriori mai, benché Io sia il Signore di tutti gli esseri, appaio in ogni era nella Mia originale forma trascendentale.” (B.g., 4.6) Atma-maya si riferisce alla potenza spirituale. Quando discende in questo o in un altro universo, Krishna appare in virtù della Sua potenza spirituale.

Noi nasciamo sotto il controllo della potenza materiale, ma come e’ detto qui in riferimento al Visnu Purana, lo ksetrajna, l’essere vivente, appartiene alla potenza spirituale; così, quando ci liberiamo dalle reti della potenza materiale possiamo anche noi entrare nel mondo spirituale.

La potenza materiale e’ l’energia delle tenebre, la completa ignoranza delle attività spirituali. Nell’ambito della potenza materiale, l’essere individuale s’impegna nelle attività interessate, pensando di poter essere felice espandendosi in termini di energia materiale.

Questo fenomeno si manifesta in modo particolare in quest’era di Kali, perché la società umana, non comprendendo la natura spirituale, si dà molto da fare per espandere le attività materiali. Gli uomini di oggi sono praticamente inconsapevoli della propria identità spirituale.

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Considerandosi i prodotti degli elementi del mondo materiale, pensano che tutto termini con la distruzione del corpo. Concludono quindi che si debba godere dei sensi quanto più e’ possibile finché si e’ dotati di un corpo materiale costituito di sensi materiali. Poiché sono atei, non si preoccupano di sapere se ci sarà una prossima vita.

Questo comportamento e’ definito nel verso con l’espressione avidya-karma-samjnanya. L’energia materiale e’ separata dall’energia spirituale della Persona Suprema.

In questo modo, pur essendo stata creata in origine dal Signore Supremo, Egli non Si trova direttamente presente in essa. Il Signore conferma nella Bhagavad-gita, mat-sthani sarva-bhutani: “Tutto su di Me riposa.” (Bhagavd Gita, 9.4) Questo indica che ogni cosa e’ sostenuta dalla Sua energia personale. I pianeti, per esempio, sono sostenuti nello spazio, che e’ un’energia separata di Krishna. Il Signore spiega nella Bhagavad-gita:

bhumir apo ’nalo vayuh
kham mano buddhir eva ca
ahankara itiyam me
bhinna prakrtir astadha

“Terra, acqua, fuoco, aria, etere, mente, intelligenza e falso ego—questi otto elementi costituiscono globalmente le Mie energie separate.” (Bhagavad Gita 7.4)

L’energia separata agisce come se fosse indipendente, ma qui e’ detto che pur essendo reali, queste energie non sono indipendenti ma semplicemente separate. L’energia separata può essere compresa con un esempio pratico. Io scrivo libri parlando in un dittafono, e quando si riascolta il nastro registrato, sembra che io stia parlando personalmente, ma in realtà non e’ così.

Io parlo personalmente, ma in seguito il nastro registrato del dittafono, che e’ separato da me, agisce esattamente come me. Similmente, l’energia materiale emana in origine da Dio, la Persona Suprema, ma agisce in modo separato, benché questa energia provenga dal Signore. Anche la Bhagavad-gita lo spiega. Mayadhyaksena prakrtih suyate sa-caracaram: “Questa natura materiale agisce sotto la Mia direzione, o figlio di Kunti, e produce tutti gli esseri, mobili e immobili.” (Bhagavd Gita, 9.10)

Sotto la guida, la supervisione di Dio, la Persona Suprema, l’energia materiale agisce come se fosse indipendente, benché non lo sia affatto. In questo verso del Visnu Purana l’energia totale di Dio, la Persona Suprema, e’ classificata in tre divisioni—la potenza spirituale o interna del Signore, la potenza marginale o ksetrajna (l’essere individuale) e la potenza materiale, che e’ separata da Dio, la Persona Suprema, e sembra agire in modo indipendente.

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Quando Srila Vyasadeva, attraverso la meditazione e la realizzazione spirituale, vide Dio, la Persona Suprema, vide anche l’energia separata del Signore in piedi accanto a Lui (apasyat purusam purnam mayam ca tad-apasrayam). Vyasadeva comprese inoltre che e’ proprio questa energia separata del Signore, l’energia materiale, che copre la conoscenza degli esseri individuali (yaya sammohito jiva atmanam tri-gunatmakam).

L’energia materiale separata confonde gli esseri viventi (jiva) che lavorano duramente sotto il suo potere, senza sapere che stanno trascurando la vera missione della vita. Sfortunatamente, nella maggior parte dei casi, essi pensano di essere il corpo e quindi di dover godere dei sensi materiali in modo irresponsabile, perché quando arriva la morte tutto finisce. Questa filosofia atea fiorì anche in India, dove fu un tempo diffusa da Carvaka Muni, il quale diceva:

rnam krtva ghrtam pibet
yavaj jivet sukham jivet
bhasmi-bhutasya dehasya kutah
punar agamano bhavet

La sua teoria consisteva nel consigliare di mangiare quanto più ghé fosse possibile finché si e’ in vita. In India, il ghé (burro chiarificato) e’ l’ingrediente di base per preparare molte varietà di alimenti. Poiché tutti vogliono gustare del buon cibo, Carvaka Muni consigliava di mangiare quanto più ghé fosse possibile. Qualcuno potrebbe dire: “Non ho denaro. Come potrò comprare il ghé?” Carvaka Muni risponde: “Se non hai soldi, allora mendica, prendi a prestito o ruba, ma in qualche modo procurati del ghé e godi della vita.”

Per chi obiettasse ancora che si sarebbe ritenuti responsabili di attività illecite come il mendicare, prendere a prestito o rubare, Carvaka Muni risponde: “Non ve ne sarà chiesto conto. Non appena il vostro corpo si ridurrà in cenere dopo la morte, tutto sarà finito.” Questa e’ ciò che si chiama ignoranza. La Bhagavad-gita insegna che non si muore con la distruzione del corpo (na hanyate hanyamane sarire).

La distruzione di un corpo porta con sé il cambiamento del corpo (tatha dehantara-praptih). Perciò, compiere attività irresponsabili nel mondo materiale e’ molto pericoloso. Poiché non conosce l’anima spirituale e la sua trasmigrazione, la gente e’ affascinata dall’energia materiale e s’impegna in molte attività di questo genere, come se per ottenere la felicità fosse sufficiente la conoscenza materiale, senza alcun riferimento all’esistenza spirituale.

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Perciò l’intero mondo materiale e le sue attività sono definite avidya-karma-samjnanya. Per dissipare l’ignoranza degli esseri umani che agiscono sotto l’influsso dell’energia materiale, che e’ separata da Dio, il Signore discende al fine di risvegliare in loro la natura originale delle attività spirituali (yada yada hi dharmasya glanir bhavati bharata).

Non appena si allontanano dalla loro natura originale, il Signore viene per insegnare, sarva-dharman parityajya mam ekam saranam vraja: “Cari esseri viventi, lasciate ogni attività materiale e sottomettetevi a Me per ottenere protezione.” (B.g., 18.66) Carvaka Muni afferma che si dovrebbe mendicare, prendere a prestito o rubare per procurarsi il ghé e godere della vita (rnam krtva ghrtam pibet).

Perfino il più grande ateo dell’India raccomanda di mangiare ghé, e non carne. E’ inconcepibile che esseri umani mangino carne, come fanno le tigri e i cani, ma l’umanità si e’ così degradata che tutti gli uomini sembrano animali e non possono più dire di avere una civiltà umana.

Lezione di Srila Prabhupada in italiano sulla Caitanya Caritamrta Capitolo 7 Verso 119

Tenuta a Gorakpour il 17/2/1971 – Parte 1

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